Il Partito Democratico comincia i suoi primi passi, guidato del segretario , e occorre quindi prestare molta attenzione su le azioni che si stanno sviluppando in questi giorni.
Concentrarsi quindi solo e soltanto sul modo in qui questo partito è nato (ed è stato nominato il suo segretario) può essere solo una analisi teorica perchè ha poca importanza se si è trattato di una "fusione fredda" o se era tutto predisposto sul nome che sarebbe uscito come segretario.
Conta molto di più analizzare invece fatti sui quali il partito potrà dimostrare o meno spessore politico e capacità di aggregazione nell'arco della coalizione di maggioranza che oggi governa il paese.
Il progetto, in gestazione da molti anni, di veder confluire nel nuovo soggetto per prima cosa il partito della Margherita e dei Democratici di Sinistra ha chiaramente indicato che questa operazione ha lo scopo di cercare di evolvere il quadro politico perchè i fatti, nella seconda Repubblica, hanno dimostrato che il sistema bipolare, che pur va mantenuto, sta mostrando i suoi limiti, sensa chiari vincitori e vinti; pertanto lo sviluppo del governo in carica - pro tempore - è a sua volta limitato ed i progetti conseguenti che son chiari in teoria, poi nella pratica arrancano e trovano minor attuazione.
Le prove "di volo" sono iniziate in questa legislatura già con i gruppi unici, di Margherita e Ds, al Senato e alla Camera e bisogna riconoscere che sono stati elemento di forte stabilità della coalizione pe cui traslare questo modello in un nuovo partito appare, quasi vasi di compensazione alle forse centrifughe che oggettivamente rendevano ancor più fragile la coalizione di maggioranza.
Walter Veltroni, in questo quadro politico, ha cominciato la sua azione che deriva o deriverebbe dal mandato ricevuto; è questo il terrreno sul quale si deve misurare affinchè il nuovo partito dia il suo apporto al quadro politico ben sapendo che il riscontro obiettivo di questa azione verrà sia dal livello di apprezzamento da parte degli altri partiti della coalizione, sia dal riscontro elettorale che sino ad oggi avverrà nella primavera 2009 alle elezioni europee.
In questo contesto le disponibilità al confronto affermate dai principali partiti dell'opposizion di centrodestra andavano verificate non lasciando nulla di intentato; nello stesso tempo questo non significa che si sia voluto tagliare fuori dal dibattito e dal confronto i partiti del centrosinistra.
Innanzitutto perchè i temi trattati sono proposte di cambiamenti elettorali, costituzionali e parlamentari (regolamenti) che in via di principio debbono coinvolgere la maggioranza del Parlamento; al riguardo poi i partiti del centrosinistra già hanno affrontato in parte questi temi predisponendo bozze di disegni di legge, mentre sugli altri hanno lasciato trapelare solo modeste considerazioni su temi sul tappeto.
In questo senso l'iniziativa di Veltroni può aprire nuovi orizzonti costringendo l'opposizione e Fi in particolare a confrontarsi su queste tematiche; nel contempo, se non si da seguito ad un dibattito complessivo anche all'interno della magioranza, vi è il rischio che questo vantaggio iniziale possa procurare divisioni al suo interno.
Nella settimana trascorsa gli incontri hanno registrato risposte in effetti disarticolate nel senso che alcune trovano una certa convergenza, menre altre sono in parziale disaccordo, altre infine molto scettiche visti i tempi ristretti che ci separano dal referendum o al fatto che circolano notizie, ma non fatti.
A completamento del quadro occorre evidenziare che Fi, o meglio Berlusconi, da un lato ha rilasciato dichiarazioni di apprezzamento, ma subito dopo, c'era da aspettarsela, insiste all' interno della sua disgregata coalizione proponendo nuovi gazebo uniti all'invito a ricoalizzarsi; inoltre, anche se con tono minore, rispolvera slogan cantati sino all'altro giorno relativi alla tenuta della maggioranza (implosione?), alla necessità di cambiare l'esecutivo con nuove elezioni (ritornello peraltro recitato anche da An, Ud e Lega), o alle maggioranze bulgare emerse dai sondaggi (che ridurrebbero a minimi insignificanti l'apprezzamento della attuale coalizione di maggioranza ed assegnerebbero apprezzamenti enormi prevalentemente a Berlusconi).
Questo atteggiamento ondivago non è certamente frutto di incertezza da parte del Cavaliere sulla straegia da seguire, ma è un percorso, molto articolato, tendente da un lato a rafforzare il partito da lui creato riassorbendo le allenze con Udc, An e Lega e dall'altro cercare di dividere il fronte opposto, vista la sua composizione assai articolata.
A questo punto conta molto la velocità da parte dei partiti della maggioranza, Pd in primis, a realizzare una covergenza su i temi progettati da Veltroni, riproponendoli a quei partiti dell'opposizione che già li stanno apprezzando (Lega, Udc ed in parte An) sfruttando quindi la divisione che in questo schieramento risulta a tutti molto marcata (molto più che in quella opposta di centrosinistra), tagliando l'erba sotto i piedi a Berlusconi costringendolo quindi a scelgliere una sola strada molti piu lineare.
Staremo a vedere
domenica, dicembre 02, 2007
Partito Democratico e Walter Veltroni: prospettive
alle 2:14 PM
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