martedì, novembre 27, 2012

PRIMARIE DI CENTRO SINISTRA : ORA IL BALLOTTAGGIO

Domenica c'è stata certamente una vera e grande manifestazione democratica, forse per la prima volta una Primaria, con tutti i crismi, dove i competitori e soprattutto i risultati non erano per nulla scontati, come avvenuto altre volte in passato.
La speranza degli elettori al cambiamento non è mai morta e questo spiega un afflusso consistente e superiore alle aspettative che ha bloccato l'emorragia di affluenza registratasi dopo le Primarie del 2005 (peraltro di una coalizione più ampia come l'Unione).
Ed è certamente importante che politici come i cinque "concorrenti" si siano messi in gioco a partire da P.L. Bersani, che ha voluto Primarie organizzate con rigore prevedendo anche il doppio turno perfornire al vincitore, qualsiasi esso sia,  la forza inequivocabile che gli deriverà dai voti ottenuti.
Non già e non solo per poter governare la Coalizione con autorevolezza, quanto per il segnale inequivocabile che viene trasmesso all'esterno, cioè agli elettori di area (che mi auguro del tutto proporzionali ai voti totali conseguiti) e alle coalizioni di Centro e Centrodestra che competeranno alle prossime politiche in primavera.
Avrei preferito per questo un risultato definitivo già al pimo turno, ma comunque - se questa settimana verrà vissuta con ordine -  se non altro  ci sarà ul'altra settimana di impegno delle strutture e di parecipazione dell'elettorato.
Sulla organizazione un piccolo appunto: mi risulta che moltissimi  militanti si son preoccupati per settimane di iscrizioni, gazebo e seggi elettorali mentre tanti sostenitori di Matteo Renzi molto di più di campagna elettorale. 
Un altro elemento importante che Bersani, ritengo, abbia saputo cogliere è la partecipazione di Matteo Renzi nel quadro del Partito Democratico, proprio per costruire il tandem che agirà in futuro in sostituzione di quello giunto a fine corsa costituito da quello di Ventroni-D'Alema.
Ne consegue che nè Renzi nè Bersani possono essere indicati come uomini che rappresentino notabili o padri nobili: sono loro - ne devono aver ben coscienza - le colonne scelte oggi e per i prossimi anni..
Sulle procedure la dimostrazione che erano quelle giuste lo da il compotamento degli elettori che pur avendo patito spesso file interminabili, non hanno profferito verbo; anzi consolavano gli scrutatori imbullonati al seggio.
Ed ora il ballottaggio va fatto con lo stesso ordine, tenendo molta attenzione agli infiltrati perchè, anche se non lo danno a vedere, le Primarie costituiscono un elemento altamente urticante per le genti e soprattutto i politici di Centro e Cdx. 
Anche sulle interpretazioni di voto, senza scendere in sterili polmiche che confondono e infastidiscono l'elettorato, la risposta è stata chiara: gli elettori delle Primarie hanno preferito due esponenti del Partito Democratico e questo non deve scaldalizzare nessuno visto che il Pd viene accreditato - ed ha tuttora in Parlamento - quote di rappresentanza importanti (33%).
Caso mai la competizione sin qui svolta e quella delle prossime ore non deve scadere in diatribe che facciano apparire il Centrosinistra,  il Pd in particolare, come una entità composta da quote d'espressione politica inconciliabili perchè, altrimenti, lo scopo di cercare e trovare il "meglio fico del bigoncio" quale capofila di Coalizione rischia di risultare alle prossime politiche di primavera un'arma spuntata.
Certo le ricette per affrontare i tanti temi di cui h bisogno l'Italia sono ben diverse, ma devono essere sempre all'interno del quadro di Centrosinistra che questo s'è dato.
Questo è un aspetto che trapela ogni giorno e così non va assolutamente bene poichè l'elemento vincente è sempre e comunque la coeasione del partito PD e quindi della Coalizione.
Si rischia cioè di farsi del male e di questo non se ne devono avvantaggiare le aree di opposizione e soprattutto non devono andare a detrimento degli interessi complessivi del nostro paese.
Renzi vorrebbe per esempio preferire una corsa solitaria che reputa vincente mentre Bersani tiene conto anche dell'alea che deriva dal voto popolare per effetto anche delle contromisure che o prima o poi Centro e Centrodestra potranno mettere in campo.
Non ci dimentichiamo infatti che la "gioiosa macchina da guerra" di Ochetto fu battuta  dalla discesa in ampo del Cavaliere che si organizzò in pochi mesi.
Anche il rinnovamento è importante, ma dobbiamo  riconoscere - anche con le recenti ma forse non ultime uscite di scena - che il rinnovamento c'è e continuerà ad esserci visi i tanti volti nuovi che continuano ad apparire, volti che si dimostrano assai competenti e innovativi.
Attenzione però alle fughe in avanti  che sono quindi pericolose perchè gli eletti devono essere personaggi che sappiano scrivere le leggi - per crearne di nuove o per modificare di vecchie - perchè il Centrosinistra non ha avvocati nelle sue fila che scivano veline da passare al nominato di turno affinchè diventino emendamento o legge addirittura, come è successo di recente nel Pdl.
La partecipazione di Renzi, con il risultato conseguito al primo turno, indica anche che il processo di rinnovamento interno del Csx e del PD in particolare non è mai concluso.
Lo dimostra il consenso ottenuto soprattutto in Toscana dove evidentemente l'elettorato storico di csx non intende certo cambiar schieramento, ma non è per nulla soddisfatto di come van le cose nelle amministrazioni locali.
C'è chi dice per celia che a Firenze l'abbian votato per toglierselo di torno, ma a Siena penso proprio che non possa essere questo il motivo.
Di "casotti" a Siena se ne son combinati parecchi negli ultimi anni, ma non sembra che la lezione data con la caduta dell'ammnistrazione comunale abbia per il momento insegnato qualche cosa sotto il profilo del rinnovamento.
Eppure un precedente s'è visto bene a Bologna con Guazzaloca che potrebbe venir imitato dal Dr. Tucci a Siena.
Di altre province non so, ma coloro che vi abitano sapranno bene che cosa c'è che non va e che va rimediato velocemente.
Certo, come si dice,  avran anche votato transfughi da altri lidi che non vedono proposte credibili di Centro e Cdx (a parte Lucca che non è mai stata rossa), ma con i dati elettorali storici, non posson certo essere grandi masse d'elettori.
Lo vedremo subito domenica se sarà stato vero o uno scherzo e soprattutto lo si vedrà a primavera, alle Politiche.
Mancano pochi giorni - domani sera ci sarà il confronto in tv tra Renzi e Bersani - al voto ed è importantissimo che la riuscita sia simile a quella del 25 novembre perchè cosi' sarà dimostrato che la Coalizione ha già una sua coesione (il ballottaggio non son fatti interni al Pd).
Occorerà quindi che gli esponenti di tutta la Coalizione, perlomento, si adoperino con opportuni inviti per una partecipazione  anche di coloro che hanno dato preferenza agli altri tre competitori.
Una cosa è certa: chiunque vinca al ballottaggio, domenica 2 dicembre non sarà un giorno d'arrivo, ma un bel giorno di partenza !

mercoledì, novembre 21, 2012

A DUE PASSI DALLE PRIMARIE DEL CENTROSINISTRA

Il 25 novembre è assai vicino e per l'ennesima volta il polo progressista si appresta a scegliere il proprio candidato leader designato a rappresentarlo alle prossime elezioni politiche nella primavea del 2013 (e a proporsi come prossimo Capo del Governo).
Non sappiamo ancora che legge elettorale verrà utilizzata, ma le alchimie, i bilancini ed gli altri arnesi usati per trovare la formula migliore (sic) fanno apparire quasi tutto il ceto politico veramente penoso.
Nonostante gli inviti chiari ed espliciti del Capo dello Stato infatti si cade ancora una volta, a causa della maggioranza parlamentare esistente che nella realtà è letteralmente liquefatta, nell'errore di costruire una legge guardando i propri interessi e convenienze di parte (perder meno e non far vincere gli altri) anzichè costruire una legge che consenta il raggiungimento di una maggioranza, qualsiasi essa sia, solida e stabile che rispetti il principio della rappresentanza.
Il Centrosinistra nel frattempo, sbeffeggiato sino all'altro giorno per la sua scelta ormai sperimentata, deriso perchè la sua  presunta iper democrazia vede competere ben 5 candidati, ha messo in campo una forza organizzativa di circa 100 mila attivisti che debbono far funzionare questa consultazione per migliaia di seggi  con le stesse regole che vigono nei seggi elettorali, con tanto di presidenti di seggio, vicepresidenti, scrutatori e per di più con gli addetti agli uffici elettorali pe costruire l'Albo del Progressisti.
In realtà questa scelta fa evidentemente timore per il "mondo" politico esterno che in qualche caso la sta scimmiottando o con gazebo (Lega)all'acqua di rose o con primarie da spalmare, forse, in diverse settimane, con la scesa in campo di non so più quanti compettori: diciamo pure che i candidati sono a "geomeria variabile", per il momento.
Il Polo di Centro emerge per la sua effervescenza con tanti uomini di buona volontà che costituiscono associazioni o movimenti che si differenziano non so bene su cosa, ma costruire una aggregazione politica intorno ad un uomo, predeterminare insomma, anche manovrando sulla legge elettorale, un futuro governo, dando per buono il programma sin qui svolto, confidando sulla possibilità di far convergere su questo obiettivo le "ali che verranno espressedal voto pololare, mi sembra una operazione azzardata; infatti non si parla bene e chiaramente di programmi e non si tiene conto di alcuni fenomeni elettorali nuovi, già visti parzialmente anche in recenti tornsate elettorli, che sembrano potersi ripetere nelle elezioni prossime venture.
Il M5S infatti è accreditato di percentuali consistenti che rappresenterebbero una fetta significativa dell'elettorato, ma questo per sua filosofia principale non prevede alleanze con nessuno, tutt'al più una convergenza su eventuali iniziative condivise.
Ma tornando alle Primarie di Centrosinitra, per sottacere alle difficoltà e complessità proprie interne, i partiri di Centro e di Centrodestra si preoccupano di adombrare l'iniziativa progressita cercando di metter zizzania su differenze che sono ovvie e doverose tra i candidati alle Primarie.
Ci mancherebbe solo questo: mica scegliamo i candati con lo stampino, visto che sono sostenuti - per la loro candidatura - da una perceutuale minima (questo riguarda in particolare il Pd) pari al 10% dei membri del Consiglio nazionale.
E' evidente che di Tabacci ce n'è uno solo, cosi pure di Puppato, di Vendola, di Renzi e di Bersani; tutti con le loro peculiarità, sensibilità, strategie ed idee che possono essere più gradite o meno, ma è evidente che ci deve essere differenza per scegliere: fra i progressisti di un uomo solo al comando unto dal Signore non se ne vuol sentir proprio parlare.
Ci sono poi i media che, per carità, fanno il loro mestiere ponendo domandine urticanti, ma che vengono replicate in modo mi sembra assai chiaro.
Intanto questa coalizione non è nè l'Ulivo, nè l'Unione; caso mai ne è la sua evoluzione più affinata.
Non scordiamoci poi che la matrice politica è quella che ha portato l'Italia nell'euro e quella che nel recente passamo ha fatto meglio, seppur non il ,massimo, per lo sviluppo conomico del nostro paese.
A chi pone poi il questito se si ritiene che la vittoria del Centrosinistra possa avere ripercussioni sul piano internazionale, rispetto al Governo Monti, è bene far notare che questo governo è stato ed è sostenuto (anche con qualche mal di pancia) proprio dal PD in paricolare e che nel suo programma il capitolo europeista è tra i suoi principali temi sostenuti convintamente (a differenza  delle posizioni ondivaghe del Pdl o a quelle draconiane e un pò folli  dell' M5S).
Ne' può preoccupare il consesso internazionale, comprese le grandi potenze come gli Usa, che oltre ad un Bersani, Renzi, Puppato e Tabacci vi sia anche Vendola.
Forse, chi pone questa domanda, si dimentica di un piccolo particolare: Vendola non è nè uno scalzacani nè un tagliagole, ma è da otto anni Governatore (acchiappanuvole) eletto dai Pugliesi (non dai marziani).   
Per cui gli interlocutori non devono porsi preoccupazioni al riguardo.
Piuttosto nel mondo del Centrosinistra comincia a montare una doverosa preoccupazione ed attenzione, perchè domenica 25 novembre si preannuncia una giornata di fuoco in quanto il numero delle pre iscrizioni si sta avvicinando al milione di votanti e questo lascia immaginare un afflusso forse ben più alto da quanto si auspica per la buona riuscita delle Primarie il Segretario Bersani, ovvero 2 milioni di elettori.
Questa preoccupazione non dipende certo dalla formula delle registrazioni al voto in quanto le procedure sono del tutti indentiche a quelle del passato (eccetto l'iscrizione all'Albo dei Progressisti) quanto dal fatto che l'organizzazione, ancorchè poderosa, non vuol fare assolutamente una figuraccia di fronte ad un afflusso che immagino a ragione veramente poderoso.
Le code ci son sempre state ed anche questa volta basterà la solita pazienza.
Tutti minimizzano su questa iniziativa del Centrosinistra, ma tutti, non solo i sostenitori, sono in attesa sia dei risultati sia dalla loro entità.
Si pensi che il deus ex machina della legge elettorale, On. Calderoli, sta progettando una mediazione per un premio di maggioranza a valori crescenti (come l'irpef), ma attende i risultati del 25 novembre per sperare che venga accolta  proprio dal Pd!
Per altro è una idea veramente mefistofelica: dare un premio di maggioranza crescente, a scaglioni,  con un sistema di voto che per due terzi è proporzionale con preferenza e per un terzo è a lista bloccata !
Pur di non accettare l'uninominale a doppio turno (chi vince vince e chi perde perde) ci si inventano le alchimie affinchè tutti siano rappresentati (oltre la soglia ovviamente) e le allenze siano le più complicate possibili (naturalmente dopo il voto).
Quel che mi auguro comunque è che domenica prossima le Primarie riescano alla grande a dimostrare la forza che andrà a competere alle prossime politiche, meglio ancora sarà se uscità un vincitore - chiunque esso sia - al primo turno.
Il peso e la coesione della Coalizione sarà ancor più grande e dimostrerà che una possibiltà di buona politica e di buon programma è ancora possibile.

mercoledì, novembre 07, 2012

IL 42,50% NON E POI COSI LONTANO

Il 6 novembre l'America ha rinominato il suo Presidente, Barak Obama, con risultati sia elettorali che di "grandi elettori" inequivocacabili e questo ha attirato la dovuta attenzione su un evento mondiale certamente fra i più importanti, sia per lo Stato più potente della terra, sia per tutti gli altri stati del nostro pianeta.
E' per questo certamente una vittoria molto importante per l'Europa in particolare ed anche per l'Italia.
Nel frattempo molti  politici - la maggioranza parlamentare - di questa "Italietta" hanno dimostrato ancora una volta la loro grettezza politica nel voler modificare una legge elettorale senza ricercare il più ampio consenso parlamentare, nascondendosi dietro alle pressioni di cambiamento sollecitate dal Capo dello Stato Napolitano ed anche, se più velatamente, da parte del Capo del Governo Monti.
Quel che non mi è mai piaciuto in questi ultimi anni è il fatto che, a differenza del 1993 (era il diciotto aprile il che è tutto dire) quanto fu introdotto il "mattarellum" con vastissimo consenso referendario, è che si voglia per la seconda volta modificare la legge elettorale senza cercare la più vasta intesa possibile, infischiandosene del pensiero e del contibuto  di partiti presenti in parlamento che rappresentano oltre un terzo dell'elettorato italiano.
Peraltro una legge elettorale non va modificata ad ogni piè sospinto anche se necessario per liquidare una legge dimostratasi, vista la sua inefficacia, una emerita porcata.
In sostanza checchè ne dicano i sostenitori della modifica, da Casini a Aflano, a Fini e Rutelli (promotore della "trappola" ?), le regole del gioco si cambiano al momento opportuno trovando necessariamente un punto di mediazione efficace, mentre voler forzare la mano per cambiare e trattare i dissenzienti da bimbetti capricciosi appare in realtà un vero comportamento anti democratico.
L'attuale legge, il "porcellum", ha dimostrato che può consentire di raggiungere una solida maggioranza, ma non la governabilità per cui cambiare è assai importante, ma la costruzione della alternativa in costruzione puzza di buciato lontano un miglio poichè è evidentemente costruita ipotizzando un certo risultato elettorale suffragato dalle indagini demoscopiche di ogni settimana, la vittoria relativa del csx, mentre una vera legge elettorale deve inserire nuove regole per raggiungere l'obiettivo della stabilità, governabilità e rappresentanza, a prescindere da chi potrebbe vincere le elezioni.
E' evidente quindi che una legge sul tema elettorale deve durate nel tempo, e non lo spazio di una legislatura; fatto che peraltro l'elettorato, già a ragione parecchio inquiesto poco comprenderebbe.
Casini sostiene a brutto muso che non si può consentire che un partito (o una coalizione)che raccoglie il 30% dei voti per effetto del premio ottenga una maggioranza del 55% in Parlamento.
Si  vuol introdurre il proporzionale contro il maggioritario che se non altro, con le soglie di sbarramento, ha ridotto i partiti in Parlamento; in luogo delle liste bloccate e dei listini (che hanno prodotto nominati e non eletti) si vuol intrudurre la preferenza anzichè il sistema uninominale che risulterebbe meno dispendioso e soprattutto imporrebbe la scelta, nei vari partiti e coalizioni, dei "meglio fichi del bigoncio". 
Tutto un sistema insomma per far perdere meno chi, questa volta è condannato a perdere, a far contare oltremodo chi ritiene di poter raggiungere risultati apprezzabili e a far vincere meno chi si appresta a conseguire risultati importanti  o addirittura eclatanti come nel caso del M5S.
Ma tornando al premio di maggioranza del 12,5% da attribuire alla coalizione o partito che raggiunga il 30% dei voti, come ragionamento non farebbe  una grinza, ma è proprio la premessa c he è errata: da buon credente Casini non dovremme porre limiti alla provvidenza divina !
Intanto il Csx - Pd e Sel - sono accreditati ( visto che si parla di numeri parliamone pure) del 36% circa; inoltre questi valori risultano in continua crescita, eppoi che cavolo ne sa Casini che cosa hanno in mente gli elettori italiani ?
Abbiamo visto il Movimento 5 Stelle nascere ed esplodere in modo esponenziale, abbiamo visto un calo verticale delle affluenze al voto ,ma  che ne sa appunto Casini di come si comporteranno gli elettori la primavera prossima ?
Il disegno dell'esponente dell' Udc è decisamente quello di voler sostenere il suo progetto cioè quello creare un Centro aggregante, non si sa ancora se rivolto al Cdx o al Csx, ma soprattutto di ricreare una condizione come quella avvenuta nel novembre del 2011; cioè quella di creare le condizioni di un governo a guida Monti (bis) che a suo modo di vedere è quello più adatto per proseguire una politica di rigore e di risanamento.
Certo è difficile ammettere clamorosamente i propri errori politici (anche se i fatti e le scelte recenti lo dimostrano ampiamente), ma Casini - deus ex machina di questo grande papocchio - non può non riconoscere che il Csx, pur con i suoi mille difetti e le sue fragilità è l'unico dal 1996 che abbia saputo raddrizzare la rotta, rotta persa poi per propria insipienza e per il fatto che la maggioranza elettorale degli italiani riteneva di aver superato la burrasca e che il futuro del paese sarebbe stato roseo, radioso e tutto in discesa.  
Mi riferisco al fatto che nel 2001, con l'euro alle porte, Casini e i suoi alleati pensava che tutto era pronto per il liberismo più sfrenato ed abbiamo visto che fine rischiavamo di fare se il Pd ed anche l'Udc non avessero trovato il modo per buttare a mare il Governo Berlusconi.
L'Udc si è riempito tanto la bocca per iniziative utili alla tutela della famiglia o alla scelta sacrosanta della Tav, ma di risultati concreti non ne ha fatti conseguire; oggi però attacca Vendola che pensa alle coppie di fatto ho solleva forti perplessità sulla efficacia del  programma Tav.
Ma come: ha avuto idee geniali su questi temi, non li ha concretizzati ed ora vorrebbe infilzare chi la pensa diversamente ponendo veti determinanti ?
In realtà le politiche di rigore e crescita sono patrimonio convinto del programma del Csx; sono le ricette per conseguirlo che cambiano, ma su questo l'Udc si guarda bene dal confrontarsi preferendo fare l'ago della bilancia o "la bella addormentata nel bosco".
Peraltro questo progetto è parecchio sdrucciolevole sia perchè il modo per attuarlo - la legge elettorale - è una alchimia che l'elettorato può leggere come vecchia politica, perchè un secondo Governo Monti richiamerebbe il primo e le sue politiche di rigore- pur necessarie - non sono certo state accolte dalle maggioranze degli italiani con il sorriso sulle labbra.
Inoltre ipotizzare alleanze dopo il voto queste non sarebbero accettate perchè stravolgerebbero il senso del voto e saprebbero di vecchi sistemi politici tando odiati dall'elettorato.
Potrebbe essere quindi un progetto - quello di invocare un Monti bis (neanche i partiti, certi partiti,  non fossero in grado di esprimere programmi e politiche convincenti ed altrettanto efficaci) - che invece terrorizzi l'elettorato e che lo allontani da possibili addensamenti sul raggruppamento di centro e sul suo progetto.
Si potrebbe quindi verificare una polarizzazione del voto verso le coalizioni o movimenti di protesta come l' M5S, ma anche verso coalizioni più chiare come il Pd/Sel.
E qui gli esponenti del Csx, in occasione appunto delle primarie imminenti, devono avere - tutti - ben chiaro in testa che l'obiettivo è quello di vincere con il più grande vantaggio possibile: senza quindi denigrasi a vicenda o porre veti anacronistici (punti di convergenza chiari con Udc e Api ce ne possono ancora essere).
Devono evitare tutti da Bersani, a Vendola, da Renzi a Puppato e Tabacci che dal confronto tra le loro idee non nasca il programma che è elemento di attrazione (o meno) del voto popolare.
Dobbiamo imparare dal voto recentemente espresso dagli Americani alle Presidenziali di ieri: pur con campagne crude alle primarie di partito e tra i candidati rossi e blu, hanno saputo esprimere -si badi bene con il 60% dei  aventi diritto al voto - la loro chiara scelta.
Perchè mai il Csx non dovrebbe essere in grado - con una forte mobilitazione a tutti livelli - di raggiungere il 42,5% dei voti espessi ?

venerdì, novembre 02, 2012

POVINCE ITALIANE IN RIDUZIONE

Si continua a parlare di riduzione delle province italiane da molto tempo, anche quando si parla e si legifera sul decentramento amministrativo alle regioni, ma mai che si sia fatto, sino ad oggi, almeno un primo passo.
Le ragioni del rimensionamento del numero delle province, in contro tendenza alle nuove province nate negli ultimi 20 anni, sono spiegate dal fatto che le necessità dei territori possono essere meglio soddisfatte attuando economie di scala che producano efficenza e riduzione dei costi sia amministrativi e di gestione che di quelli connessi alle strutture rappresentative.
E assolutamente falso infatti che più la provincia è piccola più riesce a rispondere alle necessità delle popolazioni perchè in realtà i sistemi di comunicazione sia fisici che mediatici sono cresciuti in modo esponenziale per cui risultà in realtà che le distanze si sono accorciate.
Peraltro il decentramento di certe competenze (come possiamo riscontrare anche nel comparto delle regioni) non ha prodotto risultati migliori; anzi ne ha prodotti meno e per di più con dispendio di risorse maggiore.
La gestione delle strade era un tempo tutta dell'Anas (escluse quelle di singoli comuni); mentre oggi si occupa di statali e in parte di tangenziali e superstrade; alle province sono state assegnate quelle provinciali, ma non possiamo certo dire che la loro manutenzione sia migliorata in termini esponenziali, anzi !
Le materie di interesse esclusivo poi possono essere espletate in modo più efficace ed economico raggiungendo masse critiche che consentirebbero di offrire servizi migliori e meno costosi per i contribuenti che non dobbiamo dimelticarlo sono coloro che forniscono i mezzi finanziari per farle.
In materia di viabilità, costruzione e manutenzione, e trasporti è evidente che affrontare il tema con uno spettro più ampio può consentire senz'altro risultati migliori; cos' pure la cura del territorio (acque reflue ed altro), anche dal punto di vista della miglior tutela dell'ambiente potrà consentire una buona volta miglioramenti significativi, visto che con il passar del tempo e le modifiche climatiche ad ogni acquazzone ci si ritrova in imbarazzi anche molto gravi per la perdita di vite umane.
In materia scolastica la solfa non cambia per cui la concetrazione della gestione, anche se con strutture decentrate, potrà meglio servire la crescita scolastica della popolazione giovanile che peraltro in tutti questi anni è diminuita (ne fanno testo le molte scuole chiuse e destinate ad altri scopi).
Ne beneficierà anche la gestione di materie assai delicate e non certo di secondo piano, come la gestione dei rifiuti,  l'edilizia e servizi scolastici, la formazione professionale; per non parlare della promozione e coordinamento dello sviluppo economico del territorio.
Le reazioni, era prevedibile, non sono delle più invitanti anche se il senso di responsabilità di molti vede anche accantonare argomentazioni del tutto pretestuose.
In realtà penso che queste servano più a mantenere presunti vangaggi territoriali, come i campanilismi fuori dal tempo; una per tutte: penso alla vecchia - di secoli - diatriba sui porti tra Livorno e Pisa (già repubblica marinara ora interrata) che ancora oggi provoca campanilismi (meglio Galileo che il caciucco) !
Oppure si vedono differenze sulle attività territoriali tra province contigue (Prato e Pistoia piuttosto che Padova e Treviso), mentre proprio l'integrazione di queste peculiarità possono contribuire a produrre sinegie interessanti.
I campanilsmi sono poi una foglia di fico che nasconde anche i diversi orientamenti politici e quindi amministrativi; è vero che la somma di due province, una a conduzione csx e l'altra a conduzione cdx, creano qualche perplessità anche a me, ma caso mai questo potrebbe produrre un maggior attaccamento alla scelta delle future amministrazioni selezionandole sempre di più su programmi e capacità che su vantaggi che si spererebbe d'ottenere a prescindere dalla utilità collettiva.
Anche qui, si parla tanto di mala politica e di spese folli, ma anche questo è un sistema per costruire amministrazioni più snelle e quindi meno costose per cui questo è un sistema che andrebbe certamente a soddifare ciò di cui ci lamentiamo spesso.
Non si tratta certamente di lasciare per strada gli addetti ai lavori (dipendenti) caso mai di rinunciare a molte cadeghe e a razionalizzare le varie amministrazioni e i loro interventi sul territorio.
Intendo dire che non può assolutamente verificarsi la furbata del beau geste della nuova provincia eppoi raddoppiare il numero dei consiglieri oppure creare uffici erritoriali più numerosi delle provincie precedenti perchè allora significa che la volontà, a questo punto politica soffragata magari dal sostegno elettorale, sarà quella di continuare nella inefficenza e negli sperperi inammissibili.
C'è chi poi afferma che che 110 province andrebbero tutte chiuse ripaetendo le competenze a comuni e regioni, ma tutti sappiamo che questo, forse il massimo coseguibile, è un percorso assai impervio innanzitutto perchè una modifica alla Costituzione non è una passeggiata e poi perchè in questo tempo gli appettiti di eletti ed elettori possono emergere sino a rendere fatuo questo intervento.
Inoltre abbiamo riscontrato il fallimento delle maggiori autonomie concesse a questi enti locali per cui c'è altra materia su cui riflettere per ridurre i costi della macchina amministrativa che costa ai contribuenti una pressione fiscale molto forte ed inefficace.
Inoltre ci sono le Regioni a statuto speciale che per loro autonomia debbono fare scelte autonome ed analoghe; la Sardegna se non erro ci sta già lavorando e mi auguro che con la nuova amministrazione Crocetta anche la Sicilia si muova velocemente in tal senso.
C'è poi da dire che questo processo non si limeterà all materie tipiche delle provincie,ma produrrà anche effetti speculari sulle strutture dello stato nel territorio.
Mi riferisco per esempio alla Prefetture, ai Tribunali, alle Questure, alle Asl (anche se materia regionale)ecc. che consentiranno anch'essi economie di scala pur apparendo articolate nel territorio, ma accentrate sul nuovi capoluoghi di provincia.
Questo processo avviato dal Governo Monti è veramente interessante e per questo mi incuriosisce non poco; penso infatti ad alcune aggregazioni fra provincie che conosco meglio di altre.
Penso alla Romagna che finalmente dal Reno sino a Gabicce diventerà una unica entità pur con le diversità e peculiarita di tanti comuni gandi e piccoli, pieni di storia e molteplici attività; o allo sbocco al mare di Siena con Grosseto, o di Verona e Rovigo (da sempre unite dall'Adige); oppure alla provinci di "bat" troppo piccole su un territorio del tutto omogeneo.
Dopo le decisioni e i relativi prevedibili rimbotti e aggiustamenti, il lavoro più grosso sarà quello di attuarlo con un lavoro di "change over" certosino, non dimenticando che questo potrebbe essere l'avvio di altre interessanti operazioni, compresi alcuni accorpamenti di regioni che si sovrappongono alle neo nate provincie extra large !!
Certo è che deve essere assolutamente messo da parte quello che deteriora la qualità degli enti locali: la ricerca del consenso per ottenere il potere fine a se stesso.