mercoledì, settembre 21, 2011

MAGGIORANZA PARLAMENTARE SOTTO RICATTO DEL PREMIER

Non c'è nulla da fare: il Cav. Berlusconi tiene sotto ricatto la sua maggioranza parlamentare non tanto per sostenere e sviluppare la propria azione di governo, quanto per utilizzarla a suo piacimento per difendersi dai suoi comportamenti politici e personali.
L'interesse del Premier è quello di stare comunque a galla, costi quel che costi, utilizzando, se lo ricordi bene anche la Lega, una maggioranza parlamentare che non scaturisce certo dalla volontà elettorale del 2008.
Una parte degli eletti del centrodestra si è staccata dalla maggioranza per cui la struttura attuale è costituita, alla Camera dei Deputati, soprattutto dal soccorso sopravvenuto per effetto del cambio di casacca dei cosidetti responsabili che, prima, sono stati eletti molto spesso fra le fila degli schieramenti di minoranza (parlamentare).
Il Capo dello Stato ha preso atto di ciò, non stracciandosi per questo le vesti: se una maggioranza permane questa ha tutto il diritto ed il dovere di proseguire, effettivamente, la propria azione politica.
Di converso se il Capo dello Stato ravvisa il pericolo che questa nuova maggioranza rischia di sfaldarsi, proprio per il momento critico in cui ci troviamo (effettiva efficacia dell'ennesima manovra di governo e situazione complessiva economica e finanziaria in regressione), ecco che questi ha il dovere di seguire con tempestività ed attenzione eventuali cambiamenti nella "solidità" del Governo.
Ecco perchè le tesi sostenute dalla Lega sono incogrue: non si può invocare la volontà degli elettori, poichè gli eletti (o i nominati) non sono più quelli scelti nel 2008 dalla maggioranza, relativa, dei votanti.
Peraltro queste argomentazioni evidenziano che si cerca a tutti costi di  far quadrato per mantenere in piedi un morto che cammina evitando da un lato che il Governo vada sotto su temi ultra determinanti, minimizzando da un lato i voti contrari dati, a maggioranza, per cinque volte contro le proposte dell' On. Prestigiacomo, ma cercando dall'altro che l'On. Milanese non venga lasciato al destino della Magistratura.
Questo non perchè si sia ravvisata una persecuzione giudiziaria contro questo esponente Pdl, ma perchè acconsentire alla sua carcerazione chiesta dalla Magistratura, significherebbe, platealmente ammettere le debolezze di questa coalizione.
Non ci sarebbe, voto segreto permettendo, il coraggio di scaricare un uomo politico di dubbia reputazione, facendo pure un favore all'On. Tremonti del quale questo parlamentare è stato consigliere assai ascoltato.
Significa avere la paura della propria ombra, poichè se Milanese verrà condannato (e per questo la Magistratura deve essere libera di indagare spostando le foglie di fico che lo vorrebbero invece nascondere) questo non vuol dire che abbia responsabilità anche il Ministro del'Economia.
Certo non ci fa una bella figura comunque (anche se Milanese salvasse la ghirba), ma le azioni penalmente rilevanti, se non esistono intrecci chiaramente dimostrabili, di Milanese sono solo e soltanto responsabilità sua.
Se così non fosse, capisco che si cerchi di salvare la pelle ad un pezzo da 90 del Governo, ma da che mondo è mondo chi sbaglia paga (qualsiasi sia la conseguenza personale e collettiva).
Parlo di maggioranza sotto ricatto perché il fatto Milanese non è l'unico poichè fra una settimana la Camera dei Deputati sarà chiamata ad esprimersi anche su un componente del Governo,ed anche qui dovranno essere i fatti e solo i fatti che dovranno portare questa autorità davanti alla Magistratura.
Ma non è finita perchè il ricatto del Premier continua in quanto, pur con la manovra monstre di 54 miliardi di euro, stanno emergendo nuovamente crepe che impedirebbero il raggiungimento degli obiettivi dichiarati, ma non si vedono all'orizzonte alcune iniziative utili e necessarie per raddrizzare la barca.
Lo spirito di  autosufficienza parmane - presuntuosamente - in questo Governo e in questa maggioranza che vuol fare tutto da sola, freandosene sei suggerimenti avanzati dalla parti sociali e guardandosi bene dal coinvolgere fattivamente le opposizioni (come se fossero degli appestati) ed anche ora che il futuro sembra meno roseo del previsto ecco che ci si arrampica sugli specchi per minimizzare o per addossare, per l'ennesima volta - la colpa al prossimo.
Parti sociali e opposizioni avevano suggerito chiaramente al Governo che la manovra doveva contenere tre elementi strutturali: recupero fiscale, riduzione dei costi di struttura dello stato e misure di rilancio dell'economia.
Elementi che per essere veramente efficaci dovevano essere mixati sapientemente fra di loro; invece Governo e maggioranza parlamentare hanno voluto far da soli perchè non hanno voluto tener conto di ipotesi di contrazione delle previsioni di crescita interne ed internazionali, attaccando, ora, in modo infantile la società di rating che ne trae le conclusioni.
La manovra appena approvata, come qualsiasi altra, non ha l'imprimatur divino, ma tiene conto purtroppo solo del futuro più favorevole, mentre non tiene conto del mutar dei venti; ecco perchè il nostro debito viene declassato.
Di manovre aggiuntive, largamente previste da parti sociali ed opposizioni, se ne parlerà fra pochi giorni, ma se non  vi sarà l'umiltà politica di affrontare veramente i temi utili all'Italia, saràl'ennesima azione inutile.
Per fare invece una azione veramente efficace occorrono manovre tempestive e coordinate (e già ora l'effetto sorpresa è svanito viste le notizie di trasferimenti di capitali all'estero) come quella di un accordo con la Confederazione Elvetica che tassi adeguatamente i capiali esportati, mentre si introduce la patromoniale.
Oppure prendendo in mano i contenziosi fiscali del condono tombale prima che scadano i termini, oppure si armonizzino le tassazioni dei redditi delle imprese ora molto diverse tra piccole e medio grandi.
Fermo restando che se queste novità non vengono indirizzare per redistribuire la pressione fisale, per battere l'evasione, per abbattere il debito  e per rilanciare l'economia, queste sarebbero l'ennesimo bel compitino con risultati nulli o molto modesti.
Per intanto il ricatto sul Parlamento da parte di un Premier sempre più indifendibile continua visto che anzichè mettersi al lavoro sui veri titoli utili a raddrizzar la rotta, non si trova di meglio che, pensando agli scandali e ai processi in cui il Cav. Berlusconi è impelagato, di riprender in mano leggi ad personam per parare ora un processo, ora una intercettazione ora una testimonianza.
La maggioranza parlamentare vuole interessare il Parlamento per confezionare un "vestitino" fatto su misura per il Cav. Berlusconi che lo aiuti a restare a galla: ora la legge sul "processo lungo", per far cadere in prescrizione un processo scabroso (Mills), ora la legge sulle intercettazioni (non già per regolamentarne la diffusione e punire quelle vietate) per svuotare i processi in cui è imputato o semplicemente testimone e presunta vittima, ora sul "processo breve" per ridurre i tempi di prescrizione sui processi appena iniziati.
Di legge contro la corruzione, ferma da anni in Parlamento, invece non se ne fa cenno ed  non è più un sospetto bensì una certezza che toccare questo tema rimetterebbe nelle peste parecchia gente e fra queste in Cav. Berlusconi in primis, se è vero che ha scambiato i favori "di letto" con favori affaristici su commesse varie, con personaggi di dubbio affare.
Il ricatto continua pure con l'inchiesta della Magistratura di Napoli: si sente addirittura parlare di intercettazioni non dovute (le 100 mila  intercettazioni, Ministro Fitto, sono quelle di Bari) e interrogazioni di testi che la Procura di Napoli non doveva fare: follie poichè la Magistratura con tutti i suoi pregi e difetti non ha nè il dono dell'ubiquità nè quello della preveggenza.
Infatti solo dai recenti interrogatori  è saturito che gli eventuali reati a carico del Premier sarebbero avvenuti a Roma ed ecco che il Gip, interessato per la richiesta di libertà vigilata di Tarantini, ha messo le cose a posto reindirizzando la procedura giudiziaria a Roma.
E' curioso che di questa ricollocazione fosse più interessato il Cav. Berlusconi che l'imputato principale; bah :
forse vi è il suo interesse a prender tempo visto che tra trasferimento e assegnazione al PM passerà del tempo prima che la Procura chieda lumi al teste Berlusconi (che è quel che aspetta giocando le sue carte per dirarla per le lunghe).
Oppure, pensando parecchio male, mi domando come mai la Procura di Roma venisse chiama "porto delle nebbie"!

Comunque sia ancora una volta la maggioranza parlamentare è al seguito degli interessi e dei voleri del Cav. Berlusoni infischiandosene delle situazione estremamente grave e men che meno delle opposizioni e delle parti sociali.
Curioso in questo contesto la flemma di tutta l'opinione pubblica: che stà aspettando non si sa cosa.
Sta aspettando forse l'ennesima azione di governo ad "approssimazione successiva" ?

lunedì, settembre 19, 2011

BOSSI E ALFANO: SCENEGGIATE DOMENICALI

La presuzione di onnipotenza degli esponenti della attuale maggioranza (parlamentare) fa veramente inorridire.
In una giornata in cui  Dominique Strauss Kahn confessa le sue debolezze (che fosse un trombino lo si sapeva) che gli sono costate il posto al FMI e la candidatura alle elezioni presidenziali in Francia, l'imprenditore Di Caterina che svela i vari sistemi corruttivi di Sesto San Giovani, ma anche di Segrate, Cinisello Balsamo e Milano (Atm) assai gravi se provati, Bossi e Alfano non trovano di meglio che rilanciare palle impossibili, sottacendo invece la fragilità. l'incostistenza e l'immobilismo di questa coalizione di governo.
Per non tacere poi sul fatto che il Cav. Berlusconi usa a suo piacimento la decisione se presentarsi ai giudici tanto che preferisce andare oggi al processo in cui è imputato dopo aver sostenuto più volte che sarebbe tutta  una farsa, mentre si rifiuta di testimoniare come possibile vittima in un altro prosesso, sfoderando i vari cavilli giuridici costruiti dai suoi iscritti-onorevoli-diensori Ghedini e compagnia.
In realtà ha una fifa blu di presentarsi come testimone ai Giudici di Napoli perchè sin dall'inizio della vicenda si è presentato più volte come un benefattore, mentre dalle intercettazioni emerse potrebbe risultare che non è nemmeno un ricattato per le sue abitudini personali, ma un maneggione nella accezione classica del termine che ricorda tanto "mani pulite".
Ma ritornando a Bossi ancora una volta rilancia insieme al suo popolo i soliti slogan leghisti, che vorrebbero da un lato evidenziare il virtuosismo economico sociale e fiscale delle regioni del Nord, mente in realtà, furbescamente si cerca di cavalcare questa onda da decenni, per nascondere le le proprie debolezze e le proprie malefatte (come le "cartiere" dl Veneto nel settore della concia che costituiscono l'iceberg dell'evasione fiscale generalizzata in Veneto e fuori).
Non ci sono scuse signori: le tasse vanno pagate sempre e comunque, mentre un accordo di non belligeranza tra imprenditoria e maestranze per cercare di appioppare agli altri, magari i più deboli, le malefatte e le indecenze commesse, ha necessità di nuovi obbiettivi e di nuovi slogan per restare a galla.
Intendo dire che tanti imprenditori del nord sostengono che è giusto arrangiarsi con il fisco e i loro dipendenti anzichè metterli alla gogna sostengono che è invece giusto, sperando di poter anch'essi ottenere minor pressione fiscale (che non arriva mai).
Per di più assistiamo in modo genralizzato, ovunque al nord, al centro e al sud, ad un sistema tangentizio che è frutto del malaffare tra politica ed imprese i cui costi peraltro non sono mai ripariti tra corrotti e corruttori, ma trasferiti sui costi delle iniziative intraprese, costi che ripagheremo tutti noi.
Non meno quindi della politica fiscale dei "piccoli passi" cioè quella di toccare tutti i capitoli di gettito per cui il popolo poi ripaga le inefficenze e gli sprechi con l'aumento di qualsiasi cosa vada a toccare, rastrellando quindi silenziosamente, denaro dalle tasche degli italiani.
In realtà la coperta è troppo corta per effetto delle indecenze del passato e del presente per cui l'evasione e la corruzione se non perseguita fortemente continuerà imperterrita e la pressione fiscale continuerà a salire.
Bossi dice che non si poteva far di meglio: non è così; l'incremento dell'iva per esempio fatta in questo modo (meglio una nuova aliquota sui beni più costosi) rischia di diventare un effetto moltiplicatore per la crescita dei prezzi, poichè diventa un alibi più o meno giusificato (l'iva in aumento produce maggiori costi dei carburanti e questi si ribaltano su tutti i prodotti trasportati, dal caffè al bar, ai materiali edili, mobili, ecc).
Conseguenze: da un lato, non essendoci iniziative per il rilancio economico si rischia la stagnazione mentre dall'altro con l'incremento dei prezzi l'inflazione (stagflazione).
Per nascondere tutto questo ed altro Bossi non trova di meglio che lanciare l'ennesimo slogan - la secessione per via referendaria - per blandire ed illudere ancora una volta i suoi sostenitori, in parte divenuti critici.
Sostiene infine che per il momento il sostegno alla coalizione rimarrà, per il semplice fatto che non ci sarebbero alternative; invece se si andasse ad un governo di larghe intese le sue promesse si trasformerebbero in quelle che sono, cioè falsità, oppure se si andasse ad elezioni anticipate rischia i venir punito dai suoi stessi elettori.
Quanto ad Alfano, va riconosciuta la sua abilità oratoria, la sua teatralità, ma di ruolo politico quale segretario del Pdl, non se ne vede l'ombra.
Da un lato cerca di stroncare - come se fosse un novello centralismo democratico - le contestazioni o le alternative possibili che emergono sempre più prepotentemente all'interno del suo partito, mentre dall'altro
riconsacra ancora una volta come se fosse un dio in terra il Cav. Berlusconi come leader attuale e futuro, pensando che l'opinione pubblica ed anche il suo elettorato non sia allibito da quel vaso di Pandora che si sta scoperchiando da anni.
L'opinione pubblica si domanda perchè in casi come quello occorso (fosse pure un tranello nel quale non ci doveva assolutamente cadere)a Dominique Stauss Kahn questi abbia dovuto fare un passo in dietro senza che nessuno lo spingesse a farlo, mentre  il Cav. Berlusconi,per  le malefatte ed i comportamenti personali collegati a favori di scambio che starebbero emergendo da tempo, si tratta di semplice persecuzione.
Pure il Presidente Usa Clinton  - per  "l'affare Lewinsky" - rischiò l'impeachement (mentre Nixon non ci riuscì), mentre da noi con il giochetto che tutti son innocenti fino alla fine dei tre gradi di giudizio abbiamo in circolazione personaggi dubbi o discutibili per anni che calcano indisturbati la scena politica italiana.
Le trappole, Segretario Alfano, nascono sempre se se ne da l'occasione, per cui nelle peste un uomo politico ci può andare se i suoi comportamenti, discutibili,  sono attaccabili mentre le menzogne costruire sul nulla (come Telekom Serbia o la commissione Mitrokin) si squagliano in poco tempo come neve al sole.
E' una questione di stile che non tutti hanno, ma non si tartta di dote personale ma di senso di responsabilità che ogni uomo politico deve necessariamente avere.
Annebbiare la mente dell'opinione pubblica con slogan o con sceneggiate può certamente far guadagnare tempo, ma se poi i tappi saltano, i danni, putroppo per tutti, saranno inimmaginabili.
Sostenere a spada tratta il Cav. Berlusconi, anzichè glissare sul problema e puntare su nuove politiche fa balzare agli occhi che i comportamenti non sono politici, ma di semplice difesa personale a tutti i costi.
Infatti in questa situazione critica per il paese il Cav. Berlusconi ha preferito fare la sua comparsata, come al Bagaglino, martedì scorso al Bruxelles, anzichè seguire da vicino gli sviluppi e i contributi del Parlamento sulla manovra (dimenticandosi che si dovrebbe pensare ed attuare una rifondazione dello stato), rinunciando a partecipare insieme a Cameron e Sarkozy all'incontro con i libici a Tripoli di Libia e questa settimana è tutto occupato a seguire o schivare i magistrati, non recandosi a Washington dove si parlerà del futuro e dei sostegni della Libia liberata dal suo amico Gheddafi.
Il fatto che sia impigliato elle reti della Magistratura non è quindi una causa ma un effetto.
Di questo si deve occupare un premier che si rispetti, pur con gli errori di valutazione che potrebbe commettere, mentre invece, sentendosi un dio in terra, grazie anche all'incensamento, ennesimo, di ieri preferisce stare arroccato, sperando in venti migliori.
Queste sceneggiate gli italiani non le dimenticheranno e prima o poi questa maggioranza insipiente ne pagherà dazio.


domenica, settembre 18, 2011

ON.ANTONIO MARTINO: NON CI SONO ALTERNATIVE ?

In una recente apparizione televisiva, fra l'altro, l' On. Martino ha affermato che alla attuale situazione politica non esisterebbe alternativa, come a dire che le opposizioni non sarebbero in grado di costituire una valida alternativa alla coalizione di centro destra che mal governa da anni (questo lo sostengo io, ma anche i fatti inconfutabili).
Siamo alla follia per una serie interminabile di motivi.

Innanzitutto questa maggioranza si trova in difficoltà perchè ha perso da tempo la sua coesione visti i diktat che ogni tanto appaiono, ma poi vengono riassorbiti e perchè anche sulla recente manovra ha dimostrato di avere sentimenti diversi tanto da discutere con proposte e contro proposte sulla sua definizione, infischandosene assolutamente degli inviti del Capo dello Stato a coinvolgere anche le opposizioni.
Raccontarci che questo è sintomo di vivacità della maggioranza è una vera favola poichè in realtà è sintomo di un malessere che si vuol cercare di sopire a tal punto che, a manovra conclusa, sono un pò tutti scontenti.
Aggiungo poi che se invece si trattasse di confronto tra le varie anime - forze centripete -   questo è sintomo di fragilità e debolezza, nè più nè meno di quando questo avveniva nelle coalizioni di centrosinistra al governo ed il fatto che la maggioranza resti a galla come un tappo di sughero, va ricercato nei ricatti reciprochi costruiti da tempo sin dal 2001.
Sostenere quindi che non c'è alternativa è quindi una fandonia mastodontica, perchè le alternative ci sono eccome.

La più logica - avveniva anche ai tempi della Dc quando il cambiamento interno dei pesi delle correnti, producevano nuovi governi, se non nuove elezioni - porterebbe a dire che se la maggioranza di centrodestra è veramente solida e libera da vincoli e ricatti, questa maggioranza avrebbe al suo interno la capacità di riformare un nuovo governo, aggiornando obbiettivi e azioni, per cui non sarebbe certamente un tradimento al mandato elettorale ricevuto se il Premier e i componenti del Governo, cambiassero, nell'interesse politico proprio e dell'Italia.
Martino sostiene che non c'è alternativa invece perchè cambiare il Premier (ormai screditato di fronte al mondo e agli italiani per i suoi comportamenti ) le sue vicissitudini giudiziarie e soprattutto per la sua inazione politica, significherebbe non screditare la coalizione, ma screditare un uomo ormai indifendibile da chiunque, contabilizzando la caduta di un teorema populista che ha fatto solo danni all'Italia.

Le alternative poi esistono eccome, oltre al "cambio di cavallo", perchè, vista la situazione economica del paese e la disponibilità delle principali opposizioni si potrebbe costruire un governo di larghe intese (o grosse koalition) per terminare la legislatura, compiendo gli atti necessari ed ineludibili per raddrizzare il nostro "titanic".
Ma anche questo viene rifiutato sdegnosamente perchè significherebbe sancire la debolezza di questa maggioranza e soprattutto del suo Premier, eppoi dover accettare azioni di risanamento utili e necessarie, che sino ad ora il Premier si è sdegnosamente rifiutato di applicare (anche perchè contrarie alle sue promesse mai mantenute).
Altra alternativa potrebbe essere quella di un governo del Presidente, utilizzando il Presidente Sen. Schifani, per un governo mirato alle elezioni anticipate; oppure un governo tecnico costituito da tecnici e politici sostenuti da   il più ampio arco parlamentare; oppure infine la chiusura anticipata della legislatura con nuove elezioni.
Anche queste soluzioni significherebbero sancire il fallimento di questa maggioranza, ma soprattutto del suo Premier, poichè sono fanfaluche quelle di sostenere che questa possibilità rendrebbe più fragile l'Italia.
Come detto in altri articoli, durante la seconda guerra mondiale, il Gran Consiglio ebbe il coraggio di sfiduciare il Duce e farlo arrestare, ma la guerra civile che nacque all'armistizio non dipese da questo, ma dal fatto che l'talia fu spaccata in due dalla nascita della RSI!
Il disastro per l'Italia trae appunto origine da quel fatto che produsse morti e distruzioni!Quindi fragile per fragile, meglio una azione che dia speranze per il nostro futuro.

A ulteriore sostegno che esistono invece alternative, poi ci sono le argomentazioni per così dir "tecniche" dell' On. Martino: ha ragione nel dire che la Bce non dovrebbe interessarsi ad operazioni di sostegno dei paesi più fragili perchè questo significherebbe creare una contiguità pericolosa tra il potere monetario e quello politico dell'Europa, ma la soluzione non può essere quella di  lasciar fallire uno stato per gli effetti che avrebbe sulla sua popolazione molto spesso innocente.
Occorre invece che il potere politico europeo, e fra questo anche della sua componente Italia, trovi le soluzioni credibili per superare e far superare il momento critico di uno stato aderente; non certo come dice il Cav. Berlusconi, sollecitare, nel caso dell'Italia una manovra generalizzata del sistema pensionistico, che ci "imponga" l'ennesima modifica del nostro sistema pensionistico.
Se un governo si sente forte come dice di sentirsi forte il Governo Berlusconi, deve trovare il coraggio di azioni anche impopolari, motivandole adeguatamente !
Il Prof. Martino sa infatti perfettamente che la dichiarazione di fallimento di uno stato è come una inflazione galoppante (a due cifre) di uno stato, poichè diventa una potente tassa patrimoniale occulta, per di più regressiva, tal che i ricchi trovano certamente il modo per continuare a galleggiare (anche in Italia in questi giorni si sente dire di trasferimenti consistenti in contanti verso l'estero), mentre gli altri.... andassero pure tutti a fondo!
I ricchi sono certo un elemento importanze in una società e in una nazione, ma il loro ruolo è proprio quello di far d' esempio affinchè anche gli altri meno ricchi o umili trovino l'ispirazione per migliorare la propria situazione economica.
Peraltro i grandi ricchi illuminati come si sente in questi giorni dire (De Benedetti, Montezemolo, Della Valle, ecc), sanno perfettamente che la loro ricchezza dipende anche da vantaggi eeditari e comunque dalle proprie capacità di generare grande ricchezza, ma sanno perfettamente che se non esistesse anche l'altra parte del mondo, ovvero, il popolo indistinto che vive, consuma e produce, tanto ricchi non sarebbero.
In questo senso molti noti ricchi del nostro paese si dichiarano non contrari ad una tassazione dei loro patrimoni, mentre un altro super ricco che siede a Palazzo Chigi è contrario (dice che preferisce fare beneficenza in tutta riservatezza) non certo perchè è un parvenu, ma perchè evidentemente intende coprire continuare a coprire le malefatte di molti atri ricchi italiani che non hanno il coraggio di trasferire risorse all'estero in chiaro (bonifici bancari) perchè evidentemente hanno parecchio da nascondere sulla loro ricchezza (evasione?).


Ma tornando alla tesi del Prof. Martino: sul fatto che il default di Grecia in questo caso un sarebbe un dramma lascerebbe pensare che anche uno lontanamente possibile dell'Italia lo sarebbe; ebbene potrà pur essere che per la piccola Grecia, che le ha tentate veramente tutte, non ci sia futuro; ma nel caso dell'Italia stiamo veramente tentando tutto ?
Questa maggioranza si è resa conto che per la grandezza della nostra economia e del nostro debito statale siamo un anello importante della moneta unica (della quale siamo storici patrocinatori) e che il suo indebolimento creerebbe difficoltà appunto all'euro?
Veramente il prof Martino ci vorrebbe far credere che questo governo e questa coalizione di cui pure lui fa parte, le ha veramente tentate tutte, oppure, per misere utilità elettorali, ha fatto ripetute manovre non equilibrate (quando accusavano a suo tempo le attuali minoranze parlamentari di essere imbelli) e per questo continuano a produrre effetti inversamente proporzionali tanto da renderne necessarie altre ancora ?
Sostiene il Professore che queste manovre aiutano la recessione - che pure è in atto -; giusto: e che cosa sostiene da anni l'opposizione (quella che non sarebbe una alternativa); sostieme un semplice assioma ovvero rigore da un lato e equità e rilancio dall'altro che vanno impostati contemporaneamente altrimenti diventerebbero, come l'ultima manovra, un' anatra zoppa!
Ammettiamo che i "tasti" toccati con quest'ultima manovra siano quelli giusti, ma le politiche di rilancio dove sono ? Non ci si può salvare in corner, come sostiene il Ministro Tremonti, che fra poco occorre fare "il tagliando" alla manovra stessa; che cosa vuol dire ? che ci saranno ancora sacrifici o questa volta ce ne saranno anche per gli "untouchables" da finalizzare una buona volta per fini nobili ?
Per di più il Prof. Martiro ha pure toccato il tasto del Trattato di Maastrich soffermandosi su regole disattese un pò da tutti - chi più chi meno -gli stati, ma si guarda bene da proseguire: infatti nei parametri ci rietrarono per tempo un pò tutti gli stati (almeno uno dei due fondamentali), anche la Grecia con il gioco delle tre carte condotto guarda caso da un overno di centrodestra (ed ora al centrosinistra gli socca la patata bollente da raffreddare ), al momento del passaggio ai rapporti di cambio fisso (1998), ma non dice cosa la sua colazione non fece al momento del change over nel 2002 (monitare i prezzi non era da stato liberale) e soprattutto perchè la sua coalizione, con le sue grandi maggioranze, non ha affrontato la riduzione dello stock di debito, sperando soltanto che il Pil crescesse più velocemente del debito tanto da invertirne i rapporti.
Queste non son chiacchiere, sono fatti e sui fatti occorre prendere decisioni conseguenti; il Governo ed il Premier si sono dimostrati incapaci e per questo, come è avvenuto in passato per altre coalizioni, devono pagarne le conseguenze andandosene e non trincerarsi dietro fantasie inconsistenti, per farci pagare, a tutti, noi italiani due volte il danno.
Se a questo si aggiunge la sempre minor credibilità politica, umana ed etica del Premier che non vuol mollare (boja chi molla diceva a Reggio Calabria, Ciccio Franco nei moti del 1970), penso che le strade percorribili realisticamente si stiano trasformando inesorabilmente in degli stettissimi viottoli !



sabato, settembre 17, 2011

IL CAVALIERE RISPONDA ?

Il Cavaliere risponda è il titolo dell'eccellente editoriale di Ezio Mauro su Repubblica: per carità !
E' meglio invece che non risponda affatto, se le sue risposte sono quelle con suo telefono portatile con personaggi di dubbio gusto e moalità visto che sono invischiati in procedimenti giudiziari piuttosto gravi.
Il Cav. Berlusconi non ha ancora capito alla sua età (ben matura) che tutti noi, uomini pubblici o semplici cittadini, dobbiamo sempre collegare la bocca al cervello, non già perchè potremmo essere intercettati da uno Stato di polizia (questo lo fece il Cav. Mussolini che con l'Ovra controllava sia la carta stampata che sopratutto la radio), ma bensi' perchè i nostri comportamenti e le nostre azioni debbono essere sempre di specchiata onesta, in modo tale che nessuno al mondo possa avere nulla da ridire.
Quando invece si frequentano personaggi dubbi, maneggioni, affaristi, ecc. è evidente, lo capisce anche un bambino, che se questi personaggi finiscono sotto la lente d'ingrandimento della Magistratura o degli organi di Polizia, e con questi personaggi ci si parla tranquillamente senza alcuna precauzione, ecco che una volta scoperti li inghippi non ci si può mettere a frignare accusando il mondo di violare la privacy, facendo finta che non si abbiano responsabilità dirette sullo scandalo emerso.
Da ragazzi se, con i nostri genitori,  ci si lamentava di una ingiuria subita da amici, o ci si lamentava di un brutto voto a scuola, si rischiava di prendere il "sopraconto" costituito da una bella punizione o da uno scapaccione!
Ormai da tempo il Cav. Berlusconi non può continuamente pianger il morto a abbaiare alla luna per tutte le situazioni spinose in cui si viene a trovare: non può esistere, soprattutto con un consenso elettorale tanto sbandierato, un teorema che lo veda vittima di così tante contestazioni sia civili, penali che di comportamento.
Il solo ed unico responsabile  di tutto questo è soltanto il Cav. Berlusconi !
Sull'ennesima questione emersa con il caso Tarantini, dal quale risulterebbe una azione di ricatto nei confronti del Cav. Berlusconi (reato che peraltro lui nega sia mai avvenuto) non è il fatto che questo signore avesse continui contatti telefonici e di persona che ci può interessare, ma da quanto riferirebbero le intercettazioni, risulterebbe che questo rapporto serviva per usufruire (con uno scambio di "gentilezze"), sempre dal Premier o dal suo entourage, di favori professionali che altrimenti non avrebbero mai avuto.
Qui non si tratta di imprenditori che sono in corsa per un appalto e si permettono di richiedere un occhio di riguardo (e già questo non andrebbe bene perchè significherebbe che chi deve valutare verrebbe influenzato nelle decisioni del suo ruolo), ma di imprenditori, o presunti tali, che prima allacciano rapporti diciamo "conviviali" con l'uomo potente, eppoi una volta consolidati chiedono aiuto o favori, molto spesso accordati.
Nello stesso scandalo è presente anche un altro personaggio - Lavitola (editore e faccendiere) il quale, sempre dalle intercettazioni, sembrerebbe aver giocato o tentato di giocare un rapporto determinante per la scelta della seconda carica della Guardia dei Finanza.
Ma il Cav. Berlusconi si rende conto che non stiamo parlano di un Ministro che parla del tema - del tutto lecito - con un altro Ministro della Repubblica, ma parliamo di un imprenditore, pure di secondo piano, che  
con un corpo militare cosi delicato non dovrebbe centrarci un bel fico secco ?
Saranno forse delle millanterie, ma i millantatori è bene tenerli lontani con una bella pertica, non telefonargli suggerendo di starsene all'estero !
Il Cav. Berlusconi deve capire, nonostante la sua maggioranza parlamentare, che agli italiani, anche ai suoi sostenitori, questi comportamenti non stanno assolutamente bene, tenendo conto che questo modus opeandi è certamente ben più vasto di quanto non appaia, visti anche i recenti (in tutti gli ambiti politici intendiamoci bene) scandali che hanno interessato parecchi politici, ovvero comportamenti boriosi e strafottenti di altri ancora che se non penalmente rilevanti fanno creder loro di essere de vicerè (Scajola, Verdini, Dell' Utri, ecc).
Per di più non fa nulla, riempendosi la bocca della seconda repubblica da lui fondata e della casta politica, per far cambiare di corso questo andazzo che costa all'Italia sia in termini economici sia in termini di coesione sociale.
Il Cav. Berlusconi continua a cavalcare l'onda della sua maggioranza parlamentare e non fa nulla per far invertire la rotta ad un andazzo politico veramente disdicevole.
Anche in questi giorni serra le fila per restare in sella fino alla fine della legislatura, occupandosi delle sue rogne, ma dei temi internazionali sensibili, non se ne occupa.
L'altro giorno a Tripoli di Libia sono sfilati acclamati Cameron per il Regno d'Iinghilterra e Sarkosy per la Repubblica Francese, mentre per l'Italia, che ha fornito basi logistiche ed anche mezzi di intervento militare, non era presente nemmeno il Ministro Frattini.
Il Cav. Berlusconi intendere resistere e non far nulla (se non i suoi affari), ebbene sappia che moltissimi italiani resisteranno un giorno in più i Lui.




mercoledì, settembre 14, 2011

PERCHE' BERLUSCONI SE NE DEVE ANDARE

L'On. Berlusconi, Presidente del suo ben quarto gabinetto in 17 anni, se ne deve andare perchè ha ancora una volta fallito politicamente nella sua amministrazione.
Non si tratta quindi di questioni di antipatia, di collocamento politico, di comportamenti personali altamente discutibili, di frequentazioni altrettanto pericolose o del fatto che ha favorito una cultura generalizzata dell'illegalità, ma del fatto che non ha svolto nel miglior e più efficace modo possibile il suo mandato, tanto da portare l situazione economica e finanziaria dell' Italia alla situazione pericolosa che noi tutti riscontriamo ripetutamente da parecchi mesi.
Non si tratta di addossargli la colpa della situazione economica internazionale che ha investito anche l'Italia, ma di non aver posto in essere tutte quelle iniziative utili a correggere le tanto denunciate storture che affliggono il nostro paese da tempo.
Per di più quando ha agito, anche in questi giorni, lo ha fatto  non per correggere senza guardar in faccia nessuno, ma cercando di favorire alcuni a scapito di altri, applicando insomma un certo rigore, ma non la dovuta equità.
L'errore sta nell'origine, cioè nel patto scellerato con gli italiani, cioè nel fatto che ha chiesto ed ottenuto potere (anche se elettoralmente non possiamo parlare di maggioranze bulgare) in cambio di una politica neo liberista per cui tutto è permesso, ma solo per alcuni.
Ed infatti favorendo soltanto alcune categorie sociali a scapito di altre ha permesso con il change over  dell'euro la più grande redistribuzione di ricchezza, aiutata dai suoi ripetuti tabù di natura fiscale che hanno favorito una continua ed indecente evasione fiscale, anzichè appofittare di una stagione di tassi veramente minimi che avrebbero permesso vistuosismi economici formidabili.
Intendo dire che in quel periodo i tassi bassi hanno favorito sin dal 1998 una crescita accettabile dell'economia per cui se il sistema fiscale fosse stato equo ed i controlli fficaci l'Erario avrebbe ottenuto risorse adeguate per governaredefit e debito; in realtà si è accontentato dei vari condoni che sono dei veri  propri sconti ! 
Si badi bene:  il suo patto scellerato ha funzionato perchè ha trovato interessamento in un po' tutte le categorie ed età sociali, non quindi blocchi sociali specifici, ma consensi a macchia di leopardo che lo tengono a galla come un tappo di sughero, nonostante le drammatiche situazioni in cui ci troviamo.
Questa idea è stata sempre perseguita con determinazione sin dalla sua discesa in campo e quando emergevano problemi ecco che era ed è pronto il capro espiatorio di turno: la situazione critica dipende dalla crisi internazionale, la nostra situazione finanziaria dipende dallo stock di debito fatto dai catto comunisti, le liberalizzazioni non si posson fare per colpa delle opposizioni di sinistra, e via discorrendo.
In realtà ha usato parte dei fenomeni per addomesticarli e presentarli come uno spettacolo plastico a proprio uso e consumo, facendo passare l'idea che prendendo tempo poi tutto sarebbe andato a posto.
Non è stato così perchè il nostro debito, anche con i precedenti governi, compresi quelli presieduti da Berlusconi (8 anni sugli ultimi 10), è sempre aumentato senza pause (10 miliardi nel solo ultimo mese 2011), e il Premier non ha fatto proprio un bel nulla per invertire la tendenza, sancita dagli accordi assunti in precedenza (Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992) dall'Italia; ha solo abbozzato nel dicembre 2005 una pallida promessa che il rapporto debito/Pil sarebbe sceso sotto il 100%, ma poi nulla più.
Berlusconi per primo ha nascosto agli italiani questi nostri impegni: e cioè che il deficit non superasse il 103% del Pil e che il rapporto debito/Pil scendesse al 60% (oggi è al 120 mentre nel 2001 era al 103%).
Peraltro anche il Centrosinistra su questo tema non è stato particolarmente chiaro con gli elettori anche se un chiaro accenno lo fece intendere quando intrudusse con il I governo Prodi la tassa per l'Europa, poi restituita al 60%.
Comunque. come dicevo, ha nascosto la verità agli italiani o almeno ha raccontato agli italiani una verità attesa, poichè quella reale avrebbe messo i suoi governi e tutti gli italiani di fronte alla realtà  alle loro responsabilità.
Come un medico dolente ha nascosto la verità perchè questa avrebbe rotto il suo patto scellerato e soprattutto gli avrebbe tolto consensi e quindi potere, pensando di passare per altre strade che non ha poi saputo o voluto percorrere, a prescindere dalle opposizioni che per assioma sono minoranza e quindi ininfluenti.
Una strada in realtà c'era: quella di favorire la crescita economica a percentuali consistenti - intendo dire almeno il 2% annuo reale l'anno - per cui tenendo ferme spese e stock di debito in 10 anni avremmo prodotto surplus per almeno il 20% da utilizzare appunto per la diminuzione del debito sia per entità che per rapporto al Pil.
Per fare questo però occorreva con onestà intellettuale e senza reticenze riformare veramente lo stato con una liberalizzazione e modernizzazione dello Stato generalizzata, senza sconti per nessuno.
E' chiaro che occorre in questi casi essere estremamente credibili e convincenti, poichè il nuovo spaventa tutti, ma se si da la garanzia a tutti che non si formino nuovi monopoli e ampie sacche di privilegi ecco che il cambio di passo non danneggia nessuno e consente di raggiungere l'obbiettivo superiore e generale di migliorare i "fondamentali" dello Stato.
Certo sarebbe stato un rischio dal punto di vista elettorale, ma per lo meno (e questo vale anche per il Centrosinistra che talvolta ha timore di indicare le medicine utili e necessarie) andava corso perchè basta poco tempo, qualche anno,per toccare con mano una politica virtuosa; in realtà era più facile guardare all'oggi consentendo piccoli e grandi privilegi, attuando politiche di piccolo cabotaggio e di contenimento, per dilazionare nel futuro le azioni più utili e più urticanti.
Il Trattato di Maastricht è stato snobbato per anni, utilizzando le situazioni economiche contingenti per non fare il nostro dovere: penso al Terzo Governo Berlusconi, 2001-2006, dove la battuta economica d'arresto che coinvolse a metà legislatura un pò tutta l'Europa, divenne l'alibi per concentrarsi ancora una volta sul deficit di bilancio, tralasciando ancora una volta lo stock di debito.
I Governi Berlusconi si sono invece preoccupati di mantenere promesse impossibili e non di allargare la base imponibile riducendo il fenomeno della evasione fiscale: gli scudi fiscali sono la cosa più diseducativa che si possa mettere in piedi, soprattutto se attuata per percentuali ridicole; per di più usare basse aliquote significa che l'Erario è sotto ricatto dei contribuenti e  questa è una abberrazione economica e politica inammissibile in uno stato moderno e democratico.
Buon gioco ha avuto poi il Premier per distrarci e creare schieramenti su tutte le sue disavventure giudiziarie laddove da imputato, possibile colpevole, è divenuto un perseguitato: le bugie hanno le gambe corte perchè ormai non c'è procura che sia interessata a lui e quindi se prima - a suo dire - c'era una certa Magistratura (milanese) che lo rincorreva, ora per un fatto o per l'altro le Procure sono proliferate: è evidente che non ci può essere un disegno persecutorio che interessi una così ampia pletora di Magistrati.
Evidentemente il Premier nel privato è "disinvolto" con nel pubblico per cui questo spiega questo impossibile accerchiamento (tanto va la gatta al lardo...)
Altri modelli utilizzati tante e ripetute volte come il pericolo rosso che invaderebbe l'Italia se governasse il Centrosinistra si stanno ammantando di ridicolo: sia perchè nelle regioni e nei governi di Centrosinistra, quando governavano, non è successo mai nulla, sia - da ultimo - perchè il Governo attuale per sostenere la vendita dei nostri titoli di debito sta invocando l'aiuto della Cina, la quale, non dimentichiamolo - è la più grande potenza comunista del mondo !
Ma tornando ai motivi per cui Berlusconi deve andarse (insieme al suo governo e ai suoi proncipali Ministri succubi del potere del Capo), ricordo che ha mentito anche recentemente agli italiani sottacendo l'importanza e la gravità della nostra situazione finanziaria che ci espone molto più che altri quando la crisi economica, derivata da quella finanziaria internazionale, nascondendo gli accordi Ue e non attuando le politiche veramente conseguenti ed efficaci.
Nel marzo 2011 alla Ue si è ribadito il Trattato di Maastricht introducendo "l'euro plus" che verrebbe asssegnato agli stati che hanno il pareggio di bilancio e rapporto debito/Pil al 60%, ma di questo non se ne è fatto menzione, preferendo sollevare i soliti polveroni utilizzando ora quella notizia ed ora quell'altra iniziativa, nascondendo quindi agli Italiani che vi è un reale pericolo della costruzione in Ue di una unica moneta a due velocità: la prima per gli Stati virtuosi e la seconda per gli stati con scarso equilibrio.
E per questo motivo che le continue manovre (ma quando cominceremo a chiamare le cose con il loro nome ? Risanamento !) del Governo Berlusconi si infrangono come onde sulle roccie.
Certo sono manovre importanti ed ambiziose visti gli importi ed alcuni temi trattati(le decine di miliardi di euro si sprecano), ma non vengono apprezzate nel dovuto modo perchè la credibilità è minata da tre elementi: manca l'equilibrio (equità) della manovra e mancano soprattutto gli elementi di rilancio robusto (quel 2% reale l'anno di cui dicevo prima) dell'economia che diano segnale inequivocabile della nostra nuova e vistuosa strada intrapresa.
Al contrario si preferisce cincischiare sull'obbiettivo di pareggio di bilancio (vincolo da sancire pure costituzionalmente) dimenticando che questo è la conseguenza mentre la causa è lo stock di debito: se non si agisce contemporaneamente (terzo elemento)contro questi due fattori, basta una folata di vento ed ecco che aumentano i tassi, aumenta il costo del debito, l'equilibrio diventa instabile  e l'obbietivo sfuma o si allontana !
Tutto questo non è avvenuto perchè ancora una volta il Premier non ha avuto il coraggio di affrontare tutti gli elementi utili per un Risanamento dello stato che chieda sacrifici a tutti gli italiani in modo propozionale e tenendo conto di tutti fattori che rappresentano la nostra economia, sia di reddito che di patrimonio.
Manca insomma la chiarezza oltre che la convinzione per cui ecco che nascono i veti incrociati all'interno della coalizione a tal punto che diventa più importante la coesione politica di maggioranza che l'efficacia dell'azione.
A questo punto è lecito pensare che non si tratta soltanto di questioni di puntiglio (portare comunque a fine legislatura naturale un Governo anche se imbalsamato)o di timori di consenso elettorale (utilizzano termini come irresponsabilità o anti italianità contro le minoranze che sono sterilizzate sin dall'inizio legislatura): ci deve essere dell'altro.
La prima ipotesi potrebbe ssere tecnica per così dire: più tempo passa (a pagare e morire c'è sempre tempo) più sarà possibile recuperare consenso e quindi maggioranze di prossimi governi che consentano al Premier e alleati più fulgidi futuri.
Oppure le disavventure giudiziarie del Premier hanno risvolti che noi non conosciamo, che nemmeno immaginiamo,  per cui un cambio di Governo in questa legislatura o in eventuali elezioni anticipate, lo esporrebbero a gravi nterventi giudiziati che lo sbudargerebbero davanti al mondo e chiuderebbero la sua carriera politica.
A noi questo poco importa (se non confermando tanti nostri timori): importa invece riformare veramente lo stato Italiano mentre il Premier risponderà agli uomini e alla storia !
Nonostante le maggioranze che anche oggi dimostra questo Governo c'è il forte timore che prossimamente, lo dice il Ministro Tremonti (quello che aveva previsto la crisi senza nulla fare ed aveva denunciato il pericolo cinese) passeremo non più alle "manovre" uture ma alle manutenzioni !

martedì, settembre 06, 2011

CONIGLI !

Non c'è nulla da fare: nonostante gli inviti sempre più pressanti del Capo dello Stato Napolitano, nonostante i segnali inequivocabili da parte dei Mercati, nonostante la crisi finanziaria ed economica sia interna che internazionale, questo Governo di irresponsabili non ha il coraggio di guardare in faccia la cruda realtà e di affrontarla nei modi logici ed utili alla nostra Italia.
Questa massa di conigli per settimane continua a fare e disfare Manovre con dibattiti, anche aspri, ma sempre più sterili e contraddittori all'interno della maggioranza, non accettando assolutamente il confronto con l'altra parte del Parlamento che rappresenta, stando ai voti conseguiti, più della metà degli italiani.
E' ormai la seconda volta in poche settimane che escono Manovre di primo acchito credibili, ma poi sia l'analisi, sia le continue bandierine piantate ora da quel partito ed ora da quel parlamentare di maggioranza, trasformano queste iniziative in gusci vuoti e per di più pericolosi per l'equilibrio finanziario, economico e sociale dell'Italia.
E' un susseguirsi di novità e di abolizioni di norme, l'ultime sono l'aumento dell' Iva, della reintroduzione della tassa sui redditi oltre i 500 mila euro e l'aumento delle età pensionabili delle lavoratrici a partire dal 2014, ma di confronto i Senato non se ne parla.
Anzi mentre il Senato discute, non si sa bene su cosa, Il Consiglio dei Ministri è riunito per conto suo per preparare novità al decreto e sostituire quello di cui stanno parlando in questo momento.
Bel rispetto della funzione legislativa della Repubblica.
Conigli perchè sanno perfettamente cosa occorre all'Italia, (se ci son da fare sacrifici questi li debbono far tutti senza alcuna esclusione)ma hanno paura, non hanno il coraggio di smentire le loro promesse e le loro ideologie, cambiamenti peraltro giustificati dal notevole mutamento del quadro generale finanziario ed economico.
Conigli perchè tanti emendamenti sono insinuati di soppiatto per non dar nell'occhio e di fronte a questi, una volta scoperti, non vi sarà nessuna possibilità di aggiustamento o variazione.
Coma la tassazione dei depositi dove paga la stessa cifra chi ha 500 mila euro di titoli e chi ne ha 10 milioni; peraltro è sempre una mini tassa patrimoniale che vien vista come il fumo degli occhi.
Conigli perchè le iniziative nella Manovra sono incoerenti: se si vogliono liberalizzare i rapporti di lavoro subordinato (peraltro con il rischio di mettere tutti i dipendenti "al vento"), perchè non liberalizzare il servizio dei taxi, delle professioni o consentire la più ampia gamma di orari agli esercenti (richiesto da Confcommercio peraltro).
Non si trova di meglio invece attaccare chi vuol dire la sua accusando, da che pulpito, un Sindacato che protesta prima che la frittata sia fatta, non dopo quando il macello è bello e compiuto.
Conigli infine perchè trincerandosi o dietro direttive Ue (interpretate a proprio piacimento), o alla necessità di dare velocemente risposte chiare (ma chiare non sono) si ricorre alla fiducia, anche questa volta, accusando naturalmente anche la luna di fare opposizione.
Nulla di più falso perché anche in Commissione Senato l'opposizione è stata sostanzialmente tenuta alla larga; la realtà è che la fiducia serve alla maggioranza di centrodestra per quadrare il suo cerchio: non è infatti certa che tutta questa congerie di norme sia totalmente digeribile da tutti i senatori di maggioranza e domani 
lo sia da parte di tutti i deputati.
Conigli perchè si sostiene che si deve fare presto e bene, ma il recente passato, e le premesse del presente, dimostrano che si è fatto si presto, ma parecchio male (la fretta ha sempre fatto gattini ciechi).
Conigli ancora perchè ci si giustifica dietro al fatto che la crisi e sistemica e mondiale nascondendo agli italiani che non l'avessero capito, che questo Governo fa si che l'Italia sia l'anello debole della Ue tale da mettere in difficoltà l'euro.
Nonstante siano passati 10 anni dalla nascita dell'euro e sia stata sancita la fine delle ennesime svalutazioni competitive della lira che ci hanno tenuto a galla per oltre 15 anni, questo governo in particolare non si è ancora svegliato nel "nuovo mondo" o meglio ha concesso e permesso, al momento del change over,la più grande redistribuzione di ricchezza dal dopoguerra; non contento insiste a voler mantenere differenze finnziarie, economiche e sociali tra gli italiani che stanno portando alla rovina l'Italia.
Conigli e... pagliazzi !!

lunedì, settembre 05, 2011

MANOVRA DI GOVERNO: E' UN DRAMMATICO PORTO NELLE NEBBIE


 Si dice che la speranza sia l'ultima a morire, nel senso che questa volta ci si sarebbe aspettatto da parte del Governo una manovra estremamente chiara e semplice per rispondere alle necessità di riequilibrio della nostra situazione finanziaria economica e sociale, ma invece ancora una volta ci troviamo di fronte ad un intervento raffazzonato alla bell'e meglio, pieno di norme, normine e normette che toccano tanti tasti, ma che sembrano non risolvere o raggiungere gli obiettivi dichiarati all'inizio, anzi presentano una sequela di contraddizioni che soprattutto vanno a colpire ripetutamente i soliti soggetti.
Già i Mercati infatti hanno capito che una manovra in continua mutazione, con l'idea geniale di discutere in Commisione Senato il testo ed apporvi continue e ripetitive variazioni, rappresenta sempre di più un enorme polverone, un grande porto delle nebbie, perchè non è chiaro assolutamente quelli che saranno i risultati.
La situazione italiana è quella che è a prescindere dal contesto europeo ed internazionale, nel senso che i nostri punti deboli sono lo stock di debito in continua crescita (sarebbe enorme anche se il Pil lo sopra avanzasse), il deficit di bilancio che non raggiunge il pareggio e alimenta la crescita del debito totale, una crescita della produzione della ricchezza assai blanda (Pil), retribuzioni (garantite o meno) modeste anche per effetto della pressione fiscale, l'occupazione, stiamo parlando di 16 milioni di dipendenti e di 5 milioni di "autonomi", che decresce e quel che è peggio appare sempre più incerta ed un sistema di imprese che non riesce a a riguadagnare produttività, efficenza e maggior valore aggiunto.
Ora le risposte debbono essere chiare e concise individuando le priorità delle priorità, concentrandosi in poche ma super efficaci azioni che segnino una inequivocabile inversione di tendenza dei nostri fondamentali, debito e deficit, ben sapendo che la strada da percorrere non può fare sconti a nessun italiano per cui non ci si può far condizionare dal livello della pressione fiscale per esempio.
La pressione fiscale infatti può apparire eccessivamente alta, ma non dobbiamo dimenticare che questa si applica su una base imponibile che non comprende affatto tutta la ricchezza del paese: tiene conto solo della ricchezza prodotta in anno, ma di quella accumulata e rispamiata l'inicidenza diventa estremamente esigua.
Continuare per questa china significa continuare a sbagliare, ravanando sempre nello spesso "bugliolo", sottraendo risorse a chi ne ha già poche e permettendo vantaggi immensi a chi di risorse - per sua grande capacità, ma anche per l'esistenza dell' altra parte del mondo a basso reddito - nè ha sempre di più.
Questa Manovra ha il grande difetto di essere piena di interessi ideologici ed elettorali e di puntare a gruppi di nemici per cui assistiamo ad interventi ripetuti, fatti e disfatti, conto i dipendenti della P.A., contro i pensionati, contro i lavoratori dipendenti, contro le imprese,contro i risparmiatori, ma poi quando si tratta di presentare il conto agli evasori o alla grande ricchezza ecco che emergono solo dichiarazioni di intenti, promesse che non sappiamo se verranno mantenute, per cui sfido l' Einstein di turno, a far alla fine quadrare i conti: figurarsi se ci riesce il Ministro Tremonti.
Capisco che ritrattare i propri convincimenti, le proprie promesse non è facile, ma realtà ci fa vedere che la credibità dell'Italia scende, come ci dice il differenziale dei nostri Btp decennali rispetto ai Bund tedeschi, per cui persistere ed insistere a non imboccare strade impopolari, significa non fare quel che sarebbe d'obbligo fare, con il risultato finale che comunque non si raggiungerebbero - come la recente storia passata insegna - gli obbiettivi che tanto si dichiara di voler raggiungere.
Non è più tempo delle frottole o delle rosee aspettative visto che la realtà ci segnala giusto l'opposto.
Ora è tempo di metter mano al pareggio di bilancio con economie (tagli non va bene perchè significa una azione calata dall'alto senza il coinvolgimento razionale di chi spende in ultima istanza) vere, senza furbizie e di metter mano alla diminuzione del debito anche qui con una azione strutturale poichè sperare di riuscirci con i futuri avanzi di bilancio signifca non cominciare mai.
Purtoppo o per fortuna questa seconda strada ci porta al riordino del sistema fiscale, il che potrebbe anche consentire una minor tassazione del lavoro (Irpef) e dell'impresa (Irap), sia alla tassazione della ricchezza - progressiva - di tutti gli italiani, siano essere persone fisiche che persone giuridiche.
Così si allargherebbe veramente, con poche azioni, la base imponibile, evitando di fare paragoni poco attendibili con la pressione fiscale di altri stati.
Esempio ? Eccolo: diciamo che la pressione fiscale negli Usa è più bassa - circa 1 punti - da quella italiana,
ma poi ci dimentichiamo di dire che le rendite finanziarie rientrano obbligatoriamente negli imponibili annuali, mentre noi ci stiamo strappando le vesti per l'aumento delle rendite finanziarie dal 12,5% al 20,0% !
Occorre aggiungere che l'introduzione della patrimoniale (già in parte ce l'abbiamo con l'Ici dalla seconda casa in poi) deve avvenire con una struttura fiscale di controllo determinata (o senza quartiere) contro gli evasori e gli elusori.
Quanche anno fa (2008)il Ministro Tremonti chiosò raccontandoci che esistevano in Italia più possessori di auto di grossa cilindrata, che dichiaranti oltre i 100 euro di reddito annuo ed anche nel 2010 sono state immatricolate in Italia circa 200 mila autovetture del valore pari o superiore ai 100 mila euro, quando i dichiaranti oltre i 150 mila euro sono poco più i centomila (rilevato dalle tabelle della abortita tassa di solidarietà); ebbene mi domando: se questa è la realtà perchè sino ad ora nulla si è fatto ?
Certo la Patrimoniale (oltre a tutti i balzelli e tassucce introdotti un po qui un po la anche in questa Manovra) suona sgradevole ed antipopolare, ma la realtà dell'Italia evidenzia che la ricchezza, tra depositi, titoli e proprietà immobiliari, ammonta complessivamente a quasi 10 mila miliardi di euro (cinque volte il nostro debito), mentre il gettito è veramente misero, perchè si pensa a tassare più i redditi accertati.
Ne consegue che riordinando la tassazione di rendite e redditi ed introducendo una seria e progressiva tassazione patrimoniale, ne potrennero uscire flussi importanti per l'estinzione progressiva del debito dello Stato, con il conseguente apprezzamento dei mercati.
E' certamente un tasto scabroso questo, ma anche in questi giorni assistiamo al fenomeno di questa Manovra, che tocca tanti tasti, tanti capitoli di spesa che rischiano da un lato di deprimere ancora una volta l'economia e dall'altra contribuicono a creare ulteriori ed inaccettabili vantaggi, su na nave alla deriva, nave sulla quale,si dichiara, ci saremmo tutti.
Un esempio ? Gli statali: si è attuata la riduzione delle retribuzioni, poi il blocco dei contratti, poi l'aleatorietà delle 13^, il non conteggio del militare e corsi di laurea ai fini dell'anzianità (per ora cassati); come dire che è una categoria di nemici da mettere sul lastrico o quasi.
Ancora ? I Risparmiatori: si aumenta, giustamente l'aliquota delle rendite finanziarie, ma poi si rincara la dose con la tassazione - decrescente - dei depositi titoli eppoi chissà quante altre diavolerie come se fosse una categoria da mungere, poichè non può scappare !
Peraltro si trova il tempo per affrontare la duecentomilionesima riforma delle pensioni, bloccata dal no di Bossi, ed intromettersi nei rapporti contrattuali di lavoro tra imprese elavoratori tramite i sindacati confederali: anche qui l'astuto Sacconi vuol metterci del suo per far vedere che c'è, quasi a volersi cercare merito ideologico per assestare legnate sia ai Sindacati più morbidi sia alla "perfida" Cgil.
Nè più nè meno delle azioni fiscali di Tremonti contro il mondo della cooperazione con l'intento di assestare legnate a quelle "rosse", dimenticando - ma ci ha pensato Monsignor Bagnasco a ricordarglielo- che le coop. bianche e verdi son molte di più !
Del resto se si è pervenuti contro il principio di far pagar più tasse ha chi ha di più, mi sembra evidente che dargli addosso all'untore (o chi paga di meno)sia la (ideo)logica conseguenza !
Tornando alla Commissione Senato che sta lavorando al dl della Manovra: sentendo le varie notizie che si susseguono - un cava e metti all'infinito - si ha, ho la sensazione di trovarmi di fronte ad un alveare d'api o a un nido di formiche che siano improvvisamente impazzite tanto da lavorare alacremente ed in modo sconclusionato, perdendo lo scopo, il ruolo e la funzione per cui si son messe insieme.
Se poi a questo aggiungiamo le varie dichiarazioni di esponenti della Maggioranza (quelli della Minoranza mi sembrano, poveretti, scombussolati da affermazioni, correzioni, accordi, disaccordi e contro accordi) l'impressione si fa ancor più nitida: insomma se la cantano e se la suonano come voglion loro, ribadendo che comunque i saldi sono invariati e che l'approvazione avverrà in un batti baleno: entro sabato al Senato e entro quello successivo alla Camera.
Di confronto complessivo in Parlamento non se ne parla: non vorrei che andasse a finire nel nulla come la precedente Manovra approvata in soli tre giorni, ma subito bocciata dalla Ue e soprattuttodai "vituperati Mercati.
Mentre pubblico la Borsa Italiana chiude con una forte flessione, meno 4,8%, ma di queso la "grande" maggioranza che governa dal 2008 sembra non darsene pena, preferendo esternazioni discutibili nei consessi internazionalic !