giovedì, aprile 21, 2011

QUESTA MAGGIORANZA VUOLE NARCOTIZZARCI

Fin da quando, a scuola, m'insegnavano Educazione Civica, ho imparato che la nostra è una repubblica parlamentare "perfetta" e che per modificarne l'assetto, la struttura, occorre una ampia convergenza parlamentare, a prescindere dal peso politico di chi se ne fa promotore.
M'hanno pure insegnato che la Costituzione è la legge fondamentale dello Stato ed ha il compito di regolarne l'azione e quindi è costruita per durare nel tempo; non è insomma un kleenex o un rasoio usa e getta, per cui quando si fanno cambiamenti, questi sono per principio importanti e devono necessariamente essere costruiti per durare nel tempo.
Ne consegue appunto che le forze politiche del momento debbono per forza convergere su un punto condiviso, altrimenti si rischia una forzatura che fa perdere tempo e denaro, poiché nella Costituzione stessa esistono le regole per evitare qualsiasi "golpe".
Quanto al Governo questo ha il diritto e dovere di governare ben sapendo che la sua azione può riguardare sia tematiche circoscritte, sia tematiche ben più ampie; in questo caso ci troviamo di fronte a delle cosiddette riforme; anche qui se ci si tiene veramente a costruire riforme che siano utili al paese e possano durare nel tempo è evidente che è sempre preferibile cercare punti di mediazione intelligenti, se non si vuole evitare che con la legislatura successiva, magari ci si trovi di fronte ad una contro riforma.
Sto parlando di lungimiranza politica che questa maggioranza, parlamentare badate bene, sta dimostrando sempre più di non possedere.
Anzi ricorre in modo sempre più massiccio alla narcotizzazzione dell'opinione pubblica creando falsi scopi e diversivi, che distraggano e magari infervorino parte di questa su certe tematiche, per nascondere, appunto la propria incapacità.
Abbiamo sentito parlare nel recente passato di " patto con gli italiani", della modernizzazione del paese, della riforma di giustizia, della scuola, della pubblica amministrazione, dell'informatizzazione (le tre "i"), dell' centrali termo nucleari, e via discorrendo.
In questi giorni, per nascondere le difficoltà della coalizione di maggioranza al suo interno, i timori per le prossime recenti elezioni parziali e gli imbarazzi del premier sottoposto a quattro processi (a tirar tardi è ovvio che poi i problemi s'addensano ed ecco perchè il premier vuol passare per "santamariagoretti") assistiamo ad una serie di indecenze, di follie giuridiche e di contraddizioni evidenti, ma ciò nonostante, tutto questo serve appunto per distrarre l'opinione pubblica e far vedere oro quello che in realtà è piombo!
Cominciamo dalla Maggioranze:
quel che contano in politica sono certamente quelle parlamentari , comunali, provinciali o regionali, ma i soliti distrattoni del centrodestra, premier ed accoliti in primis, la confondono con la maggioranza dei votanti; una sineddoche insomma per attribuirsi una forza che in realtà questa maggioranza parlamentare non ha.
Peraltro è una operazione pericolosa perché far intendere di essere più potenti di quel che si è, ma poi non essere in grado di dimostrarlo con i fatti, questo può riservare cocenti delusioni per chi lo afferma e per chi ci crede.
Va riconosciuto comunque che il fatto di reclamizzare la propria forza politica in forma epidermica ha dato i suoi risultati in termini di alti compensi, ma rigiocarla all'infinito senza far seguito con i fatti concreti, può diventare, o prima o poi, un sonoro boomerang.
Riforma costituzionale della Giustizia:
anche qui si vanno a toccare articoli che hanno dato un buon servizio per parecchi decenni, ma subdolamente - la gente se ne deve rendere conto impegnandosi a capire - quando questi articoli prescrittivi vengono seguiti dal termine "secondo le modalità stabilite dalla legge" significa che una regola di rango costituzionale, per la sua applicazione viene regolata da una legge ordinaria, che come tutti sappiamo, può essere emanata ripetutamente da qualsiasi maggioranza parlamentere.
E' insomma un bel by-pass per attribuire al Parlamento (qualsiasi esso sia), di volta in volta, le leve per governare la funzione della Giustizia compresa la sua indipendenza e la sua autonomia !
La logica è antidemocratica perchè una vera democrazia si basa sul principio della indipendenza e dell'autonomia dei suoi poteri ed ordinamenti; mentre in questo caso avremmo un potere assoggettato ad un altro con evidenti ripercussioni di stabilità democratica.
Un vero rassamblement liberale se ne ha il coraggio dovrebbe proporre l'eleggibilità diretta della Magistratura Giudicante per cui il popolo tanto amato deciderebbe periodicamente la sua bontà, capacità ed efficenza !
E' ovviamente una provocazione contro chi vorrebbe assoggettare il potere giudiziario a quello politico diretto (qualsiasi esso sia) per governarlo sottobanco con un sistema arcaico da "manonera", se non peggio.
Modifica articolo 1 della Costituzione:
anche questo è un corollario - scellerato - a quanto espresso nel precedente paragrafo, giustificato candidamente dal fatto che non ci sarebbero i presupposti per trasformare la repubblica in presidenziale.
Come dire: siccome non riusciamo a trovare un accordo (per la verità non se ne parla da anni) sulla trasformazione in presidenziale, ecco che combiniamo un bel aborto giuridico, costituzionale e democratico ridimensionando le funzioni del Capo dello Stato e visto che ci siamo pure quelle della Corte Costituzionale, per sancire il principio che siccome il Parlamento è eletto direttamente dal popolo, quando il Parlamento legifera sulle leggi nessuno - neanche fossero eletti divini - ci può mettere il becco !
E' un il concetto di padre padrone il quale comanda senza alcun contraddittorio, rispolverando un concetto di famiglia arcaica dove il padre aveva diritto di vita e di morte su mogli e figli !
Anche qui si vuol fare anto i liberali, ma poi si trova il sistema di controllare tutto e tutti (non si muove foglia che dio non voglia), fregandose dei diritti e della tutela delle minoranze.
Brigatismo giudiziario:
questa è forse la più indecente tesi sostenuta dal Premier e i suoi accoliti, al solo scopo di farsi passare, ancora una volta, per una "santamariagoretti" perchè perseguitato da processi a suo carico; paragone assurdo viste quante sono state le vite di magistrati stroncate da terrorismo rosso e nero e visto tutto il lavoro eccellente e certosino che la Magistratura - anche quella di Milano checchè ne dica il premier - hanno svolto e svolgono per combattere e portare a processo, corruzione, mafie, evasione fiscale e delitti atroci contro la persona e le cose.
Come buon esempio poi questi reiterati attacchi stanno insegnando a deregolamentare tutto e tutti di modo che diminuiscono le certezze, gli attacchi si moltiplicano in modo sempre più ampio, non rendendosi conto che si sta favorendo la nascita di una vera e propria giungla.
Riforma nucleare:
è vero che i referendum non sono perpetui, ma proprio per questo un governo che si rispetti deve avere il coraggio delle sue azioni ed le iniziative non possono essere sempre del tipo "o cosi o pomì".
Infatto nel 2008 è uscita la prima iniziativa "epocale" sull'energia nucleare, basata su sondaggi che avrebbero dimostrato una certa apertura da parte dell'opinione pubblica, programmando addirittura (Brunetta) 50 centrali per poi arenarsi sul fatto che le regioni hanno cominciato a porre dei seri distinguo sul progetto.
Di programma energetico non se n'è sentito parlare per anni (ne son passati tre); è stato indetto il relativo referendum sulla prima legge approvata in fretta furia, ma nemmeno dopo il disastro del terremoto e maremoto in Giappone, sono sorti dubbi sulle scelte fatte (si va avanti con il programma disse Romani).
Poi, di fronte a sondaggi inequivocabili di rifiuto al progetto, accompagnati dalla solita stratedia di depotenziare l'arma imminente del referendum (compreso il legittimo impedimento e la pubblicità dell'acqua potabile il cui risultato metterebbe in difficoltà questa maggioranza) ci si è trincerati dietro alle strategie energetiche da definire in sede comunitaria, visto che dei 27 stati ben 14 non hanno centrali nucleari.
Nel 2008 insomma, duri e puri, si son fatte scelte con le gambe corte, visto che la politica energetica era comunitaria anche allora ed oggi si fa il giochino di prender tempo, per ritirare fuori il progetto magari più in là, se il consenso permarrà.
Poiché non c'è da fidarsi assolutamente sarà opportuno pressare questo governo per studiare una vera politica energetica, ricordandosi che il Prof. Rubbia, Nobel per la Fisica, da almeno 15 anni sta sperimentando l'utilizzo del torio in centrali nucleari, putroppo in Svizzera, dopo che l'abbiamo fatto scappare dal Cnr.
Comunque il referendum non è assolutamente decaduto, checchè ne dica Romani: ormai è stato indetto, stabilita la data (scellerata) per cui, onde evitare scherzetti delle tre carte, sarà bene andare a votare (ci sono anche gli altri due di cui uno al quale tiene molto il Premier ) e votare secondo coscenza!
Programma economico:
dopo che, finalmente, anche Confindustria ha cominciato a battere i pugni sul tavolo accusando il governo di immobilismo su lavoro ed investimenti, ecco che come una verginella riappare il Ministro dell'Economia Tremonti che comincia a dispensare la sua solita quota di promesse, non tanto per riconoscere la ragione di chi protesta (opposizione compresa), quanto per cercare anche in questo caso di prender tempo, perchè, si , tutti sono sensibili alle imminenti elezioni amministrative parziali; per cui mettere un di ottimisto, sollecitare un di aspettative, tutto aiuta, anche se poi, passata a nuttata, temo che tutto si appassirà ben presto in attesa di non so bene quale grande "stellone".
Si parla di una promessa - nel il 2013-14 - di metter mano alla pressione fiscale delle aziende (quella dei lavoratori dipendenti ed autonomi non esisterebbe per Tremonti), nascondendo nel contempo che per il rientro del debito nei parametri convenuti, comporterà una manovra di parecchie decine di miliardi d'euro nei prossimi 3-4 anni.
Forse non lo dice perchè il Premier gli ha messo il bavaglio ?
Azioni parlamentari blocca processi:
anche qui, proprio oggi, sia perchè serve a parare le spalle al Premier sia perchè serve come buon viatico per la campagna elettorale, emergono le varie iniziative parlamentari per sollevare questioni di legittimità su processi in corso come quello Ruby, laddove si cerca di annebbiare la vista dell'opinione pubblica sulla legittimità del tipo di corpo giudicante (tribunale ordinario e tribunale dei ministri) per nascondere i fatti che, anche se non costituissero un reato, lascerebbero parecchio a desiderare sulla dedizione effettiva del Premier a sostenere la sua alta funzione.
Altra norma blocca processi è quella della prescrizione breve, insieme al processo breve che si arenerà al Senato se non sarà chiaro come la penserà il Capo dello Stato; per non parlare della contestazione ad un altro processo (non ricordo se Mediatrade o Mediaset) poichè, un anno fa, non sarebbe stato rispettato il principio del legittimo impedimento poichè in una udienza il Premier era occupato da un Consiglio dei Ministri.
Fumus persecutionis ? Mavalà questo è fumo negli occhi per creare un novello "sansebastiano" e riproporsi come noovo salvatore della patria, che stà in realtà stracciando ogni giorno, demolendola pezzo per pezzo, disinteressandosi delle sue necessità, dei suoi problemi e delle sue aspirazioni.
Tutto questo e tanto altro ancora costituisce un grande canovaccio di una tragica piece che ogni giorno viene messa sul palcoscenico per narcotizzare e ubriacare l'oponione pubblica, nemmeno per porre in essere politiche scellerate, ma addirittura per nascondere la propria incapacità a governare.
Sono tante tessere di un mosaico che apparentemente vediamo come sintomo di attivismo politico, ma in realtà sono strumentali a difendere gli interessi personali del premier e a ricercare consensi elettorali per ottenere maggioranze utili al mantenimento del potere; raggiunto poi questo queste tessere si polverizzano o si frantumano, pronte però ad essere rigiocate alla prima favorevole occasione.
L'esempio di Milano è lampante (ammesso candidamente dal Premier): il centrodestra, dai suoi sondaggi che sono purtroppo sempre esatti, sa che sta perdendo terreno e si sta giocando il tutto per tutto per risalire la china, anche con la compiacenza di teste di legno che affiggono manifesti ignobili per la città (che riassumono peraltro quanto detto dal Premier in precedenza in altre studiate occasioni); sa infatti che la Lega - convitato molto spesso muto - non ci stà a perdere e che in questo caso le ripercussioni a livello politico nazionale sarebbero disastrose.
Vedrete che se ci sarà recupero il premier terrà la fiamma ben accesa per passare ad altre realtà dove, per il momento, non si è nemmeno visto; mi riferisco a Napoli laddove forse i suoi sondaggi lo danno vincitore, ma state certi che verrà tirata in ballo ben presto il problema monnezza, problema che tanto a giocato per la vittoria delle regionali nel 2010.
Piuttosto: ricordate dopo le regionali del 2010 cose disse il Premier ?
Disse che con la vittoria ennesima delle regionali ci aspettavano tre anni di governo tranquillo fino a fine legislatura; una discesa in somma senza curve, dossi o...trabocchetti!
Non è andata proprio così: ma si , la colpa è sempre degli altri !

lunedì, aprile 18, 2011

IL LAVORO (E LO STUDIO) NOBILITA L'UOMO

Le recenti affermazioni del Ministro Tremonti, "corrette" dal Ministro Maroni ed altre posizioni espresse sulla stampa odierna sul tema del lavoro (De Rita), mi lasciano parecchio perplesso perchè messe li in modo quasi incidentale, non si capisce bene dove in realtà si voglia andare a parare.
Il fatto che oltre 4 milioni di extra europei abbiano trovato occupazione stabile in Italia è certamente una realtà positiva, ma che questo settore di lavoratori abbia addirittura bypassato il calo di occupazione nel nostro paese non mi sembra in realtà vero; anzi in realtà i posti di lavoro persi sono percentualmente maggiori proprio tra i lavoratori stranieri.
Il fatto che siano animati delle migliori intenzioni di cercare e trovare lavoro è peraltro del tutto vero ed ovvio, anche perché molti di loro si sono sobbarcati viaggi allucinanti e sarebbe del tutto curioso pensare che ne abbiano viste di tutte i colori per venire a battere la fiacca in Italia.
Caso mai ci sarebbe da domandarsi che tipi di lavori sono disposti a svolgere, in che settori operano e soprattutto con che livello di retribuzione vengono regolati i rapporti di lavoro.
Possiamo dire ragionevolmente che quando si inseriscono nel settore produttivo manifatturiero - ad eccezione del settore edile - i rapporti di lavoro sono alla fine stabilizzati (come dice Petri della Fonderia di Poggibonsi è necessaria manodopera disponibile, stabile e qualificata); anche in quello dei servizi esiste un livello adeguatamente stabilizzato, mentre nel settore edile e in quello agricolo (soprattutto stagionale) ecco che livelli retributivi, regole e accoglienza lasciano parecchio a desiderare.
Sono in realtà molto spesso tipi di lavoro che gli italiani non fanno più (sostituiti per esempio nel settore zootecnico dagli esperti indiani) o fanno saltuariamente (come nella raccolta di ortaggi e frutta), ma non è che nelle occupazioni "più elevate" ci si trovi in situazioni più rosee; anzi il giochino della precarietà esiste anche dove non sarebbe logico esistesse.
Se nel settore agricolo la stagionalità dei raccolti giustificherebbe in qualche modo la temporaneità dei rapporti di lavoro, in altri, siano essi servizi o manifatturieri ad ampio spettro, i rapporti di lavoro instabili sono decisamente molto meno giustificati (si utilizza personale "in affitto" anche nel settore sanitario).
Un tempo il "periodo di prova" serviva per inquadrare e valutare professionalmente il neo assunto, per un primo addestramento per poi passare alla famosa "pianta stabile".
Nella scuola invece, anche all'università, per passare di ruolo occorrevano non solo i dovuti concorsi, ma parecchi anni di instabilità prima di raggiungere una agognata cattedra.
Oggi appunto c'è spesso una instabilità ingiustificata che si riflette sui livelli retributivi che stanno molto spesso ingessando le future generazioni.
Ed ecco che sortisce l'analisi fresca fresca che spiega quanto è progressivamente accaduto negli ultimi 10/15 anni: si sta forse studiando troppo ed inutilmente, invece di scegliere occupazioni anche faticose delle quali il settore produttivo ha assoluta necessità, ma non trova adeguata risposta sul mercato del lavoro !
Si contestano, all'alba del 2011, gli effetti del '68 che avrebbe favorito l'accesso indiscriminato alle scuole superiori e soprattutto all'università, raggiungendo come status symbol i diplomi o le lauree triennali.
Addirittura si afferma che questo modus operandi è stato copiato da diversi paesi del nord Africa (e non solo) che ora si trovano in situazioni delicate visto che molti diplomati o laureati sono senza lavoro e producono pertanto le contestazioni anche violente degli ultimi mesi !!
Bah ! Ho forse una concezione "illuminista" sulla istruzione in genere(diversa forse da quella del Prof. De Rita)la quale è necessaria per acconsentire, perlomeno dal punto di vista intellettivo, alla gente di sapere, conoscere e pensare e raggiungere quindi la libertà individuale (sappiamo benissimo che gli ignoranti sono invece molto più manovrabili in tutti i sensi).
Che poi l'istruzione, la più alta possibile e desiderata, possa dare risposte adeguate e strettamente correlate sul piano occupazionale, questo è tutto da vedere.
I fatti dimostrano che anche gli studi fatti da grandi uomini -oltre che uomini normali - che hanno fatto grande l'Italia in tutti i settori, questi non corrispondevano alle eccellenze raggiunte (ragionieri diventati filosofi, laureati in legge diventati super imprenditori, laureati in lettere grandi funzionari dello stato in comparti eminentemente economici, laureati in storia dell'arte che fanno i bidelli).
Scendendo di livello e generalizzando quindi le scuole e le università da scegliere non devono essere scelte solo in base ai gradimenti individuali, ma anche in base alle indicazioni che l'organizazione scolastica dovrebbe dare, magari negando lauree, pure brevi, che non darebbero ragionevolmente accettabili sbocchi occupazionali.
Occorre cioè mantenere un collegamento stabile, tramite le varie funzioni dello stato e dei governi, tra impresa, scuola ed indizzi scolastici, proprio per sollecitarli a produrre futuri e soddisfatti occupati.
Fare una pre selezione a monte dei livelli e tipologie di istruzione, come sembrerebbero dire le considerazioni di questi giorni, vorrebbe significare che per ottimizzare l'assetto occupazionale occorerebbe decidere anche di studiare di meno, perchè questo è quello che chiederebbe il Mercato.
Non ci siamo proprio: il rapporto tra studio e occupazione non può essere a senso unico, ma un rapporto a doppio senso poichè le sollecitazioni provengono sia da un senso che dall'alto, si implementano e favoriscono la crescita sia dell'una che dell'altro..
Peraltro l'attività produttiva non è mai stata statica (areremmo i campi ancora con un chiodo in fondo ad un bastone); l'evoluzione di processo e di prodotto è frutto di una alta scolarità ed istruzione visto che l'occupazione a bassa occupazione non aumenta, ma regredisce.
Condizionare quindi l'istruzione alla produzione è pertanto una scelta scelta folle, che limita le prospettive di crescita e soprattutto ghettizza le popolazioni in un modo del tutto simile a quello che ha considerato interi continenti il colonialismo ed in neo colonialismo.
Vorrebbe dire, implicitamente, che ci preoccupiamo (o ci pentiamo) del fatto che accanto alle super potenze storiche ora si siano presentate, a pieno diritto sulla scena mondiale, altre nuove potenze economiche, proprio grazie all'incremento del livello di istruzione generalizzata !!
Oppure ci pentiamo di non essere più l'Italia post bellica, laddove chi nasceva in famiglie modeste nemmeno faceva le scuole elementari oppure, alla fine di queste, nemmeno andava alle medie inferiori, ma subito alle "industriali", pronti per entrare in fabbrica a 14 anni !!

sabato, aprile 16, 2011

AFFERMAZIONI INDECENTI DEL PREMIER

Le recenti affermazioni riportate dalla stampa che sarebbero attribuite al Premier (""è in atto una guerra d è quella con la Magistratura"", "" paragona certa Magistratura alle BR"", ""certa magistratura è un cancro e una metastasi"") sono affermazioni oltre che indecenti pure eversive perchè attaccano uno dei poteri costituiti della Repubblica.
L'aggravante è costituita dal fatto che questo attacco avviene da un altro corpo dello stato repubblicano che è appunto il suo ruolo di capo dell'esecutivo.
Queste affermazioni sono pure responsabili, perlomeno morali, dei grandi manifesti (a lettere in bianco su fondo rosso) apparsi ieri a Milano " via le Br dalle Procure".
Quanto alle prime affermazioni, come sempre il Premier cerca di rivoltare la frittata accusando certa Magistratura di perseguitarlo, mentre invece è lui ad aggredire la Magistratura ogni qual volta questa assume posizioni o decisioni che non gli piacciono.
Peraltro, poichè è un pavido, se l'asciuga con il termine "certa", mentre se fosse veramente perseguitato dovrebbe avere il coraggio di fare nomi e cognomi con relative denunce; invece genericamente - a seconda dei casi - ora attacca la Magistratura ordinaria - Pm e Giudici - ora il Consiglio di Stato, ora Il Csm, ora il Capo dello Stato ("cosa volete mai, sappiamo tutti da chi è stato eletto").
Se poi fosse vero che certa Magistratura, come dice, è l'arma segreta della Sinistra per prendere il potere che non è capace di raggiungere per via elettorale, come mai non attacca anche i magistrati dei tribunali di Firenze, Genova, Roma, Napoli, Reggio, Palermo che metto sotto processo altri politici del suo schieramento ?
Se esiste questo disegno è evidente che non può riguardar solo lui che è certo importante, ma non è certamente il centro del mondo, ma deve riguardare anche molti altri i quali invece si fanno pocessare e condannare (Cuffaro e Brancher) o assolvere.
Questo atteggiamento poi autorizza tutti coloro che soccombono a strapparsi le vesti anche di fronte all'evidenza dei fatti, sovvertendo quindi le certezze delle regole di convivenza civile.
Bruttissima affermazione, stampata sui muri, della quale il Premier è moralmente responsabile è paragonare le Br alle Procure; innanzitutto perchè proprio la Magistratura ha dato un importante tributo di sangue proprio agli attentati delle Br (e della Mafia).
Oppure il Premier condivide il manifesto perché considera quei fatti un regolamento di conti all'interno della sinistra (D'Antona)?
Inoltre uscire con questi manifesti farneticanti cozza con quello che il potere giudiziario compie ogni giorno indagando, giudicando e condannando, come ieri a Torino per il disastro Tyssen; in questo caso i difensori, non i condannati, si sono dichiarati sorpresi della sentenza e già questo se lo potevano risparmiare, visto che i morti in modo atroce sono una certezza e non ipotesi campate per aria.
Non c'è nulla da fare: il Premier che pretende di essere uno statista (perchè ieri non ha applaudito alla condanna per il disastro Tyssen? O alla cattura di 19 mafiosi in Lombardia da parte della Procura di Milano ?) non ha ritegno per nulla e per nessuno, ma la giustizia della storia o prima o poi arriverà e lo lascerà nudo perchè anche i suoi sostenitori si renderanno conto che è tutto un glande fluff.
Ho di recente visto un film - Died zone - che racconta la storia di un professore che al risveglio da un coma durato 5 anni, scopre di avere poteri preveggenti, solo toccando la mano di qualche interlocutore; prevede pertanto incidenti o fatti di sangue che avrebbero coinvolto i suoi interlucutori e scopre anche che, se messi sull'avviso, si possono evitare danni, incidenti e morte future.
Direte: che centra ?
Ebbene in quel periodo c'è la campagna elettorale negli Usa e il protagonista continua ad incrociare un Senatore che si ricandida alle elezioni, il quale si presenta in tutte le assise elettorali, in tutte le convention con una studiata grinta, con il suo caschetto anti infortunistica, proponendosi come l'uomo del destino, per raccogliere voti e denaro per la sua rielezione.
Sembra divedere insomma il Premier dei giorni nostri che si presenta in tutte le assise, come uomo della provvidenza, che santifica e pontifica, utilizzando tutti i canali mediatici, toccando tutte le sensibilità del pubblico per cercare appeal e consenso, gridando ai quattro venti che lui è l'eletto del popolo e per questo devono valere la sua parola e i suoi atti.
Il protagonista un giorno incontra il senatore e con una stretta di mano ecco che prevede che questi diventerà presidente degli Usa ed in frangente, con la sua solita decisione anche assai rude, costringerà - tra minacce e blandizie - un alto generale dell'esercito a far scattare, insieme a lui, la procedura per far nascere una grande guerra.
Il protagonista sa di poter modificare il futuro e non trovando altre strade per evitare quella tragedia futura, decide di assassinare il senatore: l'attentato non riesce perché la scorta del senatore è più veloce di lui nel ferirlo mortalmente, ma il senatore visto il pericolo si difende facendosi scudo del corpo di un figlioletto strappando dalle mani di una signora e questo atto viene immortalato da un onnipresente fotoreporter che evidenza la sua pavidità.
Conclusione: il protagonista muore, ma il Senatore finirà in modo inverecondo la sua carriera per effetto della sua pavidità immortalata e pubblicata con una fotografia su tutti i media !
Fatte le debite proporzioni ecco che il nostro Premier usa, incurante degli effetti, qualsiasi metodo, qualsiasi uomo, qualsiasi storia drammatica del nostro passato, per proseguire in quella che sembrerebbe essere una carica, una avanzata interminabile, senza fine verso un glorioso, non si sa per chi, avvenire, non rendendosi conto (o forse si ma non gliene può fregare di meno) dei danni che sta creando nel tessuto sociale e politico del nostro paese, e del tempo che occorrerà per rimediavi.!

giovedì, aprile 14, 2011

DDL SUL PROCESSO "BREVE": ALTRA LEGGE PORCATA!

Non è ancora finita, ma l'approvazione del disegno di legge sul processo breve in sede penale al Senato, dopo la votazione di ieri alla Camera, si avvicina a grandi passi.
Ciò non toglie che stia nascendo una ulteriore legge porcata, che gli italiani prenderanno per oro colato, mentre servirà soltanto a salvare le spalle ad una ulteriore pletora di possibili colpevoli, Premier in testa; a parte coloro che verranno baciati dalla fortuna, alla gran parte dei nostri concittadini non ne verrà nessun vantaggio, anzi tutto scivolerà come prima, con tutti gli effetti negativi, che in materia molti di noi hanno patito in passato e patiranno in futuro.
Procedendo con ordine, va precisato che tutto cominciò con la Legge Ex Cirielli nel 2005 che introdusse fra l'altro i termini di prescrizione e cioè " fissa i termini di prescrizione di un reato al massimo della pena edittale, se superiore ai sei anni: oltre quel periodo di tempo, il reato contestato sarà considerato estinto. La prescrizione comunque non avverrà mai prima dei sei anni se si intercorre nella pena di delitto, dei quattro anni se si tratta di contravvenzione (in quest'ultimo caso si sarà puniti con la sola pena pecuniaria). ""
Il fatto più grave - e per questo l'On Cirielli sconfessò questa legge tanto da votarle contro - è chel la prescrizione decorre dalla data in cui è avvenuto i reato ed il suo termine comprende necessariamente sia i tempi di indagine (che sono indeterminati visto che non sappiamo a priori quando il reato viene scoperto)che quelli dei tre gradi di giudizio (ora definiti in complessivi 6,5 anni - dal rinvio a giudizio - con il ddl inviato ieri al Senato).
Avrebbe più logica intrudurre la prescrizione determinando entro quando tempo, dalla data o dalla notizia del reato, deve necessariamente iniziare il processo, ma non i tempi successivi del processo, poichè questi dipendono da tanti fattori, non solo l'efficenza della Magistratura, ma anche la velocità delle procedure che impediscano al corpo difensivo di studiarne una più del gatto per dilatare i tempi di giudizio.
Comunque sia, le cose sono andate così e quanto detto spiega perchè la quantità di processi
caduti in prescrizione si è dilatata in modo esponenziale (si parla di 150 mila l'anno che aumenteranno di un 10% quando diventerà efficace questo ddl).
Non contenti di questo bel risultato questi irresponsabili ancorchè assai abili nel districarsi in questo marasma che annebbia la mente e confonde le idee all'opinione pubblica, si è introdotta un'altra novità quella di predeterminare i tempi di giudizio - 3 anni il primo grado, 2 il secondo e 1,5 il terzo - agganciato pure alla prescrizione breve che accorcia i termini per gli incensurati.
Dei tempi di indagine, che sono poi il lavoro più complicato da parte dei tanto vituperati Procuratori, nessuno parla perchè quello è tempo che conta eccome, ma che nessuno tra le astute volpi proponenti e votanti pensa che esista!
Va aggiunto inoltre che non esiste una diretta correlazione tra reato penale addebitato e tempi di processo ed indagine: intendo dire, come già espresso più volte in passato, che un reato può essere punito con tre anni e un altro con 6 anni, ma i tempi posso sempre risultare in concreto, per esempio, di complessivi 48 mesi !
Quel che comunque non convince è la filosofia che sottende a questo tipo di scelte legislative: la tecnica di ridurre i tempi perchè la Magistratura trovi al suo interno il sistema di auto regolamentazione sia in fase d'indagine (che si vorrebbe poi assegnera in via del tutto autonoma agli organi di polizia)che in fase dibattimentale e di giudizio per far prima è bene non può funzionare. come non ha funzionato in tanti altri temi, come quello della riduzione della spesa pubblica laddove si riducono drastiamente le spese, ma poi il debito pubblico continua ad aumentare.
Insomma è come voler risparmiare sul ossigeno di un auto respiratore: si può ridurre in filino la pressione per continuare a respirare in fase tranquilla, ma se si aumenta il risparmio d'ossigeno si rischia poi di soffocare (se si toglie troppa acqua poi la papera non galleggia).
Inoltre è vero che presunto colpevole e vittima hanno diritto al giusto processo nel più breve tempo possibile, ma attenzione a ridurre troppo i tempi :se non ci cercano di eliminare le cause (e qui c'entrano non solo i Magistrati ma anche i Difesori che fanno certo il loro mestiere, ma sono per principio dei tiratardi), si rischia di eliminare i processi, ma non certo i reati.
Nella pratica poi ci sono parecchi casi in cui questo giochetto legislativo architettato dal centrodestra mostra veramente la sua pericolosità.
Esempio: i reati come lesioni volontarie o truffa - cosette non da poco - prevederebbero una prescrizione per gli incensurati di 8 anni e 2 mesi(prima 8anni e 9 mesi) e 7 anni (prima 7 anni e 6 mesi), mentre i tempi di giudizio complessivamente sono al massimo 6 anni e mezzo ai quali va aggiunto il tempo delle indagini; ne consegue che se non si riducono i tempi di giudizio la prescrizione del reato si prescriverà molto spesso.
La cosa ancora più grave - ecco perché si parla di indulto mascherato - si riscontra nei reati ancor più gravi come bancarotta fraudolenta (17 anni e 6 mesi), omicidio colposo (16 anni e 4 mesi), violenza sessuale (11 anni e 8 mesi) e corruzione (9 anni a 4 mesi) dove i termini di precrizione appaiono fittiziamente assai ampli, ma se i tre gradi di giudizio non possono superare i 6 anni e mezzo, a meno che le indagini durino un'eternità, provate ad immaginare quanti ancor di più se la sfangheranno, rispetto alla ex Cirielli !!
Questa Legge "porcata", se approvata così anche dal Senato, incontrerà certamente qualche reazione da parte del Capo dello Stato, ma ancor di più da parte della Consulta.
Certo è che la contraddizione tra tempi di processo e termini di prescrizione rischia di essere non facilmente sanabile (nell'interesse delle vittime e non solo dei presunti colpevoli); per di più la differenziazione voluta genialmente dall' On. Paniz, tra incensurati e recidivi, avrà la bella risultanza - in rispetto del principio dell'eguaglianza davanti alla legge - di ridurre tutti i termini di prescrizione a quelli appunto degli incensurati, ottenendo così il risultato opposto !
L'eguaglianza davanti alla legge vale per tutti i presunti colpevoli (incensurati, recidivi, infraquinquennali ed abituali): saranno poi le pene comminate che, con attenuanti generiche e condizionale da un lato e le aggravanti dal'altro, risulteranno più o meno pesanti per i condannati!

lunedì, aprile 11, 2011

EMMA MARCEGAGLIA PIANGE IL MORTO ?

Nell'intervento di ieri, la Presidente di Confindustria, ha manifestato il profondo malumore che avvolge l'imprenditoria italiana, che si sente sola, abbandonata, in una situazione di immobilismo, sollevando pure grandi perplessità sul nascituro fondo "anti-scalate" che il Ministro Tremonti sta confezionando.
Aggiunge poi che il Paese è troppo diviso e che l'emergenza riguarda il lavoro.
Affermazioni, nel loro complesso, del tutto condivisibili, ma ben lungi da pretendere un "mea culpa" da parte del mondo imprenditoriale, faccio notare che quando si assumono posizioni collaterali o sguardi troppo benevoli verso il potere politico, qualsiasi potere politico, poi non ci si deve lamentare se questo, inaridisce il ruolo imprenditoriale, quasi fosse un parassita.
L'impresa, come nel passato glorioso in cui si scontrava pure con il lavoro, è sempre andata per la sua strada tanto che è cresciuta sia la grande impresa storica che quella nuova e diffusa, nata dal boom economico; di questa ne sono una bella espressione proprio aziende come la Marcegaglia, come la Della Valle che sono cresciute con le proprie gambe sviluppando peraltro core business classici.
Certo c'è sempre stata una sovrapposizione tra imprenditori e posizioni politica, ma queste erano comunque spalmate e l' autonomia imprenditoriale era molto spesso assicurata; caso mai il potere politico ne sollecitava lo sviluppo, mentre il voto di scambio era ancora abbastanza raro.
La fine della Prima Repubblica ha poi rotto le collusioni strette che si erano create, ma con la Seconda Repubblica la solfa non è cambiata nella sostanza.
Abbiamo visto le posizioni appiattite di D'Amato con il governo Berlusconi, anzi di supporto per ribaltare le maggioranze parlamentari; abbiamo visto i tentativi faticosi di Luca Cordero di Montezemolo per affrancare il mondo imprenditoriale dalla sudditanza di un centrodestra il cui leader è intervenuto come un avanguardista alla Assemblea di Confindustria a Vicenza; ed ora assistiamo all'azione poco decisa della gestione Marcegaglia che forse perchè troppo garbata non riesce ad andare fino in fondo, mettendo i propri associati difronte alle loro responsabilità, registrando l'insipienza politica dell'attuale maggioranza e del suo leader.
Questo non significa che sia meglio in centrosinistra, ma significa che la forza di Confindustria deve essere la sua equidistanza e la sua coerenza.
Nelle coalizioni di centrosinistra al governo, sia nazionale che locale, giustamente Confindustria non ha fatto sconti a nessuno perchè sapeva che aveva difronte interlocutori che rispettano il capitale perchè vogliono che venga rispettato il lavoro.
Infatti se per l'inpresa, il cliente è il vero datore di lavoro, le maestranze sono il primo alleato dell'impresa, ancora prima della finanza e della banca.
Lo dimostra il fatto che nei governi di centro sinistra le imprese non hanno sofferto per la loro politica visto che hanno visto riconoscere la sistemazione di anomalie come il cuneo fiscale e le prime timide liberalizzazioni per favorire la concorrenza; peraltro non sono rimaste con le toppe al sedere tutte quelle imprese che sono nate e prosperate nelle regioni storicamente di sinistra.
L'deologia quindi è il primo danno, che supera le obiettive difficoltà interne ed esterne; l'ideologia è il freno principale per riacquistare ampia autonomia e rapporti chiari e continuativi con il ceto politico, qualsiasi esso sia.
Invece si piange ora il morto per l'immobilismo che continua ormai da almeno un decennio, nel quale ha contribuito anche il centro sinistra, per un paio d'anni, a causa della polverizzazione delle alleanze; ma ancor di più pesa il tradimento del centrodestra che ha promesso, ma mai mantenuto, la modernizzazione e la liberalizzazione, tutto occupato a puntellare in ogni modo una leadership forte ma inconcludente.
Si piange il morto parlando del lavoro che manca soprattutto alle nuove generazioni, ma non si
conclude accettando l'errore commesso di aver fatto impresa con il freno a mano tirato, non puntando in modo generalizzato su qualità e sui processi produttivi che avrebbero consentito retribuzioni accettabili ed utili per costruire il nostro futuro.
Come sport nazionale invece, quello di dar la colpa sempre al prossimo, si è tirato in ballo la concorrenza sleale,la pressione fiscale, l'evasione fiscale per cui ci troviamo di fronte ad una pletora di lavoratori sottopagati che non possono svolgere appieno il loro ruolo di clienti e consumatori (che come già detto sono i primi datori di lavoro delle imprese).
La situazione finanziaria la conosciamo (forse), come conosciamo molto bene quella economica per cui occorre coraggio e mettere il potere politico alle strette dimenticando una buona volta il molteplici collateralismi che esistono da troppo tempo questo.
Per fortuna cominciano ad emergere forti perplessità sulle iniziative velleitarie come il fondo anti scalate inventato dal Ministro Tremonti (sarà come la Banca per il Sud ?) nel quale coinvolge non solo la Cassa Depositi e Prestiti (il cui scopo e finanziare peraltro le infrastrutture pubbliche), ma anche Fondi Sovrani Cinesi (Sic): come dire che per difendere l'italianità delle imprese mi faccio aiutare da capitali stranieri !
Parmalat è stata messa nei guai da un imprenditore "ladrone" come Tanzi (al pari di Cragnotti per la Cirio), ma il core business è talmente valido che è risorta; oggi, al pari di Alitalia si vuol mantenere l'italianità, ma di imprenditori disposti a metter mano al portafoglio se ne vedono pochi e solo dopo che la minaccia francese è giunta all'orizzonte.
Ora l'imprenditoria italiana, se ci crede, può dimostrare le sue capacità ad assumersi il rischio d'impresa mettendo mano al portafoglio: diversamente, dispiace dirlo, è meglio che diventi straniera, piuttosto che risorga l'aiuto di stato che tanti danni ha creato negli ultimi anni (sarebbe perpetrare una cattiva educazione dell'impresa italiana, che ha dimostrato invece in passato tanta autonomia e coraggio).
Oggi siamo tutti invischiati in procedure politiche inutili all'Italia proprio perchè si occupano di temi assolutamente inutili alle necessità di impresa, lavoro e capitale.
Non voglio infatti credere che il collateralismo sia dettato da interessi egoistici ed utilitaristici: come dire se il Premier si occupa di temi come il processo breve, la prescrizione breve, la riforma della Giustizia e quella della Costituzione (come ieri del legittimo impedimento, il falso in bilancio e tanti altri) tanto utili a Lui, forse, non si sa mai, potrebbero essere utili anche a tanti altri fra di noi!
Un forte invito quindi alla Presidente Marcegaglia: sciolga con decisione gli ormeggi (e li faccia sciogliere soprattutto a tanti suoi associati) tagliando quel cordone ombelicale con la attuale politica di maggioranza che sta strozzanto tanta parte dell'impresa italiana.

domenica, aprile 10, 2011

PREMIER PATETICO: UN BEL TACER NON FU MAI SCRITTO !

Come più volte segnalato in passato, non c'è giorno che il Padreterno mette in terra, senza doverci sorbire le lunghe, reiterate e ripetitive filippiche che il Premier ci propina per tenere alta l'attenzione su quel che non fa !
Sta rasentando il patetico oltre che il ridicolo poichè non c'è tema su cui non si misuri e "spari" la sua soluzione o la sua spiegazione, con il solo compito di abbindolare l'opinione pubblica, al qual passa verità e soluzioni che rasentano la follia.
L'ultima riguarda la diatriba all'interno della Ue, in particolare con Francia e Germania, dove ci verrebbe contestata la soluzione relativa alla classificazione dei migranti con visto temporaneo; questi stati la considerano un trucco per far circolare in Europa genti migranti che non assicurerebbero la loro autonomia economica, ma anzichè contro battere e pretendere proposte realistiche e concrete per gestire il fenomeno ecco che il Premier "mi spezzo ma non mi piego" afferma che se non si trova accordo, vorrà dire che l'Italia potrebbe staccarsi dall'Europa!
E' una follia affermare questo perchè di fronte alle indubbie ragioni dell'Italia, occorre portare a più miti consigli i nostri partners europei, non certo minacciare la scissione ("la Ue ci aiuti o è meglio dividerci"").
I cari sostenitori del Premier si devono render conto che, pur tanto amato, questi sta dimostrando chiaramente di non saper fare lo statista e di non avere ormai alcuno spazio sulla scena internazionale, preferendo le sceneggiate che si aggiungono a quelle recentissime di questi giorni su altri temi, che non portano a nulla di buono, se non il consenso drogato che potrebbe produrre.
Tralasciando la sceneggiata sulla villa di Lampedusa, tema su quale insiste e persiste (magari qualcuno che gliene venderà una lo troverà, senz'altro offrendogli parecchi denari o chissà che altro), l'ultima riguarda gli interventi di ieri, dove, dopo mutatore, spazzino, pompiere, ecco che si presenta come "il vero rappresentante della cultura cattolica" alla Convention del On. Rotondi e sfodera la sua ulteriore sequela di fandonie ed accuse al mondo intero.
Quanto alle accuse pur essendo la quarta carica dello Stato accusa la Consulta e la Magistratura, altre cariche istituzionali, ma poi ci vuole un bel colpo ad effetto: parla di "rapina a mano armata" quando parla del processo civile "Mondadori".
Siamo alle solite: cerca di far diventare le sue opinioni, espresse in modo becero e poco istituzionale, l'assolta verità perchè la gente comune non ha il tempo e la voglia di andare a verificare se quel che dice è vero oppure sono fesserie o grandissime bugie.
In realtà il ema esce in questi giorni perchè si avvicina il tempo della sentenza in secondo grado!
Il Premier è comunque un bugiardo perchè il processo civile di cui parla è la consequenza appunto civile di una reato e processo penale passato in giudicato - laddove Lui l'ha sfangata in quanto incensurato (capita l'antifona) - per cui non esiste assolutamente nessuna persecuzione; forse può essere urticante in termini monetari la condanna in primo grado, per cui si dia da fare con i suoi numerosi avvocati per ridurne l'entità, ma si guardi bene dal passare dalla folla o dal popolo per ottenere clemenza o assoluzioni!!
La condanna penale esiste e, gli piaccia o no, se la deve rispettare come tutti i cittadini italiani, senza romperci anche su questo i " gabasisi"; se ritiene di aver subito torto, ne ricerchi le prove e provi a far riaprire un processo che ribalti la situazione.
Quanto alla Magistratura faccio notare che in alcuni casi in processi del passato ormai chiusi (come quello contro Panorama che lo accusava di collusione con gente mafiosa) questa ha stabilito la sua estraneità e se fa tanto chiasso oggi per i processi in corso, non mi sembra abbia a suo tempo fatto i salti di gioia per le posizioni assolutorie a suo favore.
Altro attacco indecente del quale, come gli alti simili e numerosi, tanta gente non si rende conto, anzi lo applaude e lo giustifica, riguarda l'attacco alla Consulta non rendendosi conto che cosi facendo sminuisce non solo il ruolo e l'autorevolezza del Consiglio di Stato, ma anche il suo ruolo importantissimo di Capo del Governo.
Vista la reiterazione dei comportamenti comunque ho il forte sospetto che tutto questo non gli interessi per nulla, poichè gli interessa solo e soltanto, con ogni mezzo, sostenere con assoluta presunzione se stesso, nemmeno come ruolo, ma come persona assetata di potere e di ricchezza.
E' certo inoltre che l'Italia non si può più permettere assolutamente, anni di politiche fallimentari (nonostante le maggioranze inconcludenti) solo per soddisfare la sua immensa presunzione: anche offrire denari suoi per accontentare un ministro della Repubblica (Giovanardi) è una dimostrazione obbiettiva di ciò che uno statista (presunto) non deve mai dire o fare!
Non ho idea quanti anni questo Premier resterà in sella: ma è certo che ci vorranno parecchi anni per riparare ai danni che avrà arrecato all'Italia.
Certo è che sentire ogni giorno queste pericolose "sparate" senza capo coda fa dire a tanti: Non se ne può più !!

lunedì, aprile 04, 2011

MAGGIORANZA SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI

E' fuor di dubbio che la discesa in campo di Berlusconi ha "innovato"il modo di rappresentare la politica, ma è altrettanto vero che le regole così cambiate, hanno il solo scopo di ridurre il popolo italiano sotto "libertà vigilata", facendo passare per vere tutte le più grandi assudità e giustificare ulteriormente il consenso così ottenuto.
La maggioranza poi in questo contesto è una fucina oltre che di ideologie anche di idee, le più strampalate, che vengono comunque proposte e caldeggiate presso il pubblico con una faccia tosta incommensurabile.
Il Premier in carica si è dannato l'anima per semplificare il sistema politico parlamentare introducendo regole che favorissero il bipolarismo e mirassero alla riduzione dei partiti, ma in realtà questo obbiettivo è fallito perchè si sono più volte create ampie coalizioni che però riassumevano e riassumono parecchi partiti; la prospettiva è che la proliferazione dei partiti non si arresti (ne sono nati parecchi di nuovi negli ultimi mesi) tanto che è lecito pensare che questa "geometria variabile" favorità la nascita di almeno tre poli.
All'interno di questa evoluzione non assistiamo comunque da parte del Governo in carica, viste le ampie maggioranze del centrodestra, ad una sua politica fattiva, ma a tante annunciazioni che si susseguono senza soluzione di continuità, dimostrando insipienza, inettitudine, confusione e soprattutto malafede.
Vien poi d pensare che tutta questa "modernizzazione" non sia nata per servire meglio gli italiani, ma per servire meglio interessi particolari e nuome caste che si sostituiscono a quelle vecchie!
Questo fenomeno è comunque in continua evoluzione tanto che il Premier che continua ad attaccare parte della Magistratura e la Corte Costituzionale (talvolta anche il Capo dello Stato), ora ha trovato un altro "nemico" cioè il Parlamento, sostenendo che l'Italia è l'unica democrazia nella quale il potere esecutivo (cioè quello da lui presieduto) sarebbe sottomesso al potere delle Camere, della Magistratura e della Consulta !
Niente di più falso poichè in Italia il Governo, Parlamento, Magistratura, Consulta, Csm, Presidenza della Repubblica sono istituzioni autonome ed indipendenti (come ovunque nel mondo democratico); inoltre non è assolutamente vero, a parte le repubbliche presidenziali che hanno compiti differenziati nei vari casi, che i Parlamenti siano sottomessi ai Premier.
Infatti nelle varie repubbliche con "premierato" i parlamenti sono strutturati diversamente e sono soprattutto su base regionale, espressione quindi di forte decentramento politico.
Se il Premier vuole invece sostenere che il nostro sistema politico parlamentare (siamo una repubblica parlamentare appunto) potrebbe funzionare meglio se organizzassimo la struttura dello stato in forma presidenziale oppure di premierato ecco che sarebbe obbligatorio spiegarne i motivi, indicando le possibili soluzioni, ma facendo assoluta attenzione a non trincerarsi dietro l'ossimoro " me l'hanno chiesto la maggioranza degli elettori" per cui se mi seguono bene altrimenti farò da solo!
Intanto perchè non è vero:parlare di modernizzazione del paese non vuol dire questo e poi va ricordato al Premier che per cambiare le regole costituzionali ci si può fare certamente promotori ma è obbligatorio ricercare il consenso e quindi la mediazione più ampia; diversamente è solo fumo negli occhi e tempo perso !
Se questo non riesce, come non è riuscito già una infinità di volte, non si può come al solito dar sempre la colpa alle opposizioni, parlare di attacco alla democrazia o addirittura a possibili dittature; è pur vero anche che se un soggetto è politicamente folle non può certo riconoscere di esserlo, per cui, giocorforza, accuserà la terra ed anche la luna, ma mai se stesso !
Il Premier sa benissimo tutto questo, ma poichè contrasta con l'immagine che vuole imporre al consenso così ottenuto, cerca di spararla sempre più grossa per non arrivare mai al dunque.
Lo vediamo in tante, troppe iniziative dove poi l'ideologia o le affermazioni di principio diventano un grosso vincolo per affrontare ogni singolo problema che può interessare l'Italia: dalle migrazioni di massa alle politiche industriali che impediscono la nascita di grandi poli internazionali (Giuseppe Recchi della GE Sud Europa).
Ne è anche la prova la riforma "epocale" della Giustizia dove anche il suo servant Ministro Alfano usa la stessa tecnica quando afferma di voler sostenere la sua riforma anche con la piazza !
Accortosi poi della fresconata espressa, ecco che aggiusta il tiro sostenendo che per piazze intende quelle televisive, giornalistiche ed assembleari dove spiegare la "filosofia" della sua riforma !
Ad di là del fatto - e non è poco - che molte iniziative siano intraprese per curare gli interessi di pochi, di uno solo o di molti che sono accusati di reati penali, il Parlamento (che soverchierebbe il potere esecutivo del Governo) sfodera iniziative ad dir poco folli o tipiche di chi è sotto crisi di nervi (il Parlamento strumento del Governo per aggiustare il tiro su necessità presidenziali o dimenticanze studiate dell'esecutivo) .
L'illustre Avvocato On. Paniz da Belluno infatti ha preso l'inziativa di classificare diversamente le classi dei presunti colpevoli per differenziare i relativi tempi di prescrizione solo in primo grado; ebbene questa "facia de tola" propone - e sostiene pure in tv - che che da tre classi - incensurati/recidivi, "infraquinquennali"e abituali si passi a quattro classi differenziando gli incensurati dai recidivi per differenziare appunto i tempi di prescrizione, non ritenendo giusto che abbiano gli stessi tempi i presunti colpevoli dagli incensurati.
Non farebbe una piega (a parte il fatto che leverebbe le castagne dal fuoco al Premier e chissà a quante altre migliaia di inquisiti), ma domando all' On Paniz: se due soggetti rapinano un esercente e vengono acciuffati in flagranza di reato, ma uno è incensurato e l'altro no, come la mettiamo ? Se la Magistratura non fa alla svelta uno viene condannato, mentre l'altro è prosciolto ? E la vittima sarà soddisfatta nel vedere punito un solo colpevole ?
Ma le follie da crisi di nervi non finiscono qui: l'ennesima fresca-fresca è uscita poche ore fa tramite la proposta nell'ennesima testa di legno, l' On. Bianconi, il quale per regolamentare diversamente l'uso delle intercettazioni propone che queste siano solo "semplici strumenti di investigazione" e siano decisi non più dal Pm, ma dagli organi di polizia.
Mi domando: se sono strumenti di investigazione a che servono se non possono contribuire ad incolpare un presunto colpevole ?
Lo scopo dichiarato - mentre quello recondito è chiaro, ovvero togliere prove in buona sostanza anche i processi che tengono sulle spine il Premier - è quello di rispettare la privacy, evitando di mettere a verbale nei processi le prove e le porcherie che possono emergere appunto nelle intercettazioni.
Ma anche qui siamo alla fredda follia poichè da un lato la proposta si incastra bene con le caratteristiche della riforma della Giustizia, laddove si toglie al Pm il ruolo di coordinatore delle indagini eseguite dagli organi di polizia (come facevano una volta per esempio i Giudici Falcone e Borsellino), si trasferisce la piena autonomia agli organi di polizia nell'indagare, ma dall' altra depenalizzando la prova, visto che l'intercettazione diventerebbe solo un semplice strumento di indagine.
Come sopra conto, faccio notare che non vi sarebbe più un responsabile giudiziario dell'indagine (Pm), ma un responsabile politico visto che gli organi di polizia fanno riferimento ai vari ministeri degli Interni, della Difesa, delle Finanze e dell'Agricoltura !
Questa proposta quindi va incontro alle follie demenziali del Premier, perchè aumenterebbe appunto il potere dell esecutivo rispetto al quello della Magistratura, addirittura sottomettendolo e sottraendo possibili prove di colpevolezza.
A questo punto mi domando, ma alle vittime, che sono certe, chi ci pensa ?
La follia sta proprio nel fatto che questa proposta è inaccettabile, qualsiasi sia il Governo in carica, oggi o domani che sia, proprio perchè l'azione della Magistratura che amministra la Giustizia non può essere nel tempo influenzata dalle maggioranze politiche che si possono presentare diversamente ogni legislatura !
Meditino gli italiani - di maggioranza e di opposizione - perchè di fronte ad possibile eipotetico vantaggio d'oggi, si possono nascondere delusioni certe ed inaccettabili già da domani!!
Note per il Premier:
1)negli Usa, l'amministrazione è presidenziale, ma il Parlamento con le elezioni di middle term, pur parziali, possono esprimere volontà parlamentari diverse con le quali il Presidente si deve necessariamente confrontare;
2) in Francia il Presidente eletto direttamente a maggioranza assoluta, detiene oltre a quelle del nostro Capo dello Stato alcune funzioni esecutive importanti, ma si deve sempre confrontare con le maggioranze parlamentari che possono essere diverse da quelle che lo hanno eletto;
3)in Germania, repubblica semipresidenziale, il Presidente dello Stato Federale, eletto dalla assemblea federale, ha funzioni simili a quelle del nostro Capo dello Stato, mentre il Cancelliere federale, che nomina e revoca i suoi ministri, è la terza carica dello stato, venendo dopo il Presidente federale e quello del Bundestag !!

venerdì, aprile 01, 2011

INCAPACITA ' ITALIANA NELLA GESTIONE DELLE MIGRAZIONI

L'unica cosiderazione azzeccata sul fenomeno delle migrazioni di questi giorni dal nord Africa è stata quella del Ministro Maroni il quale ha previsto una forte migrazione verso l'Europa a seguito dei sommovimenti politici nei paesi arabi del Mediterraneo del sud.
Per la verità non si tratta di migrazioni di proporzioni bibliche, ma è certo che se non si stabilizzano i governi di Egitto e Tunisia e soprattutto se non si ferma la guerra civile in Libia, tempo permettendo, il flusso di migranti potrebbero assumere una certa continuità ed un flusso constante di genti che premerebbe in modo esagerato sull'avamposto più meridionale d'Europa, cioè Lampedusa.
L'azione di governo però non utilizza assolutamente nessuna azione razionale per affrontare e governare il fenomeno perchè è vincolata sia a precedenti posizioni massimalistiche (aiutiamoli a casa loro) , sia alla strumentalità del Premier che con i suoi interventi, peraltro già utilizzati in precedenza in occasione del terremoto in Abruzzo, mirano a rinforzare il suo ruolo e il suo apprezzamento presso l'elettorato (la campagna elettorale è sempre aperta) e non a governare in prima persona il fenomeno ricercando le migliori soluzioni possibili.
Deve essere chiaro che le posizioni espresse dagli schieramenti di opposizione non sono certo per una accoglienza generalizzata e non governata del fenomeno, ma, sulla scorta di quanto fatto in passato quando erano forza di governo, utilizzare le esperienze per governare fenomeni analoghi.
Ricordo che il csx riuscì gestire una migrazione improvvisa e concentrata (pur con qualche evento drammatico) in poche settimane di oltre 35 mila albanesi, con una contestazione ficcante del cdx, costestazione che l'opposizione, oggi, non si permette nemmeno di pensare.
La contraddizione tra quanto magnificato in passato sul regolamento delle migrazioni (accordi con la Libia per bloccare le migrazioni sub sahariane o del Corno d'Africa) emerge sugli atteggiamenti odierni, tanto che si ricercano scusanti o attenuanti infilandosi in posizioni che sono veramente assurde.
Innanzi tutto si fanno differenze tra migranti irregolari e migranti profughi sostenendo che chi proviene dalla Tunisia deve essere rimandato indietro (e su questo sbaglia clamorosamente anche la Francia,verso una sua ex colonia), mentre chi proviene dal Corno d'Africa è considerato profugo e quindi va accolto senza condizioni.
Veramente curioso: i profughi giunti dal Corno d'Africa, pochi per il momento fin che c'è la guerra civile in Libia, sono proprio quelli che si erano bloccati attraverso l'accordo con il governo di Gheddafi, mentre il fenomeno dei migranti tunisini in precedenza non esisteva.
Ne consegue che classificando diversamente le varie forme di migrazione, ecco che il governo trova la formula migliore per non contraddirsi e per cercare di fare il meno possibile, invocando per di più l'aiuto dell'Europa !
Si vuole volutamente equivocare sui fatti non leggendo attentamente il fenomeno di questa migrazione: la situazione di guerra civile in Libia sta provocando un grande movimento di popolazioni da questo stato verso quelli confinanti, Egitto e Tunisia: si tratta di lavoratori (i lavoratori stranieri in Libia sono in totale oltre 2,5 milioni) che tornano verso le loro patrie, premendo verso le comunità di appartenenza e ciò provoca appunto il movimento di genti dalla Tunisia soprattutto (l'Egitto ha una maggior capacità di accoglienza perchè è uno grande stato di oltre 82 milioni di abitanti) verso la Francia in particolare.
Il permanere della guerra civile in Libia blocca per il momento la migrazione dal centro Africa, ma quando tornerà la calma, Gheddafi non ci sarà probabilmente più e la Libia non farà più da barriera: questo sarà il flusso migratorio più imponente al quale non dovrà mancare un aiuto fattivo da parte di Italia ed Europa.
Il balbettio del Governo, nonostante le studiate apparizioni ad effetto del Premier, continua scientemente con una politica assai pericolosa: balza agli occhi la strategia di creare momenti di crisi non governando il fenomeno della migrazione, permettendo "l'affondamento" di Lampedusa e portando all'esasperazione i lampedusani (obbiettivamente troppo benevoli con il Premer).
Giunti al colmo, al punto di saturazione poi nasce la fase dello svuotamento dell' isola - peraltro bloccato dal mare grosso che impedisce pure ulteriori arrivi - e il trasferimento in altri punti di accoglienza che non sono altro che una ripetizione del centro lampedusano: dei mini lager insomma che alcune regioni si rifiutano di approntare, mentre altre colgono la palla al balzo per sostenere la tesi che "hanno già dato".
Intanto non si tratta di plichi o pacchi postali, ma di esseri umani che non possono essere differenziati con definizioni assurde; poi vanno assistiti in piccoli gruppi per poter essere meglio assististi anche dalla associazioni caritatevoli locali e soprattutto deve essere ben chiaro quale sarà il passo successivo,insieme ai tempi per poterlo attuare.
In questo senso vanno promosse tutte le iniziative a livello europeo non tanto per sostenere gli impegni di prima accoglienza (uno stato di 60 milioni di abitanti come l'Italia dovrebbe essere in grado di saper gestire un fenomeno migratorio, al momento, di qualche decina di migliaia di migranti) quanto per organizzare accordi sulla destinazione finale (tenendo conto delle loro aspettative)dei migranti evitando attentamente furbizie reciproche,.
In questo quadro, la Francia per esempio, non potrebbe rifiutarsi di accogliere i ricongiungimenti numerosi tra tunisini migranti e tunisini residenti (visto che "casino" combina una legge demenziale che fa espellere i figli di stranieri residenti, una volta diventati maggiorenni - a parte Ruby Rubacuori ?), mentre le migrazioni del centro Africa, vanno governate con l'accordo e il coinvolgimento di tutti gli stati Ue.
Per come è impostata oggi la gestione del fenomeno, il Governo italiano dà chiaramente l'impressione di voler scaricare la palla agli altri partner Ue, soltanto per essere coerente con gli slogan folli del recente passato, ma gli stati Ue - capita l'antifona - non ci prendono nemmeno in considerazione, come non ci coinvolgono nemmeno sulla alleanza di intervento sulla no fly zone della Libia.
Solo all'ultimo tuffo, grazie ai suggerimenti sapienti dell'ex Premier D'Alema, l'attuale Premier ha preso conoscenza del fatto che esistono (art. 20 del T.U. sull' immigrazione) le condizioni per discutere e coinvolgere la Ue sul fenomeno di migrazione eccezionale e certamente comprensibile che siamo vivendo (la caduta di una dittaduta come quella Tunisina pur senza forti disordini è un caso, previsto, che spiega l'esodo da quello stato.
Dulcis in fundo si "spara" a casaccio sostenendo che i migranti irregolari, ma non profughi, verranno ben presto rispediti nei paesi d'origine sapendo perfettamente che per mare o per aria ci vuole l'autorizzazione di quei paesi per atterrarre o attraccare.
La Tunisia insomma non rispetterebbe sedicenti accordi tanto che occorre un nuovo incontro con gli esponenti di quel paese da parte questa volta del nostro Premier e Ministro degli Interni.
A completamento sottolineo almeno tre gaffes lapalissiane del Premier Berlusconi: la prima riguarda il suo intervento fantasmagorico a Lampedusa, dove la sua apparizione ha fatto implicitamente evidenziare che il povero ministro Maroni sino ad ora non avrebbe combinato un bel nulla (in realtà si è impegnato anche se non in modo condivisibile)!
La seconda riguarda l'intervento in Tunisia del Premier dove, anche qui, i predecessori ministri Maroni e Frattini avrebbero dimostrato di non aver combinato un bel nulla!
La terza riguarda la considerazione del Premier sul Governo di Tunisia: trattandosi, dice, di un governo provvisorio, quindi non eletto dal popolo, questo è un governo di per se fragile che abbisogna di aiuto e comprensione!