sabato, febbraio 12, 2011

150 ANNI DELL'UNITA' D'ITALIA: POLEMICA INDECENTE

Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, già l'anno scorso sembrava ipotizzare e temere la situazione in cui ci saremmo trovati oggi riguardo alla Festa dei 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
Rammentò infatti al ceto politico che il 17 marzo 2011 si avvicinava a grandi passi e che non ci si doveva trovare impreparati per il festeggiamento di questo grande evento.
Tutto questo tempo è passato sotto silenzio ed ora, a circa un mese dalla Festa sta scoppiando una polemica indecente del tutto strumentale ed utile a mantenere viva in parte del'opinione pubblica le proprie convinzioni politiche e calpestando quanto di bello rappresenta appunto l'Unità d'Italia.
Calderoli, a nome della Lega, cavalca l'antagonismo contro lo Stato Italiano in maniera sconveniente, aggravata dal fatto che è un ministro della Repubblica Italiana (contraddizione in termini).
Federalismo non significa secessione, bensì decentramento ed maggior autonomia politica, amministrativa e fiscale, per cui non esiste assolutamente alcuna contraddizione tra federalismo e stato unitario.
L' Unità d'Italia, piaccia o no, ha tirato fuori la penisola da un lungo periodo di oscurantismo politico, economico e sociale in cui l'aveva ficcata la divisione in sette stati autonomi, completamente slegati fra di loro, in continua lotta, grazie anche all'intervento stumentale ed interessato degli stati confinanti.
Pezzo dopo pezzo l'aggregazione si è conpletata con la rinuncia nel 1871 del potere temporale da parte del Papato.
Da allora l'Italia unita ne ha fatta di strada, passando due Grandi Guerre, un regime totalitario come il fascismo, ma continuando nella sua evoluzione sociale, politica ed economica tanto da assurgere - pur piccolina com'è - alla assise delle poche, ma grandi potenze della terra.
E la storia continua perché l'evoluzione sociale, politica ed economica si evolve e, pur con i momenti critici che anche ora stiamo vivendo, non avrà mai fine.
Peraltro proprio nei momenti di crisi occorre la massima coesione e coerenza, perché è proprio l'unione che fa la forza.
Peraltro molti stati che sono già struttuati in forma federale (come Spagna, Germania e Svizzera e unionista (Usa) non disconoscono assolutamente il valore dello stato di appartenenza tanto che alla data prevista si fanno tutti la loro bella e grande festa; fare oggi la fronda per una grande festa, che peraltro scade per convenzione ogni 50 anni, da parte della Lega risulta una operazione indecente tutta tesa ad ammannire il proprio elettorato e sopratutto per insinuare nell'unità dello Stato italiano, come un cancro, la convinzione che ognuno deve far da se e fregarsene altamente del prossimo, dimenticando però che senza il prossimo nessuno di noi ha ragione e spazio di esistere.
E' una operazione assai pericolosa perchè insegnerebbe a rinchiudere ognuno di noi sempre di più nel proprio ristretto particulare, promuovendo così il più eccessivo individualismo e buttando a mare qualsiasi principio di aggregazione sociale ed umana.
Inoltre se ognuno festeggia il suo, come se la caveranno coloro che - pur italiani - provengono da regioni o privincie diverse, ma sono per lavoro insediati altrove ?
Peraltro fa da contro canto pure la Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e il Ministro Gelmini invocando termini veramente insipienti: non ci possiamo permettere la festa perché dobbiamo lavorare e studiare.
Se è una festa,mi domando, ma si lavora e si studia chi accidenti parteciperà a questa festa appunto ? Pensionati, neonati, casalinghe e disoccupati, nulla facenti, ereditieri ?
Bah: intanto proprio quest'anno due grandi feste civili cadono di festa (il 25 Aprile ed il I Maggio) per cui anche tenuto conto di un eventuale "ponte" si farebbe un pari; inoltre se proprio vogliamo seguire questa logica perchè lorsignori non propongono di portare al sabato o alla domenica le varie feste civili e religiose?
Visto che ci siamo mettiamo sotto giogo un di gente visto che i momenti di aggregazione costituiti dalle feste sono dei fatti irrilevanti !
Come dire ci s'ha da lavorare e studiare, mi s'ha tempo di perder tempo !!
La prova della pericolosità di quanto dico riguardo alle posizioni della Lega è espressa dalle posizioni folli del Presidente della Provincia di Bolzano il quale sostiene che l'autonomia dell' Altoadige-Sudtirolo non implica assolutamente che si tratti di suolo italiano.
E' veramente curioso: la struttura amministrativa è quella italiana, le leggi sono quelle italiane la lingua tiene conto, come in altre regioni, della minoranza linguistica, ma sostenere che non è Italia è un paradosso assurdo.
I confini dell'Italia sono quelli naturali e le particolarità e peculiarità dei territori di confine e delle isole sono sanciti da una "specialita" maggiormente utile per poterli governare.
Non c'è stata assolutamente nessuna operazione di scambio - statuto speciale contro non italianità - quando furono nel dopoguerra istituite le Regioni o Provincia a statuto speciale perchè occorreva seguire amministrativamente le minoranze linguistiche e le zone economicamente svantaggiate.
La Lega proprio con le sue posizioni oltranziste rinfocola vecchi revanscismi che pensavo sopiti dopo le fasi cruente manifestatesi negli anni 60 !
Emergono addirittura posizioni assurde come quella di dire che le popolazioni di lingua tedesca non hanno votato quanto, finita la Grande Guerra, il trattato relativo sancì la definizione dei confini, visto che l'Impero Austroungarico si era liquefatto.
Per questo fatto si sostiene (ma non è proprio così generalizzato) che pur nati e residenti in Italia non ci si sente italiani (proprio come la Lega con la sua Padania), nemmeno fossero popolazioni extra comunitarie insediatesi in Italia perché scappate dai loro posti d'origine.
In questo contesto come si sentono i residenti di Piana degli Albanesi ?
Certamente, come tutti, si sentiranno particolarmente legati al proprio territorio e alle proprie tradizioni, ma non penso proprio che non si debbano sentire italiani.
Lo stesso vale per il Sud Tirolo (faccio notare che i Tirolesi considerano gli abitanti del Sud Tirolo un come terroni, pure un tontarelli) dove le popolazioni - compresa quella italiana e ladina) sono legate al loro territorio, alle loro tradizioni, alle loro manifestazioni (che anche noi tanto apprezziamo) e alle loro lingue, ma nessuno è autorizzato a considerarla come un enclave appartenente ad un altro stato (Austria o Germania ?).
In realtà penso proprio che il Presidente Dornwalder con la sua posizione voglia in realtà precostituirsi vantaggi o alibi politici relativi alla sua azione; è troppo chiacchierato per le contiguità con imprenditori della zona come Senfer che in forza della libertà d'impresa sta progettando un vero scempio naturalistico e paessaggistico nelle Alpi di Sesto o con Riffeser patron del super hotel a 7 stelle da costruire sul Champinoi in Val Gardena.
Si nasconde insomma dieto le origini austroungariche sollevando il classico polverone (ma da chi avrà imparato?)per cercare consensi a buon mercato e spadroneggiare come un novello vicerè di Carlo I d' Austria.
Naturalmente tutto questa indecenza raccontata avviene sotto il silenzio assordante del nostro Presidente del Consiglio, che ha tempo di occuparsi di tutti i suoi affari, tempo libero compreso, piuttosto di questa inverecondia che rimarrà impressa nella nostra storia.

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