Intercettazioni
Da molti mesi il Parlamento è interessato ad una nuova legge che regoli l'utilizzo delle intercettazioni perchè si vorrebbe far intendere che queste vengono utilizzate dagli organi inquirenti in modo improprio, addirittura "a strascico" per cercare prove per inguaiare questo o quel politico.
Tra l'altro ho sempre più l'impressione che questa iniziativa parlamentare - ripresa ed abbandonata più volte anche per effetto della poca o scarsa convergenza anche all'interno della maggioranza - ritorni alla ribalta precedendo di poco fatti che vengono poi posti all'attenzione dell'opinione pubblica dai vari media.
Come se in sostanza si sapesse di una nuova presunta malefatta scoperta appunto con l'inercettazione e poi pubblicizzata, per mettere nei guai questo o quel politico o questo o quell'imprenditore.
Comunque sia lo slogan che sostiene questa iniziativa si riassume in dati fantasmagorici come quando si parla di centinaia di migliaia - se non milioni - di intercettazioni o come quando si afferma - sinteticamente - che siamo tutti spiati; il che non va certo bene.
Ma in realtà molti forse non si rendono conto che intanto i meccanismi per attuare una intercetazione devono seguire una rigida procedura eppoi, che si dimostano estremamente efficaci per la scoperta dei veri colpevoli di fatti criminosi.
Per quanto riguarda la procedura il Pubblico Ministero quando viene a conoscenza di fatti penalmente rilevanti NON si può esimere dall'obbligo di indagare e pertanto se ritiene di dover utilizzare questo strumento, ne dispone motivandola, tramite gli uffici di polizia giudiziaria (Carabinieri, Polizia o Guardia di Finanza), dietro autorizzazione del Giudice incaricato.
Per quanto riguarda i fatti segnalo non certo quelli scoperti che hanno rilevanza politica, ma come esempio fatti delittuosi che occupano ore di tv e le prime pagine dei quotidiani in questi ultimi giorni.
Ad esempio l'omicidio di Avetrana che sarebbe stato commesso da zio e cugina.
Ebbene dalla documentazione raccolta dal Pm e Carabinieri che giustifica davanti al Gip l'arresto dei presunti colpevoli si può dedurre che il Pm sin da subito ha percepito che i colpevoli potevano essere molto vicini alla vittima ed ha ottenuto l'autorizzazione alle intercettazioni e messo in caccia L'Arma; questa azione si è dimostrata molto utile per costruire il castello accusatorio.
Accuse e confessioni hanno poi completato il quadro delittuoso, ma va riconosciuto al Pm e all'Arma una notevole bravura e un fiuto non comune tanto che, se le accuse verranno confermate al processo, tutti noi pensiamo che sono stati veramente bravi, per tenacia e pazienza, visto che dal delitto sono passati più di quaranta giorni.
Per inciso la procedura penale prevede che si possa ricorrere contro la decisione di carcerazione e così ha fatto la cugina accusata del delitto.
Pensate un pò se le procedure di intercettazione fossero state modificate tanto da limitare ulteriormente l'azione del Pm: siamo proprio sicuri, per quanto ne sappiamo, che le confessioni fossero poi emerse come è accaduto?
Saremmo forse ancora in ansia, i genitori in particolare, per sapere la fine di quella povera ragazza e magari ci troveremmo a vedere scoperto questo delitto fra non so quanti anni come sta accadendo per l'omidicio di Elisa Claps.
E' certo vero che il regolamento di questa materia deve poggiare su principi di giustizia e di tutela della privacy, ma non bisogna mai dimenticare gli effetti materiali che questi possono avere nei fatti concreti.
E' quindi una grande forzatura vagheggiare il pericolo che siamo tutti spiati, perchè la stragrande maggioranza degli italiani non lo è in realtà assolutamente, mentre una piccolissima parte invece lo è per il semplice fatto che è per lo meno sfiorata da fatti delittuosi, il che non dipende certamente nè dalla vittima, nè dall'inquisitore.
Riforma della Giustizia
Insomma (lo spiega certamente molto meglio Giuseppe D'aanzo in un recente articolo su Repubblica ) ci si preoccupa molto di più di circoscrivere e regolamentare i poteri dell'Ordinamento Giudiziario, piuttosto che preoccuparsi delle reali cause da cui è afflitto, cause che appunto determinano le lungaggini di giudizio con il risultato di ottoenere una Giustizia tardiva e quindi ingiusta.
Non serve poi ad un bel nulla predeterminare i tempi perchè è assurdo pensare che limitando il tempo del processo, questo produca al suo interno una sorta di automatismo per cui si fa prima e meglio.
Al di la della solita mancanza di mezzi (qui sì, si può dire che con poco si fa di più perchè l'abbondanza porta spesso più spreco che efficenza) sono le procedure che allungano i tempi processuali, sono le opportunità cavillose del tutto lecite, che portano a svolgere prima un processo alla procedura di incriminazione e poi si passa al vero processo.
Tornando all'esempio di Avetrana il Pm ha disposto le indagini avvalendosi dei Carabinieri, il Gip ha confermato l'arresto considerando sufficienti le prove raccolte e dovrebbe finire li (completamento delle indagini e rinvio a giudizio), ma ecco che si può ricorrere contro la decisione di carcerazione per cui un altro livello dell'ordine giudiziario viene occupato sul tema posto; se poi non si otterrà l'obbiettivo vi sarà una ulteriore opportunità .
Non sono certo anti garantista, ma certamente non sono ipergarantista per sui sostengo che la vera riforma di giustizia deve necessariamente occuparsi prima di queste tematiche, e non occuparsi del fatto se sia meglio che l'Ordinamento debba avere più o meno autonomia o debba sottostare a questo o quel potere.
Su questa strada si corre il serio pericolo di seguire linee ed obbiettivi auto referenziali, ma del tutto inutili se non dannosi e contrari all'interesse dei cittadini cioè quella di avere una Giustizia veloce e giusta.
Sempre seguendo le procedure assistiamo poi di frequente a fatti "strani" come quelli dei decessi in carcere per motivi inspiegabili; due giovani, uno in Francia ed uno in Italia, arrestati per reati non particolarmente gravi (truffa con carta di credito e piccolo spaccio di stupefacenti) che in poco tempo muoiono in carcere in modo sospetto.
A parte il fatto che non si sa nulla di quel che è successo, mi domando perchè per reati di questo genere ci possa essere la carcerazione preventiva anche assai lunga (ricordate quel vecchio Film di Alberto Sordi " Detenuto in attesa di giudizio" ?) che guarda caso riguada i poveracci, mentre per gli altri basta un buon avvocato per stare ai domiciliari.
Una Giustizia giusta non può acconsentire a disparità di trattamento del genere perchè verrebbe da pensare che ve ne sono due: una per i ricchi ed una per i poveri cristi.
Anche su questo tema è vero che non ci si può legare a fatti concreti che potrebbero essere fuorvianti, ma è proprio perseguendo una riforma che poggi sulla efficenza e sulla giustizia appunto che si può svolgere bene il ruolo legislativo, non pensando a come il potere politico possa meglio controllare tutto e tutti, magari in funione di protezione del potere stesso, di volta in volta esercitato dalla maggioranza di turno.
Due per tutte: la prima è la cosiddetta "separazione delle carriere" che non vuol assolutamente dire che chi "nasce" Pm "morirà" Pm, ma significa sottoporre al controllo politico di turno la parte della Magistratura che indaga (Pm), mentre la parte che giudica (dal Gip in su) si autoregolamenta da se con il suo Csm.
La seconda riguarda il Pm che non avrebbe più al suo servizio la polizia giudiziaria, ma dovrebbe farne espressamente richiesta.
E' evidente che la prima espone a pressioni una funzione accusatoria da parte del Ministro della Giustizia (che è carica politica) e per sopraconto si aggiunge la seconda dove anche qui non è il Pm che decide se usare per le indagini i Carabinieri.
Con buona pace di chi vorrebbe ina Giustizia efficente ed efficace !!
Nessun commento:
Posta un commento