Mentre si sviluppano gli incontri tra i due leader di maggioranza per mettere a punto n piano per sviluppare le riforme costituzionali ecco che il nuovo governo comincia a dimostrare con la sua azione che le sue promesse erano attuabili – ovviamente – con le debite eccezioni o precisazioni.
L’opinione pubblica del centrosinistra storce il naso per questo incontro temendo chissà che manovre sotterranee e perde ancora di vista quella che potrebbe essere invece la strategia de seguire che per ovvi motivi non può che passare per una aggregazione o convergenza politica certamente complessa ma doverosa, visto che alcuni partiti non hanno rappresentanza parlamentare per cui le loro posizioni possono trovare una difficoltà oggettiva a trasformarsi in azione concreta, soprattutto su temi di rilevanza nazionale.
La prima trappola è proprio questa nella quale Pd e soprattutto Pcd, Pcdi, Psi,Verdi, Sd, ecc. rischiano di cadere, non derivante da azione della destra, ma dalle indicazioni -severe - dell’elettorato.
E’ di oggi infatti la posizione espressa dal Governatore della Puglia, Vendola, nella quale esprime dissenso, per il momento, ad incontri e possibili alleanze auspicate da Veltroni.
Mi sembra una vera e grande contraddizione poiché Veldola stesso è il frutto di una alleanza ben riuscita ed il promotore, efficace, di una formula di governo regionale che fa una politica progressista, ma non ideologica.
Se l’iniziativa di Veltroni può apparire come un aggiustamento della linea politica del Pd, forse anche un “passo in dietro” rispetto alla scelta di gennaio, ecco che questo dovrebbe essere inteso come un progetto per gettare nuove basi su nuove alleanze che portino ad una miglior aggregazione anche elettorale in vista della elezione europee del prossimo anno.
Invece no: si continua a perseverare su una linea politica del passato, aggiustandola con nuovi leader magari, ma non emerge ancora il coraggio politico di affinare nuovi modelli , non considerando fra l’altro che alle convergenze dette a parole dal leader della destra non necessariamente faranno seguito fatti concreti (Berlusconi può mettere sempre e comunque sul tavolo le sue ampie maggioranze parlamentari).
La proposta di dialogo del Pd quindi va ben valutata perché i partiti divenuti extraparlamentari non possono limitarsi a sviluppare la loro politica solo sul piano locale con le alleanze in corso, mentre per i temi nazionali possono fare opinione, fare massa, con efficacia assai più circoscritta.
Una seconda trappola è tutta interna all’azione della maggioranza e riguarda la detassazione degli straordinari e dei premi (vedremo sull’Ici che cosa Tremonti tirerà fuori dal cilindro).
Per i premi ad onor del vero si parla di una soglia in modo da favorire solo quelli di produzione a più ampia erogazione, ma sugli straordinari la detassazione, se applicata come prospettato, rischia di creare una grande ingiustizia sociale ed economica.
Innanzitutto è bene esser chiari: con questa azione si vuol favorire la crescita dei redditi netti o dell’efficienza produttiva?
Se riguarda la prima ,come sembra – per favorire i consumi – non si posso né di devono fare distinzioni tra dipendenti pubblici e privati; inoltre non tutti i dipendenti sono in grado di prestare lavoro straordinario in quanto “i turnisti” hanno raramente questa opportunità o richiesta da parte delle imprese ed anche nel settore pubblico di turnisti ve ne sono parecchi (corpi di sicurezza ).
Aggiungo che una parte dello straordinario nell’impresa privata è in nero e non è detto che con questa novità lo faccia emergere e non è ben chiaro come si affrontino poi redditi derivanti dai rapporti di lavoro cosiddetti atipici.
Ad ogni buon conto meglio sarebbe detassare a tutti i lavoratori dipendenti la 13° anche se il vantaggio non si vedrà mese per mese, ma più consistente, solo a fine anno.
Una terza trappola riguarda il cosiddetto “pacchetto sicurezza” che il ministro Maroni sta predisponendo.
In realtà questo pacchetto, costituito da decreti legge, decreti legislativi, ecc. è scritto a quattro mani e Di Pietro per primo ha fatto notare in modo assai caloroso che sul tema tanto cavalcato in campagna elettorale l’abile mano dell’ On Ghidini sta infilando letteralmente di tutto, compreso temi o aspetti che non centrano per nulla.
Si è parlato di penalizzare le migrazioni clandestine, aumentare a 180 giorni la permanenza nei centri raccolta, si è cercato di interpretare a proprio uso e consumo il trattato di Shengen, di dare priorità ai processi relativi a stupri, furti,rapine ecc. e,dulcis in fundo,di consentire il patteggiamento anche in processi avviati dopo il 31.12.2001 (sic!).
La fantasia giudica dimostra in questo caso di non avere limiti:
innanzitutto tutti si sono strappati le vesti - giustamente-per il fatto che chi commette reati molto spesso passano anni prima di essere processato ed inoltre viene spesso messo in libertà, reiterando i reati; ne consegue che le regole di giudizio devono essere più stringenti affinché la pena venga comminata presto e bene per cui va usata con molta parsimonia l’introduzione di istituti che potrebbero vanificare questo obiettivo.
L’abbiamo visto con l’indulto che cosa è successo, ma l’abbiamo visto anche con la riduzione dei termini di prescrizione, con ilfalso in bilancio o con la trasformazione in legge del “41 Bis”(quando era decreto gli arrestati per mafia e simili erano molto di più di oggi); nel caso del patteggiamento può andar bene per i reati fiscali (altrimenti i credici fiscali non si incasserebbero mai) o per certi reati per i quali non è avviato ancora il processo (solo rinvio a giudizio), ma per quelli già avviati e prossimi alla conclusione con decorrenza – ripeto – 31 dicembre 2001 è evidente che l’obbiettivo non è quello di snellire il carico dei giudizi pendenti.
Qui prodest ? Temo che Di Pietro abbia ragione da vendere: interessa in particolare al Capo del Governo attuale che ha pendente un processo presso il tribunale di Milano !
Capito i furbacchioni ? Hanno cavalcato le paure e le insicurezze della gente ed ora per risolverle ne approfittano per sistemare fatti personali.
Domani infine ci sarà il primo – regale, visti i costi aggiuntivi che questa strategia di marketing impone – Consiglio dei Ministria Napoli: staremo a vedere che coniglio estrarranno dal cilindro: bianco o nero ?
Il problema è certamente drammatico,e complesso, dove tutti hanno ragione da vendere, ma dove l’inefficienza si è scontrata con gli interessi particolari della camorra; questo fenomeno riemerge come una bomba ad orologeria e le reazioni dei cittadini appaiono talvolta pilotate sapientemente in attesa del “gran giorno”.
Staremo comunque a vedere se le trappole continuano, auspicando che l’opposizione anche quella extra parlamentare sappia smascherarle, denunciarle e rintuzzarle efficacemente.
2 commenti:
Ciao Gino,complimenti per il tuo blog molto interessante, mi farebbe piacere avere un tuo commento
sull’ultimo mio post “Può una strategia elettorale ben studiata fare cambiare le sorti e rovesciare i
pronostici? Ho inserito anche un sondaggio. Buon inizio settimana da Tiziano
necessita di verificare:)
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