Bisogna riconoscere che la "normalizzazione" dell' Italia sta procedendo a passo spedito non solo per effetto dell'azione del Premier Berlusconi, ma anche per quella di tanti amministratori locali (sindaci, governatori regionali, presidenti di Provincia, ecc), che hanno ottenuto consenso sulla base di promesse precise e sulla base di queste si possono permettere di fare il bello e cattivo tempo.
Governatori come Galan, Formigoni, Lombardo o sindaci come Tosi a Verona o Alemanno a Roma, governano da tempo - più o meno ampio - e se il destino non li porterà ad altri incarichi, rimarranno a governare chissa per quanto altro tempo.
Tuto questo comunque non per il fatto che quel che hanno promesso viene e verrà mantenuto, ma perchè ormai è generalizzato il senso comune che solo questi signori sono in grado di offrire affidabilità all'opinione pubblica e all'elettorato il quale sa perfettamente come spira il vento e conseguentemente si metterà in scia cercando di evitare tutti i danni possibili.
Gli amministratori dell'altra "sponda" invece debbono sempre fare i conti con se stessi, con l'elettorato e l'opinione pubblica anche nelle regioni o località a rappresentanza storica, dove iniziative innovative portano a discutere ed anche ad indebolirli: basti pensare alle iniziative di Dominici e Firenze sulla tranvia, o altre specifiche di Cacciari a Venezia o quelle di Soru in Sardegna (pagate a caro prezzo).
Sconti infatti non ce ne sono per nessuno in questi casi o simili, mentre quando si tratta di altre località tutto scivola via come olio: basti pensare alla Sicilia dove il governatore ha dovuto dimettersi per sentenze giudiziarie, ma nulla è cambiato visto che vi è stato un semplice cambio di cavallo e non vi è la certezza che le cose per questa regione - federlismo fiscale o meno - possano migliorare una buona volta radicalmente.
Sul piano nazionale va dato atto che quanto prometteva Berlusconi quando scese in campo nel 1994 si è alla fine avverato; non tanto perchè sia riuscito ha modernizzare il paese, quanto perchè qualsiasi cosa dica o pensi non trova alcuna reazione che la condizioni sino al punto di modificarla o migliorarla.
L'Italia in questi 5 lustri non è migliorata, anzi, nonostante il forte impegno di lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi,artigiani e piccoli, mei e grandi imprenditori, la struttura del paese, il nuomo modello macro socio-economico non è assolutamente cambiato e sta peggiorando sempre di più.
La china che si sta seguendo è veramente preoccupante per effetto del gap economico crescente, del calo demografico autoctono, per il calo della coesione sociale, per l'aumento della fascia dei redditi sempre più vicini alla soglia di sussistenza.
Si dice oggi che la grande crisi economica non permetterebbe quello che occorrerebbe fare, ma anche a metà della legislatura 2001-2006, la macchina produttiva italiana si fermò, ma di soluzioni stutturali non se n'è vista neanche l'ombra: figurarsi oggi dove sorgono pure i problemi derivanti dal recente terremoto in Abruzzo.
Eppure, nonostante la politica annunciata del fare non produca effetti oggettivamente riscontrabili, il livello della considerazione rimane elevato, magari per rassegnazione, ma non si ricercano assolutamente significative e valide alternative.
Il perimetro in cui tutto questo avviene è stato appunto da tempo ben definito e in questo si muove senza scossoni sia l'apparato messo in piedi dal Premier sia una parte significativa dell'opinione pubblica, convinta decisamente delle promesse delle quali si accontenta ampiamente.
La normalizzazione sta in questo appunto: determinare come la macchina della maggioranza si deve muove, promettere oggi una cosa e domani il contrario, ma l'importante per questa maggioranza e per l'oponione pubblica che la sostiene è che quanto si dice sia convincente.
Che poi tutto questo si avveri è tutto un altro paio di maniche, o peggio ancora che quanto promesso si avveri, ma gli effetti non siano assolutamente di alcuna utilità.
La logica direbbe che alla annunciazione faccia seguito l'azione e a questa il risultato (positivo ovviamente).
Non c'è tema che questa maggioranza e il suo leader non sappia cavalcare e questo, al popolo dei normalizzati basta e avanza, perchè per le proprie necessità si provvederà con la solita arte di arrangiarsi: il problema è di chi non sa o non può arrangiarsi, ma questo è un altro problema...
Certamente il primo passo è sempre quello di lanciare l'idea e poi di concretizzarla, ma l'utilità e la convenienza quando la verificheremo ?
Sul terremoto per esempio abbiamo vissuto nel 1997 quello dell'Umbria e va riconosciuta l'efficacia sia nei soccorsi che nella ricostruzione gestita da maggioranze di governo diverse, come si gestirono allo stesso modo quelle del Friuli, ma oggi sembra che tutto questo non sia mai avvenuto e ci si appresti a vedere l'unica grande risoluzione del dramma, in tempi supersonici e per di più si agganci alla fase di ricostruzione un grande evento del G8 fra poco più di 2 mesi.
L'annuncio dello spostamento della sede del G8 dalla Maddalena sembrava una mossa assai azzardata, ma in realtà si sta dimostrando che tutto è possibile a questo mondo, anche spostare uomini e mezzi così ingenti e questo non farà che rafforzare l'appeal del Premier presso l'opinione pubblica, ma nel contempo sfuggirà completamente dall'analisi di questo cambiamento,l'utilità diretta ed indiretta di questa azione.
Il discorso del risparmio è certamente commendevole (ammesso che ci sia realmente), ma non vedo assolutamente che maggior vantaggio diretto ne potrebbe derivare entro il prossimo luglio per le popolazioni abruzzesi visto che per il dopo sarebbe già tutto organizzato e pianificato sin dai primi giorni.
Quel che di buono il prossimo G8 potrà produrre lo vedremo durante e dopo quell'evento, ma la sua collocazione geografica è e sarà del tutto ininfluente sui risultati.
Resta invece l'effetto della manovra di cambiamento e quella resterà nella percezione dell'opinione pubblica: decisione, azione ed esecuzione.
Non c'è che dire: la regia è ormai ben studiata con azioni e sensazioni sollecitate ed ottenute, mentre per chi - e non son pochi - tutto questo lascia perplessità non vi è modo per sollevare effettivamente obiezioni convincenti.
E' comunque una china estremamente pericolosa questa perchè o prima o poi questo periodo idilliaco finirà e ci accorgeremo tutti che questo grande mondo di consenso non avrà prodotto alcun effetto se non dannoso e le reali macerie - alla faccia della percezione passata - potranno risultare un grosso dramma.
A quel punto comunque le responsabilità saranno di tutti: dei millantatori, degli incantatori, dei normalizzati ed anche di chi sapeva e conosceva il pericolo e nulla o poco ha fatto per evitarlo.
sabato, aprile 25, 2009
ITALIA " NORMALIZZATA"
alle 5:37 PM
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1 commento:
Si, probabilmente lo e
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