Certamente il Presidente Berlusconi non finirà mai di stupirci con i suoi interventi "mirati" che giornalmente ci proprina, tutti volti a creare audience, ma soprattutto volti a recuperare consensi che gli sono necessari per cercare di rivincere le prossime elezioni politiche.
L'ultima, sentita ieri in un breve resoconto al tg ( a causa dello sciopero in corso) riguarda le sue considerazioni sul nazismo del tutto simile al comunismo, per poi giungere rapidamente all'Italia che rischia di essere governata da ex-post-comunisti, no comprendendo che simili suoi
interventi gli risulteranno certamente controproducenti.
La strumentalità è evidente perchè l'analisi di questi eventi politici e storici è obbiettivamente assai conplessa e le responsabilità, senza voler cercare di attenuarle, sono altrettanto complesse ed articolate per cui giungere a rapide conclusioni sulla attualità politica italiana, risulta
assai azzardato.
Molto rapidamente, riguardo al panorama storico rilevato dal Predisente del Consiglio, credo occorra sottolineare che la nascita del comunismo, del nazismo dapprima e della turbolenza medio orientale poi sono frutto della prima guerra mondiale con la quale le potenze illuminate di Francia ed Regno Unito (gli Stati Uniti non erano ancora la grande forza politica raggiunta
con la seconda guerra mondiale sino ad oggi)intendevano "liquidare" tre grandi imperi che stavano sempre più avvitandosi su posizioni anacronistiche:l' Impero Austroungarico, Quello Russo e quello Ottomano (un caso a parte è l'Italia che pur vincendo la guerra, i danni e la
disgregazione conseguente portarono alla nascita del fascismo).
Ancora una volta abbiamo la riprova che le guerre non servono a migliorare la società, ma caso mai a fare semplicemente soldi; infatti il risultato è stato che si son sostituite a strutture imperialiste strutture totalitarie (sin dall'inizio o successivamente), mentre nella penisola arabica la spartizione tra Francia e Inghilterra ha creato il bel "papocchio" della Palestina con la creazione nel 1948 dello stato di Israele, ma non quello di Palestina.
Questo non vuol certo dire che le grandi potenze di allora siano responsabili delle abberrazioni dei totalitarismi, ma certamente la loro azione non ha nemmeno ipotizzato che queste potessero nascere e men che meno hanno tentato o contribuito ad evitare che queste sorgessero.
La realpolitik del momento ha invece creato accordi, alleanze sfociate anche in trattati, ma ben si guardarono di contestare alcunchè preferendo voltarsi dall'altra parte.
Le responsabilità implicite del nazismo, fascismo e comunismo Urss, sono comunque integre e la storia ha già dimostrato la loro indubbia negatività.
Anche la seconda guerra mondiale ha continuato nell'obiettivo di smantellare il terzo Reich e di ridimensionare fortemente le velleità dell'impero del sol levante, ma le alleanze tenute con l'Urss si son ben guardate dal prendere in considerazione non tanto la politica sviluppata da quest'ultima, quanto le abberrazioni sviluppatesi al suo interno.
Per precisione di cronaca è bene rammentare che le differenze ideologiche tra nazifascismo e comunismo sono sempre state evidenti: il primo basato sulla superiorità razziale ha visto fallire il suo modello sociale mentre il secondo basato sul collettivismo ha visto fallire il modello economico (dove il gulag ereditato dagli zar - è stato inequivocabilmente una riprovevole aberrazione, ma non un elemento del modello economico stesso).
E bene ancora rammentare che la rivoluzione sovietica ha contribuito a smantellare un impero nel quale sostanzialmente non esisteva una borghesia indoddisfatta come in quella francese,per cui lo smantellamento di uno stato feudale, non poteva che essere sostituito da un modello
collettivistico.
Il fatto drammatico è stato che questo modello è stato perpetrato continuamente facendo emergere sia contraddizioni, sia storture e drammi che hanno fortemente influenzato le categorie sociali dell' Urss stessa.
Dopo la seconda guerra mondiale la nascita dei due blocchi voluta - è bene esser chiari- da tutti ha consentito che le abberrazioni in Urss continuassero e si acuissero ulteriormente, ma anche qui, quando si costituiscono i bilateralismi, si può contribuire a creare situazioni antidemocratiche soprattutto nelle società o negli stati in formazione (la riprova la riscontriamo negli stati africani o arabi liberatisi dal colonialismo dove le democrazie stentano ad emergere ancora oggi a
distanza di parecchi decenni).
Quanto sopra esposto credo dimostri quanto complessa ed articolata sia l'analisi in particolare del comunismo e quanto molto occorra aggiungere per completare e giudicare il comunismo (in questa breve analisi solo sovietico).
Passando al movimento comunista italiano poi l'analisi è certamente articolata anche se non così complessa; certo è che il movimento si è evoluto passando dal collateralismo con l'Urss, attraverso anche drammatiche scissioni, sino ai giorni nostri dove il principale partito, il Pci, è ormai sepolto da oltre 10 anni.
Peraltro occorre dire che anche altri partiti come Rifondazione e Comunisti italiani, pur rimanendo collegati agli ideali storici del comunismo, si sono decisamente ed inequivocabilmente evoluti per cui certi principi sono stati anch'essi decisamente accantonati per il loro anacronismo.
Da parte di Berlusconi pertanto appare decisamente curioso ed azzardato cercare di terrorizzare l'opinione pubblica e l'elettorato auspicando il pericolo di momenti bui per la democrazia italiana, qualora il centro sinistra (ed i "comunisti" al suo interno) vincesse le elezioni politiche
nel 2006, per il semplice motivo che tutto ciò è antistorico: in primo luogo perchè il movimento comunista - con il Pci - in Italia ha contribuito alla crescita della Repubblica italiana sin dalla sua nascita e poi perchè le amministrazioni sia locali che nazionali (da ultima quella costituita dai Governi Prodi-D'Alema-Amato)di centro sinistra, pur con i loro errori, non hanno patrocinato la povertà, il collettivismo o il centralismo democratico, ma hanno contribuito alla scescita economica e sociale del paese (che potessero far meglio è fuor di dubbio, ma che abbiano invece
portato allo sfascio il paese questo non è per nulla vero).
La riprova: non mi sembra che le regioni del centro Italia siano in stato di degrado e le popolazioni residenti siano con le toppe al sedere (alcune sono amministrate sin dal dopoguerra da amministrazioni di sinistra), nè mi risulta che il Cav. Berlusconi non sia riuscito ad emergere come imprenditore sino a costruire il grande impero di cui gli va dato merito.
La smetta quindi di usare toni populistici e dica chiaramente, senza furbizie, qual'è il modello economico e sociale che vuole proporre agli italiani per la crescita del paese: vuole proporre il liberismo alla Tatcher lo faccia e lo applichi se gli italiani lo asseconderanno; se vicerà invece il centro sinistra con il suo modello riformista, faccia costruttivamente l'oppositore evitando di seminar zizzania ad ogni piè sospinto per il bene suo e degli italiani.
sabato, novembre 12, 2005
Le esternazioni del Cav. Berlusconi
alle 5:15 PM
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