sabato, aprile 20, 2013

PRESIDENTE NAPOLITANO: GRAZIE MILLE !!

Checchè ne dica Beppe Grillo non possiamo che ringraziare tutti il Presidente Napolitano  della grande disponibilità che ha dato alla Repubblica Italiana rinunciando ad attuare quanto aveva più volte affermato con convinzione, cioè  di voler, alla fine del mandato presidenziale, limitarsi a continuare in Parlamento il ruolo di "semplice" senatore a vita ed emerito.
Il fatto che un ex comunista, insieme ad un altro - suo concorrente - prof: Stefano Rodotà confermino  il loro impegno per le Itituzioni deve però farci riflettere non poco sulle incapacità e sulle contraddizioni del ceto politico sottostante, compreso quella parte che per la prima volta, in modo assai consistente, è oggi presente in Parlamento.
Già i risultati elettorali hanno dato le prime avvisaglie che il tempo non aveva maturato politicamente i blocchi storici tant'è che il Cdx ha evidenziato il suo verticismo, peraltro attuato anche dal nuovo M5S e il Csx, in particolare il Pd (Sel si è liberato degli estremismi inconcludenti di Rifondazione Comunista) ha evidenziato la sua fragilità peraltro gia presente nella formula dell Ulivo e successivamente nell' Unione.
Intendo dire che la pluralità di anime di Ulivo prima e di Unione poi da fenomeno positivo si è dimostrato elemento di conflittualità e conseguente fragilità; questo si è pari pari riprodotto nel Partito Democratico che da neo nato non ha vinto le elezioni del 2008 ed ha vinto parzialmente nel febbraio 2013.
In sostanza l'elettorato ha capito quali fossero i suoi punti deboli per cui non l'ha premiato nel 2008 e questa volta ha indirizzato oltre tre milioni di voti al nuovo M5S.
Il Csx è partito in questa legislatura quindi con l'handicap e non ha concluso accordi con il M5S rifiutati perchè aveva fatto della lotta ai partiti il suo slogan principale.
Ha peraltro giustamente rifiutato accordi con il Cdx con il quale non ci sono convergenze per la forte diversità delle ricette per affrontare i temi più impotanti per l'Italia.
Peraltro il Pd non è un partito con struttura verticistica,come Pdl e M5S  i cui eletti sono vincolati almeno sino ad ora alle decisioni prese, per cui nelle possibili formule per formare un nuovo Governo esistono come in passato forze centripete che puntavano a soluzioni contrapposte.
La democrazia interna è certamente segnale vivace delle diversità, ma le scelte conseguenti si presentano estremamente fragili proprio perchè per nulla vincolanti.
E' evidente che la struttura del partito va reinventata, ma per il momento, in attesa del nuovo congresso, andavano affrontati i problemi importanti su rinnovo istituzionale con un minimo di strategia e soprattutto di forte coesione.
La fragilità è emersa in occasione della elezione del PdR: la scelta obbligata, visto che il Csx non aveva sin dall'inizio - come nel 2006 - la maggioranza relativa (da usare dopo la terza votazione) del grandi elettori, era
quella di cercare da subito le ampie alleanze per la scelta comune del miglior candidato da porre al voto parlamentare.
Ma proprio perchè vi erano forze contrapposte che prediligevano successivamente - per la formazione del Governo - le une una grosse coalition con il Centro e Cdx e l'altra una alleanza con il M5S, il mandato scaturito e consegnato a P.L. Bersani era troppo generico.
Nel senso che l'ampia alleanza non andava ricercata con tutti i gruppi parlamentari, ma era sufficiente con quelli che ci stavano, utili al conseguimento di una maggioranza assoluta di 2/3.
Peraltro Bersani, in questo caso, avrebbe dovuto iniziare il confronto prima con il M5S ed avuta la risposta che questo avrebbe scelto on line il proprio candidato per le prime tre votazioni, avrebbe dovuto fermarsi e riconsiderare la strategia da porre in essere.
Invece il Pd e il segretario Bersani si sono fatti carico di cercare una rosa di nomi da proporre al Centro e al Cdx scegliendo uomini certamente validi, ma non fuori dagli schemi come avvenuto per la nomina dei Presidenti di Camera e Senato.
Il Cdx ha avuto buon gioco nello scegliere quello più confacente e cosi Marini è stato bruciato al primo turno di votazione.
Ancor più grave, a dimostrazione delle divaricazioni interne del Pd, è stata la scelta dell'esimio Prof. Prodi in un primo tempo deciso all'unanimità sia nella direzione del partito che nell'assemblea dei parlamentari di coalizione, ma bruciato inaspattatamente nella quarta votazione: uno su quattro circa dei votanti ha tradito le scelte fatte precedentemente.
Il bel risultato è l'implosione del Pd che ha prodotto come primo atto le dimissioni di Bersani e non sappiamo, almeno ad oggi, quali potranno ssere le conseguenze effettive.
Non ci dobbiamo scandalizzare sul fatto che vi possano essere scelte diverse perchè scegliere un uomo/donna piuttosto che un altro/a significa affrontare determinate problematiche e scelte in modi diversi, ma quando però esce una scelta ancorchè a maggioranza, deve finire una buona volta il cattivo vezzo che chi non è d'accordo è autorizzato a moversi come meglio crede.
Qui addirittura almeno cento parlamentari non erano d'accordo su Prodi, non hanno detto nulla a chicchessia, ma nel segreto dell'urna è rinato il franco tiratore; se questo servisse ad "aggiustare il tiro" forse potrebbe essere anche comprensibile, ma quando questo produce l'auto affondamento è evidente che le scelte sono ben poco politiche e forse molto più personali.
Sul questo scenario è scattato l'invito a nozze per Cdx ea M5S a sparare ad alzo zero, dimostrando la maggior fragilità di chi ha la maggioranza relativa del peso politico, quando invece dovrebbe essere proprio il contrario !
Il fatto che Bersani abbia rinunciato l'incarico ha prodotto la necessità impellente di trovare una soluzione alternativa che superasse la fase di stallo aggravata dal fatto che la dirigenza Pd non aveva più peso, mentre deteneva la maggioranza qualificata dei votanti.
Per fortuna il Presidente Napolitano, interessato tempestivamente, è ritornato sulle sue decisioni, ed oggi almeno il  tassello più importate delle Isitituzioni è andato a posto; ora verrà il bello perchè il PdR riavrà tutti i suoi poteri, e vedremo cosa ne uscirà relativamente al prossimo Governo.
Le ipotesi sono più d'una, ma le più probabili sono un Governo di larghe intese oppure un Governo del Presidente la cui vita comunque non sarà lunghissima, perchè ogni partecipante avrà l'arma del ritiro della fiducia se non verranno rispettati puntualmente i temi di cui si dovrà occupare nell'interesse dell' Italia, individuati nella fase costituente (compreso il contributo dei 10 saggi).
Quanto al M5S dovrà pensare velocemente a che ruolo giocare nei prossimi giorni; parlare di golpe è una bischerata madornale.
Ha puntato sulla distuzione del Pd, ma ammesso che ci sia riuscito (forse si è auto distrutto) questo fatto non gli crea vantaggi per il futuro poichè rivincere su un possibile moribondo produce una mezza vittoria ! 

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