La recente approvazione al Senato della legge sul processo breve o con tempi prederminati, procede spedita all'esame della Camera dei Deputati e, putroppo, fra pochi giorni avremo una legge vergognosa che non affronta per nulla i problemi che provocano molto spesso tempi assai lunghi nei processi sia penali che civili.
Riassumendo la legge questa pone dei tempi massimi ad ogni grado di giudizio, tempi entro i quali il giudice o i giudici debbono giungere a sentenza.
I tempi sono differenziati tra i reati per i quali sono previste pene entro i dieci anni e quelli che prevedono pene superiori ai dici anni; inoltre viene introdotta la retroattività per i processi in corso, dove anche qui i tempi prescritti sono diversi a seconda delle pene previste, inferiori o superiori ai 10 anni.
Inoltre i tempi prescritti si applicano a qualsiasi tipo di processo civile e penale, sia quindi ad imputati persone fisiche che a persone giuridiche, ovvero a persone fisiche che hanno agito nell'interesse di persone giuridiche.
Per prima cosa questa legge non è fatta nell'interesse di tutti i cittadini, ma soltanto nell'interesse degli italiani imputati perchè la predeterminazione dei tempi, se non rispettata, prescriverà il reato e le parti lese non verranno in alcun modo ristorate.
Caso mai le parti lese potranno ricorrere contro lo Stato che non ha provveduto, pur in presenza di imputati, a soddisfare il il loro diritto alla giustizia, con risvolti quindi economici imprevedibili.
Non viene rispettato quindi il diritto al giusto processo, che riguarda sia imputati che parti lese.
Per secondo non è assolutamente vero che i nuovi termini di legge siano ancora abbastanza lunghi, perchè sono termini classificati "a scaglioni" per cui se il primo grado di appello non viene completato nei tempi previsti, il processo si estingue per cui apparentemente un processo potrà durare per esempio 8 anni, ma in realtà potrebbe essere liquidato dopo due o tre anni a seconda dei casi.
Non viene rispettato quindi il diritto ad ottenere una sentenza definitiva in tempi accettabili.
Per terzo questa legge si preoccupa essenzialmente di predeterminare tempi certi per l'esecuzione del processo, ma non analizza assolutamente quali possano essere le cause che hanno prodotto le lunghezze inaccettabili dei processi stesse.
Le cause sono due: la più semplice ed intuitiva riguarda l'aspetto organizzativo per cui entrano in ballo sia l'organizzazione delle strutture giudicanti che i mezzi e uomini necessari a soddisfarle; la seconda riguarda - ed è quella più complessa e spinosa dove nessuno vuol metterci becco - la struttura delle procedure che consentono scappattoie e cavilosità sfornate dalle abilità oratoria dei difensori per cui in virtù del diritto alla difesa si innescano, molto spesso, lungaggini che dilatano lo svolgimento del processo fino a contribuire in modo determinante a non rispettare i tempi indicati dalle prescrizioni previste per i vari reati.
Un esempio molto significativo: se un corrotto viene pagato prima del fatto c'è la corruzione semplice o complessa, se viene pagato dopo si potrebbe addirittura ipotizzre che non ci sia stata corruzione !
La quarta riguarda l'incidenza di questa legge in gestazione sulla durata o estinzione anticipata dei processi in corso; L'Anm e il Csm indicano che questa produrrà l'eliminazione del 50% circa dei processi in essere, mentre il Ministro di Giustizia indica l'eliminazione soltanto nel 10% dei processi che sono circa 3,5 milioni.
Precisa poi il Ministro Alfano che già oggi i processi che decadono sono circa 170 mila (sarebbe un 5%) all'anno per decorrenza dei termini per cui già la metà dei processi si estinguerebbe per via naturale con gioia degli imputati e enormi incavolature delle parti lese.
Questa candida affermazione conferma che questa legge raddoppierebbe questo grave disservizio della giustizia, lo istituzionalizzerebbe insomma per cui l'obbiettivo di dare tempi certi e giustizia a parti lese e ai presunti colpevoli sarebbe proprio l'opposto.
Se ne avvantaggerebbe la malavita che saprebbe fin da ora (come nel caso degli evasori fiscali che sanno perfettamente che o prima o poi beneficierà di una sanatoria) i rischi connessi alla scoperta dei loro reati e verrebbero punite le parti lese ancor più preoccupate dai problemi di sicurezza tanto sentiti - anche in forma esagerata e strumentale - proprio dalla coalizione di centro destra.
Se invece le previsioni di Csm e Anm risultassero le più veritiere è evidente che il danno per le parti lese sarebbe ancora più grande e tutta questa operazione risulterebbe una enorme sanatoria che incrementerebbe le ingiustizie e ridurrebbe in modo assai sensibile sia la quantità dei processi che le spese di giustizia che ammontano oggi a circa 8 miliardi l'anno.
Insomma un bel sistema per ridurre i costi dell'apparato statale senza tutelare i cittadini.
Come quinta si continua a sbandierare il fatto che questa legge affronterebbe il il tema della durata dei processi per effetto di richiami da parte della Ue; ebbene la Ue non è una foglia di fico per cui al bisogno la si estrae come un jolly perchè se il fenomeno è vero è pur vero che i tempi prescritti con l'attuale legge - se si riescono a rispettare tutti i tempi di ogni grado di giudizio - sono del tutto simili alla vita vita media degli attuali processi per cui non saremmo fuori dai richiami U per il semplice fato di aver introdotto dei "tetti".
La sesta riguarda il fatto che la legge in esame riprenderebbe i disegni di legge predisposti sia nel 2001 che nel 2006 dalla coalizione di centrosinistra; nulla di più falso perchè accanto ai tempi certi erano pure previste delle eccezioni qualora i tempi di prescrizione previsti fossero più lunghi ed inoltre i tempi non riguardavano quelli relativi alle indagini e relativi rinvii a giudizio (cosa che questa legge invece contingenta).
Inoltre quelle bozze di legge riguardavano i futuri processi e comunque - visto che non ci sarebbero differenze -non si comprende perchè l'attuale maggioranza (allora all'opposizione) non abbia applaudito alle iniziative sostenendole pure con il voto.
Inoltre queste bozze riguardavano i processi verso persone fisiche mentre ora sarebbero incluse anche quelle giuridiche il che significa che i diritti di migliaia di riasmiatori, per esempio, che non godono di un efficace diritto alla class action (che stranamente non è retroattiva), subiranno al danno le beffe.
In sostanza le rigidità di questa legge riducono di fatto i tempi di prescrizione qualora nella fase istruttoria o in primo grado non fossero rispettati i tempi contigentati.
Occorre aggiungere poi che questa legge ha la presunzione, ponendo limiti temporali assai precisi, di provocare una corsa ad ostacoli da parte di Gip, Pm, Giudici, Collegi Giudicanti, ecc. per stare nei tempi dimenticando che: "quando l'acqua è poca, ossia scarseggia, la papera non galleggia!"
Per utimo mi risulta estremamente fastitidioso ed inaccettabile l'atteggiamento del Premier che è una istituzione dello Stato quando, per il suo interesse personale, attacca la Magistratura con frasi abberranti come quella "...i miei legali mi consigliano di preentarmi in giudizio, perchè sarebbe come presentarsi al plotone di esecuzione".
Per carità le frasi colorite possono dare efficacia a quel che si dice, ma quando si continua ad attaccare tutte le istituzioni come sovente è successo in questi giorni, tutto questo mi appare assai grave perchè discredita difronte a tutti gli italiani anche l'istituzione che il premier rappresenta.
Non siamo ad una partita di calcio ed il rispetto deve partire da chi è più importante ed in questo caso chi attacca è il Premier non certo il Capo dello Sato o la Magistratura che di fronte a reati non può che fare il suo mestiere.
Vedremo come questa storia andrà a finire: non nel senso di quando e come la legge verrà approvata, bensi che effetti produrrà effettivamente nella società civile, quanti presunti colpevoli esulteranno e quante parti lese rimarranno senza giustizia !
giovedì, gennaio 21, 2010
LE MENZOGNE DEL PREMIER E DEI SUOI SOCI
alle 1:26 PM
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1 commento:
A mio avviso il processo breve violerebbe soprattutto il principio di certezza della pena; credo che la prescrizione giudiziaria vada eliminata e che debba rimanere solo la prescrizione relativa al tempo trascorso tra il commettere il reato e l'inizio del procedimento (civile o penale). Una volta che un reato viene rilevato entro i tempi di prescrizione, il procedimento dovrebbe SEMPRE arrivare al termine.
Enrico
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