venerdì, gennaio 02, 2009

ALITALIA: ALLA FINE E' ... AIRFRANCE-KLM

Augusto Fantozzi ha recentemente affermato che la "vecchia" Alitalia è morta di grandeur: ha perfettamente ragione e di questo ne erano coscenti tutti, anche i dipendenti, ma le responsabilità sono sempre in chi ha governato e non ha messo mano all'eliminazione di gravi distonie che appesantivano le sue ali, anzi ha agito con irresponsabilità forti degli appoggi politici via via susseguitisi nel tempo.
Quello che tutti gli italiani devono sapere però è che la soluzione trovata, ancora una volta, non è delle più limpide, nonstante l'affidabilità di un manager capace come Colaninno Sr., perchè ancora una volta ha seguito logiche di schieramento politico che non sempre sono le migliori.
Oggi infatti viene annnciato l'accordo tra la nuova Alitalia ed Airfrance-Klm che entrerebbe come socio al 25% (socio maggioritario) e quindi non si comprende come mai in primavera un accordo condotto dal Tesoro con lo stesso vettore internazionale non piacesse a molti, ed oggi invece questo fatto passi sotto silenzio.
In primavera non erano d'accordo i sindacati, non era d'accordo Berlusconi, non erano d'accordo la Lega, Malpensa, Formigoni e Letizia Moratti, ma oggi tutti tranquilli allineati e coperti, nonostante le aspirazioni di molti di questi - a suo tempo sbandierate - non siano per nulla soddisfatte.
Malpensa, Lega, Formigoni e Moratti vedono - con Cai - ulteriormente ridotta la portata di Malpensa e Linate e l'accordo con Airfrance-Klm mette in soffitta l'italianità cavalcata da Berlusconi; per ora è il 25%, ma nulla esclude che dopo il 13 gennaio non vedremo altre manovre sul capitale.
Questa si chiama ancora una volta strumentalità per cui se una soluzione la applica una parte è una svendita, una buffonata e via dicendo, ma se la stessa la applica la parte avversa ecco che tutto va bene.
Non va bene invece per niente: vanno sempre ricercate le soluzioni oggettivamente migliori -come in questo caso rilanciare un asset storico - non le soluzioni a noi più convenienti per meri calcoli politici ed elettorali o di contiguità economica.
I Sindicati ed i lavoratori non hanno capito che la corda era troppo tesa e dovevano avere il coraggio di chiudere l'accordo in primavera che avrebbe imposto sacrifici ben più ridotti in termini di occupazione, mentre oggi sono più di 7 mila i dipendenti in mobilità o prepensionamento lungo; il coraggio doveva essere mantenuto anche contro tutti gli esponenti politici ed imprenditoriali che volevano cavalcare la tigre dell'italianità, ma che invece avevano in mente una operazione che era contro gli interessi dell'Italia..
L'accordo invece con Cai - che coinvolge pure Airone a suo tempo competitor di Arifrance - risulta meno convincente in termini di livelli occupazionali, di costi e di capacità specifiche tanto che si è ricercato subito un partner commerciale di peso per cercare di far riuscire questa impresa.
Il fatto che il Governo in carica e il suo Presidente abbia avuto un ruolo determinante per tirare per i capelli un gruppo di imprenditori in una iniziativa promessa gran voce in campagna elettorale è dimostrato dall'accordo stesso, dove la parte sana è stata ceduta, mentre tutto il resto verrà posto in liquidazione con residui debitori che si preannunciano consistenti tutti a carico della collettività a partire dalla perdita del capitale sociale detenuta dal Tesoro (50%), dei prestiti obbligazionari sottoscritti dai risparmiatori, dai costi sociali per i dipendenti e dalle minusvalenze derivanti dalla vendita degli assets " in procedura" (con ricavi cioè più contenuti) .
Mentre ad aprile l'affare lo faceva lo stato italiano cedendo in toto la compagnia ad Airfrance-Klm in cambio del 5% del capitale sociale della nuova conglomerata Airfrance-Klm-Alitalia e assumendosi l'onere del ricollocamento di di personale in esubero e degli assets che le sarebbero rimasti (in bonis), oggi l'affare lo fa la Cai acquistando la crema di Alitalia, Airone che entra nella aggregazione, Airfrance-klm che si ritrova una compagnia ridotta, snella e senza piombo nelle ali.
Ma l'affare non finisce qui: perchè Toto, proprietario di Airone si spoglia della parte pesante della sua creatura, riservandosi la cessione in affitto dei contratti di leasing, degli aerei, più appetitosi guarda caso ad Alitalia.
Infine, a dimostrazione della strumentalità della cordata Cai asservita alle mire del Presidente Berlusconi, stà l'affare dei soci stessi di Cai che cedono il 25% della stessa ad Airfrance per oltre 300 milioni di euro, registrando già da subito una bella plusvalenza ed attenuando contemporaneamente il rischio a suo tempo assunto sottoscrivendo 1,050 milioni di euro (valutare oggi il 25% 300 milioni significa che la società vale ora 1,200 milioni di euro, con 150 milioni di plusvalenza !).
Non hanno infatti deciso un ulteriore aumento di capitale sociale da riservare ad Aifrance-Klm, ma sono già rientrati parzialmente del loro invesimento.
Sarebbe interessante saperne di più, sapere cioè come questa fransazione si sostanzierà: vi sarà l'uscita di alcuni soci o la riduzione delle quote dei soci attuali ? Il regolamento della somma avverrà direttamente nelle mani dei soci cedenti o nelle mani di qualche società off shore ?
Al di la di tutto questo resta il fatto che questa operazione patrocinata dal Presidente del Governo in carica non è assolutamente dettata dall'interesse per la collettività, ma nell'interesse politico di parte e di pochi imprenditori, mentre i costi, tutti, sono a carico degli elettori, compresi quelli che hanno sostenuto questa coalizione di maggioranza relativa al governo.
Brutto epilogo questo che dimostra come queste azioni di governo non siano nell'interesse degli italiani, ma nell'interesse di pochi.
La cosa deve essere preoccupante per tutti - soprattutto in questi momenti di preannunciata crisi economica strutturale - perchè se questo è il modus operandi è chiaramente comprensibile che le azioni di governo possono e potranno apparentemente essere messe in campo nell'interesse dell' Italia, ma nella realtà potranno favorire i prescelti via via selezionati ed utili al mantenimento del potere.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Rettifico la mia ipotesi di partecipazione Airfrance al capitale Cai, oggi Alitalia: si tratterebbe di aumento di capitale sociale riservato alla compagnia franco-olandese per 322 milioni di euro; nello statuto inoltre i soci sono divisi in due gruppi e sono vietati i passaggi di quote al di fuori di questi, per i prossimi 4 anni e sino a che la società non sarà quotata alla Borsa italiana.
I vantaggi per i soci Cai e per Airfrance rimangono comunque immutati perchè i costi della ristrutturazione della compagnia di bandiera e di Airone rimangono tutti a carico dell'erario, ovvero dei contribuenti italiani.