mercoledì, settembre 21, 2011

MAGGIORANZA PARLAMENTARE SOTTO RICATTO DEL PREMIER

Non c'è nulla da fare: il Cav. Berlusconi tiene sotto ricatto la sua maggioranza parlamentare non tanto per sostenere e sviluppare la propria azione di governo, quanto per utilizzarla a suo piacimento per difendersi dai suoi comportamenti politici e personali.
L'interesse del Premier è quello di stare comunque a galla, costi quel che costi, utilizzando, se lo ricordi bene anche la Lega, una maggioranza parlamentare che non scaturisce certo dalla volontà elettorale del 2008.
Una parte degli eletti del centrodestra si è staccata dalla maggioranza per cui la struttura attuale è costituita, alla Camera dei Deputati, soprattutto dal soccorso sopravvenuto per effetto del cambio di casacca dei cosidetti responsabili che, prima, sono stati eletti molto spesso fra le fila degli schieramenti di minoranza (parlamentare).
Il Capo dello Stato ha preso atto di ciò, non stracciandosi per questo le vesti: se una maggioranza permane questa ha tutto il diritto ed il dovere di proseguire, effettivamente, la propria azione politica.
Di converso se il Capo dello Stato ravvisa il pericolo che questa nuova maggioranza rischia di sfaldarsi, proprio per il momento critico in cui ci troviamo (effettiva efficacia dell'ennesima manovra di governo e situazione complessiva economica e finanziaria in regressione), ecco che questi ha il dovere di seguire con tempestività ed attenzione eventuali cambiamenti nella "solidità" del Governo.
Ecco perchè le tesi sostenute dalla Lega sono incogrue: non si può invocare la volontà degli elettori, poichè gli eletti (o i nominati) non sono più quelli scelti nel 2008 dalla maggioranza, relativa, dei votanti.
Peraltro queste argomentazioni evidenziano che si cerca a tutti costi di  far quadrato per mantenere in piedi un morto che cammina evitando da un lato che il Governo vada sotto su temi ultra determinanti, minimizzando da un lato i voti contrari dati, a maggioranza, per cinque volte contro le proposte dell' On. Prestigiacomo, ma cercando dall'altro che l'On. Milanese non venga lasciato al destino della Magistratura.
Questo non perchè si sia ravvisata una persecuzione giudiziaria contro questo esponente Pdl, ma perchè acconsentire alla sua carcerazione chiesta dalla Magistratura, significherebbe, platealmente ammettere le debolezze di questa coalizione.
Non ci sarebbe, voto segreto permettendo, il coraggio di scaricare un uomo politico di dubbia reputazione, facendo pure un favore all'On. Tremonti del quale questo parlamentare è stato consigliere assai ascoltato.
Significa avere la paura della propria ombra, poichè se Milanese verrà condannato (e per questo la Magistratura deve essere libera di indagare spostando le foglie di fico che lo vorrebbero invece nascondere) questo non vuol dire che abbia responsabilità anche il Ministro del'Economia.
Certo non ci fa una bella figura comunque (anche se Milanese salvasse la ghirba), ma le azioni penalmente rilevanti, se non esistono intrecci chiaramente dimostrabili, di Milanese sono solo e soltanto responsabilità sua.
Se così non fosse, capisco che si cerchi di salvare la pelle ad un pezzo da 90 del Governo, ma da che mondo è mondo chi sbaglia paga (qualsiasi sia la conseguenza personale e collettiva).
Parlo di maggioranza sotto ricatto perché il fatto Milanese non è l'unico poichè fra una settimana la Camera dei Deputati sarà chiamata ad esprimersi anche su un componente del Governo,ed anche qui dovranno essere i fatti e solo i fatti che dovranno portare questa autorità davanti alla Magistratura.
Ma non è finita perchè il ricatto del Premier continua in quanto, pur con la manovra monstre di 54 miliardi di euro, stanno emergendo nuovamente crepe che impedirebbero il raggiungimento degli obiettivi dichiarati, ma non si vedono all'orizzonte alcune iniziative utili e necessarie per raddrizzare la barca.
Lo spirito di  autosufficienza parmane - presuntuosamente - in questo Governo e in questa maggioranza che vuol fare tutto da sola, freandosene sei suggerimenti avanzati dalla parti sociali e guardandosi bene dal coinvolgere fattivamente le opposizioni (come se fossero degli appestati) ed anche ora che il futuro sembra meno roseo del previsto ecco che ci si arrampica sugli specchi per minimizzare o per addossare, per l'ennesima volta - la colpa al prossimo.
Parti sociali e opposizioni avevano suggerito chiaramente al Governo che la manovra doveva contenere tre elementi strutturali: recupero fiscale, riduzione dei costi di struttura dello stato e misure di rilancio dell'economia.
Elementi che per essere veramente efficaci dovevano essere mixati sapientemente fra di loro; invece Governo e maggioranza parlamentare hanno voluto far da soli perchè non hanno voluto tener conto di ipotesi di contrazione delle previsioni di crescita interne ed internazionali, attaccando, ora, in modo infantile la società di rating che ne trae le conclusioni.
La manovra appena approvata, come qualsiasi altra, non ha l'imprimatur divino, ma tiene conto purtroppo solo del futuro più favorevole, mentre non tiene conto del mutar dei venti; ecco perchè il nostro debito viene declassato.
Di manovre aggiuntive, largamente previste da parti sociali ed opposizioni, se ne parlerà fra pochi giorni, ma se non  vi sarà l'umiltà politica di affrontare veramente i temi utili all'Italia, saràl'ennesima azione inutile.
Per fare invece una azione veramente efficace occorrono manovre tempestive e coordinate (e già ora l'effetto sorpresa è svanito viste le notizie di trasferimenti di capitali all'estero) come quella di un accordo con la Confederazione Elvetica che tassi adeguatamente i capiali esportati, mentre si introduce la patromoniale.
Oppure prendendo in mano i contenziosi fiscali del condono tombale prima che scadano i termini, oppure si armonizzino le tassazioni dei redditi delle imprese ora molto diverse tra piccole e medio grandi.
Fermo restando che se queste novità non vengono indirizzare per redistribuire la pressione fisale, per battere l'evasione, per abbattere il debito  e per rilanciare l'economia, queste sarebbero l'ennesimo bel compitino con risultati nulli o molto modesti.
Per intanto il ricatto sul Parlamento da parte di un Premier sempre più indifendibile continua visto che anzichè mettersi al lavoro sui veri titoli utili a raddrizzar la rotta, non si trova di meglio che, pensando agli scandali e ai processi in cui il Cav. Berlusconi è impelagato, di riprender in mano leggi ad personam per parare ora un processo, ora una intercettazione ora una testimonianza.
La maggioranza parlamentare vuole interessare il Parlamento per confezionare un "vestitino" fatto su misura per il Cav. Berlusconi che lo aiuti a restare a galla: ora la legge sul "processo lungo", per far cadere in prescrizione un processo scabroso (Mills), ora la legge sulle intercettazioni (non già per regolamentarne la diffusione e punire quelle vietate) per svuotare i processi in cui è imputato o semplicemente testimone e presunta vittima, ora sul "processo breve" per ridurre i tempi di prescrizione sui processi appena iniziati.
Di legge contro la corruzione, ferma da anni in Parlamento, invece non se ne fa cenno ed  non è più un sospetto bensì una certezza che toccare questo tema rimetterebbe nelle peste parecchia gente e fra queste in Cav. Berlusconi in primis, se è vero che ha scambiato i favori "di letto" con favori affaristici su commesse varie, con personaggi di dubbio affare.
Il ricatto continua pure con l'inchiesta della Magistratura di Napoli: si sente addirittura parlare di intercettazioni non dovute (le 100 mila  intercettazioni, Ministro Fitto, sono quelle di Bari) e interrogazioni di testi che la Procura di Napoli non doveva fare: follie poichè la Magistratura con tutti i suoi pregi e difetti non ha nè il dono dell'ubiquità nè quello della preveggenza.
Infatti solo dai recenti interrogatori  è saturito che gli eventuali reati a carico del Premier sarebbero avvenuti a Roma ed ecco che il Gip, interessato per la richiesta di libertà vigilata di Tarantini, ha messo le cose a posto reindirizzando la procedura giudiziaria a Roma.
E' curioso che di questa ricollocazione fosse più interessato il Cav. Berlusconi che l'imputato principale; bah :
forse vi è il suo interesse a prender tempo visto che tra trasferimento e assegnazione al PM passerà del tempo prima che la Procura chieda lumi al teste Berlusconi (che è quel che aspetta giocando le sue carte per dirarla per le lunghe).
Oppure, pensando parecchio male, mi domando come mai la Procura di Roma venisse chiama "porto delle nebbie"!

Comunque sia ancora una volta la maggioranza parlamentare è al seguito degli interessi e dei voleri del Cav. Berlusoni infischiandosene delle situazione estremamente grave e men che meno delle opposizioni e delle parti sociali.
Curioso in questo contesto la flemma di tutta l'opinione pubblica: che stà aspettando non si sa cosa.
Sta aspettando forse l'ennesima azione di governo ad "approssimazione successiva" ?

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