domenica, settembre 18, 2011

ON.ANTONIO MARTINO: NON CI SONO ALTERNATIVE ?

In una recente apparizione televisiva, fra l'altro, l' On. Martino ha affermato che alla attuale situazione politica non esisterebbe alternativa, come a dire che le opposizioni non sarebbero in grado di costituire una valida alternativa alla coalizione di centro destra che mal governa da anni (questo lo sostengo io, ma anche i fatti inconfutabili).
Siamo alla follia per una serie interminabile di motivi.

Innanzitutto questa maggioranza si trova in difficoltà perchè ha perso da tempo la sua coesione visti i diktat che ogni tanto appaiono, ma poi vengono riassorbiti e perchè anche sulla recente manovra ha dimostrato di avere sentimenti diversi tanto da discutere con proposte e contro proposte sulla sua definizione, infischandosene assolutamente degli inviti del Capo dello Stato a coinvolgere anche le opposizioni.
Raccontarci che questo è sintomo di vivacità della maggioranza è una vera favola poichè in realtà è sintomo di un malessere che si vuol cercare di sopire a tal punto che, a manovra conclusa, sono un pò tutti scontenti.
Aggiungo poi che se invece si trattasse di confronto tra le varie anime - forze centripete -   questo è sintomo di fragilità e debolezza, nè più nè meno di quando questo avveniva nelle coalizioni di centrosinistra al governo ed il fatto che la maggioranza resti a galla come un tappo di sughero, va ricercato nei ricatti reciprochi costruiti da tempo sin dal 2001.
Sostenere quindi che non c'è alternativa è quindi una fandonia mastodontica, perchè le alternative ci sono eccome.

La più logica - avveniva anche ai tempi della Dc quando il cambiamento interno dei pesi delle correnti, producevano nuovi governi, se non nuove elezioni - porterebbe a dire che se la maggioranza di centrodestra è veramente solida e libera da vincoli e ricatti, questa maggioranza avrebbe al suo interno la capacità di riformare un nuovo governo, aggiornando obbiettivi e azioni, per cui non sarebbe certamente un tradimento al mandato elettorale ricevuto se il Premier e i componenti del Governo, cambiassero, nell'interesse politico proprio e dell'Italia.
Martino sostiene che non c'è alternativa invece perchè cambiare il Premier (ormai screditato di fronte al mondo e agli italiani per i suoi comportamenti ) le sue vicissitudini giudiziarie e soprattutto per la sua inazione politica, significherebbe non screditare la coalizione, ma screditare un uomo ormai indifendibile da chiunque, contabilizzando la caduta di un teorema populista che ha fatto solo danni all'Italia.

Le alternative poi esistono eccome, oltre al "cambio di cavallo", perchè, vista la situazione economica del paese e la disponibilità delle principali opposizioni si potrebbe costruire un governo di larghe intese (o grosse koalition) per terminare la legislatura, compiendo gli atti necessari ed ineludibili per raddrizzare il nostro "titanic".
Ma anche questo viene rifiutato sdegnosamente perchè significherebbe sancire la debolezza di questa maggioranza e soprattutto del suo Premier, eppoi dover accettare azioni di risanamento utili e necessarie, che sino ad ora il Premier si è sdegnosamente rifiutato di applicare (anche perchè contrarie alle sue promesse mai mantenute).
Altra alternativa potrebbe essere quella di un governo del Presidente, utilizzando il Presidente Sen. Schifani, per un governo mirato alle elezioni anticipate; oppure un governo tecnico costituito da tecnici e politici sostenuti da   il più ampio arco parlamentare; oppure infine la chiusura anticipata della legislatura con nuove elezioni.
Anche queste soluzioni significherebbero sancire il fallimento di questa maggioranza, ma soprattutto del suo Premier, poichè sono fanfaluche quelle di sostenere che questa possibilità rendrebbe più fragile l'Italia.
Come detto in altri articoli, durante la seconda guerra mondiale, il Gran Consiglio ebbe il coraggio di sfiduciare il Duce e farlo arrestare, ma la guerra civile che nacque all'armistizio non dipese da questo, ma dal fatto che l'talia fu spaccata in due dalla nascita della RSI!
Il disastro per l'Italia trae appunto origine da quel fatto che produsse morti e distruzioni!Quindi fragile per fragile, meglio una azione che dia speranze per il nostro futuro.

A ulteriore sostegno che esistono invece alternative, poi ci sono le argomentazioni per così dir "tecniche" dell' On. Martino: ha ragione nel dire che la Bce non dovrebbe interessarsi ad operazioni di sostegno dei paesi più fragili perchè questo significherebbe creare una contiguità pericolosa tra il potere monetario e quello politico dell'Europa, ma la soluzione non può essere quella di  lasciar fallire uno stato per gli effetti che avrebbe sulla sua popolazione molto spesso innocente.
Occorre invece che il potere politico europeo, e fra questo anche della sua componente Italia, trovi le soluzioni credibili per superare e far superare il momento critico di uno stato aderente; non certo come dice il Cav. Berlusconi, sollecitare, nel caso dell'Italia una manovra generalizzata del sistema pensionistico, che ci "imponga" l'ennesima modifica del nostro sistema pensionistico.
Se un governo si sente forte come dice di sentirsi forte il Governo Berlusconi, deve trovare il coraggio di azioni anche impopolari, motivandole adeguatamente !
Il Prof. Martino sa infatti perfettamente che la dichiarazione di fallimento di uno stato è come una inflazione galoppante (a due cifre) di uno stato, poichè diventa una potente tassa patrimoniale occulta, per di più regressiva, tal che i ricchi trovano certamente il modo per continuare a galleggiare (anche in Italia in questi giorni si sente dire di trasferimenti consistenti in contanti verso l'estero), mentre gli altri.... andassero pure tutti a fondo!
I ricchi sono certo un elemento importanze in una società e in una nazione, ma il loro ruolo è proprio quello di far d' esempio affinchè anche gli altri meno ricchi o umili trovino l'ispirazione per migliorare la propria situazione economica.
Peraltro i grandi ricchi illuminati come si sente in questi giorni dire (De Benedetti, Montezemolo, Della Valle, ecc), sanno perfettamente che la loro ricchezza dipende anche da vantaggi eeditari e comunque dalle proprie capacità di generare grande ricchezza, ma sanno perfettamente che se non esistesse anche l'altra parte del mondo, ovvero, il popolo indistinto che vive, consuma e produce, tanto ricchi non sarebbero.
In questo senso molti noti ricchi del nostro paese si dichiarano non contrari ad una tassazione dei loro patrimoni, mentre un altro super ricco che siede a Palazzo Chigi è contrario (dice che preferisce fare beneficenza in tutta riservatezza) non certo perchè è un parvenu, ma perchè evidentemente intende coprire continuare a coprire le malefatte di molti atri ricchi italiani che non hanno il coraggio di trasferire risorse all'estero in chiaro (bonifici bancari) perchè evidentemente hanno parecchio da nascondere sulla loro ricchezza (evasione?).


Ma tornando alla tesi del Prof. Martino: sul fatto che il default di Grecia in questo caso un sarebbe un dramma lascerebbe pensare che anche uno lontanamente possibile dell'Italia lo sarebbe; ebbene potrà pur essere che per la piccola Grecia, che le ha tentate veramente tutte, non ci sia futuro; ma nel caso dell'Italia stiamo veramente tentando tutto ?
Questa maggioranza si è resa conto che per la grandezza della nostra economia e del nostro debito statale siamo un anello importante della moneta unica (della quale siamo storici patrocinatori) e che il suo indebolimento creerebbe difficoltà appunto all'euro?
Veramente il prof Martino ci vorrebbe far credere che questo governo e questa coalizione di cui pure lui fa parte, le ha veramente tentate tutte, oppure, per misere utilità elettorali, ha fatto ripetute manovre non equilibrate (quando accusavano a suo tempo le attuali minoranze parlamentari di essere imbelli) e per questo continuano a produrre effetti inversamente proporzionali tanto da renderne necessarie altre ancora ?
Sostiene il Professore che queste manovre aiutano la recessione - che pure è in atto -; giusto: e che cosa sostiene da anni l'opposizione (quella che non sarebbe una alternativa); sostieme un semplice assioma ovvero rigore da un lato e equità e rilancio dall'altro che vanno impostati contemporaneamente altrimenti diventerebbero, come l'ultima manovra, un' anatra zoppa!
Ammettiamo che i "tasti" toccati con quest'ultima manovra siano quelli giusti, ma le politiche di rilancio dove sono ? Non ci si può salvare in corner, come sostiene il Ministro Tremonti, che fra poco occorre fare "il tagliando" alla manovra stessa; che cosa vuol dire ? che ci saranno ancora sacrifici o questa volta ce ne saranno anche per gli "untouchables" da finalizzare una buona volta per fini nobili ?
Per di più il Prof. Martiro ha pure toccato il tasto del Trattato di Maastrich soffermandosi su regole disattese un pò da tutti - chi più chi meno -gli stati, ma si guarda bene da proseguire: infatti nei parametri ci rietrarono per tempo un pò tutti gli stati (almeno uno dei due fondamentali), anche la Grecia con il gioco delle tre carte condotto guarda caso da un overno di centrodestra (ed ora al centrosinistra gli socca la patata bollente da raffreddare ), al momento del passaggio ai rapporti di cambio fisso (1998), ma non dice cosa la sua colazione non fece al momento del change over nel 2002 (monitare i prezzi non era da stato liberale) e soprattutto perchè la sua coalizione, con le sue grandi maggioranze, non ha affrontato la riduzione dello stock di debito, sperando soltanto che il Pil crescesse più velocemente del debito tanto da invertirne i rapporti.
Queste non son chiacchiere, sono fatti e sui fatti occorre prendere decisioni conseguenti; il Governo ed il Premier si sono dimostrati incapaci e per questo, come è avvenuto in passato per altre coalizioni, devono pagarne le conseguenze andandosene e non trincerarsi dietro fantasie inconsistenti, per farci pagare, a tutti, noi italiani due volte il danno.
Se a questo si aggiunge la sempre minor credibilità politica, umana ed etica del Premier che non vuol mollare (boja chi molla diceva a Reggio Calabria, Ciccio Franco nei moti del 1970), penso che le strade percorribili realisticamente si stiano trasformando inesorabilmente in degli stettissimi viottoli !



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