lunedì, dicembre 30, 2013

LEGGENDO " GIORNI BUGIARDI"

Mi son letto tutto d'un fiato "Giorni Bugiardi" ricevuto in regalo per Natale.
Si tratta di una cronaca molto dettagliata che riguarda il PD e Bersani dal maggio 2012 all'aprile 2013 che mette in ordine cronologico non solo i fatti ma anche i ragionamenti che spiegano le strade intraprese, le contro mosse e le controtattiche degli interlocutori politici interni ed esterni, nonchè eventi sconosciuti ai più.
In questo periodo molte sono le informazioni che già si son ricevute dai canali mediali, ma ci è spesso mancata la "filosofia" che predeterminava certi orientamenti e certe decisioni, "filosofia" che sostiene, comunque sempre qualsiasi azione politica, anche degli schieramenti concorrenti o opposti.
Occorre rimarcare quindi che la politica è uno strumento complesso che spesso l'opinione pubblica sottovaluta e che considera "sporca" quando si complica per effetto delle problematiche complesse che intende  affrontare; c'è il pericolo, in effetti che si possa avvitare su se stessa, ma questo dipende dalle capacità e dal livello di responsabilità di chi la pratica nonchè degli impegni presi con gli elettori.
Ci sono infine diversi retroscena che spiegano come effettivamente sono andate le cose nell'anno indicato in premessa.
Per esempio è di Bersani la scelta di proporsi - sin dal maggio 2012 - come candidato premier di coalizione e di aprire le primarie anche ad altri esponenti Pd poichè il suo obiettivo è stato quello di tener conto della proposta di rinnovamento avantaza, magari in modo ruvido, da Renzi, ma utile a costruire alleanza per produrre una vera politica di cambiamento.
E sulla sua scelta ha dovuto faticare per convincere il gruppo dirigente che quella era la strada più giusta ed opportuna.
La scelta di Marini a PdR non è assolutamente frutto di un inciucio con il Pdl, come ci fu descritto da qualche opposizione e qualche media, ma una scelta fredda e calcolata di votare un uomo di chiara provenienza politica - il Csx - gradito al Cdx, con caratteristiche di uomo popolare, espressione del mondo del lavoro, abituato alle ondate con la sua esperienza pluridecennale sindacale e non ultimo uomo cattolico, dopo due PdR laici.
Uomo che nonostante l'età avrebbe riservato certamente vivaci comportamenti politici inaspettati, anche e Bersani in cuor suo avrebbe pensato anche a Mattarella, giudice della Corte Costituzionale.
Peraltro è spiegato e documentato che Bersani non ha fatto mai tutto da solo, ma ha ricevuto pieno mandato dalla assemblea dei Grandi elettori di "Italia bene comune" per negoziare con tutti i partiti, quindi anche il Cdx, la scelta di un proprio " uomo di campo" e che questo non doveva assolutamente essere elemento di scambio per sciogliere il problema costituito dalla nascita del nuovo Governo, arenatosi dopo il risultato delle elezioni.
Marini quindi viene accolto favorevolmente dal Pdl, da Sc (Casini addirittura afferma "se eleggiamo Marini avremo un Pertini cattolico")e con qualche perplessità anche da Sel, ma non dal Pd dove scoppiano inprevisti i macchiavellismi di quelle che defisco confraternite.
L'accordo di coalizione di attenersi alle decisioni della maggioranza salta a causa del dissenso espresso dal gruppo di Renzi, di parte dei "giovani turchi" e di altri esponenti di non votare la proposta Marini d è proprio qui che Sel esce dalla coalizione neonata: se non ci credete voi a sostenere un vostro uomo, perchè dovremmo farlo noi ?
Quindi Sel è uscita in questo frangente non dopo, con la nascita delle larghe intese.
Le confraternite sono a mio modo di vedere quelle organizzazioni che compongono il Partito che dovrebbero riassumere linee, variabili politiche che contribuiscono alla formazione di una linea comune articolata, ma in realtà coltivano i rancori politici di chi arriva secondo (il primo dei battuti) che non aspettano altro che un passo falso o una situazione più critica del previsto per disacionare il primo resoponsabile dell'intera organizzazione politica.
C'è infatti chi sostiene che la proposta Marini abbia un sostegno troppo ampio in Parlamento e sia preferibile la nomina di PdR di area come avvenne nel 2006 con Napolitano, contraddicendo però nel giro di pochi giorni le scelte fatte e il mandato conferito a Bersani.
Dopo il fallimento del tentativo di nomina su Marini, due votazioni andarono a vuoto,  e Bersani si dovette far giustamente carico di rimettere in moto il processo di formazione di una nuova proposta e nella assemblea dei Grandi elettori pretese una "primaria" in cui nella scheda fosse indicato un solo candidato a scelta del votante, ma Bersani aggiunse che per parte sua avrebbe scritto Romano Prodi (spegazioni non ne diede, ma è evidente che questo uomo di stato aveva caratteristiche abbondantemente adeguate per il ruolo proposto).
Inaspettatatamente l'assemblea applaudì con un boato, mentre Bersani insisteva nel chiedere il voto ed anche interventi se voluti; alla fine si accontentò di una alzata di mano all'unanimità.
Cosa è successo lo sappiamo ed io mi rendo conto che questo comportamento che ha fatto veramente vacillare la stabilità del Pd per effetto di acidità, nascoste, emerse nel segredo dell'urna, per calcoli politici successivi alla nomina del PdR e relativi alla nascita e formazione del Governo se non addirittura con lo scopo di ritornare immediatamente alle urne.
La definizione che dò è irresponsabilità politica icomprensibile soprattuto se si tien conto che l'80% del Pd in Parlamento è costituito da neo eletti.
I dissenzienti nel Pd sono probabilmente più di 101, ma comunque sono riconducibili a più di una confraternita, magari coordinate fra di loro.
La leggo così: da Bersani, dopo dopo il colpo magistrale della nomina di Grasso (con il voto di M5S) e della Boldrini, ci si aspettava una nuova genialata per la scelta del candidato alla PdR, ma dopo il fallimento su Marini (che Bersani considerava una inaspettata novità dai fatti successivi)alcune confraternite hanno deciso che era giunto al capolinea, che il suo progetto di Governo di cambiamento, anche con una allenza circoscritta visto il risultato elettorale, non aveva futuro, e che meglio sarabbe stato puntare alla nomina di un PdR d'area che consentisse o nuove elezioni oppure una grosse coalition in tricolore.
E qui ci possiamo sbizzarrire in ipotesi di alleanza interna temporanea anche tra componenti o parti di esse ufficialmente contrapposte (penso a Renzi - D'Alema).
Resta comunque il fatto che dopo la seconda ingiustificata tranvata, Bersani, da uomo politicamente serio e moralmente coerente (non intende insistere su uomini bocciati sperando nell'abbassamento del quorum con il rischio di bruciarli) ha capito di essere giunto al capolinea, che la speranza di costruire un Governo di cambiamento con alleanza adeguata è svanita per cui decide le sue prossime mosse: dimissioni da Segretario in assemlea dei Grandi Elettori per poi salire al Colle, rinunciare all'incarico e far di tutto per convincere il Presidente Napolitano ad accettare la rinomina (proposta verificata e ben accetta a tutto l'arco parlamentare escluso il M5S).
Le prove di questo stanno in una lettera - divenuta circolare - con la quale il PdR esprime le sue considerazioni e condizioni al Gruppo del Pd.

Fa ancora di più: contatta gli esponenti delle principali regioni perchè in delegazione, se d'accordo, salgano al Colle per sostenere la sua richiesta formulata al Pdr.
Non considero questa pubblicazione una agiografia dell'operato di Bersani, perchè traspaiono chiaramente i punti deboli, più che errori,  della azione politica di Bersani.
Ha sempre sostenuto che per governare bene bisogna pensare al cambiamento, non solo prospettato, ma anche quello vissuto giorno per giorno, cercando quindi di sorprendere  l'opinione pubblica con fatti concreti, di stupire una nano secondo prima degli altri (effetto Keith Richard) con atti concreti e non con le parole tipiche dei venditori di fumo .
Per Bersani la comunicazione è al servizio dell'azione, ovvero conta molto di più quel che si fa che quel che si dice, oppure vale molto di più quel che si dice rispetto a come lo si dice.
La sua storia recente ce lo dimostra: da ministro delle sue lenzuolate se ne sapeva poco, ma quando usciavo queste sorprendevano per la novità, l'efficacia e molto spesso non costanano all'erario nemmeno un centesimo.
Ecco, in un mondo divenuto sempre più apparenza, con il grande cerimoniere Berlusconi che dietro l'apparenza nascondeva i fatti propri, la formula di Bersani aveva minori possibilità di appeal soprattutto se non replicata da tutto il quadro dirigente del Pd, il quale spesso coglieva l'occasione di differenziarsi su temi sia marginali che fondamentali dando (senza rendersene conto ?) la sensazione di forte scollamento.
L'idea era certamente giusta, ma se si vuol proporre non solo una nuova soluzione di governo, ma un progetto chiaro di nuova società, occorre farlo con convinzione ed in modo coordinato, perchè solo così potrebbero essere accolti cambiamenti anche radicali che possano anche comportare sacrifici mirati e convincenti.
Ricordo infatti che nel  1996 Prodi e l'Ulivo non vinse le elezioni sulla bandiera che rappresentava la nuova coalizione, ma proponendo un progetto di entrata nell'euro, seguendo una politica temporanea di sacrifici in parti rimborsati  e che poi perse le successive elezioni del 2001 non perchè la lira era entrata nell'euro, ma per l'incertezza politica che la coalizione aveva dimostrato cambiando tre PdC in 5 anni !
Evidentemente non è bastato il percorso e il taglio di comizi fatti da Bersani per spiegare bene la sua proposta politica assai articolata, perchè ne usciva minor spessore ed efficacia, rispetto a chi cavalcava malcontento e populismo, anche con la traversata dello Stretto di Messina.
Spiegare i propri intenti politici per slogan non è nelle sue corde perchè se lo facesse sembrerebbe stonato in un mondo in cui contano gli  slogans e boutades (che magari vengono realizzate, ma non producono effetti di cambiamento radicale in una Italia da riformare.
Peraltro Bersani percepiva nei comizi chiaramente la repulsione verso il Pd (incapaci ? Irresponsabili? Infantili ?) ed il sommivimento che cresceva in netta contrapposizione con le indagini demoscopiche dei soliti istituti di ricerca, ma non è riuscito a convincere adeguatamente la dirigenza del Pd del pericolo incombente.
La pubblicazione non lo dice perchè si limita a registrare i fatti, ma l'errore più grosso (che mi rode sin d'allora pir non avendolo votato)è stato quello di permettere a Renzi di usare il Pd come un tram: partecipo alle primarie (con qualche azione spregiudicata e discutibile come l'avviso a pagamento su i primi quotidiani nazionali il giorno prima del ballottaggio alle primarie), ma se perdo resto a fare il Sindaco !
Per carità è stato coerente si sente dire, ma un concorrente che "perde" con il 40% dei voti, scusatemi, ma non può chiamarsi fuori dai giochi; si candida alle elezioni, anche se scomodo per il suo seguito,  e fa molto di più del contributo che ha dato come promesso alla campagna elettorale.
Magari il risultato in termini di voti sarebbe stato lo stesso, ma il film poteva essere un altro per effetto di una maggior corresponsabilità in tutta la campagna elettorale e negli eventi successivi.
Ora il neo segretario Renzi è alla prova dei fatti sin da subito e vedremo che diversa e soddisfacente pressione, riuscirà ad imprimere a questo prosieguo di legislatura.  



mercoledì, novembre 27, 2013

BERLUSCONI: SI E' AUTO AFFONDATO !

Con il voto del Senato che decreta la sua decadenza a norma di legge,Silvio  Berlusconi è irrimediabilmente fuori dal Parlamento italiano nel quale è entrato con le elezioni del 1994.
Politicamente, penso, rimarrà sulla scena politica italiana conducendo una nuova Forza Italia, ma il suo peso è destinato ad appassirsi, soprattutto se non punterà alla creazione di un quadro dirigente credibile ed una struttura del "movimento" duratura, che si riproponga come forza politica che offra un progetto di governo credibile.
Da questa "ripartenza" par di capire invece che voglia invece, per protestare sulla sua decadenza, innescare la già rivista tattica del creare enormi polveroni, resuscitando i comunisti pressochè spariti da oltre 20 anni, ovvero creando nuovi diavoli fra i politici in servizio e quelli in crescita.
Nell'incidende giudiziario occorso a Berlusconi i voti conseguiti in passato non possono contar nulla, perchè la sovranità popolare determina gli eletti, ma non li può certamente mettere al riparo, quasi vosse un salvacondotto, dalle problematiche giuriche che dovessero insorgere, come non può essere salvaguardato dalla vita che scorre inesorabile, o dagli accidenti di salute.
E' poi ora di finirla con questo mantra dei milioni di voti ottenuti personalmente (pari ai voti ottenuti dal suo partito), quando in lista bloccata si è presentato primo in lista in tutte le circostrizioni elettorali, prima per la Camera dei Deputati e poi per il Senato.
Se si chiede inoltre rispetto per i milioni di voti raccolti dal Cdx occorre allo stesso tempo avere altrettanto rispetto per chi si è espresso votando gli altri chieramenti ed aggiungendo pure il partito consistente degli astenuti o non votanti.
Quel che comunque Berlusconi non vuol accettare è il fatto di essere un uomo come tutti gli altri, un uomo che se sbaglia e per questo viene condannato, deve accettare la sentenza, con grande amarezza certamente, ma deve saperla accettare, senza ricorrere a mille sotterfugi e a piagnistei.
Peraltro, anche se non lo vuol nè lo può ammettere, sa perfettamente ciò che ha combinato nella sua vita e sul piano giuridico ne ha combinate di ogni colore sin dallo scandalo di "mani pulite" dal quale usci indenne, non per assoluzione, ma per decorrenza dei termini, insieme all'affaire Mondadori dove l'aspetto penale fu schivato, ma non quello civile giunto a conclusione quest'anno.
La tecnica usata nelle sue politiche d'affari di sempre - anche quando è assunto ad incarichi di Governo primari - è stata senz'altro la spregiudicatezza, ma poi in caso di incriminazione la sua tecnica dilatoria ha fatto in parte premio, per raggiungere le agognate prescrizioni.
E si badi bene che l'utilizzo della levadelle ad personam non hanno favorito solo lui, ma su certi temi - come il falso in bilancio - hanno offerto salvacondotti a molti, alimentando conseguentemente l'aumento dell'evasione fiscale (che a suo dire oltre certi livelli è accettabile) che poggia appunto sui regolamenti in nero.
A tirarla in la però si pone sempre un rischio: che i nodi vengano al pettine, ed oggi, dopo la sentenza d'agosto, gli effetti sul suo peso politico vengono liquefatti, dopo quasi quattro mesi di dibattito parlamentare.
Non sono servite nemmeno le minaccie, gli anatemi fatti pure ai Senatori della Repubblica, nè l'agitazione di piazza organizzata e nemmeno le accuse di presunti golpe.
Ne è servito nemmeno qualche inconsapevole " aiutino" da parte di chi proponeva di attendere sia la sentenza di Cassazione (il ricorso non mi risulta sia ancora stato presentato) per l'interdizione  ai pubblici uffici, sia il parere della Consulta sulla applicabilità della Legge Severino (anche qui non mi risula che nessua vi abbia fatto ricorso), per far decidere al altri - e non al Senato - la sua decadenza e non contribuire quindi a creare un martire.
Sul questo ultimo aspetto rammento a questi senaori "misericordiosi" che è una vita che Berlsconi fa il marrtire e tutto questo battage da film kolossal, l'ha sempre usato e lo avrebbe usato anche in futuro.
Per di più ha tentato di incrociare le sue vicende giudiziarie il cui decorso procede comunque inesorabile, con le sorti politiche dell'Italia, con la stabilità del Governo che volta volta conduceva, sino a quest'ultimo condotto da Enrico Letta sostenuto anche dal suo partito, quasi a chiedere l'assoluzione parlamentare per permettere l'esistenza in vita del Governo stesso.
Degli effetti di una caduta del Governo e dei riflessi sull'Italia non ha dato - pur riempendosi la bocca di Democrazia - alcun segno di preoccupazione. 
Nonostanto questo l'epilogo, laborioso e complicato oltre ogni limite, è giunto alla fine della sua esperienza parlamentare ed obiettivamente alle sue spalle ha lasciato un terreno di battaglia sconvolto anche da recenti scissioni che intendono scindere la vita del governo in carica, da quella, politica, di questo ex premier.
Sulle sentenze non vedo nulla da aggiungere, perchè la Magistratura è autonoma e le sue decisioni vanno rispettate sempre e comunque; peraltro non ho mai sentito un condannato applaudire per le pene infertegli  e molto spesso nessuno a nulla dire sulle vittime.
Quel che più mi preme evidenziare è il giudizio politico su questo uomo, nonostante i risultati elettorali conseguiti in questi 20 anni.
E' entrato nella scena politica come l'uomo nuovo, ma si è comportato sempre come un politicante di lungo corso intrecciando le sue promesse, le sue affabulazioni verso eletti e elettori con i suoi affari, con i suoi misfatti talvolta perseguiti e puniti.
Resta comunque il fatto che quel che si è ripromesso di fare, non l'ha fatto, nemmeno quando le sue maggiranze poggiavano su solide basi elettorali, su solide maggianze.
Nel 1994 checchè se ne dica ora - è bene ricordarselo e ricordarlo a tutti (anche ai suoi ostinati elettori) - il suo Governo è caduto per divegenze politiche nella sua maggioranza tanto che la Lega ritirò il suo appoggio e passò all'opposizione favorendo la nascita dl Governi Dini nel gennaio 1995.
L'avviso di garanzia (da parte di "certa Magistratura") avvenuto nel settembre 1994 non è quindi la causa della sua caduta, ma lo è la sua politica non condivisa dalla sua maggioranza.
Peraltro le divergenze politiche delle sue maggioranze parlamentari sono esistite eccome, ma molto spesso tacitate con concessioni che potevano servire a qualche partito del Cdx a piantare la classica bandierina per il proprio elettorato di riferimento; penso alla Lega, negli anni successivi, che ha chiesto ed ottenuto il federalismo fiscale fallendo clamarosamente l'obbiettivo visto che la spesa di Regioni, Provincie e Comuni è aumentana non certo diminuita.
Nel 1996 venne poi la Legislatura con il Governo dell' Ulivo dove il Csx, pur confezionando cose egregie come la entrata della lire nell'euro (con i sacrifici degli intaliani e dello Stato che privatizzò importanti imprese di stato) non ebbe sufficiente coesione e lungimiranza politica per porre basi solide per una vera politica riformista.
Il debito dello Stato fu abbattuto con l'introito di una montagna di denaro, ma le diatribe interne impedirono di trovar sistemi adeguati affinchè le cause che l'aveano prodotto fossero eliminate, tanto che il primo Governo Prodi fu affondato dall'alleato Rifondazione Comunista, e i successivi Governi , D'Alema e Amato, non furono in grado di proseguire il lavoro intrapreso da Prodi, non dando quindi alcuna prospettiva credibile di poterlo fare nella legislatura successiva.
Gli errori non si contano, compreso quello della mancata formulazione di una Legge su cosiddetto conflitto d'interesse, legge formulata poi dal successivo Governo Berlusconi, risultato un bel vestitino su misura e inefficace; Legge peraltro che le striminzite maggioranze successive del Csx non  hanno permesso di riprendere e rendere efficace.
Altra lettura di quanto ha prodotto la sconfitta nella XIV Legislatura del Csx (oltre al minor appeal dei nuovi leaders) potrebbe essere questa: il Csx -  con il rigore e i sacrifici (che in parte ha poi rimborsato, ma di questo nessun si ricorda) - aveva tirato fuori l'Italia dalle peste, facendo confluire la Lira nell' Euro (e questo lo devono saper tutti significava:  cambi stabili, tassi bassi e flessibilità contrattuale nel lavoro, mix ottimale per una crescita della nostra economia efficente e qualitativa), ma ora che si apriva un futuro radioso faceva giusto al caso la politica mirabilante prospettata dalla coalizione di Cdx cappeggiata da Berlusconi.
Stava per arrivare inomma il tempo delle vacche grasse e Berlusconi faceva giusto al caso.
Nel 2001, nel nuovo secolo avviato, vince quindi il Cdx con Fi: cappeggiata dall'uomo della provvidenza Berlusconi, l'uomo del contratto con gli italiani, ma anche l'uomo, con il suo entourage addomesticato, del tutto impreparato alle novità del nuovo secolo, le cui avvisaglie già erano emerse con lo scoppio della bolla speculativa della "new economy" l'anno precedente; ma già questo diceva (per la prima volta)è un fenomeno che non ci riguarda per cui può esser messo pure da parte.
L'incapacità a navigare nella nuova moneta lo vediamo subito: anzichè pensare a porre sotto monitor la conversione dei prezzi al consumo perchè queste cose un vero liberista non le fà, subito sfodera la solita tecnica di accusar il prossimo sostenendo che il cambio di conversione Lira-Euro era stato svenduto da Ciampi e Prodi, contavvenendo invece alle più semplici regole di aritmetica di base (questo mantra è uscito poi tante volte, quasi a comando, anche in questi ultimi giorni).
Ma già, l'uomo ha il coraggio e la sfrontatezza, lo si vedrà in questa legislatura quando si farà confezionare delle leggi ad personam, ma il coraggio di porre un controllo ai nuovi prezzi in euro, non ce l'ha poichè preferisce blandire il suo elettorato che porgli delle regole lungimiranti e utili a tutta la comunità.
Qualcuno in questi giorni l'ha paragonato a John F. Kennedy, ma replico che JFK nel 1963 ebbe il coraggio di bloccare l'aumento igiustificato del prezzo dell'acciaio perchè questo avrebbe inguaiato l'equilibrio della intera economia americana, mentre il nostro uomo non ha avuto il coraggio di bloccare la regola "di 1000 lire uguale 1 euro" per non creare scontenti, approfittando del fatto i consumatori non avrebbero protestato più di tanto visto che l'inflazione rimaneva pressochè strisciante e i tassi erano bassi (una rata mensile di mutuo "prima casa"costava meno di un affitto).
Peraltro con un debito dello Stato intorno ai 1600 mdl di euro e la formidabile formula di "cambi stabili,tassi bassi e contratti flessibili" anzichè spingere  su una crescita di ricchezza consistente e duratura puntando e pretendendo più efficenza  della impresa manifatturiera e su un limpido contributo e collaborazione da parte della Triplice Sindacale, ha preferito continuare ad ammannire chi già aveva ottime possibilità di crescita, offrendo condoni di vario tipo, defiscalizazzioni sugli utili reinvestiti (quasi sempre in opifici industriali ancora oggi spesso vuoti)e cercando di proporre l'abilizione dell' art 18 dello legge 300/70.
Ha acconsentito in sostanza alla più gande redistribuzione strisciante di ricchezza; inoltre sul fronte sindacale ha puntato deciso allo sfascio ammannendo i due sindacati più soft (che hanno creduto purtroppo al nulla) anzichè favorire un nuovo tipo di relazioni sindacali (ben sperimentate nella Germania di Brandt e successori) ed oggi che la situazione è da tempo crita ci troviamo sempre più con le mutande in mano.
In quel periodo anzichè puntare sulle potenzialità dell' Italia era ben più semplice usare la "pubblicità comparativa" sostenendo che l'Italia non era nè la Germania nè la Francia sotto infrazione per avero superato il rapporto deficit/pil; per di più minimizzando sul  fatto - a metà legislatura - che il Pil per alcuni trimestri rimase piatto.
Ce lo ricordiamo o no che il nostro uomo in quel periodo spiegava questo fatto come un  fenomeno congiunturale, temporaneo, mentre l'opposizioni lo metteva in guardia sostendo che il fenomeno era strutturale ed abbisognava di ricette ben diverse?
Ma si sa l'opposizione in quanto minoranza ha sempre torto ed era preferibile cavalcare l'onda così com'era piuttosto inventarsi politiche di solido e credibile sviluppo.
Al di la degli "incidenti" in coalizione o tra gli uomini di Governo del Cdx, l'elettorato ha ben capito che quella legislatura aveva prodotto solo fumo, anzi aveva cominciato a bruciar l'arrosto; si preannuncia una sconfitta con un avvicendamento con il Csx ed ecco che rispunta il politicante, il commerciante, il piazzista e viene confezionata l'ennesima polpetta avvelenata: il Porcellum che ha il compito di contenere la vittoria dell'altro schieramento.
Carta giocata ottimamente perchè accontenta i partiti alleati più piccoli che puntano alla rappresentanza territoriale (Lega) e ad una sorta di rappresentanza proporzionale (Udc); carta studiata bene perchè poggia sulla diversità di calcolo per l'assegnazione del premio di maggioranza, soprattutto al Senato, ben sapendo che il mix costituito dal premio calcolato su base regionale, con il fatto che le regioni più abitate (quindi con più elettori ed eletti) sono saldamente in mano al Cdx non consentiranno mai vittorie nette al Cdx (se non riuscirà a vince in queste roccaforti).
Nel 2006 Prodi con L'Unione vince infatti di stretta misura le elezioni, ma la fragilità sta sia nella moltitudine di anime che conpongono la coalizione sia nella fragilità - grazie al Porcellum - della maggioranza conseguita al Senato; fragilità che verrà acuita da quella che risulterebbe una campagna acquisti sin dai primi giorni di legislatura; la fantasia applicata alla politica insomma!
Le più grandi intenzioni di buona volontà si squagliano come neve al sole: non c'è solida maggioranza (ed anche adeguata convergenza) per una nuova legge elettorale nè per una nuova legge sul conflitto di interessi; la situazione economica continua a deteriorarsi (il debito dello Stato è salito a oltre 1800 mld di euro) per le gravi omissioni del mandato precedente e dopo tanta fatica, bastò uno stormir di fronde per giungere alla chiusura anticipata della XIV legislatura.
Bastarono infatti le prime avvisaglie di insofferenze degli uomini rappresentati da Dini sulla Legge Finanziaria e un avviso di garanzia alla moglie di Mastella perchè questi ritirassero la fiducia al governo Prodi.
Nel 2008 rivince Berlusconi, con la promessa della eliminazione dell' Ici (peraltro già ridimensionata da Prodi a partire dallo stesso anno), mentre il Csx si presenta con una sola alleanza Pd-Idv e l'intenzione di proseguire il progetto ideato sin dalla nascita del Pd nel 2007: costruire una alleanza aggregante elettoralmente per poter competere ad armi pari alla successiva legislatura.
Ma al Governo ritorna la solita solfa: delle famiglie che non arrivano al quarta eppoi alla terza settimana, non si sente più parlare; della crisi finanziaria scoppiata negli Usa a fine 2007 sui fondi subprime e del concomitante (2008) fallimento della Lehman Brothers il nostro uomo al comando fa spallucce.
Sono problemi che non ci toccano perchè, anche diversamente da altre grandi banche europee, le nostre (come se ad esempio Unicredit fosse una cassa rurale di quartiere) hanno strutture un pò antiche e quindi non avrebbero avuto operazioni risciose e fantasione che le potrebbero indebolire.
Berlusconi quindi quasi irrideva i partener europei i quali si preoccupavano di metter mano alla cassa per attuare politiche di sostegno e si limitava con la legge di stabilità alla solita manovrina finanziaria che era meno di un quarto di quella tedesca (circa 20 mld contro gli 80).
Nascondeva poi a se stesso e agli italiani creduloni una semplice regola che si impara  a scuola superiore: ad una crisi finanziaria fa sempre seguito una crisi economica e in un Mercato globalizzato l'effetto domino è la regola; per cui potrai anche essere perfettamente in equilibrio (con un debito pari al pil !), ma se le economie che importano dall'Italia (secondo esportatore europeo) cominciano a vacillare, lo capisce anche un ciuco che le tue produzioni qualche problemuccio lo potrebbero avere.
Invece lui tranquillizzava tutti chiedendo agli italiani di aver fiducia, visto che vedeva i ristoranti e gli aerei sempre pieni (infatti è per questo che ha insistito per vendere Alitalia, ma farla restare italiana, cercando impenditori nostrani ed offrendo un  bello sconto abbuonando debiti e accollandosi migliaia di dipendenti in pre pensionamento lungo di 7 anni).
In men che non si dica i fatti politici ed economici (oltre a quelli giudiziari )susseguitisi incessantemente sono sotto gli occhi di tutti: mi riferisco alla caduta del Governo Berlusconi (durante l'estate 2011 avrebbe pure ipotizzato con la Ue l'uscita dall'euro  prima di firmare patti scellerati)sostituito da quello Monti nel 2011 e alle elezioni del 2013 che ci hanno portato per il loro risultato di stallo, e per l'insipienza politica di più d'un soggetto eletto,   alle "larghe intese", sino al momento finale dove da un lato si è concretizzata l'uscita di scena palamentare dell'uomo della povvidenza, mentre dall'altra, ancora una volta, per effetto dei veti incrociati che non fanno l'interesse di nessuno stiamo assisendo una una legge di stabilità per il 2014 che sembra più una legge di fragilità.
Certo per un Italia che viene da molto lontano, ci si aspetta che vada altrettanto lontano, ma se non ci diamo tutti una buona regolata, puntando alle buone idee realizzabili e convincenti, togliendoci di dosso questa patina che ossida il nostro funzionamento, richiamo di grosso, su questo otto volante sul quale abbiamo voluto salire.
Certo è, tornando a Berlusconi, che oggi abbiamo assistito al suo affondamento parlamentare e le cause le deve ricercare solo e soltanto nel suo operato di tutti questi anni: attribuire ad altri le proprie responsabilità è un giochino che alla lunga non ha più retto !

mercoledì, maggio 29, 2013

NON DORMIAMO SUGLI ALLORI !

Temevo che questa tornata elettorale presentasse al Csx risultati severi ed urticanti ed invece è emerso prepotente il fenomeno crescente dell'astensione, fenomeno comunque preoccupante perchè implica, con la sua volatilità, non l'anti politica bensì, con la sua variabilità, una sostanziale ingovernabilità oltre che una rappresentanza dimezzata.
In sostanta chi ha febbraio ha votato il M5S in buona parte non è tornato sui suoi passi ma se n'è rimasto a casa; il fatto che l'analisi del voto evidenzi percorsi più tortuosi, non sposta di una virgola il risultato elettorale.
Questo comportamento elettorale ha una logica ferrea della quale anche il M5S si deve fare una ragione.
Questo movimento, premiato con un quarto dei voti espressi alle elezioni di febbraio, è rimasto cristallizzato, mummificato, impantanato in discussioni ridicole (gli scontrini su caffè, bevande o ristorante si pagano senza chieder rimborsi), non facendo seguire alla protesta la proposta (evitanto peraltro di sollevare schizzi di fango su tutto il prossimo).
Certamente le amministrative - parziali - non sono le elezioni politiche, ma l'apprezzamento ed il dissenso sui candidati si esprime in entrambi i casi, soprattutto per i partiti e movimenti che sono strutturati.
Nell'elezione di sindaco e consiglieri si valuta ancor di più la credibilità potenziale dei candidati e si valuta con rigore il lavoro svolto da chi si è ricandidato.
Le eccezioni opposte di Siena e Roma non fanno che confermare questa mia regola.
Astensione assai contenuta a Siena e preoccupante a Roma; eppure nella prima ci si sarebbero aspettate risposte drastiche, mentre l'elettorato ha confermato l'impianto politico di fondo proprio perchè si son cambiati i cavalli.
A Roma invece, pur con le sconcerie commesse dalla amministrazione uscente, la proliferazione delle liste e l'astensione hanno attenuato il tonfo del Cdx.
Altrove la regola è stata confermata con un voto punitivo alla Lega che ha forse attenuato il tonfo, nel complesso, con l'invenzione delle liste civiche che hanno scolorato le coalizioni di Cdx.
Ma venendo al Pd (quasi sempre alleato con Sel) sembra quasi che l'elettorato, con il voto espresso, dimostri di credere nella validità del partito, molto di più del ceto dirigente nazionale.
Se ci pensiamo è un bello schiaffone e chi in cuor suo pensa che nonostante tutto l'elettorato segue e "premia".
Ne avrebbe avuto ben ragione di voltargli le spalle dopo la tranata elettorale di febbraio, assolutamente inaspettata da parte degli elettori e dei militanti territoriali; e ancor di più i risultati indecenti di minuetti sopportati dopo l'ultima operazione, sopraffina, di Bersani con la scelta e nomina di  Grasso e Boldrini.
Attenzione però:  questo non significa assolutamente avallare gli errori commessi e le schermaglie dal vertice, nonchè le battaglie di potere più o meno sotterranee viste in Direzione Centrale e nei Guppi Parlamentari.
Non significa nemmeno comprendere ed accettare lo scioglimento della alleanza con Sel, uscita di scena alla prima curva.
Non significa ancor di più digerire il governo di larghe intese resosi necessario - ob torto collo - oltre che per i risultati elettorali di febbraio, anche e soprattutto per l'insipienza nostra e degli alleanti esistenti e potenziali.
Questo significa che le mediazioni che si renderanno per forza necessarie devono essere al rialzo, le migliori possibili che il momento critico di impone;  facendo peraltro pesare che la golden share del Governo ce l'ha il Pd non il Pdl.
Le mediazioni devono riguardare i temi più urgenti per l'Italia (senza subire i giochetti delle tre carte) e vanno affrontate con assoluto realismo e rigore.
Sul'Imu per esempio ne va attenuato il peso, magari con un piano biennale, ma deve essere ben chiaro che non ci possiamo permettere nè di esentare tutti, nè di rimborsare alcunchè; peraltro se si vuole evitare anche l'aumento programmato dell' Iva occorre tener conto che il denaro, le risorse sono come il tempo: limitate per principio.
In termini generali ogni schieramento può aver promesso al elettorato anche la luna nel pozzo, ma non per questo per forza di cose bisogna inventarsi sia luna che il pozzo !
Oppure, sulla legge elettrale, occorre scordarsi - tutti - di pensare ad una formula che possa avvantaggiare alle prossime elezioni uno schieramento piuttosto che l'altro, per ilsemplice fatto che l'elettorato, se non gradisce certe proposte (s'è visto a febbraio, ma anche l'altro giorno), non ha alcuna difficoltà a cambiare o ad astenersi in massa, facendo saltare sutte le suppposizioni fatte !
Abbiamo grande esperienza sulle leggi passate per cui oggi ne va ricercata una, con coraggio, che favorisca le aggregazioni omogenee (se possibile), la possibilità di selezione e la governabilità.
I papocchi di sui si sente parlare in questi giorni son visti come il fumo negli occhi e non è cosentito far finta di nulla, come non sono gradite le proposte di legge subdolamente presentate (magari ritirate velocemente a furor di popolo) che nulla hanno a che vedere con le urgenze che il momento ci impone.
Quel che l'elettorato- tutto - s'aspetta quindi sono iniziative efficaci e sostenibili sul lavoro, sugli investimenti, sulla crescita e sulla riduzione ragionata del peso fiscale.
Il Csx ed il Pd in primis non dorma quindi sugli allori: questo risultato elettorale, anche se dovremo attendere la conferma dei ballottaggi, è un grande segnale di fiducia che non va assolutamente sprecato.
Le percentuali di voto ottenute dal Pd e Csx sono incoraggianti, ma la quota di astensione è preoccupante e allo stesso tempo è una grande sfida e opportunità, perchè questo elettorato, insoddisfatto delle proposte politiche in campo, ritengo non aspetti altro che essere convinto e riconquistato.
Bando quindi ai trionfalismi (emergiamo perchè i nostri competitori perdono vistosamente); bando alle schermaglie utili solo a crear confusione e discredito: vanno individuati i percorsi migliori e poi seguiti collettivamente, ognuno per la sua parte, senza prativcar sbambetti!

domenica, aprile 28, 2013

LO STARNAZZAR DEL GRILLO

E' vero che l'elettorato va rispettato, ma non esiste un elettorato di serie A (il proprio) ed uno di serie B (quello degli altri) e quindi tale rispetto va preteso, ma allo stesso tempo riconosciuto.
Il M5S è emerso prepotentemente aggregando il voto che intende distinguersi denunciando le malefatte del passato e quelle che eventualmente dovressero emergere nel prossimo futuro.
L'altro obiettivo è quello di prodigarsi per la dissoluzione del sistema partitico tradizionale.
In questo senso coerente è stata la posizione assunta nei contronti dei partiti, a partire da quella tenuta con la coalizione di Csx, detentrice della maggioranza relativa in Parlamento.
I tentativi di allenza lanciati dal Csx hanno trovato un muro compatto di risposta negativa rispettosa della propria posizione enunciata in campagna lettorale e questo ha contribuito, non certo per colpa, alla situazione di stallo politico/parlamentare venutasi a creare per effetto della reticenza del Csx a trovar altre strade.
Lo stallo è proseguito anche sul tema della elezione del PdR laddove il Pd, per divergenze interne, ha bruciato ben due suoi esponenti, mentre il M5S con una formula democraticistica ha scelto il suo candidato proponendo il Prof. Stefano Rodotà.
Peraltro si tratta di un personaggio della Sinistra che che il Csx avrebbe benissimo potuto scegliere ben prima se non vi fossero state appunto divergenze interne che hanno portato poi a chider occorso al Presidente Napolitano.
Dire oggi che il Csx ha snobbato il M5S è uno starnazzamento grillesco privo di fondamento intanto perchè non si comprenderebbe perchè prima si afferma "mai con questi partiti", ma poi si prosegue affermando "votate il nostro candidato Rodotà e poi, forse,  faremo qualche cosa con il Governo".
Ritornare sui propri passi non è certo segno di fragilità, ma di pragmatismo per cui se questo va riconosciuto in via di principio, ciò vale per chiunque; stessa cosa quando si accusa il prossimo di fare accordi sulla scelta presidenziale per consentire riverberi sulla nascita del Governo: se vale per il M5S, deve ovviamente, in piena libertà, valere - pur non piacendo - anche per gli altri.
Ogni giorno il leader di M5S ci propina titoli urticanti ottimi per uno spettacolo teatrale, ma che stanno perdendo, giorno dopo giorno, l'efficacia attrattiva d'inizio campagna: Beppe Grillo ha iniziato la morte del 25 Aprile, poi con la mescolanza o minestrone di Governo, ha proseguito con la notte della Repubblica e concluso (sino ad ora perchè le situazioni sono in ebollizzione tenedo conto dell'attentano di stamane a Piazza Colonna) con il club dei mostri (disamina dei vari neo ministri che compongono il Governo di Enrico Letta).
Innanzi tutto vorrei ricordare a Grillo che non ho mai visto il condannato presentarsi al patibolo con corda e sapone, quindi nel momento in cui ci si ritrae da qualsiasi accordo, sostenendo nel contempo che è tutta una farsa perchè gli scopi son ben altri, è molto probabile che questo sia vero, ma anche che sia ob torno collo la strada obbgligata.
Alla formula dell'inciuco ci siamo arrivati, ma qui non è come nella denuncia del crack Parlamat laddove la denuncia, azzeccata, non era interessata; qui ritraendosi sdegnosamente si è fatto di tutto perchè questa fosse la realtà prossima ventura; alla fine - ma lo dimostreranno i fatti - ci saremmo arrivati e così è bello e creato il canovaccio per i giorni a venire.
Perplessità sulla possibile alleanza Csx-M5S ne ho parecchie, ma mi sarebbe piaciuto che questo fosse emerso dai fatti, da degli incontri veri (non sceneggiate in streaming) dove emegessero le divaricazioni che sancissero l'eventuale incomunicabilità politica fra i due gruppi.
E non riguarda certo il modo con cui colloquiare con l'elettorato: ognuno segue la sua forma  non si può imporre all'altro di usare esclusivamente la limitativa rete.
Il M5s ha gridato al lupo al lupo per settimane senza cercare di porvi riparo;ecco che il lupo è arrivato ed  attaccare subito con i piagnistei.
Di elementi per poter attaccare, ne son sicuro, ce ne saranno a iosa e già ora si grida allo scaldalo per il fatto che verrebbero snobbati dagli eletti da 29 milioni di elettori i 163 eletti dei restanti 8,5 milioni, nella scelta delle presidenze delle Commissioni di Garanzia (Vigilanza Rai e Copasir); intanto non è stato deciso ancora un bel nulla, ma comunque domando a Grillo: che avete fatto per far valere il peso immenso dei vostri elettori in questo caso come nei precedenti ?
Le assegnazioni dei ruoli parlamentare, non è una operazione ragionieristica, ma frutto di dibattito e confronto per lo meno fra i partiti di opposizione ora che la maggioranza s'è trovata (e vota pue lei); invece no per il M5S tutto il mondo fuori e sterco del diavolo per cui non va toccato, nemmeno con le pinze !
Avete scelto la strada legittima di non aver contatti con nessuno come fossero appestati, ma estraniandovi da loro vi siete automaticamente esclusi in un recinto dorato dei duri e puri (come quell'ubriaco che girando intorno ad una colonna toccandola affermava: oddio, m'hanno murato vivo!).
E' importante la denuncia e la contestazione, ma se non si da seguito con la proposta ed il confronto si sterilizzano le forze e le idee nuove che potrebbero migliorare di molto la situazione.
Oggi assistiamo alle moderne "convergenze parallele" e tutti noi, a prescindere dal voto espresso, restiamo con l'amaro in bocca perchè vorremmo tutti che la nostra squadra vincesse in modo inequivocabile; ma nella realtà politica non può essere così perchè noi tutti elettori partecipiamo al gioco ed il risultato dipende quindi da noi.
Ne consegue che le regole costituzionali non possono tener conto delle aspettative elettorali, ma dei risultati e se questi escono in modo da procurar stallo, com'è avvenuto con il voto del 24 e 25 febbraio, è evidente che le regole costituzionali devono consentire soluzioni che consentano alla legislatura di decollare a prescindere da quanto si è affermato e tifato in campagna elettorale.
Chi si ribella ogi all'inciucio è lo stesso che si strappava le vesti contro il ribaltone: parole ad effetto che sfuggono al problema che è quello di governare.
Sull'operato del Csx ce ne son da dire una valanga, ma questo non giustifica l'inconcludenza della forza del M5S che starnazzando perde continuamente battaglie; riuscirà a vincer la guerra ?
 

sabato, aprile 20, 2013

PRESIDENTE NAPOLITANO: GRAZIE MILLE !!

Checchè ne dica Beppe Grillo non possiamo che ringraziare tutti il Presidente Napolitano  della grande disponibilità che ha dato alla Repubblica Italiana rinunciando ad attuare quanto aveva più volte affermato con convinzione, cioè  di voler, alla fine del mandato presidenziale, limitarsi a continuare in Parlamento il ruolo di "semplice" senatore a vita ed emerito.
Il fatto che un ex comunista, insieme ad un altro - suo concorrente - prof: Stefano Rodotà confermino  il loro impegno per le Itituzioni deve però farci riflettere non poco sulle incapacità e sulle contraddizioni del ceto politico sottostante, compreso quella parte che per la prima volta, in modo assai consistente, è oggi presente in Parlamento.
Già i risultati elettorali hanno dato le prime avvisaglie che il tempo non aveva maturato politicamente i blocchi storici tant'è che il Cdx ha evidenziato il suo verticismo, peraltro attuato anche dal nuovo M5S e il Csx, in particolare il Pd (Sel si è liberato degli estremismi inconcludenti di Rifondazione Comunista) ha evidenziato la sua fragilità peraltro gia presente nella formula dell Ulivo e successivamente nell' Unione.
Intendo dire che la pluralità di anime di Ulivo prima e di Unione poi da fenomeno positivo si è dimostrato elemento di conflittualità e conseguente fragilità; questo si è pari pari riprodotto nel Partito Democratico che da neo nato non ha vinto le elezioni del 2008 ed ha vinto parzialmente nel febbraio 2013.
In sostanza l'elettorato ha capito quali fossero i suoi punti deboli per cui non l'ha premiato nel 2008 e questa volta ha indirizzato oltre tre milioni di voti al nuovo M5S.
Il Csx è partito in questa legislatura quindi con l'handicap e non ha concluso accordi con il M5S rifiutati perchè aveva fatto della lotta ai partiti il suo slogan principale.
Ha peraltro giustamente rifiutato accordi con il Cdx con il quale non ci sono convergenze per la forte diversità delle ricette per affrontare i temi più impotanti per l'Italia.
Peraltro il Pd non è un partito con struttura verticistica,come Pdl e M5S  i cui eletti sono vincolati almeno sino ad ora alle decisioni prese, per cui nelle possibili formule per formare un nuovo Governo esistono come in passato forze centripete che puntavano a soluzioni contrapposte.
La democrazia interna è certamente segnale vivace delle diversità, ma le scelte conseguenti si presentano estremamente fragili proprio perchè per nulla vincolanti.
E' evidente che la struttura del partito va reinventata, ma per il momento, in attesa del nuovo congresso, andavano affrontati i problemi importanti su rinnovo istituzionale con un minimo di strategia e soprattutto di forte coesione.
La fragilità è emersa in occasione della elezione del PdR: la scelta obbligata, visto che il Csx non aveva sin dall'inizio - come nel 2006 - la maggioranza relativa (da usare dopo la terza votazione) del grandi elettori, era
quella di cercare da subito le ampie alleanze per la scelta comune del miglior candidato da porre al voto parlamentare.
Ma proprio perchè vi erano forze contrapposte che prediligevano successivamente - per la formazione del Governo - le une una grosse coalition con il Centro e Cdx e l'altra una alleanza con il M5S, il mandato scaturito e consegnato a P.L. Bersani era troppo generico.
Nel senso che l'ampia alleanza non andava ricercata con tutti i gruppi parlamentari, ma era sufficiente con quelli che ci stavano, utili al conseguimento di una maggioranza assoluta di 2/3.
Peraltro Bersani, in questo caso, avrebbe dovuto iniziare il confronto prima con il M5S ed avuta la risposta che questo avrebbe scelto on line il proprio candidato per le prime tre votazioni, avrebbe dovuto fermarsi e riconsiderare la strategia da porre in essere.
Invece il Pd e il segretario Bersani si sono fatti carico di cercare una rosa di nomi da proporre al Centro e al Cdx scegliendo uomini certamente validi, ma non fuori dagli schemi come avvenuto per la nomina dei Presidenti di Camera e Senato.
Il Cdx ha avuto buon gioco nello scegliere quello più confacente e cosi Marini è stato bruciato al primo turno di votazione.
Ancor più grave, a dimostrazione delle divaricazioni interne del Pd, è stata la scelta dell'esimio Prof. Prodi in un primo tempo deciso all'unanimità sia nella direzione del partito che nell'assemblea dei parlamentari di coalizione, ma bruciato inaspattatamente nella quarta votazione: uno su quattro circa dei votanti ha tradito le scelte fatte precedentemente.
Il bel risultato è l'implosione del Pd che ha prodotto come primo atto le dimissioni di Bersani e non sappiamo, almeno ad oggi, quali potranno ssere le conseguenze effettive.
Non ci dobbiamo scandalizzare sul fatto che vi possano essere scelte diverse perchè scegliere un uomo/donna piuttosto che un altro/a significa affrontare determinate problematiche e scelte in modi diversi, ma quando però esce una scelta ancorchè a maggioranza, deve finire una buona volta il cattivo vezzo che chi non è d'accordo è autorizzato a moversi come meglio crede.
Qui addirittura almeno cento parlamentari non erano d'accordo su Prodi, non hanno detto nulla a chicchessia, ma nel segreto dell'urna è rinato il franco tiratore; se questo servisse ad "aggiustare il tiro" forse potrebbe essere anche comprensibile, ma quando questo produce l'auto affondamento è evidente che le scelte sono ben poco politiche e forse molto più personali.
Sul questo scenario è scattato l'invito a nozze per Cdx ea M5S a sparare ad alzo zero, dimostrando la maggior fragilità di chi ha la maggioranza relativa del peso politico, quando invece dovrebbe essere proprio il contrario !
Il fatto che Bersani abbia rinunciato l'incarico ha prodotto la necessità impellente di trovare una soluzione alternativa che superasse la fase di stallo aggravata dal fatto che la dirigenza Pd non aveva più peso, mentre deteneva la maggioranza qualificata dei votanti.
Per fortuna il Presidente Napolitano, interessato tempestivamente, è ritornato sulle sue decisioni, ed oggi almeno il  tassello più importate delle Isitituzioni è andato a posto; ora verrà il bello perchè il PdR riavrà tutti i suoi poteri, e vedremo cosa ne uscirà relativamente al prossimo Governo.
Le ipotesi sono più d'una, ma le più probabili sono un Governo di larghe intese oppure un Governo del Presidente la cui vita comunque non sarà lunghissima, perchè ogni partecipante avrà l'arma del ritiro della fiducia se non verranno rispettati puntualmente i temi di cui si dovrà occupare nell'interesse dell' Italia, individuati nella fase costituente (compreso il contributo dei 10 saggi).
Quanto al M5S dovrà pensare velocemente a che ruolo giocare nei prossimi giorni; parlare di golpe è una bischerata madornale.
Ha puntato sulla distuzione del Pd, ma ammesso che ci sia riuscito (forse si è auto distrutto) questo fatto non gli crea vantaggi per il futuro poichè rivincere su un possibile moribondo produce una mezza vittoria ! 

domenica, aprile 07, 2013

COSA VUOLE L' OPINIONE PUBBLICA ?

Quanto all'opinione pubblica internazionale è del tutto evidente che si attende dal Parlamento italiano la nascita di un nuovo governo che assicuri governbilità e politiche economiche caute sotto il profilo della spesa e mirate per il rilancio della nostra economia.
Richieste del tutto logiche a prescindere dalle formule che si andrebbero ad applicare nello sviluppo della XVII legislatura, poichè poco importa chi sarà i selezionato, ma importa molto la sua credibilità e le sue capacità.
Quel che si attende l'opinione pubblica italiana è la stessa identica cosa poichè è chiaro che l'immobilismo non piaccia a nessuno, ma chi cavalca questa esigenza e ncessità, fa finta di non sapere che non è cosa semplice sia per le formule che vanno ricercate sia per le soluzioni ai problemi numerosi e delicati che giacciono sul tappeto.
Infatti la stessa opinione pubblica che esige l'avvio a pieno delle legislatura è la stessa che ha manifestato la sua volontà con un voto che ha creato tre blocci (e mezzo) conrapposti per i quali l'inconcialiabilità è la caratteristica più evidente, pronta peraltro a giudicare severamente tutti i passi falsi commessi, ancorchè auspicati.
Una opinione pubblica quindi che a gran voce dite "fate qualcosa" anche tra avversari politici, pronta però a rinfacciarlo alla prossima occasione, come se non fosse la fonte inconsapevole della situazione di ingovernabilità che stiamo riscontrando.
Chi ha votato per il Cdx non ha certo preso in considerazione l'eventualità che si rendessero necessarie intese imprevedibili con gruppi contrapposti.
Chi ha votato per il Csx ha dato certamente mandato per far da soli o al più cercare eventuali, successive e necessarie alleanze con il Centro montiano.
Per chi ha votato il terzo blocco, l'M5S, ha dato mandato di applicare un principio analogo agli altri in forma perentoria: se vinciamo si farà da soli, altrimenti opposizione dura sino a scoprire le contraddizioni, con vizi e virtù, dei partiti esistenti per favorirne l'auto distruzione, la loro liquefazione ai quali sostituirsi alla prossima tornata elettorale.
Porcellum o non porcellum non c'è stato un chiaro vincitore alle elezioni con maggioranza tale da essere in grado di proporre un nuovo Governo che si regga sulle sole forze dei partiti che lo compongono ed ecco la situazione di stallo dalla quale non si riesce ad uscire.
Non tanto perchè non esistano in teoria possibili formule che gli consentano di nascere, quanto per il fatto che, chi più chi meno, ha il terrore di dover pagare alla prima occasione formule non concordate con il proprio elettorato.
Ciò vale per il M5S che rispetta l'impegno "mai con questi partiti" divertendosi con supponenza e prosopopea a minacciare strali contro eventuali accordi Pdl e Pd (la gente protesterà con i bastoni); oppure usando sapientemente le consultazioni in diretta  streaming, alternandole con riunioni parlamentari segrete, selezione del prossimo PdR via internet, voto di delega al Governo uscente per il pagamento dei debiti della P.A., pretendendo l'incarico a formare il Governo per dire solo poi chi cercherà di formarlo (procedure mai viste visto che non si tratta di giocare a monopoli).
Un gioco di rimessa vecchio come il mondo perchè cercare (o favorire) contraddizioni negli altri competitori politici poi rende facile l'obiettivo di sparare a palle incatenate contro tutte le possibili soluzioni in cui il M5S non vuol essere presente.
Il Grillo parlante non si pone assolutamente il problema di poter essere accusato di poco senso di responsabilità perchè beneficia di un voto datogli al buio (con coraggio folle se volete) e a chi fa nontare che si attende che il voto dato venga ora usato con più profitto immediato risponde: "se pensavate questo, vuol dire che avete sbagliato a votarci" !!
Lo stesso vale per il Cdx che si è visto sottrarre milioni di voti per aver sostenuto il Governo Monti, ma ciò non di meno il suo Leader - che ha abituato il suoi sostenitori alle promesse incompiute (sostenitori incuranti del fatto che l'azione del Cdx curi più gli interessi del suo Leader e i loro) - insiste in una "santa allenza" negli interessi del paese (e quindi dell'opinione pubblica divisa in tre) .
Sa perfettamente che se riuscisse la sua mossa di proposta di otto disegni di legge per far ripartire l'Italia, gli perdonerebbe anche l'alleanza con il diavolo, anche se l'operazione, come tante altre in passato, si dimostrasse improduttiva (per lo meno c'ha provato direbbero).
Peraltro con questa mossa (non è campagna elettorale futura perchè per il Pdl questa è invece perennemente aperta) spiazza tutti: Grillo, Bersani ed anche il Renzi ,con le loro velleità più o meno apprezzabili.
Questo vale infine e ancor di più per il Csx che rimane soto il fuoco incrociato del Cdx che lo vuole attirare in un abbraccio mortale e il M5S che lo vuole impallinare sia per gli errori commessi in passato, sia allo scopo di distruggerlo, quale ultimo baluardo della vecchia politica, sulle cui ceneri fumanti poter poi costruire la nuova politica.
E certamente comprensibile la sua reticenza ad alleanze di governo, seppur circostritte a pochi titoli, non solo per le reazioni susccessive dell'elettorato (evento già verificato nel febbraio scorso) quanto per il fatto che esiste il ragionevole rischio che i punti concordati non vengano affrontati adeguatamente.
Basti pensare all'esenzione e rimborso Imu prim casa (operazione da 8 miliardi di euro non facilmente reperibili), alla riforma fiscale e all'incompiuta riforma della giustizia sulla quale pende - che sia penale o civile - come la spada di Damocle il classico conflitto di interessi.
Per di più, davanti ad un attonito Vendola, assistiamo agli sgambetti reciproci che registriamo nel Pd dove le varie anime vagano secondo il loro sentire  che non è quello di ricercare la soluzione più accettabile e proficua, ma quello di tutelare interessi sia imminenti che di prospettiva.
Non mi riferisco a Franceschini che comincia ad elaborare ipotesi di alleanze complicate e scabrose, bensi a Renzi il quale pretenderebbe di fare il battitore libero, sollecitando gli altri a far qualche cosa, ma tenendosi a debita distanza per non contaminarsi e restare puro come un giglio.
Nei suoi interventi (o non interventi come le sue partecipazioni mute alle riunioni Centrali) parla si al plurale, ma usa il "voi", mai il "noi" come se la situazione di stallo e le possibili soluzioni non fosse anche affar suo.
Come dire: non mi avete dato la maggioranza per la leaderschip di coalizione ed ora arrangiatevi, pronto però a criticare senza ritegno alcuno.
E' nel partito, è Sindaco Pd a Firenze, ha partecipato alle Primarie di coalizione, ha partecipato con suoi rappresentanti alla Primarie di selezione e poi anche alle elezioni  ed ora passa a far l'attendista azichè confrontarsi, discutere, proporre all'interno del Pd per contribuire a cercare possibili soluzioni.
Se pensa che per uscire da questo cul de sac non possa sevire anche il suo contributo penso proprio si sbagli di grosso.
Peraltro se avesse vinto le Primarie ed il risultato elettorale, nonostante questo, fosse lo stesso, si troverebbe anche Renzi di fornte al dilemma di doversi alleare con "diavolo" dopo aver fatto campagna elettorale sul "corriamo da soli"!
Se l'obiettivo è quello di fare comunque qualche cosa di efficace per mettere in moto la legislatura ed occorra trovare soluzioni anche "fantasiose" non penso proprio si possa permettere il lusso di attendere il suo turno.
Deve esser chiaro a tutti, quindi anche al Renzi, che se salta il banco, oggi, domani o dopo domani, rendite di posizione non ne ha nessuno perchè  si ricomincia tutto d'accapo.
Nel Pd si cercherà il nuovo segretario e sul piano elettorale si ricercheranno - o si scarteranno - alleanze e leadership, si confezioneranno i programmi, nè più nè meno di quel che è successo a partire dal settembre 2012.
Il Pd si cercherà il suo leader nuovo, ma certo non potrà diventare, un partito personale come accade al Pdl o al M5S !

domenica, marzo 17, 2013

AVVIO DELLA 17a LEGISLATURA

Dicevo in altro articolo che il Conclave è più veloce a nominare il nuovo Papa della Politica italiana a nominare il nuovo Governo.
I prossimi giorni vedremo l'evolversi della situazione assai complicata per effetto sia dei voti espressi che della legge elettorale che può produrre maggioranze diverse nei due rami del Parlamento pur ottenendo percentuali di voto del tutto analoghe.
In molti sostengano che quelle del Parlamento sono procedure ferragginose, assai lente, mentre quelle della Chiesa sono snelle e producono velocemente risultati.
In realtà, in questa prima fase di avvio di legislatura, le conclusioni su tale confronto non sono per nulla vere.

Infatti la Chiesa prevede che  il nuovo Conclave si tenga entro 20 giorni dalla vacazio del soglio di Pietro, ma questa volta ne son bastati 11 in quanto Benedetto XVI ha "abdicato" ponendo fine al suo mandato il 28 febbraio.
In due giorni di Conclave poi ha prodotto la nomina di Francesco I con un meccanismo maggioritario che avrebbe potuto protrarsi per giorni se non fosse stata rispettata velocemente la maggioranza assoluta.
Anche il nuovo Parlamento italiano in 15 giorni si è insediato (i seggi  delle elezioni si son chiusi il 25 febbraio e quel mese ha 28 giorni) e sono risultate fuori luogo le accuse degli eletti in M5S quando parlavano di tempo e denaro sprecato.
Un minimo di procedura va rispettata - a maggior ragione con il 60% di neo eletti che devono ovviamente rendersi conto di dove si trovano - e questa peralto prevede tempi stretti per le due prime elezioni dei Presidenti di Camera e Senato.
Sulla scorta di quanto avvenuto in passato non occorre arrivare alle calende greche poichè le procedure prevedono che in due giorni si possa ottenere già il risultato.
Le nomine dei due Presidenti sono cosa delicata, ma le posizioni assunte la prima giornata hanno senso se sono seguite da confronti tra i gruppi parlamentari per raggiungere delle convincenti convergenze.
Il fatto che M5S in coerenza con gli atteggiamenti pubblicizzati sin dalla campagna elettorale abbiano votato propri candidati non  ci deve sorprendere; come non ci deve sorprendere che gli altri gruppi, Csx per primo, abbiano preannunciato la scheda bianca quale segno di disponibilità al dialogo.
Poi però il realismo impone che le scelte non possono formarsi per pura casualità - stiamo parlando della seconda e terza carica dello Stato - poichè nemmeno in Conclave ciò avviene, anche se lo Spirito Santo conforta i Cardinali in una scelta che è comunque del tutto terrena.
La maggiore coalizione, quella di Csx aveva ed ha il compito di farsi parte diligente nelle proposte che gli altri gruppi si guadavano bene dal formulare; anzi sembrava il solito giochetto a rimpiattino (a parte il monolitismo di M5S) o il classico gioco di scacchi avendo in mente tutta la filiera elettiva: Presiente Camera, Senato, Governo e Capo dello Stato.
Le cose invece vanno affrontate una alla volta cercando la soluzione migliore e il Csx ha proposto una donna ed un uomo di altissimo livello, non appartenenti ad alcun apparato, talmente indipendenti (anche se eletti nel Csx) che erano perfettamente e tranquillamente  eleggibili anche se fossero stati proposti da altra coalizione.
Va riconosciuto al Csx e ai suoi esponenti - non sono Bersani e Vendola, ma anche ai "papabili" che non hanno fatto una piega, anzi - di aver dato un segnale chiaro di piacevole novità.
Hanno costruito nello spazio di una mezza nottata (i quotidiani di ieri non ne facevano menzione) una vera e propria "genialata".
Peggio per chi non l'ha saputa apprezzare come il Prof. Monti (son curioso di sapere se Casini che ne pensa) il quale continua a voler fare l'asso piglia tutto da un lato e lo schizzinoso sui possibili alleati.
In campagna elettorale aveva da ridire sulle possibilità di governo post elettorale (mai con Sel) lanciate da Bersani ed oggi ha da obiettare sul M5S che piaccia o meno è sosteuto da 8,7 milioni di voti.
Per carità tante proposte suno un filino azzardate ed utopiche, ma su altre c'è parecchio materiale su cui lavorare e trovare magari soluzioni covergenti, utili e convincenti  (sempre che il suo aventinismo non permanga esageratamente ad oltranza).
Non parliamo del Cdx imbrigliato da suo leader sempre più imbarazzante (veramente stucchevole la sua apparizione ieri in aula con gli occhiali neri neanche fosse il "cieco di Sorrento") che ripropone senza alcun confronto il precedente Presidente della Camera come uomo di bandiera sperando che il buon stellone gli desse una mano come nel 1994.
Peraltro penoso è stato l'intervento di Calderoli e Palma sulla determinazione ed interpretazione dell' art. 4 del regolamento del Senato stoppato da Zanda e stroncato da Colombo (strepitoso nonostante i suoi 93 anni): se si va al ballottaggio - previsto proprio per superare le posizioni di stallo alla elezione del nuovo Presidente - è lapalissiano che la maggioranza non può essere che relativa per cui i voti nulli o bianchi sono ininfluenti ai fini della determinazione della maggioranza! 
Il M5S ha tenuto fede alla sua idea nelle prime tre votazioni, ma escluso dal ballottaggio doveva pur uscire dal suo angolo e di fronte a due proposte contrapposte non si poteva permettere che con la sua astensione non venisse eletto quelle che considerava il migliore fra i due.
Non parlerei quindi assolutamente di spaccatura, ma di senso di responsabilità e di pragmatismo perchè se rispettano - come dicono di rispettare - le istituzioni poi nei fatti queste non vanno boicottate.
Bppe Grillo non si deve quindi adombrare più di tanto anche perchè il mandato ricevuto da M5S dai sui elettori e quello di non mischiarsi con il vecchio ceto partitico, ma di votare, se convinti, quelle leggi che rispettano le loro idee.
In questo caso il patrimonio di 54 voti non andava sprecato e così è stato: rispettabilmente parte con bianche e parte con voto si ritiene a favore di Pietro Grasso.   
Tutti a pensare ai passi successivi - Cdx e Centro - e non al momento di elezione che sono fatti avulsi anche se assai importanti per la vita del nostro Parlamento.
Certo soprattutto il Presidente del Senato diventa uomo - in pectore -del Capo dello Stato - attuale e futuro, ma proprio per questo non ci si può autocondizionare se il nome proposto è utile al funzionamento della Repubblica.
La settimana prossima si entra nel vivo dell'avvio della 17a legislatura con il tentativo di costruire un nuovo Governo, ma questa è tutt'altra storia che andrà sviluppata con intelligenza e nell'interesse dell'Italia oltre che espressione dei voti espressi dall'elettorato.
Per in tanto un grosso in bocca al lupo di buon lavoro a Laura Boldrini e a Piero Grasso.

  

mercoledì, marzo 13, 2013

IL RISORGIMENTO DI BERLUSCONI

Di Napolitano ho sempre avuto grande stima e rispetto, a prescindere quindi dall'alto incarico che ora ricopre, per l'impegno e l'onestà intellettuale prestata in tanti anni alla Repubblica.
Ciò nonostante non sempre sono stato d'accordo con le posizioni da lui assunte (per quel che può valere il mio pensiero) nel passato (da quelle degli anni '50 e quelle miglioriste sviluppate dagli anni '70) e questa volta su quelle ben chiare a tutti relative al reciproco rispetto fra le istituzioni, ovvero fra poteri dello stato e suoi componenti, espresse ieri.
Le premesse che hanno portato ai comportamenti indecenti culminati in questi giorni sono ben chiare: Berlusconi ha sempre attaccato i moportamenti di "certa magistratura", cancro della democrazia, che lo inquisiva nonostante fosse stato prescelto dal popolo, non accorgendosi di usare un paradosso visto che il complotto non può sorgere contemporaneamente o quasi nei vari suoi processi che si radicano in tribunali di città diverse e tramite la Giustizia amministrata da uomini/donne diversi.
Questa "certa magistratura" sarebbe a suo dire presente a prescindere dal Tribunale in cui viene amministrata; Da Milano a Roma, da Napoli a Palermo.
Come se, insomma, in ogni Tribunale della Repubblica ci fosse un manipolo a noi sconosciuto di giudici prontiad attaccarlo nel caso in cui gliene presentasse l'opportuità.
Peraltro, se fosse vero, vi sarebbe per forza di cose il placet di tutta la Magistatura e del suo organo di autogoverno, il Csm, presieduto dal Capo dello Stato !
Avrebbe la sfortuna di avere sempre un Pubblico Ministero a lui avverso, seguito da Gip e Collegi Giudicanti dello stesso orientamento.
E più lecito pensare invece che è il suo modus agendi sia troppo spregiudicato a tal punto di infilarsi in situazioni - civili o penali - sulle quali la Magistratura non si può esimere dall'intervenire; per la natura dei fatti accusatori e per denunce di terzi.
La realtà dei fatti è che Berlusconi vuole a tutti i costi fuggire dai processi ed usa tutte le armi possibili per attuare questo obiettivo.
Lo ha fatto con leggi ad personam sia dirette che indirette (alcune cassate dalla Consulta perchè anche quella gli sarebbe  politicamente avversa) ed ora lo fa - spregiudicatamente - utilizzando il medico e la piazza.
Ma ancor prima lo ha fatto attuando una lucida strategia alla quale nessuno - nemmeno il Capo dello Stato - può porre alcun argine.
E' un suo diritto di difendersi sia dai processi che nei processi  e così  - per schivare quelli nei quali  potrebbe essere verosimilmente condannato - ha cominciato facendo cadere improvvisamente e prematuramente il Governo Monti, unendo l'utile al dilettevole.
Il dilettevole era la sua ridiscesa in campo, dopo 12 mesi di apparente oblio, per giocarsi la carta elettorale per la sesta volta.
L'utile riguarda il preciso momento scelto per la caduta del Governo Monti poichè, visti i tempi canonici per arrivare alla data delle elezioni e alle conseguenti date di avvio della nuova legislatura,  guarda caso, queste date si sovrppongono alla perfezione con le udienze calendarizzate tra i Giudici e gli astuti Parlamentari difensori.
Detta chiara: se la legislatura fosse andata a fine corsa naturalmente (metà aprile) sarebbero arrivate prima le sentenze (programmate per questi giorni) della campagna elettorale, mentre ora, ben pilotata, si è creata una congestione tra i doveri dei Giudici e i doveri del Senatore;  basta una manciata di giorni per arrivare "sani" a venerdì 15 marzo e poi se ne riparlerà, forse dopo il 15 aprile.
Tutte cose formalmente lecite per carità, ma qui scatta l'auto difesa ricorrendo al lecito (malattia oftalmica con aggravanti cardio circolatorie) e l'illecito (manifestazioni di parlamentari neo eletti - quindi delle istituzioni - contro il potere giudiziario - anch'esso parte delle istituzioni).
Napolitano ha stigmatizzato questo secondo comportamento (chissa in specie quante volte l'avrà fatto, ma inascoltato), ma invitando altresì alla cautela la Magistratura per consentire il diritto politico all'ex premier, ammette implicitamente anche lui che non crede assolutamente alla manfrina inscenata con l'aiuto del San Raffaele.
Il risultato del tutto prevedibile è che l'ex premier glissa sull'illecito (anzi lo giustifica) e incassa sul lecito.
E su questo rilancia pretendendo un posto al Quirinale per la sua parte politica (se non per sè) ringraziando Napolitano, reo di essere un uomo di sinistra come i suoi predecessori.
Qui mi adombro oltremodo sulla falsità più volta detta: rimando a mente gli 11 Capi della nostra Repubblica, ma di provenienti dalla sinistra ne riconosco solo due: Pertini e Napolitano !
Ma già conosciamo questo signore e conosciamo i suoi comportamenti: durante i tre ultimi settennati ha avuto ben poco da ridire, ma alla fine di ogni mandato ha finto di togliersi sassolini dalle scarpe attaccando il Presidentedi turno per cercarsi spazi - magari per sè - per il mandato successivo.
Gioca quindi spudoratamente sulla doverosa equidistanza e terzietà espressa dal Capo dello Stato ( le strategie spregiudicate non possono giustificare eventuali risentimenti della Magistratura sbeffeggiata e presa in giro) per riproporsi ancora una volta come deus ex della democrazia liberale e salvatore - non già dei suoi interessi - ma della patria.
La vigilanza e la determinazione sono in questi momenti un obbligo da parte di tutti: un uomo così, con tutti i danni da lui commessi oggi, sarebbe una disgrazia per la nostra Repubblica !

martedì, marzo 12, 2013

AVREMO PRIMA IL PAPA CHE UN GOVERNO !

Battuta scontata ed eventi non confrontabili, ma è certo che probabilmente la Cristianità avrà in pochi giorni il sostituto di di Benedetto XVI e di San Pietro, mentre la nostra Repubblica dovrà con ansia attendere un nuovo Governo scaturito dalle recenti elezioni politiche.
Nel caso della Chiesa è avvenuto un fatto importante - la rinuncia di Papa Ratzinger -  molto raro che è occorso l'ultima volta volta sei secoli or sono, mentre in questa tornata elettorale sono emerse novità forti che peraltro sono avvenute nel recente passato più volte, ma non hanno prodotto che danni .
Il Conclave saprà certamente trovare tra i suoi componenti l'uomo di chiesa più opportuno che sappia coniugare al meglio sia l'aspetto ecclesiastico che quello umano.
E qui finisce il paragone, forse decisamente azzardato, perchè l'evento della Chiesa è, al di la delle cause, una operazione di scelta e nomina di "routine" che si perpetua da due mila anni, mentre quello politico è altra cosa.
Infatti se non si parte dai risultati e dalla analisi delle cause che li hanno prodotti è evidente che qualsiasi passo successivo può essere precluso o riservare sviluppi anche inaspettati.
Al di la della legge elettorale vigente, il fatto inequivocabile è che Cdx e Csx hanno ottenuto sostanzialmente gli stessi voti in termini percentuali (con un leggero vantaggio per il Csx), mentre è comparso prepotentemente sulla scena politica nazionale il M5S che ha raccolto la maggioranza relativa dei voti come singolo partito superando se pur di poco il PD, capolista del Csx.
Proprio la legge elettorale attuale azzoppa il Csx (per la seconda volta)per il differente computo dei premi di maggioranza tra Camera e Senato, tanto che non è in grado nemmeno di formare una maggioranza solida per poter avviarsi a governare.
Peraltro se non vi fosse il porcellum, ma una semplice legge proporzionale la situazione sarebbe di puro stallo vista l'impossibilità di convergenze tra Csx e Cdx che non possono avere punti di convergenza su temi che intendono affrontare il modo diametralmente opposto.
Peraltro accordi tra Csx e Centro non sono possibili sia per le diversità di vedute, ma soprattutto per il peso modesto del Centro.
Il M5S ha sviluppato una sua stategia e una sua proposta e su questo si sono coagulati gli scontenti di Csx, di Centro e Cdx.
Il Centro ha fatto certamente autocritica per i suoi risultati - soprattutto esponenti di vaglia come Casini e Fini.
Mentre il Cdx non può ammettere i suoi errori e e li perpetua limitandosi ad aspettare gli eventi e a lanciare una campagna indecente a difesa del suo Leader (mai visto un ex Ministro di Gazia e Giustizia protestare davanti ad un Tribunale insieme a parlamentari)che le sta tentanto tutte per non andare sotto processo, per allungare i tempi ed attendere gli eventi politici prossimi futuri, puntanto chiaramente a raggiungere la prescrizione e l'immunità; si crede un novello "silviopellico", mentre non ha il coraggio di affrontare da uomo i giudizi della Magistratura.
Vedo invece che il Csx non affronta con la dovuta determinazione nè l'analisi nè le soluzioni al problema che si è materializzato prepotentemente con il risultato sorprendente, ma del tutto spiegabile, del' M5S.
Intendiamoci non penso assolatamente che sia stata sbagliata l'alleanza con Sel, nè la scelta di Bersani come leader; se fosse stato scelto Renzi, per le idee un pò centriste e per la rottamazione che non era la soluzione del problema (son stati eletti l'80% dei parlamentari nuovi di trinca) i risultati sarebbero stati del tutto analoghi.
Il risultato rispetto alle elezioni del 2008 con Veltroni leader è stato inferiore sia per percentuali (circa 10 punti) che per voti (meno 3 milioni e più) e questo è spiegato dal fatto che abbiamo attratto voti dal Centro ma ne abbiamo ceduti ben di più al M5S per scarsa credibilità.
Il M5S, con Grillo come deus ex, ha semplicemente puntato su due capitoli ben chiari a tutti: il rinnovamento radicale della politica dei partiti (avemmo dovuto cambiare tutti i nostri candidati e forse non sarebbe bastato) e un programma, da anteporre agli uomini /donne eletti, costituito da provvedimenti chiari e per certi versi anche un pò folli ed utopici.
Evidentemente è stato da noi tutti sottovalutata questa forza nascente e conseguentemente la nostra strategia è stata troppo tranquilla evidentemente, forse per il fatto di non voler cadere in contraddizione con il sostegno dato al Governo o forse perchè non vi era sufficiente convergenza e coesione sui temi da trattare, sulle proposte da effettuare tali da dimostrare una sufficiente affidabilità riespetto a quelle dei contendenti.
Questa strategia - quella del M5S -  è nata e cresciuta sotto i nostri occhi; non è stata costruita nello spazio di un mattino come le iniziative del Prof. Monti o del Giudice Ingroia (si è visto il risultato), ma pazientemente e con continuità progressiva durata anni.
Abbiamo visto per le elezioni della Regione Sicilia: Grillo ha attraersato a nuoto lo stretto, mentre c'è ancora in giro qualche folle - non importa di che colore - che pensa al ponte; come dire: Berlusconi tu vuoi il Ponte ? Ma che ponte e ponte: basta una nuotata per attraversare lo Stretto !
Questo non  significa dover scimmiottare gli altri leader, ma trovare soluzioni dirompenti e convincenti che lascino sperare e convincere per un radicale cambiamento.
Infatti in Sicilia hanno vinto politici "fuori rotta" come Crocetta e Orlando !
Non abbiamo messo al primo punto il nostro programma con titoli chiari ed anche  dirompenti da contrapporre ai competitors, forse temendo di essere scimmiottati, per cui il rinnovamento del Csx è risultato  evidentemente meno credibile, quasi a significare la non intenzione a riparare agli errori da noi commessi, dando quindi filo da tessere al M5S.
Forse ancora andavano ammessi con più chiarezza gli errori commessi, indicandone le soluzioni credibili, ma evidentemente si temeva di prestare il fianco a contrattacchi del Centro e Cdx.
Anche ora la decisione sui temi del progamma non sono ancora sufficientemente nitidi e convincenti in particolare con i nostri possibili alleati; se non si convincono loro che hanno fatto della rivoluzione della struttura partitica un cavallo di battaglia, evidentemente grande futuro per questa legilslatura non ne vedo affatto.
Intendo dire che dobbiamo risultare iper convicenti sul cambiamento di rotta per sperare di poter avere una fiducia parlamentare consistente.
Gli otto punti scelti sono certamente importanti, ma ancora una volta su certi temi il salto del fosso non vien fatto e su questo il M5S ci sfida e vince.
Mi riferisco alle sovvenzioni di campagna elettorale da eliminare o alla riduzione degli stipendi ai parlamentari: so perfettamente che ovunque queste esistono, ma la realtà è che in Italia il Parlamento ne ha abusato in modo indecente ( tutti d'accordo naturalmente) per cui è il caso - oggi - di pagare dazio, visto che il M5S ha pure buon gioco a sostenere questa proposta visto che non li può (i contributi) nemmeno ritirare in quanto non ha uno statuto.
Questo modus operandi va applicato anche su altri temi che coincido in parte con quelli di M5S evidenziando le parti che non possono funzionare, le parti follemente utopiche e va soprattutto abbandonata la strategia di sindacare sui fatti personali di Grillo, Casaleggio e parlamentari eletti.
Risultano clamorosi autogol (come quella su politici miliardari quasi a dire che Grillo e Berlusconi pari sono)le recriminazioni sulla inesperienza degli eletti di M5S: italiani conl'anello al naso non è ho mai visti, ma se anche fosse le capacità intellettive del genere umano sono immense; per cui il fatto che riusciranno ad immedesimarsi nella parte con profitto (come del resti tutti i nostri nuovi eletti) è inequivocabile.
Ci si deve confrontare sui fatti e sui fatti dimostrare dove c'è  convergenza e in caso contrario  qual'è la ricetta migliore.
E' quindi una grande opportunità per l'Italia questo risultato agrodolce delle elezioni politiche poichè potrebbero sortire idee e soluzioni veramente vantaggiose per tutti gli italiani; risultati cioè inaspettati e convincenti ancor più se fossero avanzati dal "solito" e solitario Csx.

martedì, febbraio 26, 2013

GRAZIE ITALIA: ORA SIAMO A CAVALLO !

Ed ecco che a urne chiuse ci ritroviamo un bel pacchetto infiocchettato con il voto strabiliante conseguito dal Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo.
Certamente è stato sottovalutato, ma alla rabbia, magari interessata che stava montando, non c'era più evidentemente modo di porre alcun argine e rimedio.
Le cose fatte, non fatte o fatte male, restano nella storia recente e non potevano essere fatte perdonare con ulteriori promesse che per i protestarari sono giunte fuori tempo massimo.
Parlavo di incantatore di Sepenti rivolgentomi al Cav. Berlusconi ed ecco che  Grillo è risultato invece il pifferaio magico che porta tutti i topini ad annegare.
Il Voto va certamente rispettato ed interpretato per capire che cosa è sato sbagliato dalle altre coalizioni, ma vanno viste anche le prospettive politiche imminenti per il governo dell'Italia.
Una cosa è certa: questo voto di protesta, che pone l' M5S come primo partito di maggioranza relativa, pesca sia nell' elettorato che nel 2008 voto per il Csx che in quello che votò il Cdx.
Gli ex elettori dei due principali schieramenti che li accusano di aver fatto o non fatto determinati atti politici che posso pure non coincidere hanno espresso la loro protesta votando M5S; basti pensare che il Cdx ha perso  circa 7 e 6 milioni di voti rispettivamente a Camera e Senato, mentre il Csx ne ha persi 3,7 alla Camera e   2,8 al Senato.
Il fenomeno è speculare in ogni regione per cui le accuse agli ex schieramenti votati nel 2008 risultano speculari sia nelle regioni dove ha vinto il Csx che in quelli dove ha vinto il Cdx.
La "lucida follia" dei votanti il M5S ha certamente tenuto conto di protestare così contro i propri schieramenti di appartenenza originaria, ma il risultato - un voto su quattro - non ha tenuto minimamento conto delle prospettive e delle conseguenze sulla governabilità dell' Italia, vigendo una simile legge elettorale.
Infatti le prospettive, per effetto dei risulati in termini di parlamentari eletti, ci presenta una situazione ancor più complicata di quella avvenuta nel 2008: il Csx ha maggioranza qualificata alla Camera dei Deputati, ma non ha - pur con percentuali analoghe seppur risicate di voti conseguiti - maggioranza assoluta.
La formazione di un nuovo Governo quindi è operazione assai problematica poichè è sui temi convergenti sui quali questa si può costruire e dalle dichiarazioni del M5S gli elementi che hanno prodotto il voto di protesta hanno uno spettro ampio e assai composito.
Andiamo infatti dal rifiuto della legge sulle pensioni, alla legge che introduce l'Imu; dalla legge elettorale alla abolizione dei rimborsi elettorali, dei finanziamenti regionali ai gruppi consigliari, al dimezzamento dei parlamentari e delle loro retribuzioni, alla abolizione delle pensioni ai parlamentari, alla abolizione delle provincie.
Per non dimenticare una nuova e seria legge sulla corruzione, sul conflitto di interessi, sul falso in bilancio, sul salario minimo garantito, sulla legge svuota carceri e su una efficace rilancio delle politiche industriali .
Tutto questo è però condito dallo slogan del "tutti a casa" per cui l'operazione in teoria possibile si complica se non vi sarà disponibilità di confronto sui temi che possono costituire un minimo comun denominatore.
Se a questo aggiungiamo che il nuovo Parlamento deve per prima cosa affrontare ne nomine dei presidenti dei due rami del Parlamento e della nomina del nuovo Capo dello Sato, ecco che le posizioni attendiste di M5S possono costituire un vero grosso problema per la definizione dei primi assetti istituzionali.
Mi sembra del tutto evidente che il Csx dovrebbe essere quello che, per evvetto dei risultati conseguiti, si dovrà far carico di sondare se esistano o meno le possibilità di minimi accordi ed scluderei in modo tassativo che il Csx tenti approcci con il Centro di Monti che non ha la forza per contribuire a raggiungere la maggioranza al Senato.
Men che meno va ricercata la possibilità di una "grosse coalition" con Centro e Cdx perchè abbiamo visto che la sua efficacia, dal novembre 2011 al dicembre 2012, non ha prodotto quello che avrebbe dovuto produre per effetto dei veti incrociati; peraltro i rispettivi bacini elettorali (residui) non lo accetterebbero assolutamente e sarebbe ulteriore causa di protesta successiva alla prima favorevole occasione.
La situazione non è quindi per nulla facile e le prime avvisaglie le vediamo già oggi in Borsa italiana che scende del 4,45% e non sappiamo ancora quale potrà essere l'orientamento del Mercato rispetto alla economia italiana oltre che alla stabilità dell'euro del quale, ci piaccia o meno, facciamo tuttoa parte.
Il Partiti, tutti, si devono prendere le loro responsabilità una buona volta  ed anche gli elettori si devono prendere le loro visto che con il voto di è espresso un diritto-dovere, ma il risultato che vediamo davanti agli occhi da indicazioni per il futuro assai complicate non facili da attuare.

sabato, febbraio 09, 2013

ATTENTI ALL'INCANTATORE DI SERPENTI !

E' finita l'epoca dei sondaggi elettorali: mancano due settimane alle elezioni politiche nazionali per il rinnovo del Parlamento, ma questi danno segnali veramente preoccupanti che dovrebbero far riflettere l'elettorato, anche quello, uno su cinque elettori secondo i sondaggi, che rivoterebbero il Pdl, presieduto appunto dall'incantatore di serpenti On. Berlusconi.
Ancora una volta assistiamo sbigottiti ad una serie di promesse, dopo averne sentite molte altre, per nulla condivisibili, mai attuate.
L'opinione pubblica si deve render conto che farsi abbagliare dagli interventi e soprattutto dar fiducia con il voto significa essere corresponsabili nell'affossare ancor più l'Italia in una situazione economica, politica e sociale ancor più grave di quella in cui si sta trovando.
Cavalcare proposte assurde ed indecenti significa cioè ritrovarsi poi con gli effetti devastanti dove dopo, naturalmente, non è mai colpa di chi le ha fatte.
L'Ici  prima casa fu abolita nel 2008 con il bel risultato che quel mancato introito ha messo in sofferenza stato e comuni i quali, nonostante il pseudo federalismo fiscale, non sono riusciti a contenere la spesa corrente, se non quella dei servizi ai cittadini.
Il bel risultato è stato che sottoforma di Imu si è ripagata con il sopraconto.
Ora assistere ad una proposta che ripete pari pari quella del 2008 deve essere sdegnosamente rifiutata.
Invocare la sacralità della prima casa è una assurdità che serve solo a sollecitare concenso a basso prezzo, peraltro ingiustificato.
Basti pensare che sul gettito Imu prima casa, circa 4 mld, la metà è stata versata dall'80% dei proprietari, mentre 2 mld solo dal restante 20%.
Molto meglio quindi una Imu progressiva con una detrazione più alta che solleva dal pagamento i proprietari di abitazioni normali rispettando il principio costituzionale del chi più ha, più da !
Sulla tracciabilità la proposta del nostro bell'addormentato è quella di togliere lacci e lacciuoli per non strozzare il commercio soprattutto dei beni di lusso.
Anche questa è una bufala terrificante poichè dà in sostanza dei magliari ai ceti medio-alti ed alti  i quali secondo lui acquisterebbero gioielli, pellicce e Ferrari presentandosi con una valigetta piena di euro o dollari.
Insomma si comporterebbero come un trafficante di droga quanto ritira una partita di coca !
Non parliamo del redditometro che diventerebbe l'occhio indisceto dello Stato nella vita dei cittadini: altra boiata visto che chi non ha nulla da nascondere può, se richiesto, dare le informazioni aggiuntive che l'erario non ha recepito dal Sistema Serpico!
Ne consegue che chi è a posto fa spallucce, ma chi non lo è.... sa come votare !
Aggiungo che Equitalia, costruita dal ministro Tremonti (ricordate ? lo fece per curare diettamente il recupero delle evasioni togliendolo alle banche incaricate) sembra diventata una seconda ghestapo, dimenticando che le procedure di recupero sono troppo stringenti a causa delle disposizioni di legge del Governo Berlusconi, costruite a bella posta perchè è più facile far pagare  100 euro a 50 milioni di cittadini che 50 milioni a 100 cittadini !
Sulla stessa strada stanno le proposte di condoni edilizi e condoni tombali.
Non contento dei danni fatti con iniziative analoghe in passato l'On Berlusconi insiste e persiste nel voler diseducare i cittadini al semplice concetto che le tasse sono un diritto-dovere nei confronti della collettività in cui si vive, per cui chi svicola non può essere premiato con un super sconto che sani le sue malefatte del passato e si predisponga a perpetrarle in funzione di una prossima sanatoria fiscale (nel 2001 Tremonti disse al riguardo che sarebbe stata l'ultima volta, ma poi sìè visto come è andata a finire).
Condoni edilizi perchè? Oltre ai danni di cementificazione condonati in passato, nel 2008 il Governo Berlusconi aveva varato il piano casa per l'ampliamento di un terzo delle potenzialità edificasbili dei fabbricati esistenti. Ed ora  ancora condoni nonostante l'enorme edificato vuoto che esiste, graziosamente esentato, nelle intenzioni dell' ex premier, dal pagamento Imu ?
Quanto ai condoni tombali li abbiamo già visti in passato insieme agli scudi fiscali, con il bel risultato che  che tutti i proventi del malaffare sono riemersi legalmente pagando una pinzillacchera, talmente piccola che nei primi scudi fiscali veniva trattata come una commissione dalle banche incaricate.
Vediamo peraltro anche con gli scandali di questi giorni, (daMps a Eni/Saipem dove le distrazioni di fondi sarebbero state scudate) come queste iniziative fatte per tirar su tasse abbiano favorito in realtà danni ben più grandi.
Sulla corruzione infatti il Governo Monti ha fatto una leggicchia (meglio poco che niente) proprio perchè il malaffare è in Italia talmente alto e generalizzato che le pressioni per produrre leggi edulcorate pongono vincoli inconfessabili.
Il conflitto di interessi infatti con una nuova ed efficace legge deve servire proprio a questo.
Quando si parla del tema tutti pensano che si voglia mettere la museruola all'On. Berlusconi, ma non è proprio cosi: molti lo sanno a che cosa ci si riferisce, mentre a chi non lo sa va spiegato per bene in modo chiaro.
Per paradosso il conflitto d'interesse che potrebbe coinvolgere l'ex premier è marginale rispetto al fenomeno poichè il conflitto si annida in tutti i gangli della vita economica e sociale del nostro paese.
A partitre dai professionisti che una volta eletti in Parlamento o in altre istituzioni continuano bellamente la loro attività, alle doppie o triple cariche politiche, alle cariche incrociate in soggetti economici, ai passaggi da cariche politiche a cariche amministrative e viceversa(da Fondazioni a Banche per esempio), all'intreccio fra politica e società che fanno capo a comuni, provincie, regioni e Stato.
E giu giu fino ad intrecci malsani anche con le associazioni territoriali dove i rivoli dei sussidi e prebende costituiscono in realtà un fiume inarrestabile di risorse pubbliche.
Per non parlare nella depenalizzazione del Falso in bilancio che costituisce una delle fondi del malaffare e delle fatturazioni in nero ( vanno a beccetto con condoni e scudi fiscali); legge che l'on. Berlusconi ha fatto approvare e oggi non ha il coraggio di ammettere l'errore e ne proporne il ripristino.
Della eleggibilità dei politici a tutti i livelli ovviamente non se ne parla; recentemente è' stata messa una mezza pezza, ma non basta; come non basta il giudizio dei probiviri del partito, Pdl in testa.
Chi è soggetto a indagini e processi non può candidarsi ad un bel niente, non per spirito giustizialista, ma per il semplice fatto che se poi venisse condannato deteriorebbe la funzione e l'instituzione alla quale è stato eletto; abbiamo visto quanti imbarazzi in Parlamento ecentemente e anche che votazioni che smentivano l'evidente realtà.
Domando ? Affidereste le chiavi della vostra cassaforte ad un soggetto denunciato per furto ? Penso proprio di no.
Aggiugo ancora che l'ex premier si è dichiarato recentemente, interrogato sul problema del sovraffollamento delle carceri, favorevole ad una amnistia.
Ebbene il fenomeno è grave e umanamente indecente, ma non ha patrocinato nè sostenuto, una iniziativa parlamentare per trasformare le pene detentive di pochi anni in pene alternative.
In Parlamento ce n'era il tempo, ma gli interessi erano ben altri: ci si doveva preoccupare di fa cadere anzitempo il governo Monti per mire elettorali e personali, mentre ora si propone l'amnistia.
Soluzione innanzitutto diseducativa perchè il condannato deve finire la sua pena, per rispetto della società e delle vittime che hanno patito il reato, per cui è troppo comodo, per poblemi di spazio svuotare indiscriminatamente le carceri (peraltro il piano carceri del Ministro Alfano che fine ha fatto ?).
Eppoi non si propone l'amnistia che cancella reato e pena, ma al massimo  si deve proporre l'indulto che calcella solo la pena (residuale).
Ecco: la filosofia è sempre quella (sempre che non ci siano come sopraconto interessi personali del proponente) del lassismo che accontenta i disonesti, mentre per la gente normale ed onesta il tutto si conclude in una grande presa in giro.
Per quanto riguardia poi la Giustizia il tema è buono solo per denunciare la persecuzione da parte dell'ex premier da "certa" giustizia; del fatto che sia stato assolto (anche per decadenza dei termini) che altro è se non Giustizia ?
Insistere a volersi porrre al di sopra della Giustizia umana (per quella divina la vedo un pò dura) affrontandola a male parole mi sembra al quanto diseducativo: basta e conta come ci si sente - non colpevoli naturalmente - per cui questo è elemento sufficiente per sottrarsi in tutti i modi all'istituzione, come in questo periodo dove l'ex premier di è preparato una bella griglia di impegni politici per non presentarsi in tribunale.
Vien da pensar - male al riguardo: non è che ha anticipato la fine della legislatura per svicolare ancora una volta ?
E' come sul tema del lavoro: il nostro incantatore di serpenti per cercare appeal tra la gente imprenditrice  propone di esentare dal pagamento dei contributi - assistenziali e pensionistici - gli imprenditori che assumano a tempo indeterminato nuove maestranze (con un rapido calcolo potrebbero essere 4 milioni di nuovi posti di lavoro contro 2,9 milioni di disoccupati).
Intanto domando: questi contributi chi li paga ? Lo Stato e se si con mezzi ? Oppure sottende che questi contributi passino in cavalleria (li ripaga comunque lo Stato in termini di assistenza e pensioni quando sarà il momento)?
Il sostegno alle imprese va fatto in altro modo visto che a lasciarle fare ci ha portato all'immobilismo e alla stagnazione; infatti non hanno saputo apprifittare assolutamente dell'entrata nell'euro che ha prodotto tassi d'interesse assai bassi per cui questa volta gli aiuti devono essere selettivi e soprattutto ex post, accompagnandole anche nelle riconversioni utilizzando i sostegni specifici messi a disposizione dall'Europa.
Peraltro di piani indistriali non se ne sente parlare, di piani di investimenti strutturali nemmeno, ma si cerca di acchiappar  voti promettendo i soliti sgravi, le solite promesse di meno tasse per tutti.
Come dire ti prometto un vsntaggio o un aiutino, poi per il resto sai tu ome fare !
L'ex premier è buono solo per gli slogan (più grandi sono più fanno effetto),ma andarli ad analizzare poi si rivelano senza costrutto, oppure una bufala se non di peggio.
In quesi giorni un quotidiano nazionale si è preso la briga di quantificare il costo delle promesse da marinaio del "nostro" relative ad Irpef, Irap, Imu, Iva, ecc; ebbene si tratta di oltre 70 miliardi (contro i ben più modesti  30 circa del Csx e del Centro Montiano), ma non ci dice assolutamente in che modo.
Mentre gli antagonisti di centro e centrosinistra si dannano l'anima per trovare una formula credibile che sia equilibrata e spiegare quanto della manovra potrà essere pagata dallo spostamento di tasse ed imposte e quanto da recupero di efficenza e di risparmio, l'ex premier resta sul vago per cui tutto è possibile anche che ritrovi tutte le fonti semplicemente dalle tasse/imposte ed è a questo punto lecito pensare che c'è il rischio che a pagare siano sempre i soliti noti.
Attenzione è già successo: le manovre finanziarie dal 2001 sono state una montagna di soldi, ma la pressione fiscale è aumentata continuamente (insieme allo stock di debito).
La nostra Italia è in equilibrio instabile per cui i miglioramenti vanno meditati con estrema cautela - senza farsi prendere dall'inguaribile ottimismo dell' ex premier - per cui le mnovre devono essere mirate senza esagerazioni quindi e soprattutto con continuità e conseguenza.
Il nostro paese è diventato il paese delle riforme e controriforme e in questo ambito non ne è mai uscito uno stato con caratteristiche fondamentali migliori; anzi è in progressimo avvitamento laddove una riforma non ha creato vantaggi per tutti, ma ha ci spaccato in due parti non certo equivalenti, dove i vantaggi si sono addensati ancor di più dove già c'erano e sottraendoli all'altra parte.
Riforme "rivoluzionarie" non saranno mai possibili se non si rinuncia a privilegi e a rendite di posizione e non si comprendono le ragioni del nostro prossimo;  tant'è che oggi nelle proposte politiche,a fianco dei vecchi populismi, ne emergono di nuovi, mentre non si rafforzano adeguatamente le alternative pur credibili presenti in campo.
C'è chi vuol buttare tutto all'aria per rifondare la nostra Italia (un tutti a casa neanche fossimo all'8 settembre), c'è chi propunga un vero secessionismo forte del fatto che al nord si produce il 70% della ricchezza nazionale (con sprechi, labbiamo visto di recente, conseguenti).
Nel primo caso sembra tanto una scelta di protesta tanto per lavarsi l'anima e nell'altro si pensa in modo stolido al proprio tornaconto non rendendosi conto che senza il centro, il sud e isole che anch'esso consumano,  la ricchezza prodotta rimarrebbe in buona parte in mano di chi la crea.
Attenti quindi alle sirene che incantano: quando si vota - e chi si astiene fa scegliere a chi vota - si deve usare  cervello, impegno e coerenza !

sabato, febbraio 02, 2013

SCANDALO MPS E CAMPAGNA ELETTORALE

Sono stato in dubbio per giorni se scrivere sul tema principale, in quanto, pur non essendo parte in causa, ho trascorso una vita in Mps e per lo scandalo che sta progressivamente emegendo dalle indagini divulgate dai media non c'è che da uscirne tramortiti.
Quello che sta emegendo sono operazioni sia di acquisizione che puramente finanziarie che lasciano allibiti, proprio per la cautela e l'accortezza che ha sempre caratterizzato la Banca, vista dal suo interno.
Anche quando le oppoortunità di affari potevano apparire succulente la cautela era d'obbligo (cio nonostante qualche ciufeca - digeribile - si imbarcava lo stesso) e quindi, andavono poste in essere con parsimonia, senza esagerare e magari cercando partners bancari che condividessero il rischio.
Se poi "l'affare" si ripresenta per la seconda volta anche nel caso dell'acquisto Antonveneta, l'operazione va vista con una speciale lente di ingrandimento, proprio per il fatto che se c'è chi la scarta, ci possono essere motivi di rischio latenti o sapraggiunti che giustificherebbero il disimpegno e quindi il rifiuto da parte di Mps.
Nel caso di Mps sembra proprio che questo non sia avvenuto e che l'operazione si sia conclusa senza le necessarie cautele e procedure, peraltro nemmeno previste dalle normative vigenti.
Intendo dire che qualsiasi società quotata che intende acquistarne un'altra quotata deve essere preceduta da valutazioni di soggetti incaricati, data ampia pubblicità, anche in relazione alle fonti da utilizzare per lo scopo, proprio perchè il Mercato le notizie deve averle prima e non dopo e superare infine i placet di Consob e Bankitalia (nel caso siano banche) nonchè di Borsa Italiana.
Nel caso di Antonveneta, società non quotata, questo non è avvenuto perchè non previsto.
Sulle operazioni in derivati poi la meraviglia rimane perchè sono strumenti collaterali all'attività primaria - il credito a privati e imprese - per cui la Banca si protegge, qualora conceda credito a tassi fissi o in divise extra euro, da aumenti futuri che intacchiono cioè i margini d'interesse o di cambio.
Oppure il cliente chiede di proteggersi tramite banca in caso di tassi variabili o cambi da rialzi eccessivi con assicurazioni sul tasso o con coperture a termine sui cambi.
Usare questi strumenti per mero scopo finanziario e speculativo significa uscire veramente dalla propria funzione istituzionale ed infilarsi in rischiosità che non hanno alcuna logica.
E' avidente anche a a chi scrive, che queste procedure sono state poste in essere a livelli accentrati di management (in effetti l'acquisizione di una banca non è cosa di tutti i giorni) e a quei livelli non è poi così chiaro quale sia la competenza e quali siano le possibili frammistioni che verrebbero a nascere senza alcun controllo.
Vedremo le indagini che novità ci porteranno nei possimi giorni perchè mi pare evidente che qualcuno agli alti livelli della Banca stia vuotando il sacco e forse potremo vedere nei prossimi giorni anche azioni decisamente spiacevoli ed eclatanti.
Ma il punto ancor più grave per chi scrive è l'uso veramente scriteriato che l'opinione pubblica fa di questo scandalo, anche in funzione di propaganda elettorale per le imminenti elezioni politiche.
Non si tratta di metter la sordina a nessuno, ma certamente non ci si rende conto (e se ci si rende conto è ancor peggio) che le parole sono pietre e rischiano di insinuare dubbi inesistenti e certezze inconsistenti.
Bene ha fatto quindi il Capo dello Stato Napolitano a suggerire cautela.
Mi riferisco all'assioma tutto elettorale per cui il sostegno a Mps costerebbe quanto è l'Imu versata per la prima casa: innanzitutto è un prestito retribuito a sostegno delle clientela e implicitamente dei dipendenti (stiamo parlando di oltre 6 milioni di clienti in larghissima  parte privati e olte 30 mila dipendenti) non della banca in se.
Infatti il prestito, trasformabile in capitale sociale, innalza i i valori patrimoniali di Mps  per rispettare i parametri di Balisea II e III e questo serve per consentire l'operatività ordinaria di ogni giorno.
Infatti non è più come un tempo quando si poteva prestare a famiglie e imprese sotto varia forma buona parte della raccolta primaria (depositi, certiicati di deposito, obbligazioni ,ecc), ma occorre avere anche un patrimonio proprio coerente a sostegno (con Basilea III è il 9%) per poterlo fare.
Da Bilancio al settembre 2012 stiamo parlando di oltre 400 miliardi di euro di giro d'affari di cui 135 da raccolta diretta e 145 da prestiti alla clientela (circa metà a medio termine) per cui i discorsi sciagurati potrebbero inceppare - a torto -  il meccanismo creditizio  che travalica lo scandalo scoppiato in Mps.
Peraltro operazioni di questo tipo sono sorte anche in altri paesi come la Spagna dove il sostegno ben più grande di 10 volte è giunto da parte di Fsfs poichè lo stato spagnolo non ne aveva i mezzi.
Quanto al fatto che lo scandalo sia riconducibile esclusivamente alla parte politica presente da sempre a Siena cioè il PD (un tempo PCI e DC) mi semba proprio una operazione strumentale e semplicistica che conviene smaccatamente a chi la sostiene perchè in realtà,  se malaffare c'è stato,  questo ha favorito tanti e di ogni colore a dimostrazione che i meccanismi di privatizzazione impostati dalla Legge Amato e dalla Legge Ciampi non hanno prodotto gli effetti sperati visto che la senesità è rimasta ancora forte a Siena, come lo sono rimaste  quelle di altre città come Verona, Milano, Torino, ecc.
Peraltro sono sorpreso che per Mps oggi si gridi giustamente allo scandalo, ma quando si compì la grande operazione di privatizzare, mantenendola italiana formalmente, Alitalia,  l'opinione pubblica non ha reclamato per il costo dell'operazione (forse perchè l'Ici prima casa era stata tolta) che ammonta a ben oltre i quattro miliardi di Mps; tale costo non ha avuto nessun recupero e da quel che appare la questione non è finita. 
Caso mai tornando a Mps è l'insipenza, se non peggio,  che ha fatto emergere le falle, ma sotto sotto non è che altrove tutto giri come dovrebbe in quanto gli appetiti delle ammnistrazioni locali sono robusti ovunque.
Il punto debole stà proprio nelle formule di privatizzazione (si legga quella in progetto per la Banca Popolare di Milano) dove la reticenza delle Fondazioni è spiegata, ma non giustificata, dall'entrata di soci privati, accompagnati dal loro bel conflitto d'interesse sul quale pochissimi hanno avuto a che ridire.
La finalità delle leggi era quella di creare delle vere e proprie public company e trasformare le Fondazioni in soggetti che sostenessero la ricerca, la cultura, la formazione, mentre invece in generale sono diventate mira di appetiti da parte della Politica (non solo locale con le prebende che esistono purtroppo ovunque), ma nazionale e di Governo; ci ricordiamo il tentativo del Ministro Tremonti di "saccheggiarle" per rimpinguare le casse dello Stato ?
Questo scandalo è propellente utile a certa campagna elettorale, insieme alla serie di annunciazioni che ci sentiamo propinare ancora una volta dai nuovi e dai vecchi politici (a parte il Csx costretto a rispondere per le rime), utili a sollevare il solito polverone per nascondere la verità agli italiani.
Delegittimare quindi gli avversari di Csx e promettere ancora una volta il libro dei sogni (anche Grillo che sa nuotare e tenere il palco, ma lo voglio vedere con i suoi eletti in Parlamento a scardinare il sistema come dice di voler fare): meno tasse, meno Imu, combattere politicamente la Germania e addirittura minacciare l'uscita dall'auro.
Detta chiara e tonda la proposta significherebbe far passare l'idea che chi ha pensione di 500 o mille euro  si arricchisca ritornando ad avere uno o due milioni di lire!
Queste sono idee e proposte veramente folli e destabilizzanti: ancora una volta l'euro dopo aver per anni criticato il concambio a lit. 1936,27 ora minaccia o auspica  il lader di Pdl il ritorno alla lira sapendo ma non dicendo che cosa questo implichi.
Significa una enorme svalutazione, significa bruciare risorse e risparmio in modo mastodontico che a confronto il periodo dell' inflazione galoppante degli anni 73/92 sembrerebbe acqua fresca di fonte.
Certo la comunicazione in Politica è importante, ma poi alle enunciazioni devono seguire i fatti veramente concreti menre questa dell'euro- lo sa anche lui - sarebbe un suicidio per tutti.
Chi invece procede cautamente nelle proposte avanzando quelle realisticamente attuabili, dicendo le verità anche scomode passa per politico di poco polso, poco credibile: a quando la maggiore età ?