domenica, aprile 28, 2013

LO STARNAZZAR DEL GRILLO

E' vero che l'elettorato va rispettato, ma non esiste un elettorato di serie A (il proprio) ed uno di serie B (quello degli altri) e quindi tale rispetto va preteso, ma allo stesso tempo riconosciuto.
Il M5S è emerso prepotentemente aggregando il voto che intende distinguersi denunciando le malefatte del passato e quelle che eventualmente dovressero emergere nel prossimo futuro.
L'altro obiettivo è quello di prodigarsi per la dissoluzione del sistema partitico tradizionale.
In questo senso coerente è stata la posizione assunta nei contronti dei partiti, a partire da quella tenuta con la coalizione di Csx, detentrice della maggioranza relativa in Parlamento.
I tentativi di allenza lanciati dal Csx hanno trovato un muro compatto di risposta negativa rispettosa della propria posizione enunciata in campagna lettorale e questo ha contribuito, non certo per colpa, alla situazione di stallo politico/parlamentare venutasi a creare per effetto della reticenza del Csx a trovar altre strade.
Lo stallo è proseguito anche sul tema della elezione del PdR laddove il Pd, per divergenze interne, ha bruciato ben due suoi esponenti, mentre il M5S con una formula democraticistica ha scelto il suo candidato proponendo il Prof. Stefano Rodotà.
Peraltro si tratta di un personaggio della Sinistra che che il Csx avrebbe benissimo potuto scegliere ben prima se non vi fossero state appunto divergenze interne che hanno portato poi a chider occorso al Presidente Napolitano.
Dire oggi che il Csx ha snobbato il M5S è uno starnazzamento grillesco privo di fondamento intanto perchè non si comprenderebbe perchè prima si afferma "mai con questi partiti", ma poi si prosegue affermando "votate il nostro candidato Rodotà e poi, forse,  faremo qualche cosa con il Governo".
Ritornare sui propri passi non è certo segno di fragilità, ma di pragmatismo per cui se questo va riconosciuto in via di principio, ciò vale per chiunque; stessa cosa quando si accusa il prossimo di fare accordi sulla scelta presidenziale per consentire riverberi sulla nascita del Governo: se vale per il M5S, deve ovviamente, in piena libertà, valere - pur non piacendo - anche per gli altri.
Ogni giorno il leader di M5S ci propina titoli urticanti ottimi per uno spettacolo teatrale, ma che stanno perdendo, giorno dopo giorno, l'efficacia attrattiva d'inizio campagna: Beppe Grillo ha iniziato la morte del 25 Aprile, poi con la mescolanza o minestrone di Governo, ha proseguito con la notte della Repubblica e concluso (sino ad ora perchè le situazioni sono in ebollizzione tenedo conto dell'attentano di stamane a Piazza Colonna) con il club dei mostri (disamina dei vari neo ministri che compongono il Governo di Enrico Letta).
Innanzi tutto vorrei ricordare a Grillo che non ho mai visto il condannato presentarsi al patibolo con corda e sapone, quindi nel momento in cui ci si ritrae da qualsiasi accordo, sostenendo nel contempo che è tutta una farsa perchè gli scopi son ben altri, è molto probabile che questo sia vero, ma anche che sia ob torno collo la strada obbgligata.
Alla formula dell'inciuco ci siamo arrivati, ma qui non è come nella denuncia del crack Parlamat laddove la denuncia, azzeccata, non era interessata; qui ritraendosi sdegnosamente si è fatto di tutto perchè questa fosse la realtà prossima ventura; alla fine - ma lo dimostreranno i fatti - ci saremmo arrivati e così è bello e creato il canovaccio per i giorni a venire.
Perplessità sulla possibile alleanza Csx-M5S ne ho parecchie, ma mi sarebbe piaciuto che questo fosse emerso dai fatti, da degli incontri veri (non sceneggiate in streaming) dove emegessero le divaricazioni che sancissero l'eventuale incomunicabilità politica fra i due gruppi.
E non riguarda certo il modo con cui colloquiare con l'elettorato: ognuno segue la sua forma  non si può imporre all'altro di usare esclusivamente la limitativa rete.
Il M5s ha gridato al lupo al lupo per settimane senza cercare di porvi riparo;ecco che il lupo è arrivato ed  attaccare subito con i piagnistei.
Di elementi per poter attaccare, ne son sicuro, ce ne saranno a iosa e già ora si grida allo scaldalo per il fatto che verrebbero snobbati dagli eletti da 29 milioni di elettori i 163 eletti dei restanti 8,5 milioni, nella scelta delle presidenze delle Commissioni di Garanzia (Vigilanza Rai e Copasir); intanto non è stato deciso ancora un bel nulla, ma comunque domando a Grillo: che avete fatto per far valere il peso immenso dei vostri elettori in questo caso come nei precedenti ?
Le assegnazioni dei ruoli parlamentare, non è una operazione ragionieristica, ma frutto di dibattito e confronto per lo meno fra i partiti di opposizione ora che la maggioranza s'è trovata (e vota pue lei); invece no per il M5S tutto il mondo fuori e sterco del diavolo per cui non va toccato, nemmeno con le pinze !
Avete scelto la strada legittima di non aver contatti con nessuno come fossero appestati, ma estraniandovi da loro vi siete automaticamente esclusi in un recinto dorato dei duri e puri (come quell'ubriaco che girando intorno ad una colonna toccandola affermava: oddio, m'hanno murato vivo!).
E' importante la denuncia e la contestazione, ma se non si da seguito con la proposta ed il confronto si sterilizzano le forze e le idee nuove che potrebbero migliorare di molto la situazione.
Oggi assistiamo alle moderne "convergenze parallele" e tutti noi, a prescindere dal voto espresso, restiamo con l'amaro in bocca perchè vorremmo tutti che la nostra squadra vincesse in modo inequivocabile; ma nella realtà politica non può essere così perchè noi tutti elettori partecipiamo al gioco ed il risultato dipende quindi da noi.
Ne consegue che le regole costituzionali non possono tener conto delle aspettative elettorali, ma dei risultati e se questi escono in modo da procurar stallo, com'è avvenuto con il voto del 24 e 25 febbraio, è evidente che le regole costituzionali devono consentire soluzioni che consentano alla legislatura di decollare a prescindere da quanto si è affermato e tifato in campagna elettorale.
Chi si ribella ogi all'inciucio è lo stesso che si strappava le vesti contro il ribaltone: parole ad effetto che sfuggono al problema che è quello di governare.
Sull'operato del Csx ce ne son da dire una valanga, ma questo non giustifica l'inconcludenza della forza del M5S che starnazzando perde continuamente battaglie; riuscirà a vincer la guerra ?
 

sabato, aprile 20, 2013

PRESIDENTE NAPOLITANO: GRAZIE MILLE !!

Checchè ne dica Beppe Grillo non possiamo che ringraziare tutti il Presidente Napolitano  della grande disponibilità che ha dato alla Repubblica Italiana rinunciando ad attuare quanto aveva più volte affermato con convinzione, cioè  di voler, alla fine del mandato presidenziale, limitarsi a continuare in Parlamento il ruolo di "semplice" senatore a vita ed emerito.
Il fatto che un ex comunista, insieme ad un altro - suo concorrente - prof: Stefano Rodotà confermino  il loro impegno per le Itituzioni deve però farci riflettere non poco sulle incapacità e sulle contraddizioni del ceto politico sottostante, compreso quella parte che per la prima volta, in modo assai consistente, è oggi presente in Parlamento.
Già i risultati elettorali hanno dato le prime avvisaglie che il tempo non aveva maturato politicamente i blocchi storici tant'è che il Cdx ha evidenziato il suo verticismo, peraltro attuato anche dal nuovo M5S e il Csx, in particolare il Pd (Sel si è liberato degli estremismi inconcludenti di Rifondazione Comunista) ha evidenziato la sua fragilità peraltro gia presente nella formula dell Ulivo e successivamente nell' Unione.
Intendo dire che la pluralità di anime di Ulivo prima e di Unione poi da fenomeno positivo si è dimostrato elemento di conflittualità e conseguente fragilità; questo si è pari pari riprodotto nel Partito Democratico che da neo nato non ha vinto le elezioni del 2008 ed ha vinto parzialmente nel febbraio 2013.
In sostanza l'elettorato ha capito quali fossero i suoi punti deboli per cui non l'ha premiato nel 2008 e questa volta ha indirizzato oltre tre milioni di voti al nuovo M5S.
Il Csx è partito in questa legislatura quindi con l'handicap e non ha concluso accordi con il M5S rifiutati perchè aveva fatto della lotta ai partiti il suo slogan principale.
Ha peraltro giustamente rifiutato accordi con il Cdx con il quale non ci sono convergenze per la forte diversità delle ricette per affrontare i temi più impotanti per l'Italia.
Peraltro il Pd non è un partito con struttura verticistica,come Pdl e M5S  i cui eletti sono vincolati almeno sino ad ora alle decisioni prese, per cui nelle possibili formule per formare un nuovo Governo esistono come in passato forze centripete che puntavano a soluzioni contrapposte.
La democrazia interna è certamente segnale vivace delle diversità, ma le scelte conseguenti si presentano estremamente fragili proprio perchè per nulla vincolanti.
E' evidente che la struttura del partito va reinventata, ma per il momento, in attesa del nuovo congresso, andavano affrontati i problemi importanti su rinnovo istituzionale con un minimo di strategia e soprattutto di forte coesione.
La fragilità è emersa in occasione della elezione del PdR: la scelta obbligata, visto che il Csx non aveva sin dall'inizio - come nel 2006 - la maggioranza relativa (da usare dopo la terza votazione) del grandi elettori, era
quella di cercare da subito le ampie alleanze per la scelta comune del miglior candidato da porre al voto parlamentare.
Ma proprio perchè vi erano forze contrapposte che prediligevano successivamente - per la formazione del Governo - le une una grosse coalition con il Centro e Cdx e l'altra una alleanza con il M5S, il mandato scaturito e consegnato a P.L. Bersani era troppo generico.
Nel senso che l'ampia alleanza non andava ricercata con tutti i gruppi parlamentari, ma era sufficiente con quelli che ci stavano, utili al conseguimento di una maggioranza assoluta di 2/3.
Peraltro Bersani, in questo caso, avrebbe dovuto iniziare il confronto prima con il M5S ed avuta la risposta che questo avrebbe scelto on line il proprio candidato per le prime tre votazioni, avrebbe dovuto fermarsi e riconsiderare la strategia da porre in essere.
Invece il Pd e il segretario Bersani si sono fatti carico di cercare una rosa di nomi da proporre al Centro e al Cdx scegliendo uomini certamente validi, ma non fuori dagli schemi come avvenuto per la nomina dei Presidenti di Camera e Senato.
Il Cdx ha avuto buon gioco nello scegliere quello più confacente e cosi Marini è stato bruciato al primo turno di votazione.
Ancor più grave, a dimostrazione delle divaricazioni interne del Pd, è stata la scelta dell'esimio Prof. Prodi in un primo tempo deciso all'unanimità sia nella direzione del partito che nell'assemblea dei parlamentari di coalizione, ma bruciato inaspattatamente nella quarta votazione: uno su quattro circa dei votanti ha tradito le scelte fatte precedentemente.
Il bel risultato è l'implosione del Pd che ha prodotto come primo atto le dimissioni di Bersani e non sappiamo, almeno ad oggi, quali potranno ssere le conseguenze effettive.
Non ci dobbiamo scandalizzare sul fatto che vi possano essere scelte diverse perchè scegliere un uomo/donna piuttosto che un altro/a significa affrontare determinate problematiche e scelte in modi diversi, ma quando però esce una scelta ancorchè a maggioranza, deve finire una buona volta il cattivo vezzo che chi non è d'accordo è autorizzato a moversi come meglio crede.
Qui addirittura almeno cento parlamentari non erano d'accordo su Prodi, non hanno detto nulla a chicchessia, ma nel segreto dell'urna è rinato il franco tiratore; se questo servisse ad "aggiustare il tiro" forse potrebbe essere anche comprensibile, ma quando questo produce l'auto affondamento è evidente che le scelte sono ben poco politiche e forse molto più personali.
Sul questo scenario è scattato l'invito a nozze per Cdx ea M5S a sparare ad alzo zero, dimostrando la maggior fragilità di chi ha la maggioranza relativa del peso politico, quando invece dovrebbe essere proprio il contrario !
Il fatto che Bersani abbia rinunciato l'incarico ha prodotto la necessità impellente di trovare una soluzione alternativa che superasse la fase di stallo aggravata dal fatto che la dirigenza Pd non aveva più peso, mentre deteneva la maggioranza qualificata dei votanti.
Per fortuna il Presidente Napolitano, interessato tempestivamente, è ritornato sulle sue decisioni, ed oggi almeno il  tassello più importate delle Isitituzioni è andato a posto; ora verrà il bello perchè il PdR riavrà tutti i suoi poteri, e vedremo cosa ne uscirà relativamente al prossimo Governo.
Le ipotesi sono più d'una, ma le più probabili sono un Governo di larghe intese oppure un Governo del Presidente la cui vita comunque non sarà lunghissima, perchè ogni partecipante avrà l'arma del ritiro della fiducia se non verranno rispettati puntualmente i temi di cui si dovrà occupare nell'interesse dell' Italia, individuati nella fase costituente (compreso il contributo dei 10 saggi).
Quanto al M5S dovrà pensare velocemente a che ruolo giocare nei prossimi giorni; parlare di golpe è una bischerata madornale.
Ha puntato sulla distuzione del Pd, ma ammesso che ci sia riuscito (forse si è auto distrutto) questo fatto non gli crea vantaggi per il futuro poichè rivincere su un possibile moribondo produce una mezza vittoria ! 

domenica, aprile 07, 2013

COSA VUOLE L' OPINIONE PUBBLICA ?

Quanto all'opinione pubblica internazionale è del tutto evidente che si attende dal Parlamento italiano la nascita di un nuovo governo che assicuri governbilità e politiche economiche caute sotto il profilo della spesa e mirate per il rilancio della nostra economia.
Richieste del tutto logiche a prescindere dalle formule che si andrebbero ad applicare nello sviluppo della XVII legislatura, poichè poco importa chi sarà i selezionato, ma importa molto la sua credibilità e le sue capacità.
Quel che si attende l'opinione pubblica italiana è la stessa identica cosa poichè è chiaro che l'immobilismo non piaccia a nessuno, ma chi cavalca questa esigenza e ncessità, fa finta di non sapere che non è cosa semplice sia per le formule che vanno ricercate sia per le soluzioni ai problemi numerosi e delicati che giacciono sul tappeto.
Infatti la stessa opinione pubblica che esige l'avvio a pieno delle legislatura è la stessa che ha manifestato la sua volontà con un voto che ha creato tre blocci (e mezzo) conrapposti per i quali l'inconcialiabilità è la caratteristica più evidente, pronta peraltro a giudicare severamente tutti i passi falsi commessi, ancorchè auspicati.
Una opinione pubblica quindi che a gran voce dite "fate qualcosa" anche tra avversari politici, pronta però a rinfacciarlo alla prossima occasione, come se non fosse la fonte inconsapevole della situazione di ingovernabilità che stiamo riscontrando.
Chi ha votato per il Cdx non ha certo preso in considerazione l'eventualità che si rendessero necessarie intese imprevedibili con gruppi contrapposti.
Chi ha votato per il Csx ha dato certamente mandato per far da soli o al più cercare eventuali, successive e necessarie alleanze con il Centro montiano.
Per chi ha votato il terzo blocco, l'M5S, ha dato mandato di applicare un principio analogo agli altri in forma perentoria: se vinciamo si farà da soli, altrimenti opposizione dura sino a scoprire le contraddizioni, con vizi e virtù, dei partiti esistenti per favorirne l'auto distruzione, la loro liquefazione ai quali sostituirsi alla prossima tornata elettorale.
Porcellum o non porcellum non c'è stato un chiaro vincitore alle elezioni con maggioranza tale da essere in grado di proporre un nuovo Governo che si regga sulle sole forze dei partiti che lo compongono ed ecco la situazione di stallo dalla quale non si riesce ad uscire.
Non tanto perchè non esistano in teoria possibili formule che gli consentano di nascere, quanto per il fatto che, chi più chi meno, ha il terrore di dover pagare alla prima occasione formule non concordate con il proprio elettorato.
Ciò vale per il M5S che rispetta l'impegno "mai con questi partiti" divertendosi con supponenza e prosopopea a minacciare strali contro eventuali accordi Pdl e Pd (la gente protesterà con i bastoni); oppure usando sapientemente le consultazioni in diretta  streaming, alternandole con riunioni parlamentari segrete, selezione del prossimo PdR via internet, voto di delega al Governo uscente per il pagamento dei debiti della P.A., pretendendo l'incarico a formare il Governo per dire solo poi chi cercherà di formarlo (procedure mai viste visto che non si tratta di giocare a monopoli).
Un gioco di rimessa vecchio come il mondo perchè cercare (o favorire) contraddizioni negli altri competitori politici poi rende facile l'obiettivo di sparare a palle incatenate contro tutte le possibili soluzioni in cui il M5S non vuol essere presente.
Il Grillo parlante non si pone assolutamente il problema di poter essere accusato di poco senso di responsabilità perchè beneficia di un voto datogli al buio (con coraggio folle se volete) e a chi fa nontare che si attende che il voto dato venga ora usato con più profitto immediato risponde: "se pensavate questo, vuol dire che avete sbagliato a votarci" !!
Lo stesso vale per il Cdx che si è visto sottrarre milioni di voti per aver sostenuto il Governo Monti, ma ciò non di meno il suo Leader - che ha abituato il suoi sostenitori alle promesse incompiute (sostenitori incuranti del fatto che l'azione del Cdx curi più gli interessi del suo Leader e i loro) - insiste in una "santa allenza" negli interessi del paese (e quindi dell'opinione pubblica divisa in tre) .
Sa perfettamente che se riuscisse la sua mossa di proposta di otto disegni di legge per far ripartire l'Italia, gli perdonerebbe anche l'alleanza con il diavolo, anche se l'operazione, come tante altre in passato, si dimostrasse improduttiva (per lo meno c'ha provato direbbero).
Peraltro con questa mossa (non è campagna elettorale futura perchè per il Pdl questa è invece perennemente aperta) spiazza tutti: Grillo, Bersani ed anche il Renzi ,con le loro velleità più o meno apprezzabili.
Questo vale infine e ancor di più per il Csx che rimane soto il fuoco incrociato del Cdx che lo vuole attirare in un abbraccio mortale e il M5S che lo vuole impallinare sia per gli errori commessi in passato, sia allo scopo di distruggerlo, quale ultimo baluardo della vecchia politica, sulle cui ceneri fumanti poter poi costruire la nuova politica.
E certamente comprensibile la sua reticenza ad alleanze di governo, seppur circostritte a pochi titoli, non solo per le reazioni susccessive dell'elettorato (evento già verificato nel febbraio scorso) quanto per il fatto che esiste il ragionevole rischio che i punti concordati non vengano affrontati adeguatamente.
Basti pensare all'esenzione e rimborso Imu prim casa (operazione da 8 miliardi di euro non facilmente reperibili), alla riforma fiscale e all'incompiuta riforma della giustizia sulla quale pende - che sia penale o civile - come la spada di Damocle il classico conflitto di interessi.
Per di più, davanti ad un attonito Vendola, assistiamo agli sgambetti reciproci che registriamo nel Pd dove le varie anime vagano secondo il loro sentire  che non è quello di ricercare la soluzione più accettabile e proficua, ma quello di tutelare interessi sia imminenti che di prospettiva.
Non mi riferisco a Franceschini che comincia ad elaborare ipotesi di alleanze complicate e scabrose, bensi a Renzi il quale pretenderebbe di fare il battitore libero, sollecitando gli altri a far qualche cosa, ma tenendosi a debita distanza per non contaminarsi e restare puro come un giglio.
Nei suoi interventi (o non interventi come le sue partecipazioni mute alle riunioni Centrali) parla si al plurale, ma usa il "voi", mai il "noi" come se la situazione di stallo e le possibili soluzioni non fosse anche affar suo.
Come dire: non mi avete dato la maggioranza per la leaderschip di coalizione ed ora arrangiatevi, pronto però a criticare senza ritegno alcuno.
E' nel partito, è Sindaco Pd a Firenze, ha partecipato alle Primarie di coalizione, ha partecipato con suoi rappresentanti alla Primarie di selezione e poi anche alle elezioni  ed ora passa a far l'attendista azichè confrontarsi, discutere, proporre all'interno del Pd per contribuire a cercare possibili soluzioni.
Se pensa che per uscire da questo cul de sac non possa sevire anche il suo contributo penso proprio si sbagli di grosso.
Peraltro se avesse vinto le Primarie ed il risultato elettorale, nonostante questo, fosse lo stesso, si troverebbe anche Renzi di fornte al dilemma di doversi alleare con "diavolo" dopo aver fatto campagna elettorale sul "corriamo da soli"!
Se l'obiettivo è quello di fare comunque qualche cosa di efficace per mettere in moto la legislatura ed occorra trovare soluzioni anche "fantasiose" non penso proprio si possa permettere il lusso di attendere il suo turno.
Deve esser chiaro a tutti, quindi anche al Renzi, che se salta il banco, oggi, domani o dopo domani, rendite di posizione non ne ha nessuno perchè  si ricomincia tutto d'accapo.
Nel Pd si cercherà il nuovo segretario e sul piano elettorale si ricercheranno - o si scarteranno - alleanze e leadership, si confezioneranno i programmi, nè più nè meno di quel che è successo a partire dal settembre 2012.
Il Pd si cercherà il suo leader nuovo, ma certo non potrà diventare, un partito personale come accade al Pdl o al M5S !