mercoledì, settembre 14, 2011

PERCHE' BERLUSCONI SE NE DEVE ANDARE

L'On. Berlusconi, Presidente del suo ben quarto gabinetto in 17 anni, se ne deve andare perchè ha ancora una volta fallito politicamente nella sua amministrazione.
Non si tratta quindi di questioni di antipatia, di collocamento politico, di comportamenti personali altamente discutibili, di frequentazioni altrettanto pericolose o del fatto che ha favorito una cultura generalizzata dell'illegalità, ma del fatto che non ha svolto nel miglior e più efficace modo possibile il suo mandato, tanto da portare l situazione economica e finanziaria dell' Italia alla situazione pericolosa che noi tutti riscontriamo ripetutamente da parecchi mesi.
Non si tratta di addossargli la colpa della situazione economica internazionale che ha investito anche l'Italia, ma di non aver posto in essere tutte quelle iniziative utili a correggere le tanto denunciate storture che affliggono il nostro paese da tempo.
Per di più quando ha agito, anche in questi giorni, lo ha fatto  non per correggere senza guardar in faccia nessuno, ma cercando di favorire alcuni a scapito di altri, applicando insomma un certo rigore, ma non la dovuta equità.
L'errore sta nell'origine, cioè nel patto scellerato con gli italiani, cioè nel fatto che ha chiesto ed ottenuto potere (anche se elettoralmente non possiamo parlare di maggioranze bulgare) in cambio di una politica neo liberista per cui tutto è permesso, ma solo per alcuni.
Ed infatti favorendo soltanto alcune categorie sociali a scapito di altre ha permesso con il change over  dell'euro la più grande redistribuzione di ricchezza, aiutata dai suoi ripetuti tabù di natura fiscale che hanno favorito una continua ed indecente evasione fiscale, anzichè appofittare di una stagione di tassi veramente minimi che avrebbero permesso vistuosismi economici formidabili.
Intendo dire che in quel periodo i tassi bassi hanno favorito sin dal 1998 una crescita accettabile dell'economia per cui se il sistema fiscale fosse stato equo ed i controlli fficaci l'Erario avrebbe ottenuto risorse adeguate per governaredefit e debito; in realtà si è accontentato dei vari condoni che sono dei veri  propri sconti ! 
Si badi bene:  il suo patto scellerato ha funzionato perchè ha trovato interessamento in un po' tutte le categorie ed età sociali, non quindi blocchi sociali specifici, ma consensi a macchia di leopardo che lo tengono a galla come un tappo di sughero, nonostante le drammatiche situazioni in cui ci troviamo.
Questa idea è stata sempre perseguita con determinazione sin dalla sua discesa in campo e quando emergevano problemi ecco che era ed è pronto il capro espiatorio di turno: la situazione critica dipende dalla crisi internazionale, la nostra situazione finanziaria dipende dallo stock di debito fatto dai catto comunisti, le liberalizzazioni non si posson fare per colpa delle opposizioni di sinistra, e via discorrendo.
In realtà ha usato parte dei fenomeni per addomesticarli e presentarli come uno spettacolo plastico a proprio uso e consumo, facendo passare l'idea che prendendo tempo poi tutto sarebbe andato a posto.
Non è stato così perchè il nostro debito, anche con i precedenti governi, compresi quelli presieduti da Berlusconi (8 anni sugli ultimi 10), è sempre aumentato senza pause (10 miliardi nel solo ultimo mese 2011), e il Premier non ha fatto proprio un bel nulla per invertire la tendenza, sancita dagli accordi assunti in precedenza (Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992) dall'Italia; ha solo abbozzato nel dicembre 2005 una pallida promessa che il rapporto debito/Pil sarebbe sceso sotto il 100%, ma poi nulla più.
Berlusconi per primo ha nascosto agli italiani questi nostri impegni: e cioè che il deficit non superasse il 103% del Pil e che il rapporto debito/Pil scendesse al 60% (oggi è al 120 mentre nel 2001 era al 103%).
Peraltro anche il Centrosinistra su questo tema non è stato particolarmente chiaro con gli elettori anche se un chiaro accenno lo fece intendere quando intrudusse con il I governo Prodi la tassa per l'Europa, poi restituita al 60%.
Comunque. come dicevo, ha nascosto la verità agli italiani o almeno ha raccontato agli italiani una verità attesa, poichè quella reale avrebbe messo i suoi governi e tutti gli italiani di fronte alla realtà  alle loro responsabilità.
Come un medico dolente ha nascosto la verità perchè questa avrebbe rotto il suo patto scellerato e soprattutto gli avrebbe tolto consensi e quindi potere, pensando di passare per altre strade che non ha poi saputo o voluto percorrere, a prescindere dalle opposizioni che per assioma sono minoranza e quindi ininfluenti.
Una strada in realtà c'era: quella di favorire la crescita economica a percentuali consistenti - intendo dire almeno il 2% annuo reale l'anno - per cui tenendo ferme spese e stock di debito in 10 anni avremmo prodotto surplus per almeno il 20% da utilizzare appunto per la diminuzione del debito sia per entità che per rapporto al Pil.
Per fare questo però occorreva con onestà intellettuale e senza reticenze riformare veramente lo stato con una liberalizzazione e modernizzazione dello Stato generalizzata, senza sconti per nessuno.
E' chiaro che occorre in questi casi essere estremamente credibili e convincenti, poichè il nuovo spaventa tutti, ma se si da la garanzia a tutti che non si formino nuovi monopoli e ampie sacche di privilegi ecco che il cambio di passo non danneggia nessuno e consente di raggiungere l'obbiettivo superiore e generale di migliorare i "fondamentali" dello Stato.
Certo sarebbe stato un rischio dal punto di vista elettorale, ma per lo meno (e questo vale anche per il Centrosinistra che talvolta ha timore di indicare le medicine utili e necessarie) andava corso perchè basta poco tempo, qualche anno,per toccare con mano una politica virtuosa; in realtà era più facile guardare all'oggi consentendo piccoli e grandi privilegi, attuando politiche di piccolo cabotaggio e di contenimento, per dilazionare nel futuro le azioni più utili e più urticanti.
Il Trattato di Maastricht è stato snobbato per anni, utilizzando le situazioni economiche contingenti per non fare il nostro dovere: penso al Terzo Governo Berlusconi, 2001-2006, dove la battuta economica d'arresto che coinvolse a metà legislatura un pò tutta l'Europa, divenne l'alibi per concentrarsi ancora una volta sul deficit di bilancio, tralasciando ancora una volta lo stock di debito.
I Governi Berlusconi si sono invece preoccupati di mantenere promesse impossibili e non di allargare la base imponibile riducendo il fenomeno della evasione fiscale: gli scudi fiscali sono la cosa più diseducativa che si possa mettere in piedi, soprattutto se attuata per percentuali ridicole; per di più usare basse aliquote significa che l'Erario è sotto ricatto dei contribuenti e  questa è una abberrazione economica e politica inammissibile in uno stato moderno e democratico.
Buon gioco ha avuto poi il Premier per distrarci e creare schieramenti su tutte le sue disavventure giudiziarie laddove da imputato, possibile colpevole, è divenuto un perseguitato: le bugie hanno le gambe corte perchè ormai non c'è procura che sia interessata a lui e quindi se prima - a suo dire - c'era una certa Magistratura (milanese) che lo rincorreva, ora per un fatto o per l'altro le Procure sono proliferate: è evidente che non ci può essere un disegno persecutorio che interessi una così ampia pletora di Magistrati.
Evidentemente il Premier nel privato è "disinvolto" con nel pubblico per cui questo spiega questo impossibile accerchiamento (tanto va la gatta al lardo...)
Altri modelli utilizzati tante e ripetute volte come il pericolo rosso che invaderebbe l'Italia se governasse il Centrosinistra si stanno ammantando di ridicolo: sia perchè nelle regioni e nei governi di Centrosinistra, quando governavano, non è successo mai nulla, sia - da ultimo - perchè il Governo attuale per sostenere la vendita dei nostri titoli di debito sta invocando l'aiuto della Cina, la quale, non dimentichiamolo - è la più grande potenza comunista del mondo !
Ma tornando ai motivi per cui Berlusconi deve andarse (insieme al suo governo e ai suoi proncipali Ministri succubi del potere del Capo), ricordo che ha mentito anche recentemente agli italiani sottacendo l'importanza e la gravità della nostra situazione finanziaria che ci espone molto più che altri quando la crisi economica, derivata da quella finanziaria internazionale, nascondendo gli accordi Ue e non attuando le politiche veramente conseguenti ed efficaci.
Nel marzo 2011 alla Ue si è ribadito il Trattato di Maastricht introducendo "l'euro plus" che verrebbe asssegnato agli stati che hanno il pareggio di bilancio e rapporto debito/Pil al 60%, ma di questo non se ne è fatto menzione, preferendo sollevare i soliti polveroni utilizzando ora quella notizia ed ora quell'altra iniziativa, nascondendo quindi agli Italiani che vi è un reale pericolo della costruzione in Ue di una unica moneta a due velocità: la prima per gli Stati virtuosi e la seconda per gli stati con scarso equilibrio.
E per questo motivo che le continue manovre (ma quando cominceremo a chiamare le cose con il loro nome ? Risanamento !) del Governo Berlusconi si infrangono come onde sulle roccie.
Certo sono manovre importanti ed ambiziose visti gli importi ed alcuni temi trattati(le decine di miliardi di euro si sprecano), ma non vengono apprezzate nel dovuto modo perchè la credibilità è minata da tre elementi: manca l'equilibrio (equità) della manovra e mancano soprattutto gli elementi di rilancio robusto (quel 2% reale l'anno di cui dicevo prima) dell'economia che diano segnale inequivocabile della nostra nuova e vistuosa strada intrapresa.
Al contrario si preferisce cincischiare sull'obbiettivo di pareggio di bilancio (vincolo da sancire pure costituzionalmente) dimenticando che questo è la conseguenza mentre la causa è lo stock di debito: se non si agisce contemporaneamente (terzo elemento)contro questi due fattori, basta una folata di vento ed ecco che aumentano i tassi, aumenta il costo del debito, l'equilibrio diventa instabile  e l'obbietivo sfuma o si allontana !
Tutto questo non è avvenuto perchè ancora una volta il Premier non ha avuto il coraggio di affrontare tutti gli elementi utili per un Risanamento dello stato che chieda sacrifici a tutti gli italiani in modo propozionale e tenendo conto di tutti fattori che rappresentano la nostra economia, sia di reddito che di patrimonio.
Manca insomma la chiarezza oltre che la convinzione per cui ecco che nascono i veti incrociati all'interno della coalizione a tal punto che diventa più importante la coesione politica di maggioranza che l'efficacia dell'azione.
A questo punto è lecito pensare che non si tratta soltanto di questioni di puntiglio (portare comunque a fine legislatura naturale un Governo anche se imbalsamato)o di timori di consenso elettorale (utilizzano termini come irresponsabilità o anti italianità contro le minoranze che sono sterilizzate sin dall'inizio legislatura): ci deve essere dell'altro.
La prima ipotesi potrebbe ssere tecnica per così dire: più tempo passa (a pagare e morire c'è sempre tempo) più sarà possibile recuperare consenso e quindi maggioranze di prossimi governi che consentano al Premier e alleati più fulgidi futuri.
Oppure le disavventure giudiziarie del Premier hanno risvolti che noi non conosciamo, che nemmeno immaginiamo,  per cui un cambio di Governo in questa legislatura o in eventuali elezioni anticipate, lo esporrebbero a gravi nterventi giudiziati che lo sbudargerebbero davanti al mondo e chiuderebbero la sua carriera politica.
A noi questo poco importa (se non confermando tanti nostri timori): importa invece riformare veramente lo stato Italiano mentre il Premier risponderà agli uomini e alla storia !
Nonostante le maggioranze che anche oggi dimostra questo Governo c'è il forte timore che prossimamente, lo dice il Ministro Tremonti (quello che aveva previsto la crisi senza nulla fare ed aveva denunciato il pericolo cinese) passeremo non più alle "manovre" uture ma alle manutenzioni !

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