lunedì, agosto 23, 2010

MAGGIORANZE PARLAMENTARI

Viste le schermaglie infinite che avvolgono ormai da mesi il Pdl e che si sostanziano in una divergenza di azione politica ormai insanabile, vale la pena di puntualizzare alcuni concetti fondamentali che regolano la vita democratica della nostra repubblica parlamentare.
E già, perchè siccome non è facile ammettere e far capire al proprio elettorato di riferimento le divergenze interne ecco che si ricorre ad interpretazioni di comodo per cercare di evitare un tracollo del partito di maggioranza relativa, invocando ciò che si vorrebbe che fosse, ma che in realtà non è (per nostra grande fortuna).
Allora va precisato che la nostra è una repubblica parlamentare per cui il potere esecutivo trova il suo potere di azione di governo nel consenso che riesce a raccogliere chiedendo la fiducia, dopo aver ottenuto l'incarico da parte del Presidente della Repubblica.
Il fatto che la nuova legge elettorale (definita una porcata, ed il fatto che in quattro anni si sia già votato due volte e si rischi una terza votazione, lo stanno a dimostrare) cerchi di favorire aggregazioni politiche e quindi di potenziale e stabile maggioranza parlamentare tagliando fuori pure le espressioni politiche che conseguano poco riscontro elettorale (peraltro lo sbarramento del 4% alla Camera e l'8% se in coalizione ed il 20% se da soli, al Senato non siano pinzillacchere visti i milioni di voti che rappresentano) non significa e non può significare un aggiramento delle regole scritte nella nostra Costituzione.
Il mandato parlamentare è senza vincolo per cui gli eletti possono, come è accaduto e accade tuttora, cambiare il loro atteggiamento politico e se le maggioranze conseguite si sbriciolano è sempre il Capo dello Stato che il diritto e dovere di verificare se ci sono le condizioni per il proseguimento della legislatura, con possibili rimpasti quindi o con la creazione di nuove maggioranze che non necessariamente debbono ricoprire quelle che l'elettorato avrebbe indicato con il voto.
L'espressione del voto infatti è fatta su uomini presentati dai partiti in un determinato momento storico e politico, ma la situazione storica, politica, sociale ed economica non resta mai cristallizzata a quella esistente al momento del voto perchè ciò significherebbe ammettere che il mondo, al momento del voto, si ferma e riprende poi a girare dopo 5 anni.
La realtà è invece ben più fluida perchè il mandato parlamentare, da cui - ripeto - discende quello di governo, deve affrontare situazioni impreviste e per quelle previste ci sono tanti modi per attuarle.
Invocare il programma poi ad ogni piè sospinto è un esercizio buono per sostenere e nascondere la propria incapacità perchè se l'elettorato avesse il buon tempo di andare a vederselo e lo confrontasse con l'azione si qui svolta, si troverebbe di fronte un deserto perchè le enunciazioni del programma sono semplici e comprensibili, ma le anzioni, quando ci sono, portano a degli sviluppi per niente accettabili da parte di chiunque.
Sarebbe curioso infatti - a mero tirolo d'esempio - chiedere ai tanti milioni di italiani che hanno votato Pdl-Lega se sono d'accordo sulle sanatorie di tipo fiscale partorite nelle scorse settimane (se hai vinto due cause civili in materia fiscale puoi transare senza aspettare il terzo grado di giudizio) o sui tentativi paradossali (andati a vuoto per due volte) di snellire le liti civili (che come tutti sanno non hanno prescrizione alcuna) introducendo surrettiziamente un "giudice inesistente" che ha lo scopo di trovare soluzioni alle liti di tipo extra giudiziale (con penali se non vi ricorri).
Quanto alla prima mi domando ? Ma se invece i primi due gradi di giudizio in materia fiscale li perdo, che mi succede mentre aspetto il terzo ? Per me niente sconto o transazione ?
Ancora: ma si è accorto l'elettorato che quando si affronta la riforma giudiziaria (penale)tutti si dannano l'anima per concedere iper garantismo agli eventuali colpevoli, ma non c'è un cane che si preoccupi degli altrattanti diritti degli innocenti che sono per principio certi ?
Quanto alla seconda faccio notare che è la volontà di lite che allunga i tempi perchè gli accordi extra giudiciali sono sempre possibili se le parti lo vogliono e ne hanno interesse!
Ma tornando a bomba sul tema delle maggioranze ribadisco che esistono solo e soltanto quelle parlamentari per cui se il quadro politico si modifica - e questo può accadere benissimo perchè vi è sempre un collegamento diretto tra elettorato ed eletti - gli eventuali cambiamenti sono
monitorati direttamente con il proprio colleggio elettorale e non è certo uno scandalo se questo si tramuta in una diversa composizione della maggioranza che sostiene un nuovo governo.
Quanto alla composizione poi delle maggioranze non ci troviamo assolutamente di fronte ad un qualche cosa di cristallizzato perchè riscontriamo (ed abbiamo riscontrato nel recente passato)passaggi e acquisizioni che cambiano o possono cambiare anche radicalmente il quadro politico o metterci difronte a situazioni veramente shoccanti e contradditorie.
Penso al salto della quaglia dell'On. De Gregorio oppure al sottosegretario Santanchè che ha fatto campagna elettorale contro il Pdl-Lega non condividendone il programma eppoi è entrata nel governo attuale proprio con l'incarico "dell'attuazione del programma"!
Oppure al primo dei non eletti dell'Udc nominato deputato perchè l'On. Vietti è passato al Csm ed ha pensato bene di passare al Pdl !
Mi si dirà che sono dei semplici cambi di casacca, ma se sono accettabili questi lo devono essere tutti altrimenti significherebbe che quando una azione conviene è tutto a posto, ma quando non conviene ecco che si estrae il cartellino giallo, ci si craccia le vesti o si invoca l'etica nella politica !
Quando poi si parla di maggioranza bisogna ricordarsi che non si può far confuzione a proprio uso e consumo invocando che la sovranità aspetta al al popolo, dimenticando che questa si concretizza solo nelle forme previste dalle leggi.
Ma ancora: questa maggioranza - che maggioranza lo è sempre meno visto che assomiglia sempre più ad un colabrodo - è soltanto parlamentare perchè in termini elettorali è una maggioranza di coalizione relativa, mentre le opposizioni hanno la maggioranza assoluta.
Faccio poi notare che stiamo parlando di maggioranza scaturita dai votanti, non dagli aventi diritto al voto per cui appare veramente singolare questo battage pubblicitario che si riempie la bocca della sovranità popolare.
Sovranità popolare che si tira in ballo perchè fa parecchio comodo, mentre quando si tratta di governare per fare gli interessi della sovranità popolare - che badate bene non è la maggioranza nè parlamentare nè elettorale, ma è l'interesse di tutto il paese - ecco che il "prodotto" politico si sostanzia in poche misere cose e di molti interessi personali o di organizzazione, con risvolti pure discutibili penalmente.
Gli slogan che continuiamo a sentire da parte degli esponenti di Lega e Pdl sono sempre gli stessi " se questo governo cade si deve andare al voto, perchè l'ultima parola spetta agli elettori" dimostra proprio che non c'è assoluta capacità di affrontare un momento di crisi della maggioranza e minacciare elettorato ed istituzioni è proprio il sistema migliore per nasconderlo!
In effetti questa coalizione cerca di reggersi sul fatto che a un partito interessano alcuni temi (alla Lega il Federalismo)e all'altro degli altri (al Pdl la giustizia che riguarda il premier e i suoi accoliti) e questo gioco gli consente di reggersi reciprocamente fino a che qualche componente decide di non stare più al gioco e cerca di far cadere questo castello di carte.
In questa estate afosa sentiamo tante ipotesi per cercare di portare avanti la legislatura, ma ben poche si poggiano sui tempi ed i problemi che interessano agli italiani: c'è chi cerca di tener l'attenzione viva - come un fuoco - per tener alto il consenso, c'è chi cerca di confezionarsi le leggi a proprio uso e consumo per rimediare alle porcate fatte e per poterne fare far fare di nuove e c'è chi cerca, con la sua sudditanza di mantenersi un posto al sole.
Di tutto questo comunque non emerge, nemmeno di striscio, una azione che interessi la nostra cara Italia !

sabato, agosto 07, 2010

NON CI RACCONTATE.... PALLE !!

Il vizietto antico di dar la colpa al prossimo - del quale nell'attualità è leader maximo il Presidente Berlusconi e la sua servitù - continua imperterrito.
Infatti pur riconoscendo che non è utile ammettere le proprie colpe e però vero che gli errori possono essere rimediati con un cambiamento di passo dimostrando implicitamente che si intende miglierare la propria azione politica.
Invece questo schema continua imperterrito; si continua a ragliare al cielo mentre la nave riaffonda un'altra volta.
L'elettorato di centro destra si deve rendere conto una buona volta che è vittima di una pluriennale bufala perchè se le maggioranze - solide - non hanno saputo tramutare in realtà le promesse fantasmagoriche non dipende assolutamente dal peso e dalla azione delle opposizioni, ma dipende proprio dagli errori commessi da queste maggioranze e dalle devianze dagli obbiettivi che questa maggioranza si è appunto data.
Son quasi 20 anni che la Lega cavalca il "federalismo fiscale" (leggi secessione), ma non cava un ragno dal buco e le prospettive sono altrettanto complicate perchè la promessa è quella di poter gestire al meglio e direttamente le risorse fiscali, ma in realtà sono già alla porta nuove forme di tassazione locale che l'elettorato di riferimento dovrebbe trangugiare per non contraddire le sue scelte elettorali.
Sul federalismo demaniale la solfa non cambia perchè oltre alle assegnazioni di crode, picchi e cime si assegnerebbero le disponibilità immobiliari di cespiti che comportano oneri di gestione consistenti e forse opportunità per l'imprenditoria locale interessata, ma non certo una migliore gestione del territorio della quale ne potrà beneficiare la cittadinanza.
Sono quasi 20 anni che FI/AN - PDL propone la modernizzazione del paese e lo sviluppo di una società liberale, ma in realtà questo non è avvenuto nè nel quinquennio 2001-2006 nè stà avvenendo oggi perchè in realtà le politiche sviluppate sono state di semplice galleggiamento o di servizio a lobbies o a interessi personali (del leader).
Questa maggioranza - la più robusta da quando è nata la repubblica italiana - si sta liquefacendo per sua propria responsabilità (certo anche per effetto del rigore denunciato dalle opposizioni) perchè i fatti dimostrano che l'insistenza di azione politica su temi sensibili e delicati ( e soprattutto il modo per risolverli) non convincono una parte importante e deterinante della maggioranza stessa.
Affrontare in quel modo la legge sulle intercettazioni, glissare sulla legge contro la corruzzione, non affrontare con rigore i fenomeni di malaffare che appaiono sempre più diffusi, usare strumentalmente la legge sul "processo breve" ora parcheggiata perchè si è approvata quella sul legittimo impedimento non sono assolutamente temi di programma e soprattutto non sono temi che possano convincere l'intera maggioranza.
Lo stesso vale per altre iniziative, sempre annunciate ma mai affrontate,come la riforma della giustizia dove appare evidente anche ad un cieco che le nuove idee non servono per rendere più liberale il paese e più efficente la macchina della giustizia, ma sono tutte utili a coprire le malefatte passate e quelle future (varrebbe per chiunque le andasse a commettere).
L'elettorato di centrodestra ( uomini, donne, ragazzi, anziani e vecchi) non possono far finta che questo non li interessi perchè son temi che non li potranno mai toccare; intanto si tratta di principi che devono valer per tutti laddove il diritto spetta al possibile colpevole, ma spetta altrettanto alle fittime.
Quindi la crisi della maggioranza che si trascina ormai progressivamente da mesi dipende dal fatto che mentre gran parte di questa accetta per tanti oscuri motivi percorsi e sviluppi obbiettivamente deprecabili (prima Scajola, poi Brancher, quindi Cosentino ed ora Caldoro)politicamente ancor prima che giuridicamente, un'altra parte non ci vuol stare assolutamente ad avallare azioni che buttano alle ortiche la questione della morale e rettitudine pubblica.
Per carità questi eventi appartengono - anche se con gradazioni diverse - anche ad altre parti politiche, ma queste hanno avuto l'onestà intellettuale e politica di punire chi aveva sbagliato e ne ha pagato giustamente le conseguenze sia individualmente sia elettoralmente.
Qui invece no, perchè si vuol far intendere che questa maggioranza è unta dal Signore e che gli elementi di crisi sono pinzillachere o sono manie che girano nella testa di pochi signori.
Se pensate che il fatto di aver ottenuto maggioranza possa giustivicare qualsiasi azione politica e che questa per assioma sia quindi assolutamente giusta e perfetta, mi pare e deve apparire a tutti una affermazione demenziale; come quella di sostenere che una opposizione è responsabile solo se sostiene e condivide sempre le proposte di maggioranza.
Ciò significa che l'irresponsabilità scatta quando l'opposizione (ovvero tutte le opposizioni pro tempore vigenti) svolge il suo ruolo di controllo!
Fatto il danno ora si cerca il rimedio cercando di arrampicarsi sugli specchi cercando strategie improbabili che da un lato minacciano elezioni anticipate e dall'altro riagganci improbabili per precostituirsi prove d'accusa qualora la maggioranza perdesse finalmente la fiducia.
Le palle che questi signori hanno raccontato ormai da diversi lustri dovrebbero aprire gli occhi agli elettori e da buoni adulti dovrebbero avere il coraggio di assumersi sino in fondo le loro responsabilità: hanno avuto ampio mandato ancora una volta (reiterato con le elezioni europee e di metà legislatura)e non l'hanno saputo utilizzare con giudizio per cui se non trovano velocemente un nuovo punto di equilibrio abbiano l'onesta politica ed intellettuale di farsi da parte.
Sta poi al Capo dello Stato verificare se ci sono i termini per un governo sostitutivo che porti a fine legislatura o di scopo senza che vengano risuonati dischi rotti che rovinano il tessuto sociale e politico del paese (come quando si attacca per convenienza personale più che politica la Magistratura, gli organi di controllo, la Presidenza della Repubblica, ecc.).
L'incarico parlamentare - è noto a tutti - è senza vincolo di mandato (anche se la formula verticistica della nomina dei competitori elettorali vorrebbe attenuarla) per cui tutti i parlamentati hanno il dovere politico e morale di verificare i temi su cui eventualmente proseguire la legislatura.
Quanto alle opposizioni non penso proprio che il gioco delle differenziazioni o il vecchio conventio ad excludendum sia utile alla prosecuzione della legislatura e soprattutto sia utile al paese; bastano pochi temi di grande peso specifico su cui far quadrato, con i quali pressare senza ritegno e remora alcuna questa maggioranza allo sbando ovvero sostituirsi - i numeri ci potrebbero ben essere - per sviluppare quella azione necessaria al paese e mai nemmeno abbozzata dalla attuale maggioranza .