venerdì, aprile 01, 2011

INCAPACITA ' ITALIANA NELLA GESTIONE DELLE MIGRAZIONI

L'unica cosiderazione azzeccata sul fenomeno delle migrazioni di questi giorni dal nord Africa è stata quella del Ministro Maroni il quale ha previsto una forte migrazione verso l'Europa a seguito dei sommovimenti politici nei paesi arabi del Mediterraneo del sud.
Per la verità non si tratta di migrazioni di proporzioni bibliche, ma è certo che se non si stabilizzano i governi di Egitto e Tunisia e soprattutto se non si ferma la guerra civile in Libia, tempo permettendo, il flusso di migranti potrebbero assumere una certa continuità ed un flusso constante di genti che premerebbe in modo esagerato sull'avamposto più meridionale d'Europa, cioè Lampedusa.
L'azione di governo però non utilizza assolutamente nessuna azione razionale per affrontare e governare il fenomeno perchè è vincolata sia a precedenti posizioni massimalistiche (aiutiamoli a casa loro) , sia alla strumentalità del Premier che con i suoi interventi, peraltro già utilizzati in precedenza in occasione del terremoto in Abruzzo, mirano a rinforzare il suo ruolo e il suo apprezzamento presso l'elettorato (la campagna elettorale è sempre aperta) e non a governare in prima persona il fenomeno ricercando le migliori soluzioni possibili.
Deve essere chiaro che le posizioni espresse dagli schieramenti di opposizione non sono certo per una accoglienza generalizzata e non governata del fenomeno, ma, sulla scorta di quanto fatto in passato quando erano forza di governo, utilizzare le esperienze per governare fenomeni analoghi.
Ricordo che il csx riuscì gestire una migrazione improvvisa e concentrata (pur con qualche evento drammatico) in poche settimane di oltre 35 mila albanesi, con una contestazione ficcante del cdx, costestazione che l'opposizione, oggi, non si permette nemmeno di pensare.
La contraddizione tra quanto magnificato in passato sul regolamento delle migrazioni (accordi con la Libia per bloccare le migrazioni sub sahariane o del Corno d'Africa) emerge sugli atteggiamenti odierni, tanto che si ricercano scusanti o attenuanti infilandosi in posizioni che sono veramente assurde.
Innanzi tutto si fanno differenze tra migranti irregolari e migranti profughi sostenendo che chi proviene dalla Tunisia deve essere rimandato indietro (e su questo sbaglia clamorosamente anche la Francia,verso una sua ex colonia), mentre chi proviene dal Corno d'Africa è considerato profugo e quindi va accolto senza condizioni.
Veramente curioso: i profughi giunti dal Corno d'Africa, pochi per il momento fin che c'è la guerra civile in Libia, sono proprio quelli che si erano bloccati attraverso l'accordo con il governo di Gheddafi, mentre il fenomeno dei migranti tunisini in precedenza non esisteva.
Ne consegue che classificando diversamente le varie forme di migrazione, ecco che il governo trova la formula migliore per non contraddirsi e per cercare di fare il meno possibile, invocando per di più l'aiuto dell'Europa !
Si vuole volutamente equivocare sui fatti non leggendo attentamente il fenomeno di questa migrazione: la situazione di guerra civile in Libia sta provocando un grande movimento di popolazioni da questo stato verso quelli confinanti, Egitto e Tunisia: si tratta di lavoratori (i lavoratori stranieri in Libia sono in totale oltre 2,5 milioni) che tornano verso le loro patrie, premendo verso le comunità di appartenenza e ciò provoca appunto il movimento di genti dalla Tunisia soprattutto (l'Egitto ha una maggior capacità di accoglienza perchè è uno grande stato di oltre 82 milioni di abitanti) verso la Francia in particolare.
Il permanere della guerra civile in Libia blocca per il momento la migrazione dal centro Africa, ma quando tornerà la calma, Gheddafi non ci sarà probabilmente più e la Libia non farà più da barriera: questo sarà il flusso migratorio più imponente al quale non dovrà mancare un aiuto fattivo da parte di Italia ed Europa.
Il balbettio del Governo, nonostante le studiate apparizioni ad effetto del Premier, continua scientemente con una politica assai pericolosa: balza agli occhi la strategia di creare momenti di crisi non governando il fenomeno della migrazione, permettendo "l'affondamento" di Lampedusa e portando all'esasperazione i lampedusani (obbiettivamente troppo benevoli con il Premer).
Giunti al colmo, al punto di saturazione poi nasce la fase dello svuotamento dell' isola - peraltro bloccato dal mare grosso che impedisce pure ulteriori arrivi - e il trasferimento in altri punti di accoglienza che non sono altro che una ripetizione del centro lampedusano: dei mini lager insomma che alcune regioni si rifiutano di approntare, mentre altre colgono la palla al balzo per sostenere la tesi che "hanno già dato".
Intanto non si tratta di plichi o pacchi postali, ma di esseri umani che non possono essere differenziati con definizioni assurde; poi vanno assistiti in piccoli gruppi per poter essere meglio assististi anche dalla associazioni caritatevoli locali e soprattutto deve essere ben chiaro quale sarà il passo successivo,insieme ai tempi per poterlo attuare.
In questo senso vanno promosse tutte le iniziative a livello europeo non tanto per sostenere gli impegni di prima accoglienza (uno stato di 60 milioni di abitanti come l'Italia dovrebbe essere in grado di saper gestire un fenomeno migratorio, al momento, di qualche decina di migliaia di migranti) quanto per organizzare accordi sulla destinazione finale (tenendo conto delle loro aspettative)dei migranti evitando attentamente furbizie reciproche,.
In questo quadro, la Francia per esempio, non potrebbe rifiutarsi di accogliere i ricongiungimenti numerosi tra tunisini migranti e tunisini residenti (visto che "casino" combina una legge demenziale che fa espellere i figli di stranieri residenti, una volta diventati maggiorenni - a parte Ruby Rubacuori ?), mentre le migrazioni del centro Africa, vanno governate con l'accordo e il coinvolgimento di tutti gli stati Ue.
Per come è impostata oggi la gestione del fenomeno, il Governo italiano dà chiaramente l'impressione di voler scaricare la palla agli altri partner Ue, soltanto per essere coerente con gli slogan folli del recente passato, ma gli stati Ue - capita l'antifona - non ci prendono nemmeno in considerazione, come non ci coinvolgono nemmeno sulla alleanza di intervento sulla no fly zone della Libia.
Solo all'ultimo tuffo, grazie ai suggerimenti sapienti dell'ex Premier D'Alema, l'attuale Premier ha preso conoscenza del fatto che esistono (art. 20 del T.U. sull' immigrazione) le condizioni per discutere e coinvolgere la Ue sul fenomeno di migrazione eccezionale e certamente comprensibile che siamo vivendo (la caduta di una dittaduta come quella Tunisina pur senza forti disordini è un caso, previsto, che spiega l'esodo da quello stato.
Dulcis in fundo si "spara" a casaccio sostenendo che i migranti irregolari, ma non profughi, verranno ben presto rispediti nei paesi d'origine sapendo perfettamente che per mare o per aria ci vuole l'autorizzazione di quei paesi per atterrarre o attraccare.
La Tunisia insomma non rispetterebbe sedicenti accordi tanto che occorre un nuovo incontro con gli esponenti di quel paese da parte questa volta del nostro Premier e Ministro degli Interni.
A completamento sottolineo almeno tre gaffes lapalissiane del Premier Berlusconi: la prima riguarda il suo intervento fantasmagorico a Lampedusa, dove la sua apparizione ha fatto implicitamente evidenziare che il povero ministro Maroni sino ad ora non avrebbe combinato un bel nulla (in realtà si è impegnato anche se non in modo condivisibile)!
La seconda riguarda l'intervento in Tunisia del Premier dove, anche qui, i predecessori ministri Maroni e Frattini avrebbero dimostrato di non aver combinato un bel nulla!
La terza riguarda la considerazione del Premier sul Governo di Tunisia: trattandosi, dice, di un governo provvisorio, quindi non eletto dal popolo, questo è un governo di per se fragile che abbisogna di aiuto e comprensione!

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