giovedì, aprile 14, 2011

DDL SUL PROCESSO "BREVE": ALTRA LEGGE PORCATA!

Non è ancora finita, ma l'approvazione del disegno di legge sul processo breve in sede penale al Senato, dopo la votazione di ieri alla Camera, si avvicina a grandi passi.
Ciò non toglie che stia nascendo una ulteriore legge porcata, che gli italiani prenderanno per oro colato, mentre servirà soltanto a salvare le spalle ad una ulteriore pletora di possibili colpevoli, Premier in testa; a parte coloro che verranno baciati dalla fortuna, alla gran parte dei nostri concittadini non ne verrà nessun vantaggio, anzi tutto scivolerà come prima, con tutti gli effetti negativi, che in materia molti di noi hanno patito in passato e patiranno in futuro.
Procedendo con ordine, va precisato che tutto cominciò con la Legge Ex Cirielli nel 2005 che introdusse fra l'altro i termini di prescrizione e cioè " fissa i termini di prescrizione di un reato al massimo della pena edittale, se superiore ai sei anni: oltre quel periodo di tempo, il reato contestato sarà considerato estinto. La prescrizione comunque non avverrà mai prima dei sei anni se si intercorre nella pena di delitto, dei quattro anni se si tratta di contravvenzione (in quest'ultimo caso si sarà puniti con la sola pena pecuniaria). ""
Il fatto più grave - e per questo l'On Cirielli sconfessò questa legge tanto da votarle contro - è chel la prescrizione decorre dalla data in cui è avvenuto i reato ed il suo termine comprende necessariamente sia i tempi di indagine (che sono indeterminati visto che non sappiamo a priori quando il reato viene scoperto)che quelli dei tre gradi di giudizio (ora definiti in complessivi 6,5 anni - dal rinvio a giudizio - con il ddl inviato ieri al Senato).
Avrebbe più logica intrudurre la prescrizione determinando entro quando tempo, dalla data o dalla notizia del reato, deve necessariamente iniziare il processo, ma non i tempi successivi del processo, poichè questi dipendono da tanti fattori, non solo l'efficenza della Magistratura, ma anche la velocità delle procedure che impediscano al corpo difensivo di studiarne una più del gatto per dilatare i tempi di giudizio.
Comunque sia, le cose sono andate così e quanto detto spiega perchè la quantità di processi
caduti in prescrizione si è dilatata in modo esponenziale (si parla di 150 mila l'anno che aumenteranno di un 10% quando diventerà efficace questo ddl).
Non contenti di questo bel risultato questi irresponsabili ancorchè assai abili nel districarsi in questo marasma che annebbia la mente e confonde le idee all'opinione pubblica, si è introdotta un'altra novità quella di predeterminare i tempi di giudizio - 3 anni il primo grado, 2 il secondo e 1,5 il terzo - agganciato pure alla prescrizione breve che accorcia i termini per gli incensurati.
Dei tempi di indagine, che sono poi il lavoro più complicato da parte dei tanto vituperati Procuratori, nessuno parla perchè quello è tempo che conta eccome, ma che nessuno tra le astute volpi proponenti e votanti pensa che esista!
Va aggiunto inoltre che non esiste una diretta correlazione tra reato penale addebitato e tempi di processo ed indagine: intendo dire, come già espresso più volte in passato, che un reato può essere punito con tre anni e un altro con 6 anni, ma i tempi posso sempre risultare in concreto, per esempio, di complessivi 48 mesi !
Quel che comunque non convince è la filosofia che sottende a questo tipo di scelte legislative: la tecnica di ridurre i tempi perchè la Magistratura trovi al suo interno il sistema di auto regolamentazione sia in fase d'indagine (che si vorrebbe poi assegnera in via del tutto autonoma agli organi di polizia)che in fase dibattimentale e di giudizio per far prima è bene non può funzionare. come non ha funzionato in tanti altri temi, come quello della riduzione della spesa pubblica laddove si riducono drastiamente le spese, ma poi il debito pubblico continua ad aumentare.
Insomma è come voler risparmiare sul ossigeno di un auto respiratore: si può ridurre in filino la pressione per continuare a respirare in fase tranquilla, ma se si aumenta il risparmio d'ossigeno si rischia poi di soffocare (se si toglie troppa acqua poi la papera non galleggia).
Inoltre è vero che presunto colpevole e vittima hanno diritto al giusto processo nel più breve tempo possibile, ma attenzione a ridurre troppo i tempi :se non ci cercano di eliminare le cause (e qui c'entrano non solo i Magistrati ma anche i Difesori che fanno certo il loro mestiere, ma sono per principio dei tiratardi), si rischia di eliminare i processi, ma non certo i reati.
Nella pratica poi ci sono parecchi casi in cui questo giochetto legislativo architettato dal centrodestra mostra veramente la sua pericolosità.
Esempio: i reati come lesioni volontarie o truffa - cosette non da poco - prevederebbero una prescrizione per gli incensurati di 8 anni e 2 mesi(prima 8anni e 9 mesi) e 7 anni (prima 7 anni e 6 mesi), mentre i tempi di giudizio complessivamente sono al massimo 6 anni e mezzo ai quali va aggiunto il tempo delle indagini; ne consegue che se non si riducono i tempi di giudizio la prescrizione del reato si prescriverà molto spesso.
La cosa ancora più grave - ecco perché si parla di indulto mascherato - si riscontra nei reati ancor più gravi come bancarotta fraudolenta (17 anni e 6 mesi), omicidio colposo (16 anni e 4 mesi), violenza sessuale (11 anni e 8 mesi) e corruzione (9 anni a 4 mesi) dove i termini di precrizione appaiono fittiziamente assai ampli, ma se i tre gradi di giudizio non possono superare i 6 anni e mezzo, a meno che le indagini durino un'eternità, provate ad immaginare quanti ancor di più se la sfangheranno, rispetto alla ex Cirielli !!
Questa Legge "porcata", se approvata così anche dal Senato, incontrerà certamente qualche reazione da parte del Capo dello Stato, ma ancor di più da parte della Consulta.
Certo è che la contraddizione tra tempi di processo e termini di prescrizione rischia di essere non facilmente sanabile (nell'interesse delle vittime e non solo dei presunti colpevoli); per di più la differenziazione voluta genialmente dall' On. Paniz, tra incensurati e recidivi, avrà la bella risultanza - in rispetto del principio dell'eguaglianza davanti alla legge - di ridurre tutti i termini di prescrizione a quelli appunto degli incensurati, ottenendo così il risultato opposto !
L'eguaglianza davanti alla legge vale per tutti i presunti colpevoli (incensurati, recidivi, infraquinquennali ed abituali): saranno poi le pene comminate che, con attenuanti generiche e condizionale da un lato e le aggravanti dal'altro, risulteranno più o meno pesanti per i condannati!

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