lunedì, marzo 29, 2010

PREPARIAMOCI AL POST ELEZIONI

Quello che non avevo preso in seria considerazione, per effetto degli slogan e delle sceneggiate di questi ultimi trenta giorni, è stata l'astensione degli elettori alle urne.
A ben guardare nell'ultimo mese i primi quindici giorni sono stati occupati dal tira e molla sulle liste elettorali presentate dal centrodestra in modo non conforme alle regole in materia; i quindici giorni successivi sono stati occupati da sceneggiate specifiche del centrodestra sia con le operazioni da guitto del ministro Calderoli, che ha bruciato qualche metro cubo di carta rappresentante le migliaia di leggi inutili eliminate ricorrento al fuoco anzichè alla "raccolta differenziata", sia alle accuse verso il mondo del premier che ha applicato la solita tecnica ormai desueta di passare per discriminato e perseguitato; insomma raglio d'asino non giunge al cielo !
Delle campagne elettorali regionali si è sentito ben poco, se non, sul territorio le numerose iniziative locali delle quali i media nazionali hanno dapo poca informazione, se non quelle a cui ha presenziao in vario modo il premier.
Il fatto è che, comunque venga distribuita questa importante astensione, le neo ideologie del centrodestra inventate da Berlusconi hanno creato una profonda spaccatura nell'elettorato anzichè produrre una nuova polarizzazione della espressione di voto e una rinnovata passione e vicinanza alla politica..
In stati come Francia, Regno Unito, Germania e Spagna l'elettorato in questi anni ha usato tutte le espressioni di voto privilegiando uno schieramento e successivamente privilegiando quello opposto a seconda delle convinzioni formatesi e alle speranze riposte; in questo contesto l'astensione - anche consistente - rappresenta una forma alternativa e chiaramente leggibile
come accaduto recentemente in Francia dove a distanza di pochi anni il blebiscito ottenuto da Sarkosy è stato capovolto da un risultato quasi completamente opposto (la Sinistra ha vinto ovunque tranne in Alsazia e a La Reunion) frutto della combinazione tra una forte astensione ed una concentrazione di voto sui partiti della sinistra.
Lo stesso è avvennuto pochi anni fa in Spagna dove Aznar, che aveva ottenuto ampi consensi mandando all'opposizione la sinistra di Gonzales, è stato risostituito dalla sinistra di Zaparero, senza che questo paese abbia infilato percorsi preoccupanti sotto il profilo democratico.
La stessa cosà è avvenuta nel Regno Unito con la sostituzione del Thatcherismo con il Blairismo ed ora si ipotizza un ulteriore ribaltone a favore dei neoconservatori.
Per la Germania è cosa nota: la socialdemocrazia ha sostituito per anni le coalizioni dei partiti di ispirazione cattolica ed oggi con la Angela Merckel è avvenuto un ulteriore ribaltone che determina certamente politiche interne ed internazionali diverse, ma certamente non vi saranno nè vi son stati anni bui.
Da noi è tutta un'altra storia: un tempo vi erano le ideologie classiche che ingessavano sostanzialmente il voto, ma oggi le neo ideologie berlusconiane, che nel pensiero avrebbero dovuto produrre una vera alternanza tra schieramenti o coalizioni, in realtà hanno contruibuito a creare un solco profondo tra politica e paese; infatti pur non sapendo come potrà risultare distrubuita questa preoccupante astensione, è ragionevole pensare che lo sia proporzionalmente ai livelli elettorali raggiunti nelle elezioni passate.
Ad di là degli effetti finali (quante regioni verrannio confermate e quante cambieranno di segno) preoccupa il fatto che l'elettorato che si astiene non ha molto spesso la libertà di pensiero ed il coraggio di cambiare nuovamente il suo orientamento.
In sostanza questa massa di elettori è enorme: oltre alle astensioni del passato,circa il 30% (pari a 12 milioni di voti), si starebbe aggiungendo un alto 9% (pari a 3,6 milioni di elettori) e questo significa che la tecnica propogandistica e l'azione di governo - nazionale e locale - non convincono oltre 15,6 miolioni di aventi diritto al voto.
Su questo è necessario che riflettano tutti i partiti in lizza; sia chi ha il governo nelle sue mani, sia chi non ce l'ha.
Le sceneggiate che vedremo comunque sono scontate, proprio perchè, nemmeno in camera caritatis, verrà recitato un mea culpa, per come si sono condotte le cose e per i danni che si son provocati.
Ipotizzando che l'astensione punisca gli schieramenti della attuale maggioranza di governo, questa so significherebbe che tutte le regioni verrebbero sostanzialmente riconfermate negli attuali schieramenti per cui si andranno a ricercare cause supposte come, nel caso del Lazio, derivanti dalla lista del Pdl non ammessa.
Nel caso in cui lo schieramento di centrodestra dovesse guadagnare qualche regione in più rispetto al 2005 si griderà alla splendida vittoria perchè un pò come avveniva nella prima repubblica tutti vincono e mai nessuno perde.
Oppure, come già anticipato nei giorni scorsi, si rispolvera il principio che i voti vanno contati nel loro complesso a prescindere quindi dagli effetti diretti che questi avranno prodotto.
Se poi l'astensionismo dovesse punire pesantemente le attuali maggioranze regionali ecco che alla vittoria si aggiungerebbe, a livello nazionale, lo sviluppo assai preoccupante di politiche antidemocratiche a parole sostenute dai consensi ottenuti, facendo finta che 15,6 milioni di elettori astenuti non esistano.
Oppure si rinfrescheranno i recenti slogan per cui la maggioranza di governo è ostaggio di certa magistratura, della sinistra e via discorrendo, mentre proprio il partito dell'astensione si dimostra per nulla preoccupato di questi pericoli, preferendo non dare ad alcuno il proprio voto !
L'astensione quindi è un comportamento elettorale assai preoccupante, soprattutto quando supera livelli fisiologici; non è affatto accettabile che una fascia così grande di elettori preferisca di rifugiarsi in corner, piuttosto che prendersi la responsabilità di cambiare il proprio orientamento di voto.
Del resto coraggio per coraggio, se in passato l'elettorato astenuto ha fatto certe scelte (Berlusconi è nato come politico dalla sera alla mattina ed ha ottenuto voti da elettori italiani, mica da marziani), se ora non è soddisfatto ha un ventaglio di opportunità parecchio ampio a disposizione da percorrere, prima di rinunciare al voto.
Ovviamente le considerazioni corrono identiche per i rinunciatari provenienti dagli altri schieramenti.
Quello su cui, da oggi pomeriggio, dovranno riflettere tutti i partiti, non sarà soltanto sulla lettura dei dati e voti ottenuti - pari temo a 25 milioni - ma anche sui 15 milioni di voti non espressi che appresentano un segnale severo per tutto il ceto politico.
Soprattutto per i più grandi !

Nessun commento: