sabato, marzo 20, 2010

BERLUSCONI: PRESUNZIONE INFINITA

Che negli ultimi giorni di campagna elettorale si usino un po tutti i temi per attrarre voti, soprattutto dal popolo degli indecisi, è cosa del tutto naturale e normale; in particolare è ben noto che il partito dell'astensione è particolarmente ampio poichè raccoglie gli elettori disillusi e dispiaciuti dell'azione politica sia dei partiti di opposizione, sia di quelli di maggioranza, Pdl in primis.
E' altrettanto vero però che i temi costituzionali ed istituzionali, che possono essere usati per attrarre i voti degli indecisi di centrodestra, devono avere un loro fondamento logico e realistico e non essere delle enunciazioni che, pur interessanti, per essere attuate presuppongono un coinvolgimento ben più ampio delle maggioranze esistenti, poichè il ricorso al referendum confermativo, la storia lo insegna, punisce sempre i cambiamenti predisposti con maggioranze semplici.
Berlusconi, nei recenti interventi elettorali,non va per il sottile poichè lo vediamo usare qualsiasi tema come leva di attrazione elettorale per cui lo sentiamo attaccare l'Ordinamento Giudiziario, il ruolo di Istituti di Controllo (Agcom), la funzione dell'informazione televisiva e preannuncia iniziative che rivolterebbero come un guanto ruolo e funzione delle Istituzioni previste dalla nostra Costituzione.
E' fur di dubbio che la maggioranza pro tempore esistente ha il maggior compito di proporre cambiamenti radicali se proprio necessari, ma è altrettanto scontato che le regole nuove per tutti debbono coinvolgere, nel loro confezionamento, tutto il ventaglio parlamentare, nè più nè meno di quanto è accaduto con i padri costituenti la Costituzione Repubblicana, laddove tutti i partiti erano rappresentati e dove tutte le componenti contribuirono ad un risultato che ha fatto ben funzionare la nostra Italia per olte 60 anni.
Quello che deve essere ben chiaro a tutti è che un cambiamento sostanziale non può essere quindi in funzione degli interessi politici di una sola parte, anche se maggioritaria.
La prima presunzione riguarda l'affermazione spudorata che bene avrebbe fatto ad intervenire presso l'Agcom sostenendo quindi che tra istituzioni c'è un primus che sottomette ai suoi interessi politici.
E' una affermazione grave che va denunciata chiaramente perchè la sua azione in realtà deve seguire i limiti imposti dalla Costituzione stessa.
Questa azione giustificherebbe quindi tutti gli altri interventi di attacco ad altri istituzioni come la Consulta, la Presidenza delle Repubblica e la Magistratura che sono i contrappesi previsti dalla Costituzione, ma che il Premier intenderebbe - sempre naturalmente quando costituiscono un impedimento alla sua azione - sottomettere, come intende sottomettere le regole (la pratica val più della grammatica).
La sua presunzione svela il suo obbiettivo finale cioè quello di rafforare il suo ruolo per poter fare qualsiasi cosa intenda fare, obbiettivo che viene svelato quando annuncia promesse irrealizzabili, se non con il convolgimento molto ampio del Parlamento e la conferma referendaria.
La premessa è costituita dal fatto che il Premier mira alla Presidenza della Repubblica (anche se l'ha smentito più volte), ma per prima cosa non sarà questo Parlamento a nominarlo poichè nel caso di scadenza di questo con la carica del Capo dello Stato, quest'ultima viene protratta per 6 mesi in attesa che si insedi il nuovo Parlamento che nominerà il prossimo presidente..
Alle politiche del 2013 non si sa che maggioranze potranno uscire per cui non è certo che il suo obbiettivo possa essere raggiunto (già gli sfuggi nel 2006).
Peraltro, siccome il Premier vuole continuare a regnare, ecco perchè vorrebbe modificare radicalmente la struttura della repubblica Italiana da parlamentare a presidenziale, riducendo al monocameralismo l'attuale bicameralismo perfetto (il Senato diverrebbe quello delle regioni).
Per carità, sono tutti temi affrontabili, ma con il rispetto di opportuni equilibri che consentano il governo democratico; infatti se si vuol dare maggior peso al Presidente della Repubblica ne discende che il Capo del Governo è al suo traino per cui occorre rinforzare il ruolo del Parlamento e non diminuirlo smontandolo.
In quest'ottica la riforma dell' Ordinamento Giudiziario che non si può escludere a priori, va comunque rafforzato nella sua autonomia e non, come è nelle annunciazioni, sottoposto in parte al potere politico, poichè il risultato sarebbe quello di non garantire un servizio adeguato ai cittadini, sminuendo anche il principio di eguaglianza difronte alla Legge.
E proprio il progetto nel suo complesso che fa acqua da tutte le parti, ma la annunciazione per titoli può fare presa sull'elettorato avvinto dagli slogan non facilmente attuabili, carenti e in prospettiva assai pericolosi.
La leva di queste annunciazioni lascerebbero intuire dei notevoli vantaggi per tutta la comunità, mentre in realtà favorirebbero una posizione di potere che peraltro già esiste, rendendo più difficile il ricambio di governo ed indebolendo fortemente la coesione sociale dell'Italia.
La presunzione, state certi, continuerà con altre sortite nei prossimi giorni sino alle elezioni nelle 13 regioni, ma poi, al di là dei risultati, verranno prontamente rimesse nel cssetto per essere rigiocate più avanti; no si è ancora capito perchè come mai le riforme di struttura non siano nemmeno state imbastite in questi primi due anni di governo: forse perchè la minoranza conta poco o perchè al suo interno la maggioranza attuale non ne è per nulla convinta ?

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