sabato, dicembre 01, 2012

DAL GOVERNO MONTI ALLA LEGGE ELETTORALE

Manca un giorno alle Primarie di ballottagio del Centrosinistra e la politica mostra due facce che la dicono lunga di chi ha coraggio da vendere e di chi ha una fifa blu di perdere.
Non mi riferisco certo al trambusto che aleggia nel Centrosinistra per le polemiche sulle regole di voto al ballottaggio; c'è poco da reclamare perchè le regole sono del tutto analoghe a quelle di una elezione politica o amministrativa: per votare occorre essere iscritti alle liste elettorali prima del primo voto per cui poi 
si puo votare ad uno dei due turni !
L'ufficio elettorale resta aperto il giorno del voto alle elezioni politiche/amministrative ed anche il giorno del ballottaggio (per chi ha perso il certificato non certo pe chi non è iscritto) per cui alle nostre Primarie la logica è la medesima.
Forzature di qualsiasi tipo rendono viziata questa grande e riuscitissima iniziativa che deve esprimere il candidato leader del Csx.
Mi riferisco invece a due eventi assai importanti avvenuti in queste ultime ore.
La prima riguarda il Governo  che dimostra notevole coraggio, con il supporto del Presidente della Repubblica, nel decicedere il commissariamento dell' Ilva decretandone l'utilità strategica per lo Stato, questo non certo per sottarre la società alle decisioni del tutto autonome della Magistratura, ma per affrontare la risoluzione di un problema grande e gravissimo che riguarda la salute dei cittadini e degli operai nonchè dell'ambiente, unitamente all'importanza economica che questo riveste appunto per l'economia locale ed europea, visto che parliamo del più grande impianto siderurgico d'Europa.
La Magistratura ha sancito le irregolarità anche penali commesse dalla proprietà dell'impianto e ne ha deciso il fermo al quale farà seguito il giudizio pocessuale, ma questo non può prevedere che sia implicito il risanamento sia perchè occorre attendere il risultato del processo sia perchè non è assolutamente detto che la proprietà voglia o possa provvedere ai dovuti rimedi. A Maggior ragione con impianto fermo e con maestranze a casa.
L'impianto fermo significa produzione bloccata e disoccupazione, ma anche che la proprietà può non essere in grado di provvedere a quello che avrebbe dovuto provvedere ormai da tempo.
Intendiamoci il peccato originale viene da molto lontano, ben prima dell'entrata in scena della Famiglia Riva, quando il sistema produttivo ancor più mastodontico era nelle mani dello Stato tramite l'Iri e già a quel tempo i problemi ambientali e sanitari erano sottovalutati (ci siamo dimenticati le coibentazioni di amianto nei cantieri navali a Trieste ?).
Non solo in quel di Taranto, ma anche a Genova, Trieste, Piombino, Bagnoli, ecc e non ultima Gioia Tauro dove si voleva installare una super acciaieria, bloccata dalla Cee (per rischi di sovapproduzione), trasformata poi in grande porto per navi container.
La politica allora ha mal governato queste iniziative conomiche ed ha continuato a farlo anche dopo, pur chiudendo alcuni impianti passati al risanamento, non imponento dopo la privatizzazione il risanamento ai nuovi proprietari.
Anzi l'occhio di riguardo è stato sin troppo benevolo se guardiamo alle fonderie di alluminio in Sardegna (agevolazioni sulla bolletta elettrica)  e al mancato risanamento dell'Ilva di Taranto.
Ora il Governo Monti è entrato a piedi uniti sul problema - ed ha fatto benissimo - imponendo tempi e modi di risanamento, imponendo un commissario che vigili che quanto disposto dal giudice venga puntualmente eseguito.
Questo non certo per un colpo di mano o per una azione "bolscevica", ma in forza di quanto stabilisce l'art 42 della Costituzione italiana.
Cioè a dire: le cose da fare sun queste, il tempo è due anni, ma se non vi provvedi sarò costretto a farlo io, lo Stato, espropriandoti.
La logica è cosequenziale: il risanamento necessario dovrebbe costare qualche miliardo di euro (cinque?) e non è detto che la società e quindi la proprietà abbia i fondi per farlo per cui vi potrebbe essere il pericolo che non si provveda a quanto risposto e che la proprietà porti i libri in tribunale, con il risultato che la bonifica si fermi e tocchi poi sempre allo Stato provvedervi.
Tanto vale perseguire il tentativo determinato dal decreto Monti e nella peggiore delle ipotesi acquisire un impianto comunque attivo ed economicamente valido.
Intendiamoci: non sono un appassionato del Governo Monti per quanto  ha fatto, ma in questo caso mi sento di condividere il suo operato anche se questo potrà implicare impegni economici seppur in prospettiva e rapporti delicati per competenza tra corpi dello Stato.
 
La seconda invece riguarda la Politica che nell'ambito dell' area di Cdx, e in particolare nel Pdl ancora dominio del Cav. Berlusconi, dimostra di avere il coraggio del coniglio.
Sino a ieri si accusava il Pd di voler in cuor suo mantere la legge elettorale del porcellum, poichè questo continuava a discutere sulle proposte, ancora più indecenti, di modifica di tale legge elaborata dall' On.Calderoli (un nome una garanzia), mentre oggi leggiamo che, ad un passo dl faticoso accordo, il Cav. Berlusconi pone un veto alla sua conclusione.
Tutti i partiti, Pdl compreso,  erano arrivati ad un passo di un accordo, ma ecco che il veto personale del "residente" di Pdl, blocca tutto facendo mancare con tale posizione il consenso da parte dei parlamentari di tale partito.
Preferisce mantenere il porcellum perchè cosi sceglierà lui i candidati, uno per uno, e al suo elettorato (quel che gli resta per lo meno) non resterà che prenderne atto, riportando le lancette della storia indietro al 1994.
E' evidentemente preoccupato delle sue prospettive politiche e personali visto che non si preoccupa di quanto sta avvenendo con le Primarie del Csx, nel processo di aggreazione al Centro e all'emersione dell' M5S anche se quest'ultimo risulterà realisticamente ottenere ottimi risultati, ma rischieranno di rimanere sterilizzati dall'estremismo del suo vate Beppe Gillo.


 

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