giovedì, aprile 10, 2008

IN ATTESA DEL VERDETTO

Mancano pochi giorni alle ennesime elezioni politiche in Italia e si ha la sensazione che ci si stia avvicinando ad una possibile "fine del mondo".
In verità il Pd, principale attore del centosinistra, cerca di formulare un proprio programma e soprattutto di spiegarlo in tutti i modi possibili, nelle piazze, sui giornali, alle radio e sui vari canali televisivi - nazionali e locali.
Evidentemente non può essere spiegato tutto fino alla virgola, ma è chiaro il progetto e quindi chiari sono gli obiettivi, anche se - un pò tutti l'hanno capito - per attuarlo non ci si potrà aspettare di essere tutti contenti e felici.
Intendo dire che dopo i sacrifici imposti dai fatti dall'uscente Governo Prodi le prospettive sociali ed economiche non sono del tutto rosee, anzi la recessione che sta investendo gli Usa ha chiaramente riflessi negativi sui paesi del vecchio continente, soprattutto verso quelli più fragili come l'Italia che debbono, quindi fare uno sforzo in più per reagire adeguatamente nel proprio interesse.
Siamo tutti coscenti che la nostra produttività e la nostra efficenza è in calo; ce ne rendiamo tutti conto perchè con il nostro operato non contibuiamo a migliorarla e nello stesso tempo ne riscontriamo il suo stato come utilizzatori e fruitori.
Dobbiamo quindi renderci conto, noi tutti, che non possiamo pretendere di avere un cappello con due visiere: nel senso che non possiamo usare la prima quando svolgiamo il nostro lavoro (non importa se lavoratori autonomi, imprenditori e dipendenti), ma cerchiamo di faticare il meno possibile e poi, quando usiamo la seconda diventiamo estremamente esigenti e quindi insofferenti delle inefficienze o improduttività del prossimo.
Certamente il Pd si propone quindi di migliorare tutti i punti deboli siano essi economici che sociali affinchè il paese nel suo complesso migliori notevolmente la sua stuttura.
In questo ambito è spiegato anche il progetto politico per cui questo partito si propone come, sostanzialmente, l'unico competitore dello schieramento di centrosinistra in quanto le capacità indubbie dimostrate dal Presidente Prodi si sono scontrate indebolendosi con una coalizione che ha dimostrato i suoi limiti.
Di cose da fare quindi ce ne sono molte perchè non siamo più un paese che poteva contare su una sua crescita illimitata puntando solo e soltanto sulla quantità, quasi fossimo ancora negli anni '60.
Questo ruolo è passato ai paesi emergenti come Cina, India, sud est asiatico, per cui a paesi come il nostro (come per gli altri storici dell'Unione europea) è d'obbligo puntare sula qualità, per ottenere maggior valore aggiunto che ci permetta di mantenere un trend economico sostenibile (non dimenticando chei paesi emergenti non stanno comunque facendo la nostra trafila, occupandosi non solo di volumi ma contemporaneamente di qualità).
Questo impone anche una politica non solo dei redditi, ma anche contrattuale più moderna, poichè, altrimenti, si verrebbe a creare una contro tendenza: l'economia cresce, ma aumentano le disparità economiche e sociali che si ribalterebbero sull'economia medesima.
Nell'ambito del centrosinistra oltre al Pd pochi altri hanno dato dimostrazione con pensieri ed opere della nuova sfida che ci impone il presente ed il prossimo futuro e rincresce molto che Sinistra Arcobaleno non sia tra questi, intendendo perseguire progetti politici che non possono obiettivamente divenire egemoni sino a raggiungere possibilità di governo.
I partiti di matrice socialista in Europa hanno subito per propria volontà mutamenti ed evoluzioni notevoli rinunciando un pò alle proprie matrici storiche, rinnovandosi e modernizzandosi tanto da mantenere la scena di governo per molti anni.
In Italia esiste invece ancora la "sindrome da scissione" (che badate bene ci trasciniamo dal 1921) non riuscendo ancora a trovare solidi punti di convergenza che permettano di metterla una buona volta in soffitta.
Nonostante tutto gli ideologismi si stanno diluendo poco a poco ed ecco per cui i soggetti in campo nel centrosinistra sono sostanzialmente solo tre (a parte le autonomie storiche) e vi è la prospettiva che questo quadro si consolidi.
Suo fronte del centrodestra, a parte l'eccezione dell' Udc, che con coraggio sta percorrendo un proprio progetto politico autonomo, l'ideologia impera come negli anni post bellici e si parla molto poco di programmi e molto più, provocatoriamente, di accusare gli avversari o ex alleati di incapacità o incoerenza.
Il Pdl in particolare sta, soprattutto in questi ultimi giorni, battendo su tutti tasti possibili, senza alcun ritegno, pur di attrarre consensi; non è cambiato nulla rispetto al passato - mi riferisco agli ultimi 15 anni - perchè si continua a disprezzare il "prodotto" del concorrente anzichè magnificare il proprio.
Non c'è giorno dove si spari a zero sull'uno o sull'altro per cercare di toccare ancora una volta la pancia della gente: si è ripreso con il vecchio slogan dei comunisti al potere (non siamo ancora alle accuse di mangiar banbini o di possedere un naso trinariciuto), si accusa senza tanti problemi il Presidente della Repubblica di essere di parte, si accusa di brogli prima ancora di votare (o si vuol preannunciare che ci si appresta ad imbrogliare per primi per evitare di perdere ?), si appioppano soprannomi a questo o a quel concorrente, si minaccia di imbracciare il fucile.
Qual'è lo scopo ? E un modo di usare formule paradossali o eufemismi per rafforzare e meglio spiegare il proprio pensiero ed i propri progetti, oppure è un tentativo scentifico e premeditato per smotare, sgretorale i principi del viver civile proponendo un obiettivo nel quale non ci siano più regole affinchè valga solo la legge del più forte ?
E se anche fosse, siamo proprio sicuri che in realtà apparentemente si proponga questa ideologia, ma invece si cerchi i soddisfare la propria incommensurabile ambizione ?
Appare evidente che sia Udc che La Destra l'abbiano capito e preferiscano mantenere i propri progetti politici che poggiano veramente sui possibili interessi degli italiani (o di una parte di essi) lasciando a Fi, An e soci - riuniti sotto l'ombrello del Pdl - l'onore e l'onere di seguire una strategia populista, che apparentemente sembra voler sconvolger e modernizzare il paese, mentre in realtà intende mantenere la situazione economica e sociale che si sta sempre più lentamente deteriorando.
Come andrà a finire non si sa, ma quel che prevedo, sul fronte del centrodestra è che sia l'Udc che La Destra raggiungeranno risultati inaspettati: la prima continuerà ad erodere consensi a Fi
(erosione già cominciata a suo tempo con An, quando Fi scese dal 31 al 23%) raggiungendo il 7/8%, mentre la seconda drenerà a An almeno un terzo dei consensi raggiunti nel 2006, ovvero circa il 6%.
Quello che è più difficile prevedere saranno i livelli che raggiungeranno Pd/Idv e SA (il Partito Socialista temo non otterrà grandi consensi): ho forte il timore che molto elettorato di riferimento non sia pienamente convinto sia dell'uno che dell'altro e persista nella scelta del non voto, annullando quindi la debacle che auguro al Pdl.
Non voglio con questo sostenere l' "utilità del voto", ma sottolineare che temo che in parte dell'elettorato di riferimento non vi sia il coraggio di lasciar perdere le delusioni della legislatura finita in anticipo e non vi sia quindi il coraggio di scegliere tra programmi politici "storici" e programmi di rinnovamento e modernità.
Mi auguro tanto di sbagliarmi perchè sarebbe veramente una occasione perduta.
Temo, concludendo, che il risultato sarà purtroppo di ingovernabilità come nel 2006 e il Presidente Napolitano avrà il sul bel daffare nel trovare una soluzione che consenta per prima cosa all'Italia di essere governata nel miglior modo possibile, in quanto conta prima di tutto il nostro futuro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La mia analisi potrà essere forse convincente, ma le previsioni si sono purtroppo rivelate solo delle speranze.