lunedì, febbraio 04, 2008

“TERRORISMO” MEDIATICO

Penso che i principali media – televisione e quotidiani – debbano necessariamente rispettare una semplice regola cioè quella di informare su qualsiasi tema l’opinione pubblica ricordando che, anche in informazioni a tema, debba essere rispettata sempre la chiarezza sia nella esposizione dei fatti che negli eventuali commenti conseguenti.

In effetti quando si tratta di informazioni a tema, soprattutto televisive qualsiasi sia l’emittente, l’opinione pubblica è predisposta ad ascoltare dedicando il tempo necessario, mentre molto spesso nelle informazioni dei vari tg o anche nei titoli di testa dei quotidiani e settimanali, forzando la indubbia necessità di sintesi, si affermano spesso tesi assurde, distorte e, quel che è peggio, addomesticate, approfittando dell’ovvia fettolosità degli ascoltatori e lettori.

Intendo dire che molto spesso, sempre di più rispetto al passato, si “sparano” notizie e dati che poi a ben guardare si rivelano meno allarmanti, ma nel frattempo l’informazione distorta può contribuire a farsi un’idea altrettanto imprecisa.

Certo, siamo in pre campagna elettorale, e i colpi bassi si sprecano, ma l’uso dei media in modo spregiudicato, possono contribuire non poco a formare orientamenti del tutto legittimi, ma poggianti su informazioni distorte, o a rafforzare le singole convinzioni; a ben guardare si cerca di creare percezioni o a crearne di nuove, ma il termine stesso sta ad indicate una sensazione, un sospetto che non necessariamente poi viene confermato dalla realtà dei fatti. .

Se ci fate caso da qualche settimana a questa parte è cominciato il grande battage sul livello di ricchezza degli italiani ed alcune emittenti continuano a trasmettere gli stessi eventi che senz’altro sono veri, ma che non rappresentano certo una realtà diffusa e soprattutto se non trovano riscontro in una parte degli ascoltatori, comunque insinuano il timore che quella certa situazione incomba immanente su di loro.

E’ poi vero che se l’ascoltatore ha tempo e modo di approfondire,questo messaggio distorto può essere annullato, ma se così non fosse ecco che l’orientamento può radicarsi e portare a conclusioni anch’esse errate.

In questi giorni su Italia 1 continuano informazioni sullo stato della economia familiare estremamente dilatate per cui un problema reale così ingigantito diventa un problema o un pericolo per tutti, mentre invece il fenomeno esiste certamente, ma con drammaticità più contenute.

In una trasmissione si inizia informando che una signora si sentiva umiliata per un debito pe affitto di mille euro all’ Iacp; seguiva una intervista ad una coppia di sposi in attesa del primo figlio nella quale dimostravano conti alla mano le difficoltà nel far quadrare il bilancio; la conduttrice evidenziava che il fenomeno è generalizzato e a dimostrazione mostrava circa 600 email che raccontavano di situazioni analoghe.

La cosa mi ha colpito, ma mi ha anche fatto riflettere perché se da un lato ci possono essere situazioni precarie è anche vero che per fare ascolto è sempre bene sparale grosse: infatti la coppia nello specificare i vari capitoli di spesa affermava che in due persone spendono al mese circa 700 euro per l’alimentazione (il che mi sembra obiettivamente tantino); inoltre i 600 scrittori di email si sono dichiarati ( o sono stati inseriti non si sa bene con che criterio) nella fascia di povertà: sarebbe interessante leggere ciò che hanno effettivamente scritto anche perché mi sembra singolare che, se quella è la loro realtà, abbiano tempo e denaro per “smanettare” sul computer via internet.

Ma l’escalation non finisce qui perché sempre sulla stessa rete si fanno vedere immagini di anziani che vanno a cercare frutta e verdura tra le cassette dei posteggi al mercato servito da interviste, nelle quali si afferma di non mangiare più carni, anche quelle ormai a prezzi proibitivi.

Sempre lo stesso servizio (peraltro ripreso in modo un po’ più chiaro dalla Rai) affermava che il prezzo della carne è aumentato di oltre il 400% !

Analizzando meglio le informazioni balza subito all’occhio che un fenomeno certamente drammatico è per fortuna circoscritto e quindi le iniziative possono essere più facilmente messe in campo, mentre l’informazione sui prezzi della carne sono una grandissima bufala: infatti non si raffrontano i prezzi al consumo in un dato periodo di tempo (per esempio dal 2000 al 2007), ma raffrontando i prezzi pagati all’allevatore e quelli pagati dal consumatore al banco !

Il problema quindi è quello annoso dei cosiddetti “ricarichi” legati molto spesso al sistema distributivo assai sfilacciato e non ad un incremento repentino come avviene per i prodotti petroliferi.

Posto in questo modo distorto invece si capisce ben presto dove certa informazione vuole andare a parare.

Quando si tratta infine di divulgare le ricerche Eurispes un po’ tutti vanno a piluccare fra i dati per far passare un’idea, molto spesso contraddetta dai dati sinteticamente esposti, mentre quando la relazione della Banca d’Italia analizza scientificamente il fenomeno spiegando origini, tempi e modalità ecco che molti sorvolano in modo sfacciato per non divulgare dati e considerazioni che porterebbero ad altri risultati ed ad altre cause.

Continuando, sulla Legge 194 se ne parla nuovamente da almeno un anno, quando il Governo Prodi, lanciò la Legge sui Dico (quella si abortita), soprattutto con interventi precisi da parte della Chiesa Cattolica (anche in questi giorni in Spagna alla vigilia delle elezioni politiche) e solo ieri viene divulgato un documento di specialisti neonatali nel quale, per come presentato, sembrerebbe sostenere la repulsione alla legge in vigore e quindi alla sua abrogazione o, per lo meno, alla sua modifica.

In realtà la posizione espressa, peraltro anche da altri luminari, intende semplicemente ribadire l’obbligo deontologico di intervento in caso di feti vitali escludendo comunque l’accanimento terapeutico; tutto questo in virtù del fatto che l’evoluzione della scienza nella specifica materia ha fatto nel tempo passi da gigante e che quindi sarebbe in grado di efficace assistenza anche in gestazioni di 22/26 settimane, cosa clinicamente impossibile trentenni fa.

Toccare quindi un tema così delicato con informazioni “mordi e fuggi” non possono essere giustificate dalla necessaria sinteticità dell’informazione, ma fanno sorgere il sospetto che gli scopi siano ben altri.

In realtà la grande novità è quella scientifica che impone certamente riflessioni, ma che è riduttivo collegare esclusivamente agli interventi abortivi quando riguarda, molto di più, gli interventi sulle gestazioni a rischio.

Certo questo impone anche di ripensare alla convenzione entro cui l’intervento abortivo è consentito, ma farne – tout court - una guerra di religione ed etica appare una vera forzatura.

Anche sulla sicurezza ogni giorno si punta al sensazionalismo che va dagli incidenti automobilistici causati spesso dall’uso di droghe ed alcol o da fatti di cronaca nera in cui l’informazione viene usata non per comunicare situazioni critiche e comportamenti drammatici, ma per far trarre dall’opinione pubblica conclusioni sul sistema di prevenzione e sull’incapacità di governo dei fenomeni; sul fenomeno degli incidenti automobilistici si dimentica spesso che questo è, in realtà in calo, anche per effetto di prevenzione e repressione, mentre la tipologia emerge per il semplice fatto che in precedenza non venivano fatti controlli specifici sulle persone coinvolte per l’uso o abuso di alcol e droghe.

Tutte queste sembrano sempre più denuncie sensazionalistiche (come il Vernacoliere che livornesi e toscani ben conoscono) piuttosto, informando correttamente l’opinione pubblica, temi che devono essere affrontati e soprattutto risolti o ridimensionati definitivamente da chi ne ha competenza ed onere.

Nella realtà poi queste attenzioni esasperate non possono essere tenute dai media per molto tempo per cui si trasformano in “campagne” ne più ne meno di quella delle polveri sottili, dei possibili default elettrici, delle immondizie o ancora più drammaticamente di quelle sugli stupri e delle morti bianche.

Sui fatti di cronaca nera, se ci fate caso, siamo tutti portati a sapere chi ha commesso reati piuttosto del perché; andiamo a verificare subito se sono coinvolti stranieri extracomunitari ed irregolari, prima di informaci ed essere informati sulle cause dei fatti; fatti come Erba, Perugia e ieri Cairo Montenotte vedono focalizzare l’attenzione sui soggetti coinvolti (o presunti tali) piuttosto che sui singoli fatti e sulle possibili cause che li hanno prodotti.

Concludendo i canali mediatici sono quindi un grande supporto per l'informazione, ma ben sapendo della loro possibile manipolazione, occorre che il senso critico dell'opinione pubblica sia molto più elevato di un tempo, per evitare orientamenti distorti dei quali, magari troppo tardi, di potremmo renderci conto e amaramente pentirci.

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