domenica, marzo 17, 2013

AVVIO DELLA 17a LEGISLATURA

Dicevo in altro articolo che il Conclave è più veloce a nominare il nuovo Papa della Politica italiana a nominare il nuovo Governo.
I prossimi giorni vedremo l'evolversi della situazione assai complicata per effetto sia dei voti espressi che della legge elettorale che può produrre maggioranze diverse nei due rami del Parlamento pur ottenendo percentuali di voto del tutto analoghe.
In molti sostengano che quelle del Parlamento sono procedure ferragginose, assai lente, mentre quelle della Chiesa sono snelle e producono velocemente risultati.
In realtà, in questa prima fase di avvio di legislatura, le conclusioni su tale confronto non sono per nulla vere.

Infatti la Chiesa prevede che  il nuovo Conclave si tenga entro 20 giorni dalla vacazio del soglio di Pietro, ma questa volta ne son bastati 11 in quanto Benedetto XVI ha "abdicato" ponendo fine al suo mandato il 28 febbraio.
In due giorni di Conclave poi ha prodotto la nomina di Francesco I con un meccanismo maggioritario che avrebbe potuto protrarsi per giorni se non fosse stata rispettata velocemente la maggioranza assoluta.
Anche il nuovo Parlamento italiano in 15 giorni si è insediato (i seggi  delle elezioni si son chiusi il 25 febbraio e quel mese ha 28 giorni) e sono risultate fuori luogo le accuse degli eletti in M5S quando parlavano di tempo e denaro sprecato.
Un minimo di procedura va rispettata - a maggior ragione con il 60% di neo eletti che devono ovviamente rendersi conto di dove si trovano - e questa peralto prevede tempi stretti per le due prime elezioni dei Presidenti di Camera e Senato.
Sulla scorta di quanto avvenuto in passato non occorre arrivare alle calende greche poichè le procedure prevedono che in due giorni si possa ottenere già il risultato.
Le nomine dei due Presidenti sono cosa delicata, ma le posizioni assunte la prima giornata hanno senso se sono seguite da confronti tra i gruppi parlamentari per raggiungere delle convincenti convergenze.
Il fatto che M5S in coerenza con gli atteggiamenti pubblicizzati sin dalla campagna elettorale abbiano votato propri candidati non  ci deve sorprendere; come non ci deve sorprendere che gli altri gruppi, Csx per primo, abbiano preannunciato la scheda bianca quale segno di disponibilità al dialogo.
Poi però il realismo impone che le scelte non possono formarsi per pura casualità - stiamo parlando della seconda e terza carica dello Stato - poichè nemmeno in Conclave ciò avviene, anche se lo Spirito Santo conforta i Cardinali in una scelta che è comunque del tutto terrena.
La maggiore coalizione, quella di Csx aveva ed ha il compito di farsi parte diligente nelle proposte che gli altri gruppi si guadavano bene dal formulare; anzi sembrava il solito giochetto a rimpiattino (a parte il monolitismo di M5S) o il classico gioco di scacchi avendo in mente tutta la filiera elettiva: Presiente Camera, Senato, Governo e Capo dello Stato.
Le cose invece vanno affrontate una alla volta cercando la soluzione migliore e il Csx ha proposto una donna ed un uomo di altissimo livello, non appartenenti ad alcun apparato, talmente indipendenti (anche se eletti nel Csx) che erano perfettamente e tranquillamente  eleggibili anche se fossero stati proposti da altra coalizione.
Va riconosciuto al Csx e ai suoi esponenti - non sono Bersani e Vendola, ma anche ai "papabili" che non hanno fatto una piega, anzi - di aver dato un segnale chiaro di piacevole novità.
Hanno costruito nello spazio di una mezza nottata (i quotidiani di ieri non ne facevano menzione) una vera e propria "genialata".
Peggio per chi non l'ha saputa apprezzare come il Prof. Monti (son curioso di sapere se Casini che ne pensa) il quale continua a voler fare l'asso piglia tutto da un lato e lo schizzinoso sui possibili alleati.
In campagna elettorale aveva da ridire sulle possibilità di governo post elettorale (mai con Sel) lanciate da Bersani ed oggi ha da obiettare sul M5S che piaccia o meno è sosteuto da 8,7 milioni di voti.
Per carità tante proposte suno un filino azzardate ed utopiche, ma su altre c'è parecchio materiale su cui lavorare e trovare magari soluzioni covergenti, utili e convincenti  (sempre che il suo aventinismo non permanga esageratamente ad oltranza).
Non parliamo del Cdx imbrigliato da suo leader sempre più imbarazzante (veramente stucchevole la sua apparizione ieri in aula con gli occhiali neri neanche fosse il "cieco di Sorrento") che ripropone senza alcun confronto il precedente Presidente della Camera come uomo di bandiera sperando che il buon stellone gli desse una mano come nel 1994.
Peraltro penoso è stato l'intervento di Calderoli e Palma sulla determinazione ed interpretazione dell' art. 4 del regolamento del Senato stoppato da Zanda e stroncato da Colombo (strepitoso nonostante i suoi 93 anni): se si va al ballottaggio - previsto proprio per superare le posizioni di stallo alla elezione del nuovo Presidente - è lapalissiano che la maggioranza non può essere che relativa per cui i voti nulli o bianchi sono ininfluenti ai fini della determinazione della maggioranza! 
Il M5S ha tenuto fede alla sua idea nelle prime tre votazioni, ma escluso dal ballottaggio doveva pur uscire dal suo angolo e di fronte a due proposte contrapposte non si poteva permettere che con la sua astensione non venisse eletto quelle che considerava il migliore fra i due.
Non parlerei quindi assolutamente di spaccatura, ma di senso di responsabilità e di pragmatismo perchè se rispettano - come dicono di rispettare - le istituzioni poi nei fatti queste non vanno boicottate.
Bppe Grillo non si deve quindi adombrare più di tanto anche perchè il mandato ricevuto da M5S dai sui elettori e quello di non mischiarsi con il vecchio ceto partitico, ma di votare, se convinti, quelle leggi che rispettano le loro idee.
In questo caso il patrimonio di 54 voti non andava sprecato e così è stato: rispettabilmente parte con bianche e parte con voto si ritiene a favore di Pietro Grasso.   
Tutti a pensare ai passi successivi - Cdx e Centro - e non al momento di elezione che sono fatti avulsi anche se assai importanti per la vita del nostro Parlamento.
Certo soprattutto il Presidente del Senato diventa uomo - in pectore -del Capo dello Stato - attuale e futuro, ma proprio per questo non ci si può autocondizionare se il nome proposto è utile al funzionamento della Repubblica.
La settimana prossima si entra nel vivo dell'avvio della 17a legislatura con il tentativo di costruire un nuovo Governo, ma questa è tutt'altra storia che andrà sviluppata con intelligenza e nell'interesse dell'Italia oltre che espressione dei voti espressi dall'elettorato.
Per in tanto un grosso in bocca al lupo di buon lavoro a Laura Boldrini e a Piero Grasso.

  

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