mercoledì, marzo 13, 2013

IL RISORGIMENTO DI BERLUSCONI

Di Napolitano ho sempre avuto grande stima e rispetto, a prescindere quindi dall'alto incarico che ora ricopre, per l'impegno e l'onestà intellettuale prestata in tanti anni alla Repubblica.
Ciò nonostante non sempre sono stato d'accordo con le posizioni da lui assunte (per quel che può valere il mio pensiero) nel passato (da quelle degli anni '50 e quelle miglioriste sviluppate dagli anni '70) e questa volta su quelle ben chiare a tutti relative al reciproco rispetto fra le istituzioni, ovvero fra poteri dello stato e suoi componenti, espresse ieri.
Le premesse che hanno portato ai comportamenti indecenti culminati in questi giorni sono ben chiare: Berlusconi ha sempre attaccato i moportamenti di "certa magistratura", cancro della democrazia, che lo inquisiva nonostante fosse stato prescelto dal popolo, non accorgendosi di usare un paradosso visto che il complotto non può sorgere contemporaneamente o quasi nei vari suoi processi che si radicano in tribunali di città diverse e tramite la Giustizia amministrata da uomini/donne diversi.
Questa "certa magistratura" sarebbe a suo dire presente a prescindere dal Tribunale in cui viene amministrata; Da Milano a Roma, da Napoli a Palermo.
Come se, insomma, in ogni Tribunale della Repubblica ci fosse un manipolo a noi sconosciuto di giudici prontiad attaccarlo nel caso in cui gliene presentasse l'opportuità.
Peraltro, se fosse vero, vi sarebbe per forza di cose il placet di tutta la Magistatura e del suo organo di autogoverno, il Csm, presieduto dal Capo dello Stato !
Avrebbe la sfortuna di avere sempre un Pubblico Ministero a lui avverso, seguito da Gip e Collegi Giudicanti dello stesso orientamento.
E più lecito pensare invece che è il suo modus agendi sia troppo spregiudicato a tal punto di infilarsi in situazioni - civili o penali - sulle quali la Magistratura non si può esimere dall'intervenire; per la natura dei fatti accusatori e per denunce di terzi.
La realtà dei fatti è che Berlusconi vuole a tutti i costi fuggire dai processi ed usa tutte le armi possibili per attuare questo obiettivo.
Lo ha fatto con leggi ad personam sia dirette che indirette (alcune cassate dalla Consulta perchè anche quella gli sarebbe  politicamente avversa) ed ora lo fa - spregiudicatamente - utilizzando il medico e la piazza.
Ma ancor prima lo ha fatto attuando una lucida strategia alla quale nessuno - nemmeno il Capo dello Stato - può porre alcun argine.
E' un suo diritto di difendersi sia dai processi che nei processi  e così  - per schivare quelli nei quali  potrebbe essere verosimilmente condannato - ha cominciato facendo cadere improvvisamente e prematuramente il Governo Monti, unendo l'utile al dilettevole.
Il dilettevole era la sua ridiscesa in campo, dopo 12 mesi di apparente oblio, per giocarsi la carta elettorale per la sesta volta.
L'utile riguarda il preciso momento scelto per la caduta del Governo Monti poichè, visti i tempi canonici per arrivare alla data delle elezioni e alle conseguenti date di avvio della nuova legislatura,  guarda caso, queste date si sovrppongono alla perfezione con le udienze calendarizzate tra i Giudici e gli astuti Parlamentari difensori.
Detta chiara: se la legislatura fosse andata a fine corsa naturalmente (metà aprile) sarebbero arrivate prima le sentenze (programmate per questi giorni) della campagna elettorale, mentre ora, ben pilotata, si è creata una congestione tra i doveri dei Giudici e i doveri del Senatore;  basta una manciata di giorni per arrivare "sani" a venerdì 15 marzo e poi se ne riparlerà, forse dopo il 15 aprile.
Tutte cose formalmente lecite per carità, ma qui scatta l'auto difesa ricorrendo al lecito (malattia oftalmica con aggravanti cardio circolatorie) e l'illecito (manifestazioni di parlamentari neo eletti - quindi delle istituzioni - contro il potere giudiziario - anch'esso parte delle istituzioni).
Napolitano ha stigmatizzato questo secondo comportamento (chissa in specie quante volte l'avrà fatto, ma inascoltato), ma invitando altresì alla cautela la Magistratura per consentire il diritto politico all'ex premier, ammette implicitamente anche lui che non crede assolutamente alla manfrina inscenata con l'aiuto del San Raffaele.
Il risultato del tutto prevedibile è che l'ex premier glissa sull'illecito (anzi lo giustifica) e incassa sul lecito.
E su questo rilancia pretendendo un posto al Quirinale per la sua parte politica (se non per sè) ringraziando Napolitano, reo di essere un uomo di sinistra come i suoi predecessori.
Qui mi adombro oltremodo sulla falsità più volta detta: rimando a mente gli 11 Capi della nostra Repubblica, ma di provenienti dalla sinistra ne riconosco solo due: Pertini e Napolitano !
Ma già conosciamo questo signore e conosciamo i suoi comportamenti: durante i tre ultimi settennati ha avuto ben poco da ridire, ma alla fine di ogni mandato ha finto di togliersi sassolini dalle scarpe attaccando il Presidentedi turno per cercarsi spazi - magari per sè - per il mandato successivo.
Gioca quindi spudoratamente sulla doverosa equidistanza e terzietà espressa dal Capo dello Stato ( le strategie spregiudicate non possono giustificare eventuali risentimenti della Magistratura sbeffeggiata e presa in giro) per riproporsi ancora una volta come deus ex della democrazia liberale e salvatore - non già dei suoi interessi - ma della patria.
La vigilanza e la determinazione sono in questi momenti un obbligo da parte di tutti: un uomo così, con tutti i danni da lui commessi oggi, sarebbe una disgrazia per la nostra Repubblica !

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