mercoledì, novembre 07, 2012

IL 42,50% NON E POI COSI LONTANO

Il 6 novembre l'America ha rinominato il suo Presidente, Barak Obama, con risultati sia elettorali che di "grandi elettori" inequivocacabili e questo ha attirato la dovuta attenzione su un evento mondiale certamente fra i più importanti, sia per lo Stato più potente della terra, sia per tutti gli altri stati del nostro pianeta.
E' per questo certamente una vittoria molto importante per l'Europa in particolare ed anche per l'Italia.
Nel frattempo molti  politici - la maggioranza parlamentare - di questa "Italietta" hanno dimostrato ancora una volta la loro grettezza politica nel voler modificare una legge elettorale senza ricercare il più ampio consenso parlamentare, nascondendosi dietro alle pressioni di cambiamento sollecitate dal Capo dello Stato Napolitano ed anche, se più velatamente, da parte del Capo del Governo Monti.
Quel che non mi è mai piaciuto in questi ultimi anni è il fatto che, a differenza del 1993 (era il diciotto aprile il che è tutto dire) quanto fu introdotto il "mattarellum" con vastissimo consenso referendario, è che si voglia per la seconda volta modificare la legge elettorale senza cercare la più vasta intesa possibile, infischiandosene del pensiero e del contibuto  di partiti presenti in parlamento che rappresentano oltre un terzo dell'elettorato italiano.
Peraltro una legge elettorale non va modificata ad ogni piè sospinto anche se necessario per liquidare una legge dimostratasi, vista la sua inefficacia, una emerita porcata.
In sostanza checchè ne dicano i sostenitori della modifica, da Casini a Aflano, a Fini e Rutelli (promotore della "trappola" ?), le regole del gioco si cambiano al momento opportuno trovando necessariamente un punto di mediazione efficace, mentre voler forzare la mano per cambiare e trattare i dissenzienti da bimbetti capricciosi appare in realtà un vero comportamento anti democratico.
L'attuale legge, il "porcellum", ha dimostrato che può consentire di raggiungere una solida maggioranza, ma non la governabilità per cui cambiare è assai importante, ma la costruzione della alternativa in costruzione puzza di buciato lontano un miglio poichè è evidentemente costruita ipotizzando un certo risultato elettorale suffragato dalle indagini demoscopiche di ogni settimana, la vittoria relativa del csx, mentre una vera legge elettorale deve inserire nuove regole per raggiungere l'obiettivo della stabilità, governabilità e rappresentanza, a prescindere da chi potrebbe vincere le elezioni.
E' evidente quindi che una legge sul tema elettorale deve durate nel tempo, e non lo spazio di una legislatura; fatto che peraltro l'elettorato, già a ragione parecchio inquiesto poco comprenderebbe.
Casini sostiene a brutto muso che non si può consentire che un partito (o una coalizione)che raccoglie il 30% dei voti per effetto del premio ottenga una maggioranza del 55% in Parlamento.
Si  vuol introdurre il proporzionale contro il maggioritario che se non altro, con le soglie di sbarramento, ha ridotto i partiti in Parlamento; in luogo delle liste bloccate e dei listini (che hanno prodotto nominati e non eletti) si vuol intrudurre la preferenza anzichè il sistema uninominale che risulterebbe meno dispendioso e soprattutto imporrebbe la scelta, nei vari partiti e coalizioni, dei "meglio fichi del bigoncio". 
Tutto un sistema insomma per far perdere meno chi, questa volta è condannato a perdere, a far contare oltremodo chi ritiene di poter raggiungere risultati apprezzabili e a far vincere meno chi si appresta a conseguire risultati importanti  o addirittura eclatanti come nel caso del M5S.
Ma tornando al premio di maggioranza del 12,5% da attribuire alla coalizione o partito che raggiunga il 30% dei voti, come ragionamento non farebbe  una grinza, ma è proprio la premessa c he è errata: da buon credente Casini non dovremme porre limiti alla provvidenza divina !
Intanto il Csx - Pd e Sel - sono accreditati ( visto che si parla di numeri parliamone pure) del 36% circa; inoltre questi valori risultano in continua crescita, eppoi che cavolo ne sa Casini che cosa hanno in mente gli elettori italiani ?
Abbiamo visto il Movimento 5 Stelle nascere ed esplodere in modo esponenziale, abbiamo visto un calo verticale delle affluenze al voto ,ma  che ne sa appunto Casini di come si comporteranno gli elettori la primavera prossima ?
Il disegno dell'esponente dell' Udc è decisamente quello di voler sostenere il suo progetto cioè quello creare un Centro aggregante, non si sa ancora se rivolto al Cdx o al Csx, ma soprattutto di ricreare una condizione come quella avvenuta nel novembre del 2011; cioè quella di creare le condizioni di un governo a guida Monti (bis) che a suo modo di vedere è quello più adatto per proseguire una politica di rigore e di risanamento.
Certo è difficile ammettere clamorosamente i propri errori politici (anche se i fatti e le scelte recenti lo dimostrano ampiamente), ma Casini - deus ex machina di questo grande papocchio - non può non riconoscere che il Csx, pur con i suoi mille difetti e le sue fragilità è l'unico dal 1996 che abbia saputo raddrizzare la rotta, rotta persa poi per propria insipienza e per il fatto che la maggioranza elettorale degli italiani riteneva di aver superato la burrasca e che il futuro del paese sarebbe stato roseo, radioso e tutto in discesa.  
Mi riferisco al fatto che nel 2001, con l'euro alle porte, Casini e i suoi alleati pensava che tutto era pronto per il liberismo più sfrenato ed abbiamo visto che fine rischiavamo di fare se il Pd ed anche l'Udc non avessero trovato il modo per buttare a mare il Governo Berlusconi.
L'Udc si è riempito tanto la bocca per iniziative utili alla tutela della famiglia o alla scelta sacrosanta della Tav, ma di risultati concreti non ne ha fatti conseguire; oggi però attacca Vendola che pensa alle coppie di fatto ho solleva forti perplessità sulla efficacia del  programma Tav.
Ma come: ha avuto idee geniali su questi temi, non li ha concretizzati ed ora vorrebbe infilzare chi la pensa diversamente ponendo veti determinanti ?
In realtà le politiche di rigore e crescita sono patrimonio convinto del programma del Csx; sono le ricette per conseguirlo che cambiano, ma su questo l'Udc si guarda bene dal confrontarsi preferendo fare l'ago della bilancia o "la bella addormentata nel bosco".
Peraltro questo progetto è parecchio sdrucciolevole sia perchè il modo per attuarlo - la legge elettorale - è una alchimia che l'elettorato può leggere come vecchia politica, perchè un secondo Governo Monti richiamerebbe il primo e le sue politiche di rigore- pur necessarie - non sono certo state accolte dalle maggioranze degli italiani con il sorriso sulle labbra.
Inoltre ipotizzare alleanze dopo il voto queste non sarebbero accettate perchè stravolgerebbero il senso del voto e saprebbero di vecchi sistemi politici tando odiati dall'elettorato.
Potrebbe essere quindi un progetto - quello di invocare un Monti bis (neanche i partiti, certi partiti,  non fossero in grado di esprimere programmi e politiche convincenti ed altrettanto efficaci) - che invece terrorizzi l'elettorato e che lo allontani da possibili addensamenti sul raggruppamento di centro e sul suo progetto.
Si potrebbe quindi verificare una polarizzazione del voto verso le coalizioni o movimenti di protesta come l' M5S, ma anche verso coalizioni più chiare come il Pd/Sel.
E qui gli esponenti del Csx, in occasione appunto delle primarie imminenti, devono avere - tutti - ben chiaro in testa che l'obiettivo è quello di vincere con il più grande vantaggio possibile: senza quindi denigrasi a vicenda o porre veti anacronistici (punti di convergenza chiari con Udc e Api ce ne possono ancora essere).
Devono evitare tutti da Bersani, a Vendola, da Renzi a Puppato e Tabacci che dal confronto tra le loro idee non nasca il programma che è elemento di attrazione (o meno) del voto popolare.
Dobbiamo imparare dal voto recentemente espresso dagli Americani alle Presidenziali di ieri: pur con campagne crude alle primarie di partito e tra i candidati rossi e blu, hanno saputo esprimere -si badi bene con il 60% dei  aventi diritto al voto - la loro chiara scelta.
Perchè mai il Csx non dovrebbe essere in grado - con una forte mobilitazione a tutti livelli - di raggiungere il 42,5% dei voti espessi ?

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