domenica, febbraio 20, 2011

LE FOLLIE GIURIDICHE DEL PREMIER

Non c'è nulla da fare: che si tratti dei risvolti pubblici dei suoi comportamenti privati o si tratti dell'ennesima annunciazione relativa a prossime leggi epocali, siamo ogni giorno costretti ad ascoltare notizie sul nostro Premier, ed ascoltare pure delle affermazioni che rasentano un po' il ridicolo ed un po' la follia.
Intanto è da premettere che qualsiasi cambiamento costituzionale in Italia può essere oggetto di una qualche proposta di cambiamento da parte di qualsiasi cittadino italiano, ma deve essere chiaro a tutti che tra il proporre ed il disporre c'è una bella differenza; infatti la proposta di cambiamento deve seguire un preciso iter per la sua formazione sia in termine di sostegno (voti o raccolta di firme regolarmente autenticate da notaio o similare) sia in termine di contenuto piochè e previsto sempre dalla nostra carta costituzionale la verifica preventiva sulla ammissibilità, alla discussione in Parlamento, alla discussione.
L'eventuale approvazione poi di una modifica costituzionale se avviene con maggioranza semplice, deve obbligatoriamente essere sottoposta a referendum confermativo dove non è previsto alcun quorum; comunque anche nel caso di approvazione con maggioranza qualificata (2/3) è possibile chiedere nelle forme previste ed ottenere un referendum che rafforzi o contesti la decisione presa dal Parlamento.
La Corte Costituzionale si occupa dal 1948 sia di queste tematiche, sia della verifica in via autonoma o se sollecitata da corpi dello Stato, della costituzionalità di leggi o regolamenti emanati dal Parlamento o dalle Regioni.
La Corte insomma verifica che il potere legislativo, pur con il supporto dei tecnici giuridici di Parlamento e Regioni, non emanino leggi contro i principi sanciti dalla Costituzione, evitando così che circolino dei pasticci giuridici.
Ieri il Premier se n'è uscito con una delle sue "annunciazioni" sostenendo che intenderebbe cambiare la struttura e quindi il funzionamento della Corte Costituzionale per evitare come avvenuto in passato che la Consulta abolisca ciò che il Parlamento approva.
Intanto l'affermazione è del tutto semplicistica perchè Lui può annunciare che si ripromettere di proporre al Parlamento una modifica costituzionale che dovrà, come detto in precedenza, seguire il suo iter formativo, compreso il ricorso ed il responso del referendum relativo.
Poi aggiunge due emerite baggiatate; la prima: riguarda una affermazione falsa poichè la Consulta - come previsto dalla Costituzione - è composta da membri (15) che non vengono nominati tutti in un sol giorno, ma trattandosi di magistrati in servizio, vengono nominati volta volta, per un terzo dal Capo dello Stato, per un terzo dal Parlamento in seduta comune ed dell'ultimo terzo,

  • tre sono eletti da un collegio del quale fanno parte il presidente, il procuratore generale, i presidenti di sezione, gli avvocati generali, i consiglieri e i sostituti procuratori generali della Cassazione;
  • uno da un collegio del quale fanno parte il presidente, i presidenti di sezione ed i consiglieri del Consiglio di Stato;
  • uno da un collegio del quale fanno parte il presidente, i presidenti di sezione, i consiglieri, il procuratore generale ed i viceprocuratori generali della Corte dei conti
Tutta questa procedura è stata inventata dei nostri padri costituenti proprio per evitare concentrazioni di potere nella nomina nelle mani di pochi uomini ancorchè servitori dello stato e per dare continuità a questa istituzione.
La riprova la riscontriamo nel fatto che gli attuali 15 membri della Consulta sono stati nominati fra il 2002 e il 2010, un arco di tempo quindi in cui si sono avvicendati diversi magistrati, Capi dello Stato, Presidenti del Consiglio, Ministri, sottosegretari e Parlamentari.
Ne discende che è del tutto gratuito ed offensivo affermare che i componenti della Consulta siano di parte, ovvero che siano di una sola parte.
La seconda baggianata riguarderebbe proprio come vorrebbe modificare il funzionamento della Consulta; il Premier vorrebbe introdurre il principio che le decisioni non dovrebbero essere più prese a maggioranza semplice (in caso di parità il voto del Presidente vale doppio), ma con maggioranza di due terzi.
Questo significherebbe infatti che la Consulta, se non si raggiungesse tale proporzione, non sarebbe in grado di decidere, sarebbe congelata e limitata nelle sue funzioni, non rispettando così appieno il suo dovere di decidere.
Esempio ? Eccolo poniamo che su una legge la Consulta decida la sua costituzionalità e espresso il voto finisca 9 a 6, secondo il Premier dovremmo pensare che la legge sia incostituzionale perchè i voti non sono 10 ?
Niente affatto: in questo caso la Consulta non direbbe proprio un bel niente e lo stesso avverrebbe se la votazione risultasse rovesciata !
Quindi il tentativo del Premier, che non gli riuscirà MAI, è quello di liquidare una funzione di controllo - si chiamano contrappesi Presidente - per tutelare i propri interessi o la sua produzione legislativa.
Per quanto riguarda il Csm, anche qui il Premier, annunciando la riforma della giustizia epocale, vuole cercare di aggirare quanto sancito dalla Costituzione, non già per efficentare la Giustizia, quanto per ridurre l'autonomia dell' Ordinamento Giudiziario o peggio ancora sottometterla al potere esecutivo, quando in qualsiasi democrazia della terra l'autonomia e la separazione fra i vari poteri ed ordinamenti dello stato è la regola fondamentale per il suo funzionamento appunto democratico.
Il Csm è l'istituto - presieduto dal Capo dello Stato e nominato per due terzi dai maistrati e per un terzo dal Parlamento in seduta comune - di autogoverno della Magistratura e si occupa di:
  • assunzione (sempre tramite concorso pubblico);
  • assegnazione ad un incarico;
  • promozione;
  • trasferimento;
  • attribuzione di sussidi ai magistrati e alle loro famiglie;
  • procedimento disciplinare;
  • nomina dei magistrati di Cassazione
  • nomina e revoca i magistrati onorari.
Anche in questo caso proprio per non creare vacazio i componenti non sono nominati tutti in una volta, ma mano mano che per vari motivi i singoli componenti terminano il loro mandato, vengono sostituiti con apposita votazione.
Ecco che con la proposta - vero e proprio cavallo di troia - del Premier e dei suoi ministri/parlamentari/avvocati personali lanciando la grande parola di "separazione delle carriere" e sdoppiamento del Csm, si introduce infatti surrettiziamente un più forte controllo del parte del potere esecutivo sulla parte più delicata della Magistratura.
Cosa voglio dire ?
Che la separazione proposta delle carriere significa separare la Magistratura Giudicante da quella Inquirente, per cui la prima è sottoposta al suo Csm e la seconda ad un nuovo Csm del quale non conosciamo assolutamente il criterio di formazione e di funzionamento.
Non penso proprio però che questo nuovo Csm sia assolutamente speculare all'altro poichè non si capirebbe il perchè di questo dualismo, fermo restando che la Magistratura inquirente, ovvero procuratori ed altro, e proprio quella investita dall'esistenza dei reati,o per notizie avute o per denuncie ricevute ed è proprio quella che nelle indagini preliminari si trova di fronte a eventuali reati ed è la prima che deve decidere se vi sono gli estremi per passare alla prima fase giudicante o meno.
Se il Csm di riferimento non è come quello esistente, ma è sottoposto nella sua formazione al potere esecutivo (Governo) e legislativo (Parlamento) appare chiaro anche ad un ciuco che le maggioranze politiche - a prescindere da quali siano - possono condizionare fortemente l'operato della Magistratura Inquirente, sovvertendo ancora una volta il principio della autonomia ed indipendenza tra poteri ed ordinamenti.
Ciliegine sulla torta della ennesima annunciazione del Capo del Governo riguarda l'introduzione della immunità parlamentare ed il regolamento sulle intercettazioni.
Quanto all'immunità vorrei ricordare al Premier che a suo tempo anche lui fu d'accordo sulla sua abolizione visto i danni che la sua esistenza aveva prodotto ed anche per il fatto che l'immunità non aveva più ragione d'essere visto il lungo tempo trascorso dalla nascita della repubblica; il motivo originario fu proprio quello di dare libertà di movimento a tutti i parlamentari senza alcun vincolo o condizionamento che potesse derivare da quanto accaduto nei precedenti drammatici anni della fine della guerra.
Nel nostro caso l'immunità si è trasformata in impunità e visto che il vizietto della corruzione persiste alla grande è evidente che reintrodurla sarebbe come legalizzarla (come il falso in bilancio insomma)!
Per quando riguarda le intercettazioni infine è vero che le notizie girano un troppo speditamente, ma qui non si tratta qui di sancire migliori regolamenti di divulgazione e relative sanzioni, ma come sempre affrontare alla radice il problema limitandone l'uso per tempi e casi, per cui anche qui nascerebbe implicitamente l'autorizzazione a commettere reati, certi o quasi dell'impunità.
Si vede quindi lontano un miglio che tutte queste iniziative non sono finalizzate ad abbattere uno stato di polizia (milioni di persone come il sottoscritto vivono tranquillamente senza temere di essere controllati), ma a creare un sistema di protezione della "casta" e fra questa i suoi componenti più alti a partire dal Premier che non riesce nonostante i pluriennali tentativi, a togliersi di dosso le infamie di cui è da tempo accusato.
E non conta assolutamente il fatto di avere dalla sua parte la maggioranza parlamentare, perchè se una cosa è sbagliata lo rimanente anche con il consenso parlamentare totalitario.
Quanto alla formazione della maggioranza parlamentare assistiamo in questi tempi ad una giravolta di passaggi da uno schieramento all'altro e non ci crede più nessuno che diversi parlamentari abbiano lasciato un raggruppamento per ritornarci dopo vari passaggi seguendo il puro istinto e responsabilità politica per cui questi signori cambiano perchè non si riconoscono più nel nuovo raggruppamento e ritornano al vecchio.
Qualcuno dice che ciò dipende da una certa potenza finanziaria e mediatica: può darsi, ma se così fosse non mi fiderei poi molto di coloro che fanno il giro delle sette chiese.
I fuori usciti dal centrodestra ci ritornano perchè il nuovo partito non da certezze di rielezione oppure si tratta forse di persone ricattabili per uno e cento motivi, proprio perchè non scelte dagli elettori, ma nominate dai segretari di partito; oppure ancon più prosaicamente questi parlamentari hanno come obiettivo di restare il più possibile in Parlamento, per accantonare quante legislature possibile.
Non tutti forse sanno che per avere a 60 anni il vitalizio di parlamentare occorre avere accantonato almeno 5 anni, o multipli di 5, di attività parlamentare per cui se si dovesse interrompere oggi la legislatura in parecchi si troverebbero sulle spalle tre o quattro legislature, ma solo 10 o 15 anni di attività parlamentare effettiva.
In sostanza quando avvenne lo scorporo di Fli in parecchi pensavano di proseguire la legislatura con un governo istituzionale, di centrodestra o di larghe intese che portasse a compimento la legislatura, ma quando la spallata non riusci e cominciò a presentarsi l'ipotesi di interruzione di legislatura, nascondendosi dietro al senso di responsabilità o a poco convincenti ipotesi di alleanze future, diversi fecero marcia indietro preferendo rinforzare le fila della maggioranza originaria !
Come risultato la maggioranza parlamenare di cds si sta rafforzando, il Premier si crede ancora una volta onnipotente, e noi tutti assistiamo impotenti a questi balletti d'avanspettacolo che affrontano i problemi di maggioranza e del Premier, ma mai i problemi della nostra patria!

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