sabato, febbraio 02, 2013

SCANDALO MPS E CAMPAGNA ELETTORALE

Sono stato in dubbio per giorni se scrivere sul tema principale, in quanto, pur non essendo parte in causa, ho trascorso una vita in Mps e per lo scandalo che sta progressivamente emegendo dalle indagini divulgate dai media non c'è che da uscirne tramortiti.
Quello che sta emegendo sono operazioni sia di acquisizione che puramente finanziarie che lasciano allibiti, proprio per la cautela e l'accortezza che ha sempre caratterizzato la Banca, vista dal suo interno.
Anche quando le oppoortunità di affari potevano apparire succulente la cautela era d'obbligo (cio nonostante qualche ciufeca - digeribile - si imbarcava lo stesso) e quindi, andavono poste in essere con parsimonia, senza esagerare e magari cercando partners bancari che condividessero il rischio.
Se poi "l'affare" si ripresenta per la seconda volta anche nel caso dell'acquisto Antonveneta, l'operazione va vista con una speciale lente di ingrandimento, proprio per il fatto che se c'è chi la scarta, ci possono essere motivi di rischio latenti o sapraggiunti che giustificherebbero il disimpegno e quindi il rifiuto da parte di Mps.
Nel caso di Mps sembra proprio che questo non sia avvenuto e che l'operazione si sia conclusa senza le necessarie cautele e procedure, peraltro nemmeno previste dalle normative vigenti.
Intendo dire che qualsiasi società quotata che intende acquistarne un'altra quotata deve essere preceduta da valutazioni di soggetti incaricati, data ampia pubblicità, anche in relazione alle fonti da utilizzare per lo scopo, proprio perchè il Mercato le notizie deve averle prima e non dopo e superare infine i placet di Consob e Bankitalia (nel caso siano banche) nonchè di Borsa Italiana.
Nel caso di Antonveneta, società non quotata, questo non è avvenuto perchè non previsto.
Sulle operazioni in derivati poi la meraviglia rimane perchè sono strumenti collaterali all'attività primaria - il credito a privati e imprese - per cui la Banca si protegge, qualora conceda credito a tassi fissi o in divise extra euro, da aumenti futuri che intacchiono cioè i margini d'interesse o di cambio.
Oppure il cliente chiede di proteggersi tramite banca in caso di tassi variabili o cambi da rialzi eccessivi con assicurazioni sul tasso o con coperture a termine sui cambi.
Usare questi strumenti per mero scopo finanziario e speculativo significa uscire veramente dalla propria funzione istituzionale ed infilarsi in rischiosità che non hanno alcuna logica.
E' avidente anche a a chi scrive, che queste procedure sono state poste in essere a livelli accentrati di management (in effetti l'acquisizione di una banca non è cosa di tutti i giorni) e a quei livelli non è poi così chiaro quale sia la competenza e quali siano le possibili frammistioni che verrebbero a nascere senza alcun controllo.
Vedremo le indagini che novità ci porteranno nei possimi giorni perchè mi pare evidente che qualcuno agli alti livelli della Banca stia vuotando il sacco e forse potremo vedere nei prossimi giorni anche azioni decisamente spiacevoli ed eclatanti.
Ma il punto ancor più grave per chi scrive è l'uso veramente scriteriato che l'opinione pubblica fa di questo scandalo, anche in funzione di propaganda elettorale per le imminenti elezioni politiche.
Non si tratta di metter la sordina a nessuno, ma certamente non ci si rende conto (e se ci si rende conto è ancor peggio) che le parole sono pietre e rischiano di insinuare dubbi inesistenti e certezze inconsistenti.
Bene ha fatto quindi il Capo dello Stato Napolitano a suggerire cautela.
Mi riferisco all'assioma tutto elettorale per cui il sostegno a Mps costerebbe quanto è l'Imu versata per la prima casa: innanzitutto è un prestito retribuito a sostegno delle clientela e implicitamente dei dipendenti (stiamo parlando di oltre 6 milioni di clienti in larghissima  parte privati e olte 30 mila dipendenti) non della banca in se.
Infatti il prestito, trasformabile in capitale sociale, innalza i i valori patrimoniali di Mps  per rispettare i parametri di Balisea II e III e questo serve per consentire l'operatività ordinaria di ogni giorno.
Infatti non è più come un tempo quando si poteva prestare a famiglie e imprese sotto varia forma buona parte della raccolta primaria (depositi, certiicati di deposito, obbligazioni ,ecc), ma occorre avere anche un patrimonio proprio coerente a sostegno (con Basilea III è il 9%) per poterlo fare.
Da Bilancio al settembre 2012 stiamo parlando di oltre 400 miliardi di euro di giro d'affari di cui 135 da raccolta diretta e 145 da prestiti alla clientela (circa metà a medio termine) per cui i discorsi sciagurati potrebbero inceppare - a torto -  il meccanismo creditizio  che travalica lo scandalo scoppiato in Mps.
Peraltro operazioni di questo tipo sono sorte anche in altri paesi come la Spagna dove il sostegno ben più grande di 10 volte è giunto da parte di Fsfs poichè lo stato spagnolo non ne aveva i mezzi.
Quanto al fatto che lo scandalo sia riconducibile esclusivamente alla parte politica presente da sempre a Siena cioè il PD (un tempo PCI e DC) mi semba proprio una operazione strumentale e semplicistica che conviene smaccatamente a chi la sostiene perchè in realtà,  se malaffare c'è stato,  questo ha favorito tanti e di ogni colore a dimostrazione che i meccanismi di privatizzazione impostati dalla Legge Amato e dalla Legge Ciampi non hanno prodotto gli effetti sperati visto che la senesità è rimasta ancora forte a Siena, come lo sono rimaste  quelle di altre città come Verona, Milano, Torino, ecc.
Peraltro sono sorpreso che per Mps oggi si gridi giustamente allo scandalo, ma quando si compì la grande operazione di privatizzare, mantenendola italiana formalmente, Alitalia,  l'opinione pubblica non ha reclamato per il costo dell'operazione (forse perchè l'Ici prima casa era stata tolta) che ammonta a ben oltre i quattro miliardi di Mps; tale costo non ha avuto nessun recupero e da quel che appare la questione non è finita. 
Caso mai tornando a Mps è l'insipenza, se non peggio,  che ha fatto emergere le falle, ma sotto sotto non è che altrove tutto giri come dovrebbe in quanto gli appetiti delle ammnistrazioni locali sono robusti ovunque.
Il punto debole stà proprio nelle formule di privatizzazione (si legga quella in progetto per la Banca Popolare di Milano) dove la reticenza delle Fondazioni è spiegata, ma non giustificata, dall'entrata di soci privati, accompagnati dal loro bel conflitto d'interesse sul quale pochissimi hanno avuto a che ridire.
La finalità delle leggi era quella di creare delle vere e proprie public company e trasformare le Fondazioni in soggetti che sostenessero la ricerca, la cultura, la formazione, mentre invece in generale sono diventate mira di appetiti da parte della Politica (non solo locale con le prebende che esistono purtroppo ovunque), ma nazionale e di Governo; ci ricordiamo il tentativo del Ministro Tremonti di "saccheggiarle" per rimpinguare le casse dello Stato ?
Questo scandalo è propellente utile a certa campagna elettorale, insieme alla serie di annunciazioni che ci sentiamo propinare ancora una volta dai nuovi e dai vecchi politici (a parte il Csx costretto a rispondere per le rime), utili a sollevare il solito polverone per nascondere la verità agli italiani.
Delegittimare quindi gli avversari di Csx e promettere ancora una volta il libro dei sogni (anche Grillo che sa nuotare e tenere il palco, ma lo voglio vedere con i suoi eletti in Parlamento a scardinare il sistema come dice di voler fare): meno tasse, meno Imu, combattere politicamente la Germania e addirittura minacciare l'uscita dall'auro.
Detta chiara e tonda la proposta significherebbe far passare l'idea che chi ha pensione di 500 o mille euro  si arricchisca ritornando ad avere uno o due milioni di lire!
Queste sono idee e proposte veramente folli e destabilizzanti: ancora una volta l'euro dopo aver per anni criticato il concambio a lit. 1936,27 ora minaccia o auspica  il lader di Pdl il ritorno alla lira sapendo ma non dicendo che cosa questo implichi.
Significa una enorme svalutazione, significa bruciare risorse e risparmio in modo mastodontico che a confronto il periodo dell' inflazione galoppante degli anni 73/92 sembrerebbe acqua fresca di fonte.
Certo la comunicazione in Politica è importante, ma poi alle enunciazioni devono seguire i fatti veramente concreti menre questa dell'euro- lo sa anche lui - sarebbe un suicidio per tutti.
Chi invece procede cautamente nelle proposte avanzando quelle realisticamente attuabili, dicendo le verità anche scomode passa per politico di poco polso, poco credibile: a quando la maggiore età ?

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