mercoledì, marzo 02, 2011

INCIDENTE ISTITUZIONALE

Il Governo e la sua maggioranza, tramite i capigruppo alla Camera dei Deputati, sta provocatoriamente cercando lo scontro istituzionale, incurante assolutamente di distruggere con i fatti l'architettura istituzionale e constituzionale su cui poggia la nostra repubblica parlamentare.
Sono attacchi violenti, scriteriati, indecenti, molti simili al brigantaggio e al comportamento tipico di banditi di strada e dei tagliagole.
Non parliamo poi della strumentalità perchè le questioni poste al Presidente della Camera, non hanno lo scopo di creare nemmeno dei precedenti giuridici, ma sono una vera e propria provocazione che cerca di tagliare l'erba sotto i piedi alla terza carica dello stato, ma soprattutto a scardinare i principi e le regole che sono alla base nelle nostre istituzioni.
Ma andando per ordine, occorre che gli italiani si rendano conto di ciò che si potrebbe verificare nei prossimi giorni, settimane o mesi riguardo alle richieste formulate appunto dai gruppi parlamentari di maggioranza, perchè non è assolutamente un problema che riguarda il funzionamento della "politica", ma è un attacco appunto alle regole, per cui far finta di nulla, o lasciarsi influenzare da quanto divulgato dai media, significa assistere ad una operazione della quale ci potremmo in futuro pentire amaramente.
Il fatto in premessa riguarda l'accusa al Premier nel reato di concussione e in quello di istigazione alla prostituzione minorile.
Deve essere chiaro a tutti che il secondo reato, vero o presunto sarà il processo a dirlo, è un reato comune il che significa che non ha assolutamente importanza lo status di chi viene accusato d'averlo commesso.
Il reato di concussione "" è un reato contro la pubblica amministrazione. Si tratta di un reato cosiddetto proprio, cioè il soggetto attivo (colui che lo commette) deve essere un pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio. L'elemento oggettivo del reato, cioè il comportamento incriminato, consiste nel farsi dare o nel farsi promettere denaro o altro vantaggio, anche non patrimoniale, abusando della propria posizione. L'articolo che prevede tale reato è il 317 del Codice penale. Competente per materia è il tribunale. L'arresto è facoltativo. ""
Anche in questo caso si tratta di un reato comune, commesso da un pubblico ufficiale.
Entrambi quindi i reati addossati al Premier sono reati comuni, pertanto non è necessario chiedere alcunchè al ramo del Parlamento al quale appartiene l'incriminato, tanto più che la concussione può riguardare, eventualmente, qualsiasi pubblico ufficiale (il reato è stato "pensato" per qualsiasi pubblico ufficiale, non solo per il Premier in carica pro tempore) .
Il Parlamento è stato interessato solo per la richiesta di autorizzazione alla perquisizione dell'ufficio di un collaboratore del Premier, ufficio diventato a velocità siderale sede del parlamentare sotto indagine; ha ritenuto autonomamente di vietare la perquisizione (e fin qui nulla da dire), ma poi ha aggiunto nel dibattito (Paniz ed altri) dapprima che il reato relativo alla prostituzione minorile doveva essere giudicato non dal Tribunale di Milano ma da quello di Monza (dimenticando che per questo tipo di reato deve essere gestito dal tribunale territoriale, Milano cioè), ma poi ha cominciato a chiosare sul reato di concussione (che sarebbe secondo l'accusa avvenuto a Milano)sostenendo, sino a rasentare l' ilarità per le continue contraddizioni, che se reato c'è stato questo è stato compiuto nella funzione di Presidente del Consiglio!
Poichè lo scopo del Premier non è quello di far valere i suoi diritti, ma quello di creare una confusione istituzionale, sollecitandone una lite per attaccare politicamente chi non la pensa come lui,ma soprattutto per evitare di presentarsi davanti ai giudici per difendersi come qualsiasi mortale, i suoi consulenti gli hanno suggerito di sollevare davanti alla Presidenza della Camera dei Deputati il conflitto di competenza, ovvero ottenere la conferma che il Tribunale di Milano non ha titolo a giudicare il Premier per quei reati.
Ne avrebbe titolo invece il Tribunale dei Ministri (composto sempre da tre giudici del Tribunale di Milano estratti a sorte), ma sarebbe in questo caso necessaria la preventiva autorizzazione a procedere da parte della Camera dei Deputati.
Va da se che con la maggioranza che si ritrova, questa strada è stata dettata dal fatto che l'autorizzazione non verrebbe mai concessa e il Premier verrebbe salvato sine die.
La strada imboccata dalla maggioranza parlamentare è però un sentiero assai accidentato e conta poco che il Presidente Fini si possa trovare in difficoltà perchè queste non dipendono dal fatto che comunque decida, la decisione sarà contestata duramente.
La difficoltà è proprio nell'azione intentata perchè il Parlamento, se è ancora valida la autonomia e la separazione di poteri ed ordinamenti dello stato, NON può decidere su che cosa e su chi un Tribunale può giudicare o meno.
Il Parlamento può legiferare su qualsiasi materia costituzionalmente prevista e sta alla Magistratura applicare la legge, come sta alla Consulta verificare se è costituzionale o meno;
come sta al Csm "autogovernare" i Magistrati (tutti i magistrati).
Gli italiani devono capire che non si tratta di discussioni di lana caprina, ma di concetti, principi fondamentali, perchè se passasse questa idea folle, poi tutti sarebbero auturizzati (la Giurisprudenza ha confini illimitati) a contestare autonomia ed autorità nel giudicare, provocando quindi un disastro istituzionale, morale e sociale non indifferente.
Il Premier da molti anni ormai gioca in modo spudorato sul fatto che tutti i cittadini, ogni cittadino, non vede di buon occhio la Magistratura, non tanto perchè ne disconosce il ruolo e i compiti, ma perchè tutti si attendono responsi altamente soddisfacenti, ben sapendo che questo non sarà mai possibile su questa terra: ad un cittadino che vince una causa - civile o penale non importa - corrisponde un cittadino perdente e questo non potrà certo baciare in fronte il giudice che l'ha processato.
Quando poi i ruoli per altre liti si invertono le soddisfazioni o insoddisfazioni cambiano di posto, per cui l'unico soddifatto è colui che non ha nulla a che fare nella sua vita con la Magistratura !
Per affrontare il problema non si può nemmeno ricorrere al Consiglio di Stato perché la sua funzione giudicante è istituzionalmente solo e soltanto quella di verificare se una legge è costituzionale o meno.
Nemmeno il Csm può essere interessato perchè è "soltanto" l'istituto di autogoverno dei Magistrati.
Trattandosi di diversa interpretazione dei reati contestati e soprattutto della diversa assegnazione del collegio giudicante, l'unico che può sciogliere, al di fuori del Parlamento che non ne ha alcun titolo, il quesito è solo e soltanto la Corte suprema di Cassazione che "" assicura l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge, l'unità del diritto oggettivo nazionale, il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni; regola i conflitti di competenza e di attribuzioni ed adempie gli altri compiti ad essa conferiti dalla legge "".
In questo caso, e i consulenti del Premier lo sanno benissimo, per far intervenire la Cassazione occorre, anziché fare i contumaci e limitarsi a qualche balletto in aula, sollevare in giudizio il quesito di legittimità; i Giudici milanesi sarebbero obbligati a fermarsi e trasferire la richiesta all'ultima istanza.
Invece cosi' non è perché il Premier è un grande pavido, ma soprattutto preferisce seguire la strada più rumorosa e più rischiosa perché il processo in questione non lo può fermare nessuno.
Inoltre spera di mettere nei guai il Presidente Fini anche se ha già messo in conto che cosa accadrà in realtà nei prossimi giorni.
Il Premier ha infatti mandato avanti i capigruppo di Lega, Pdl e Responsabili a fare il lavoro sporco, affermando "..voglio vdere Fini che cosa farà ora"; cioè : "chi: se accetta la richiesta andrà tutto bene, ma se seguirà altre strade allora sarà dimostrata la sua parzialità !
Come a dire: "chi è contro di me...peste lo colga !"
Penso che il Presidente Fini non metterà ai voti la richiesta fatta dai gruppi parlamentari di maggioranza presso l'ufficio di presidenza (perchè verrebbe bocciata), presso la Camera dei Deputati (perchè verrebbe approvata); ma al di là di questo per i precisi motivi da me spiegati sin qui: il Parlamento Non può decidere su cosa e su chi può giudicare la Magistratura su un singolo/i reati !
L'unica strada che può percorrere è quella della Consulta (peraltro abbastanza improprio) ben sapendo comunque che questa risponderà fra qualche tempo (non è il Tar del Lazio) che non ha titolo a decidere sul conflitto di competenza sollevato ieri.
Nel frattempo gli attacchi a Fini si sprecheranno da parte della maggioranza, ma intanto il processo, salvo impedimenti, continuerà, per cui la polemica connessa avrà sempre carburante per bruciare ed occupare l'interesse dell'opinione pubblica .
Il Parlamento ancora una volta sarà impegnato a sostenere qualche altra invenzione per difendere gli interessi privati del Premier (come quello recente sulle proprietà tv e giornali bloccato dall' Antitrust) e a votare continue richieste di fiducia su leggi specifiche, perchè non c'è tempo per il dibattito parlamentare - nemmeno tra i componenti della maggioranza.
In questi giorni infatti per evidenziare l'efficentismo del Governo si stanno varando diverse leggi "epocali" (nel senso che sono tipiche di questa epoca che speriamo non ci ricapiti più in futuro) a suon di fiducie parlamentari e vi è il serio dubbio che per la fretta nascano degli aborti giuridici o leggi con effetti indesiderati anche dalla Lega che ha in questi giorni una fretta come se fossimo arrivati alla fine del mondo.
Non c'è che dire: siamo ben messi visto che siamo di fronte ad una maggioranza ed un governo reciprocamente sotto ricatto che galleggeranno, senza combinare nulla per gli italiani !


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