venerdì, novembre 26, 2010

MANOVRE DI GALLEGGIAMENTO

La particolare attenzione che ha posto il Presidente della Repubblica a Governo e Parlamento relativa alla approvazione in tempi rapidi della ex finanziaria sta consentendo a questa maggioranza - ed al Governo che la rappresenta - di ricercare tutte le risorse e tutte le strade possibili per giungere al giudizio del 14 dicembre - mozione di sfiducia alla Camera dei Deputati e mozione di fiducia al Senato - con la ragionevole possibilità di proseguire questo mandato elettorale .
Intendiamoci, la raccomandazione del Capo dello Stato era utile è doverosa -visto anche la particolare situazione economica e finanziaria - come del resto è del tutto logico che il Premier ostinatamente cerchi temi e numeri su cui poter mantenere consenso e maggioranza.
Resta però il fatto che continua, come nel passato recente, a mettere al fuoco tanta carne a dimostrazione della sua vivacità politica, ma vi è il rischio ragionevole che non sappia come nel passato portarla a cottura.
Intendo dire che di iniziative politiche ne ha iniziate molte, ma nessuna è stata portata a compimento (eccetto quelle obbligatorie in capo al Ministro Tremonti) oppure è fallita per questioni costituzionali.
Tante promesse fatte in passato, sin dal 1994, e mai mantenute.
In questa legislatura abbiamo sentito parlare di tante leggi, ma poi non se ne è saputo più nulla:
la legge sulle intercettazioni è su un binario morto, la legge contro la corruzione non è stata nemmeno calendarizzata; stessa cosa per la riforma della Giustizia, il Lodo Alfano Costituzionale, la riforma della Pubblica Amministrazione.
La riforma dell' Università nata nel 2009 vive momenti di forte tensione tanto che il Ministri Gelmini ne minaccia il ritiro preferendo fare la dura e la pura piuttosto che accettare il confronto con i vari apporti dei parlamentari.
Non parliamo della riforma fiscale (si vorrebbe fare ma non sono tempi buoni questi) e del Federalismo Fiscale ci si continua a girare intorno senza mai arrivare al nocciolo del problema; anzi ci cerca di creare una pletora di deleghe che possono lasciare trasparire il raggiungimento di dell'obbiettivo che mai non si raggiunge.
Anche questa volta il Premier si sta dannando l'anima per mantenere il semplice avvio dei famosi cinque punti indicati il 29 settembre scorso non tanto e soltanto per iniziare una buona volta a fare realmente qualche cosa, ma semplicemente per reiterare le sue promesse sperando di far scattare un discutibile senso di responsabilità (e per spirito di auto conservazione del seggio) fra coloro che hanno posto da qualche tempo la necessità improcrastinabile di cambiare rotta.
I finiani infatti hanno posto crudemente e ruviamente questa necessità, ma la presuzione enorme del Premier gli impedisce di aggiustare il tiro dell'azione politica poichè questo dimostrerebbe che ha sbagliato in passato.
La riprova è il fatto che, fra gli scenari che si prospettano a breve, il Premier afferma che in caso di mancate larga maggioranza salirà al Colle con Bossi per richiedere le elezioni anticipate, che comunque non gradirebbe.
Se questo fosse lo scenario che si aprirà il 14 dicembre il Premier dovrà semplicemente rassegnare queste drammatiche dimissioni e lasciare al Capo dello Stato il compito istituzionale, visto che siamo in una repubblica parlamentare perfetta, di verificare il da farsi.
Quello che non va bene è questa sua insistenza nel voler lacerare il dettato costituzionale a suo uso e consumo facendo intendere all'opinione pubblica che per il potere assegnatogli dalle elezioni lo autorizza a decidere che fare in caso di perdita della maggiorana parlamentare.
Non è così perché il popolo ha espresso maggior preferenza per la coalizione Fi+An+Lega ed altri e per effetto della leggere elettorale vigente ha ottenuto il premio di maggioranza parlamentare che avrebbe dovuto consentirgli di fare il suo Governo.
Ora per divergenze politiche interne la maggioranza si è sfaldata e se non ci sono i termini per la prosecuzione del Governo deciderà al meglio il Presidente della Repubblica.
E' probabile che si sfoci in elezioni anticipate ma la prima responsabilità è in capo a chi ha perso la maggioranza; non è colpa quindi di chi ha deciso di ritirare la fiducia perché è il Premier che deve saper avvolgere e coinvolgere (questo avviene anche in qualsiasi azienda pubblica o privata) per cui se non si riesce, la colpa è soltanto sua.
Ma ritornando ai cinque punti, oggi è stato rispolverata la Banca del Sud e si lasciano balenare cifre fantasmagoriche (i miliardi di euro sembrano noccioline) quasi fosse una forma di rilancio per ricompattare la maggioranza, per portare il la il boccino, ben sapendo che non bastano le annuncizioni poichè, anche se questa azione convincesse, ecco che, se non mantenuta, riesploderebbe il dissidio interno al cdx.
Si riproporrebbe quindi alla prossima futura ed imminente occasione il problema della tenuta della maggioranza.
Fini ed i suoi vengono tacciati di essere ondivaghi, mentre invece mi sembra che usino la tecnica della pesca al marling, con uno sto and go nel quale il Premier rischia esausto alla fine di strozzarsi.
Il Premier mette quindi carne al fuoco per cercare di disorientare ed incantare usando ancora una volta la vecchia tecnica che ha dato anche in questi giorni i suoi frutti: la dura contestazione del Ministro Carfagna sembra rientrata e si favoleggia che possa esser lei la prossima candidata al comune di Napoli.
Il problema purtroppo resta sempre lo stesso e cioè che questo Premier è abile a formare le squadre, ma poi queste non sanno remare e raggiungere validi obbiettivi.
Il dramma sta quindi nel fatto che anche venisse superato lo scoglio del 14 dicembre, non vedremo un cambio di rotta, ma il solito andazzo e con con questo non si fanno gli interessi complessivi dell'Italia, nonostante si manifesti la presunzione di rappresentarla.
Gli interessi si fanno con i fatti e i fatti mancano da tanto tempo.
Anche la particolare situazione finanziaria ed economica imporrebbe una forte vigilanza e valide iniziative, ma da un lato non si vuol far preoccupare l'opinione pubblica e dall'altro - a mo di struzzo - si nasconde la testa nella sabbia non rendendosi conto che i problemi di Grecia, Irlanda,Portogallo e Spagna possono riverberarsi sulla restante UE e in questa l'Italia rappresenta punti di fragilità al quali non sembra pensare assolutamente questo Governo.
Un'altra ipotesi, se il Premier mettesse da parte la sua presunzione infinita, è una formula di prosecuzione della legislatura che ci consenta da un lato di evitare, in questo momento, una lunga vacazio, ma suprattutto dal'altro di mettere a punto una azione efficace per far ripartire l'Italia proprio perchè dei temi urgenti come lavoro, impresa e fisco non se ne parla preferendo seguire temi importanti ma non urgentissimi come questi.
Il Premier nel 2006 propose una sorta di "grosse koalition", allora strumentale, per attenuare il bruciore delle elezioni perse ed oggi dovrebbe invece avere il coraggio di farsi da parte perché, e lui lo sta, ormai è bello e bruciato.
Così facendo potrebbe anche depurarsi politicamente in vista di altre sue mire; diversamente sarà - come già è - il primo responsabile di tutti i danni che potremmo patire!

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