giovedì, settembre 30, 2010

L' ISOLA CHE NON C' E'

Seconda stella, a destra, questo è il cammino, e poi dritti fino al mattino.......
Così recita la canzone di Edoardo Bennato e ieri, in Parlamento, si è riscontrato che la maggioranza monolitica che aveva vinto non solo le elezioni del 2008, ma anche le europee del 2009 e le amministrative di quest'anno, solo apparentemente regge, anzi ottiene più voti di quelli ottenuti all'insediamento di questo governo, ma riceve la fiducia da due componenti della maggioranza - Fli e Mpa - che in realtà - anche per i discorsi fatti - è una condanna con la condizionale, insomma con la sospensione della pena, che sarebbe in questo caso il licenziamento in tronco dell'attuale Premier.
A ben seguire sia le argomentazioni - e le affabulazioni - del discorso di apertura, il dibattito conseguente, il discorso conclusivo del Premier, nonchè il dibattito televisivo cui assistiamo da ieri sera hanno un qualche cosa di tragicomico e in qualche caso di esilarante.
Il Premier parla di "teatrino della politica", ma non si accorge di esserne il puparo per tutte le promesse che ci propina un'altra volta e che purtroppo non saranno mantenute.
Per fortuna, dico, perchè quello che serve oggi all'Italia è ben altro a partire da una seria politica industriale che dia fiato alla nostra conomia e che soprattutto ne stimoli il suo cambiamento strutturale, cambiamento che ci faccia tornare ai bei tempi ormai passati; penso al 1960 ed anche alla prima parte degli anni settanta quando la lira era anche più forte del dollaro e quando il debito dello stato era il 40% del Pil.
Gli errori commessi per tanti anni hanno incrementato lo stock del debito che nonostante le sue promesse (ne ricordo una alla fine del 2005 quando disse che avrebbe portato il debito sotto il 100% del Pil) continua innarrestabile a crescere senza che il Premier muova foglia.
Una parte della sua maggioranza - Fli e Mpa - hanno chiaramente detto che cosa andrà fatto per continuare ad avere il loro sostegno, ma con le argomentazioni portate con il documento conclusivo abbiamo assistito alla ripetizione di un vecchio film, tanto che il più valido alleato - la Lega - già parla ora che le elezioni anticipate si avvicinano.
Tutta questa manfrina è servita solo e soltanto a cercare di dimostrare che non ci sarebbero i numeri, nel caso decidesse alla fine di rassegnare le dimissioni, di maggioranze alternative: forse !
La crisi del Pdl l'ha prodotta il premier stesso per la sua pertinacia nel voler perseguire "politiche" che interessavano solo a lui e i suoi manutengoli, disinteressandosi quindi delle reali priorità utili all'Italia; su questo, tante volte, l'ala finiana l'ha messo sul chi va là, ma il premier, cocciuto, a tirato dritto, ingessando il Parlamento per parecchi mesi.
Ricordate alla fine delle elezioni amministrative di privamera ?
Il Premier disse che ora, senza più i "fastidi" elettorali c'erano tra anni di tempo per compiere questa rivoluzione copernicana delle grandi riforme annunciate da anni; ed invece è cominciata una sequela di proposte che contraddicevano le intenzioni.
Ogni legge o emendamento ha cercato, non sempre riuscendoci, di mettere una pezza a problemi che stavano per investire il premier stesso o alcuni suoi uomini; ricordo l'emendamento pro Mondadori, la possibile nomina di Bertolaso a Ministro (poco dopo inquisito per affari poco chiari relativi alla Maddalena e L'Aquila), la nomina di Brancher a sottosegretario (per utilizzare impropriamente "il legittimo impedimento") poi dimessosi e processato in primo grado, il tentativo fatto sul "processo breve" (giusto processo), fallito per la presunzione di inserire - cicero pro domo sua - una norma transitoria per i processi in corso (mandando al macero insieme a suo migliaia d'altri disconoscendo alle vittime il diritto alla giustizia), la legge sulle intercetazione che ha fatto infuocare il periodo pre feriale ed ora arenatasi in Parlamento, come la legge anti corruzione aranatasi sin dall'inizio al Senato.
Esilarante è il tentativo di farsi passare per l'ennesima volta da perseguitato dalla Magistratura, sempre senza fare nomi e cognomi; dimenticando che anche lui quando occorre è ricorso al suo giudizio e dove ne aveva interesse l'ha pure comperata.
Ancora ad insistere sulle differenze tra "potere" ed "ordinamento" con lo scopo attenuarne ruolo, peso e autonomia, con lo scopo di scardinare gli ornanismi di controllo cercando la separazione delle carriere per mettere sotto l'ala protettrice del governo la Magistratura inquirente, oppure cercando di spezzettare il Csm che ricordo ha come presidente il Capo dello Stato in carica.
Gli interventi eccellenti di Tabacci e Casini e quello ottimo di Bersani hanno messo alla frusta e preso pure per il naso il Premier quando fissa la data di completamento della Sa-Rc e ripromette il ponte sullo stretto ( pur sapendo che in commissione la sua maggioranza ne ha tagliato i fondi);hanno affondato nella granitica maggioranza il coltello, come fosse in realtà burro!
Esilarante la difesa del Premier quando nega di aver comprato parlamentari per cercare di smarcarsi dalla componente di Fli e Mpa, contrattaccando su ribaltoni avvenuto con la costituzione del Governo D'Alema (il primo ex comunista al governo); il Presidente fa finta di non capire perchè lui ha tentato di comperare con moneta sonante i parlamentari (dichiarazioni fatte chiaramente da alcuni parlamentari da lui contattati), mentre allora la fluidità delle componenti parlamentari lo permetteva (lo fece pure Bossi nel 2004) ed inoltre è di pessimo gusto tirare in ballo i morti (Presidente Cossiga) che ne furono gli artefici!
Pessimo per modo e merito l'intervento di Di Pietro che poteva benissimo dire le cose che ha detto con più misura (senza imitare Grillo) e senza dimenticare che l'opposizione non si può limitare a fustigare i costumi, ma se vuole diventare maggioranza deve convergere su una strategia e su una politica che dimostri al paese e agli elettori che una alternativa a Berlusconi credibile può esistere e può convincere.
Con suo intervento invece con quegli epiteti sparati a raffica (tranne alcuni provati, tutti gli altri lo saranno se la Magistratura e la Giustizia lo proveranno) ha fatto il cane sciolto creando distanze tra l'opposizione, incertezze tra gli elettori di opposizioni e quindi ha dato un grande aiuto al puparo.
Da ieri sera ed oggi stesso tanti pupi del teatrino della politica appartenenti tutti al Pdl più i vari transfughi, si guardano ben dal riconoscere che quella di ieri è stata la vittoria di Pirro e si stanno comportando esattamente come nei decenni passati, dopo le elezioni politiche o amministrative tanti, tutti tranne quelli del Pci, esponenti politici sostenevano di averle vinte.
Si riprendono imperterriti le stesse argomentazioni di sempre - tutto cambi perchè nulla cambi - a differenza dei Bocchino e Barbareschi che mettono sul tavolo problemi veri ed ipotesi - da verificare - di soluzione per l'interesse di tutta l'Italia.
Barbareschi, per esempio, sottolinea che la Ue vuole imporre un piano di rientro per tutti i paesi il cui debito supera il Pil per portarlo al 60%; ciò significa che a seconda del periodo concordato, occorreranno manovre annuali di diverse decine di miliardi d'euro, ma questo non è, non sembrerebbe un problema di governo del Premier.
Parla di banda larga, parla di internet ed il grande ventaglio di opportunità che può dare sul nuovo modo di lavorare, ma su questo ci ricordiamo solo delle tre "I" finito come aoltro il puro slogan elettorale.
Bocchino parla della corruzione che ci costa 60 miliardi l'anno e dei condi Fas, 13,5 miliardi, utilizzati in due questi anni per tutto fuorchè per il rilancio del Sud.
Tutti zitti ed abbottonati per non disturbare il manovratore, mentre la Lega stessa ammette, anche per suo diretto interesse, che con il risultato di ieri le elezioni si avvicinano!
Bah, come dice Edoardo Bennato con il titolo del suo lp: quelle di ieri pronunciate dal Premier "Sono solo canzonette" !!

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