lunedì, novembre 02, 2009

VIZI "PRIVATI" E PUBBLICHE VIRTU'

Le notizie che appaiono in questi giorni sullo "scandalo trans" in cui è caduto - come uomo e come politico - Marrazzo evidenziano che i contorni di questa vicenda sono molto più complessi di quanto poteva apparire all'inizio poichè le "abitudini" del Governatore del Lazio sembrano venire da molto lontano (dove molti sapevano, ma nessuno diceva), in particolare il fatto che altre foto e filmini girassero da molto prima del 3 luglio 2009.
Probabilmente con il passare dei giorni questa vicenda presenterà contorni ancora più ampi e questo ci deve far riflettere sul fatto che "abitudini" di questo tipo oltre che sollevare perplessità sul piano morale (sempre di utilizzo di prostituzione si tratta) hanno un impatto notevole sul piano pubblico .
L'aspetto morale ha la sua importanza perchè l'impatto con la coerenza e la rispettabilità è importante: l'opinione pubblica non si può lamentare da un lato per l'esistenza così ampia e variegata della prostituzione eppoi una parte di essa ne sia fruitrice in forza del diritto individuale di fare nel privato quel che più le aggrada.
Le notizie progressive sulla vicenda indeboliscono la posizione dell' ex Governatore che non si è trovato solo il 3 luglio a dover subire una aggressione imprevedibile, ma il ricatto sembrerebbe essere iniziato molto prima (inizio 2009) e a questo non ha frapposto una denuncia alla Magistratura; intendo dire che il fatto di luglio doveva essere la goccia che faceva traboccare il vaso e proprio quello era il momento per stroncare il ricatto.
D'altro canto che è entrato in possesso del materiale scottante a partire da luglio non poteva non sapere che si era consumato un reato (violazione di privacy) e pertanto anch'egli doveva affrettarsi a denunciare il fatto all'autorità giudiziaria.
Proprio perchè tutti sapevano ma nessun diceva, si è preferito ed è convenuto fare il pesce in barile attendendo eventi futuri, che avrebbero portato ben più ampi vantaggi.
Inoltre, denunciare significava pubblicizzare tramite la Maistratura e quello non era certo il momento - visti gli scandati "Naomi", "escort" e "festini" che investivano il Premier tamite diversi media nazionali e stranieri.
Insomma i comportamenti moralmente discutibili interessano più parti e proprio per questo - non perchè si tratta di fatti strettamente personali - gli uni annullano gli altri, nascondendo quindi la polvere sotto il tappeto.
La denuncia della "questione morale" di berlingueriana memoria è stata snobbata completamente tanto che si è dilatata a dismisura sia sul piano economico (Tangentopoli non è finita, ma continua imperterrita forse peggio di prima) che su quello "comportamentale" sino a diventare un elemento di fragilità del sistema politico, di diversi politici in servizio perchè viene usata come leva, forse principale, nell'agone politico.
La pubblicità dei fatti è comunque doverosa e saranno i politici quindi a dover modificare i propri comportamenti, non l'opinione pubblica a doversene fare una ragione o, quel che è peggio, a dover accettarli per amor di schieramento, per non rinnegare, insomma, la fiducia riposta.
Ci si rifugia poi, quando i fatti traboccano, nel classico corner invocando il logico principio che sono altri i temi che interessano l'opinione pubblica, temi dei quali il ceto politico stenta comunque ad occuparsi.
In realtà, purtroppo, sta avvenendo prorprio il contrario: dove interessa parte dell'opinione pubblica minimizza, oppure dilata a dismisura strappandosi le vesti, tanto che vediamo che a comportamenti analoghi o contigui le reazioni sono diametralmente opposte, dimenticando che i politici che ci rappresentano dovrebbero invece fare della moralità personale e pubblica una unica virtù.
I fatti occorsi al Premier, anche per la sua resistenza, sono scivolati via come neve al sole trasformandoli, pur non essendolo, in gossip, come si trattasse della pubblicizzazione di foto innocenti di qualche uomo pubblico ripreso con la famiglia al mare !
La missione è quindi compiuta, ma quel che è peggio è che questo fatto permette comportamenti ed atteggiamenti su temi ancor più delicati, con impatto decisivo sulla attività politica del Premier che così si può permettere di commentare pesantemente le decisioni della Corte Costituzionale, accusare il Presidente della Repubblica di essere uomo di parte, accusare parte della stampa di ruoli politici per lomeno azzardati, di tacciare parte della Magistratura di non rispettare l'eguaglianza dei cittadini, di denunciare una persecuzione pianificata da 15 anni.
Il suo giudizio avrebbe senso è utilità se riguardasse terze persone diverse da lui, per cui le denunce ed i commenti avrebbero il loro peso politico, ma nel momento in cui riguardano i suoi affari personali - privati e politici - ecco che questi dovrebbero apparire come armi spuntate visto che i difensori dovrebbero essere casomai altri.
Invece no: una parte dell'opinione pubblica, quella di riferimento, non recrimina, anzi non avrebbe nulla da eccepire, sposando la tesi del proponente.
Da qui fa seguito la produzione di ulteriori leggi ad personam che sarebbero in fase di febbrile confezionamento per difenderlo con il placet della sua maggioranza e - cigliegina sulla torta - le recenti dichiarazioni che in caso di condanna il Premier si rifiuterebbe di dimettersi!
Anche qui l'opinione pubblica appare in gran parte assuefatta, anche difronte ad una affermazione estremamente grave: in caso di condanna per corruzione vi è l'interdizione dai pubblici uffici e da questa non si può mai derogare in forza dei voti ottenuti.
I voti ottenuti sono infatti una dimostrazione di fiducia e di consenso, ma nel momento in cui un processo sancisce una condanna non è questa che esautora la volontà elettorale, ma è la volontà popolare tramite la Magistratura che esautora chi ha ottenuto il mandato a governare: "in nome del popolo italiano,.................""

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