domenica, ottobre 18, 2009

RIFORME COSTITUZIONALI A MAGGIORANZA RELATIVA? DEJA VU !

Casualmente mi sono andato a rileggere vecchi articoli scritti su questo blog e ne è spuntato uno sulle iniziative velleitarie ed avventuristiche del Premier in carica che sembra riproporci pari pari.
E' del 10 ottobre 2005 ed era in approvazione la "devolution" e la riforma costituzionale che fu poi bocciata con il referendum confermativo del giugno 2006.
Il clima era lo stesso che sta improntando il cavaliere (faso tuto mi)in questi giorni, con gli stessi attacchi alle minoranze (giornali, magistratura, opposizioni,ecc)anche se ora è ben più inacidito (il clima) per le sue vicende personali che non si possono certo mettere "sotto il tappeto".
Con le affermazioni di questi giorni il premier vuol ripetere la stessa operazione, per la verità ben più articolata, sperando che questa volta gli vada meglio.
Non ha infatti nessuna intenzione di fare riforme costituzionali coinvolgento tutto l'arco parlamentare perchè sarebbe segno di debolezza politica che farebbe a pungni con il suo tanto sbandierato 68% (non ho ancora capito di cosa); il confronto politico ed istituzionale non è poi un'arte nella quale brilli particolarmente: lo vuole fare da solo, a proprio uso e consumo (non nell'interesse dell'Italia) confidando che questa volta il referendum confermativo (che può essere chiesto da più di 1/5 dei parlamentari, o da 5 consigli regionali o da 500 mila elettori) non passi (non occorre il quorum in questo caso il quorum).
Questa è la strategia che intende perseguire ed è per questo che suona ancora più forte la grancassa quasi a voler prefigurare una maggioranza elettorale che non è mai esistita; di questo tutti gli italiani che votano devono essere coscenti e ben consapevoli.
Intendo dire che cambiare amministrazioni regionali per esempio è del tutto legittimo (è nei giochi dell'alternanza), ma bisogna tener bene in considerazione gli effetti che vanno oltre a questo cambiamento; si innescherebbe una reazione a catena e questa trama che sta tessendo il premier potrebbe attivare risultati devastanti sul piano democratico.
La Costituzione è la legge fondamentale dello stato e le sue modifiche devono essere dettate da reali necessità migliorative per la comunità nazionale per cui volendo - ed occorre dimostrarne e spiegarne la necessità in modo ampio e chiaro, non a slogan da stadio - trasformare la nostra repubblica in presidenziale oppure in premierato, è evidente che la struttura di pesi e contrappesi che evitano le prevaricazioni istituzionali (e quindi democratiche) vadano anch'esse verificate e riviste.
Non penso proprio che questo aspetto venga tenuto in debita considerazione in questo programma perchè i fatti dimostrano che i lacci e lacciuoli non piacciono e non sono mai piaciuti al premier che vede qualsiasi forma di controllo o qualsiasi valutazione critica come n attentato alla "volontà popolare" (se il sostegno popolare è così ampio di che si preoccupa ?).
Se la logica dei pesi/contrappesi viene disattesa ecco che si innescano le derive populiste e antidemocratiche delle quali TUTTI gli italiani devono rendersi conto ed assumersene le responsabilità (purtroppo già un'altra volta è successo il contrario).
I cambiamenti fondamentali vanno fatti sempre per benino facendo attenzione non all'0ggi, al contigente, ma anche in prospettiva.
Libertà, uguaglianza e fraternità sono le parole simbolo della rivoluzione francese e della repubblica francese; in Italia - mutuando il pensiero di Eugenio Scalfari nel sue editoriale odierno - occorre riaffermare Libertà, Eguaglianza e Solidarità, principi che devono vivere indissolubili perchè l'assenza di uno di essi o il poco peso specifico portano a derive assai preoccupanti.
A presto

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