domenica, giugno 14, 2009

AZIENDA ITALIA

Con le affermazioni di ieri a Confindustria, il Premier Berlusconi finalmente dice chiaramente qual'è il suo modus operandi in politica e qual'è anche il suo modello di riferimento.
Sostiene infatti che l'Italia debba essere "governata" come una grande azienda per ottenere ridultati apprezzabili e soprattutto gli obiettivi che si è dato da quando è sceso in campo.
Da qui ne discende che quando emerge una opposizione al suo operato, che sia efficace o meno, egli può tranquillamente affermare che si è in presenza di un fenomeno eversivo.
Non ci siamo proprio !
Una cosa è gestire la cosa pubblica in modo efficente ed efficace, managerialmente insomma, una cosa è pensare chel'organizzazione amministrativa di uno stato per esserlo debba essere mutuata dalle regole che gov ernano le imprese.
Infatti in qualsiasi impresa che sia una public company o una piccola azienda i principi democratici, giustamente, non esistono; democratici nel senso che nel suo divenire non si ricerca mai il consenso, bensì la condivisione degli obiettivi da cui discende la premialità più o meno accentuata ed anche, in casi esremi, l'esclusione dal fattore produttivo.
In una impresa quindi non si fanno asseblee con mozioni e contromozioni, ricerca di alleanze, liste, votazioni ecc (questo riguarda caso mai i criteri di rapprtesentanza dei sindacati ), ma l'imprenditore o il management studiano i programmi di sviluppo, coinvolgono le maestranze (le quali possono anche apportare idee migliorative), inseriscono un sistema più o meno premiante e poi si passa all'opera, ma non si rimette certamente in discussione ogni giorno quello che si è programmato.
In sostanza l'imprenditore espone il suo programma alle maestranze, lo spiega per bene, potrà anche accogliere o meno loro contributi, ma alla fine si parte e si fa come lui dice; a risultati ottenuti ci saranno pure premi se previsti in modo più o meno sistematico, ma per chi avrà tirato indietro o si sarà messo di traverso i potranno presentare momenti assai critici.
Nel nostro caso il Premier usa a seconda delle sue convenienze politiche sia la leva del consenso
che quella della condivisione:
con il consenso intende giocare ogni volta che opera il peso della sua maggioranza secondo il ben noto assioma che siccome è il più votato, automaticamente, quel che dice o fa è giusto e approvato appunto dal popolo che lui rappresenta.
La leva della condivisione la usa invece sia in ambito esecutivo che legislativo, ma cade su un principio ovvero quello fondamentale attribuito all'opposizione che è quello di controllo e stimolo, che invece non esistono assolutamente in nessuna azienda.
Da qui emerge il fastidio per le posizioni assunte dall'opposizione in qualsiasi forma e modo, attribuendole poi iniziative recondite che non esistono.
Attribuire a progetti eversivi lo scopo di stravolgere la volontà del popolo è una enorme baggianata infatti.
Innanzitutto è bene precisare che l'elettorato ha votato una coalizione dove si è inicato un rappresentante per la presidenza del consiglio in caso di vittoria; la riprova è che se il nuovo Premier fosse destinato ad altro incarico come la Presidenza della Repubblica, la legislatura resterebbe in piedi e la coalizione vincente, se crede, nomina un nuovo Premier (Berlusconi confonde il leader con il premier).
I fatti Mills, Noemi, Veline e aerei di stato sono fatti che non ha confezionato l'opposizione, ma sono eventi riscontrati con obiettività da più soggetti (anche la moglie del Premier) e su questo tanti hanno voluto chieder conto.
Se poi questo è stato giudicato con indifferenza, questo rientra nella sfera delle valutazioni individuali di tutti, ma da qui a dire che vi era un progetto - addirittura internazionale -per disarcionarlo, mi pare riconoscere poteri agli avversari talmente grandi che sul piano elettorale l'opposizione dovrebbeavere risultati fantasmagorici.
Questo invece è il pericolo invece: voler trattare l'Italia come una azienda significa in questo caso attuare un progetto eversivo sotteraneo, dove il dissenso non può esistere, dove qualsiasi cosa che non sia in funzione degli obiettivi dati, va eliminata, nonostante la larga maggioranza di cui questo governo gode.

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