venerdì, maggio 15, 2009

BERLUSCONI: CHI NON E' CON ME, E' CONTRO DI ME !

Va dato atto al Premier Berlusconi che con la sua discesa in campo ha cambiato molto il modo di far politica proponendo un modello che - miscelando il pubblico al privato - risulta decisamente innovativo, un po come accade nella vicina Francia e Regno Unito e come avviene da molti decenni negli Stati Uniti .
A questo va aggiunto anche il criterio di scelta di molti politici - uomini e donne - in modo parecchio verticistico , poggiato su criteri nuovi per cercare di svecchiare il ceto stesso.
In questo caso non si sceglierebbero più - tranne rari casi - gli esponenti che emergerebbero da una competizione interna del partito, ma secondo un nuovo criterio di scelta che si sostanzia in una selezione da parte di pochi.
Nel centro destra per la verità, in partiti come AN e Lega, i criteri sono strutturati ancora come un tempo, dove i politici cominciano dal basso e via via, in modo più o meno veloce giungono ad incarichi di sempre maggior responsabilità, ma in Fi ed ora nel Pdl questi criteri scompariranno quasi del tutto ed il modello sperimentato nei primi 15 anni, migrerà in modo generalizzato.
In molti altri partiti invece il ringiovanimento della classe politica prosegue migliorando i sprocessi storici, ma non si può dire che il vantaggio di cui gode l'attuale maggioranza dipenda da questo; caso mai la maggioranza di governo è favorita dal fatto che il mix di privato e pubblico che riguarda il leader (e non solo) propinato costituisce un grosso fattore di attrazione.
Ma tornando alle scelte dei candidati politici il pericolo reale è costituito dal fatto che se i prescelti non hanno doti personali altamente qualificate, vi è il rischio di avere per le mani delle semplici pedine, facilmente manovrabili in una struttura vetticistica e personalistica.
Se questo modello viene poi applicato a livello di maggioranza parlamentare ecco che la cosa si comincia a fare molto più delicata ed il fatto stesso che si sia cominciato a parlare qualche settimana fa, nell'ambito dei cambiamenti da attuare sui regolamenti parlamentari, di una ipotesi di concentrazione delle decisioni e del voto da assegnare ai singoli capigruppo, ecco che viene subito il sospetto che il cambiamento del modello di selezione varato in questi anni da Fi e dal Pdl, abbia essenzialmente lo scopo di concentrare potere, non di favorire una nuova e più giovane classe dirigente.
Ritornando al primo tema, cioè quello di impostare una azione politica che miscela il pubblico al privato, ecco che questa scelta lascia intendere che da un lato il politico mette in vetrina la sua azione e i suoi fatti privati, ma contemporaneamente è implicito pensare che i sistemi di valutazione, analisi, critica e apprezzamento riguardano uno spettro ben più ampio che porta con se vantaggi e svantaggi.
Di questo il Premier ne è profondamente convinto e su questo ha poggiato la sua azione politica e personale; oggi però - sapendo anche degli svantaggi - non può sbandierare il peso della sua maggioranza, le percentuali di popolarità per affermare che ciò che dice o fa è -automaticamente- giusto e pertanto deve essere privo di qualsiasi attacco, giudizio, o controdeduzione.
In questi giorni i suoi fatti personali - proprio perchè lui stesso non li ha mai voluti separare - sono assurti agli interessi della cronaca e su questo un po tutti ci hanno messo il naso, sia la moglie, che la stampa e le tv (anche quelle di proprietà), per cui ribattere non spiegando e chiarendo, ma attaccando e soprattutto offendendo, ecco che emerge una sua grande contraddizione.
Come dire: di me stesso parlo come e quando voglio, ma guai a chi si permettere di chiedermi alcunchè o, peggio ancora, pensi di potermi giudicare o interrogare.
Il fatto che si goda di maggioranza rappresentativa o di alta popolarità non può nè deve escludere che vi possa essere dissenso o necessità di chiarimenti e precisazioni.
Altrimenti verrebbe il sospetto immediatamente che questa nuova regola si colleghi alle novità che si vorrebbero introdurre nei criteri di espressioni di volontà - politica - dove pochi o uno solo alla fine decide per tutti: per la propria parte politica e per l'opposizione !
Non ci siamo: il Premier ha il diritto ed il dovere di assumersi le proprie responsabilità - ogni giorno - come gli altri, anche i suoi alleati, hanno il diritto e dovere di contribuire, criticare, migliorare ed assumersi le loro responsabilità perchè sulla libertà di pensiero e di espressione non esiste delega alcuna !
Se poi queste irritazioni dovessero dipendere dl fatto che si è scelto di esporsi troppo per aver consenso ed ora arriva l'onda di ritorno (chi troppo promette e non mantiene, poi ha un conto più salato da pagare), ebbene forse sarà il caso - anzichè attaccare in modo sconsiderato e poco appropriato per un Premier - riconsiderare magari i propri atteggiamenti e comportamenti!

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