venerdì, dicembre 05, 2014

RIGORE NELLA POLITICA !

Gli ultimi governi succedutisi alla guda pel paese si sono occupati e sono rudemente stati sollecitati a farlo, delle politiche di rigore, ma in realtà se non avviene in modo concomitante il rigore nella politica tutti gli sforzi saranno vani.
Infatti lo scandalo scoppiato in questi giorni a Roma sempra risultare ancora più eclatante di quello di "mani pulite" avvenuto nei primi anni '90, come nulla fosse accaduto quindi.
Si rende ancora più calzante la battuta che girava allora a Milano: il malaffare non è sparito, ma è ben vivo, soltanto che costa molto di più !
E infatti di scandali successivi ne abbiamo visti parecchi, sino ad arrivare all'ultimo sperando non sia l'ennesimo.
Questo spiega innanzitutto, a pensarci bene, del come l'Italia riesca a stare a galla, nonostante i suoi conti deficitari e le politiche di rigore che non ci fanno risalire la china.
Il malaffare produce ed ha prodotto, non solo a Roma,  costantemente una tale montagna di denaro che questo, anche per gli ignari semplici evasori, costituisce  il carburante per il sostentamento di tante attività legali ancorchè elusive ed evasive.
In sostanza, citando il solo ultimo caso di Roma, la cupola mafiosa ha prodotto tali e tante risorse che proprio perchè non dichiarabili, si sono sparse in mille rivoli alimentando l'economia sommersa, distante magari chilimetri dal punto dove si sono creati i reati principali.
Gli italiani che non son toccati nemmeno di striscio nè inconsapevolmente da questa dannata ricchezza si trovano invece a lottare contro la crisi economica e a reclamare e protestare per veder riconosciuti i propri diritti.
E nel contempo quando si tratta di sintetizzare con il voto le proprie giuste aspettative o lo si fa dando preferenza a novelli o vecchi tribuni oppure molto più semplicemente ci si rifiuta di votare, frammischiando responsabilità e scelte politiche con attività di corruttela, in un groviglio quindi inestricabile da parte poi di chi si trova a governare.
E' a questo punto più che evidente che la Politica deve ritrovare al suo interno la moralità pubblica, il rigore calvinista (anche per gli atei) che spezzi rapporti poco chiari che rischiano di scivolare nella collusione.
Rigore è il concetto che va perseguito senza tregua, perchè il malaffare, lo dimostrano i fatti, trova opportunità anche nelle situazioni più critiche e drammatiche, alla stessa stregua dello scassintore che si aggiorna immediatamente alla uscita di una nuova serratura!
L'abbiamo sentito per il terremoto dell' Aquila e lo riscontriamo ora con la gestione dei profughi migranti da parte delle cooperative che si fregiano di appartenere alla gloriosa Unione delle Coop. Rosse.
Persino nella gestione delle manifestazioni politiche come le "primarie" dove talora non sorgono comitati di sostegno per un candidato perchè lo si ritiene il più valido a sostenere programmi politiche di progresso, ma si preferisce magari quello più fragile ritenendolo più manovrabile e gestibile per proseguire il malaffare, fascendocelo apparire magari come incapace ed inetto.
Oppure per generare un rappresentante di interessi particolari, che non sono altro che privilegi mascherati e non difese di interessi di categoria o di territorio.
E' un meccanismo mafioso, proprio perchè la mafia ed similia nei momenti elettorali non predilige solo e sempre una parte o partito politico, ma la cambia a seconda delle sue convenienze, per poi mollarla alla prima contrarietà o ricorrendo a sistemi violenti .
E evidente a questo punto che il rigore va reimpiantato dalle fondamenta utilizzando tutte quelle risorse sane, che pure esistono e son le più, per far piazza pulita ed attuando una analisi rigorosa e preventiva perchè la gestione politica della res pubblica in tutte le sue forme non può attendere che eventuali giudizi vengano espressi dalla Magistratura.
Nella stessa PA vanno ripensate e rifondate le sue regole di funzionamento perchè la separazione dei ruoli non è più garanzia di buon funzionamento tant'è che ci lamentiamo da una vita che questa spesso produce cattiva burocrazia; ed ora produce ben di peggio.
Nella PA troppo spesso ci sono responsabili ed irresponsabili, mentre invece ognuno, piccolo o grande sia il suo ruolo, deve essere responsabile del suo lavoro nei confronti della colletività.
In fabbrica e nelle aziende c'è il padrone ovvero l'imprenditore ed il cliente e nella PA il "padrone" e al tempo stesso cliente è il cittadino italiano.
Può sembrare una grossa forzatura, ma quando sentiamo che il responsabile del verde pubblico di Roma era a busta paga della mafia capitolina è evidente che i cittadini e i collaboratori insoddisfatti dei risultati hanno ben poco da reclamare, in una situazione in cui conta la busta e non certo fare presto e bene il proprio dovere.
E' del tutto evidente anche che se un dirigente infedele (spesso pagato molto di più del Sindaco o del PdR) pensa a far denaro, il lassismo impera nell'intera struttura, sia essa un ufficio, una divisione o una municipalizzata. 
La bustarella insomma non si limita a far prediligere l'uno anzichè l'altro, ma ad impiantare un malcostume che produce poco o nulla.
Il politico che l'ha poi scelto, se non colluso, deve pagare politicamente e senza indugi il suo errore come avviene in qualsiasi posto di lavoro (persino nel calcio se la squadra non gira il primo che salta è l'allenatore!) 
E questo si può estendere a qualsiasi settore della amministrazione comunale romana visto che questa mafia ha assoldato fior di politici, ma anche dirigenti e responsabili della Amministrazione, comprese le grandi partecipate.
Infatti, fino alla prova del contrario, l'unica che funziona efficacemente  l'Acea perchè è società quotata!
Gli attuali fatti ci fanno pensare che l'attuale aministrazione Marino, data per inetta sino all'altro ieri (ma non sappiamo quale sarà il suo futuro), in realtà sia stata accerchiata e resa innocua, anestetizzata dalla mafia locale; ovvero il giochetto non sia riuscito e quale pertugio per scoperchiare questa pentola l'abbia invece trovata, con l'aiuto della Magistratura locale di recente rinnovata.
E questo spiega perchè al Sindaco Marino sia stata appioppata immediatamente la scorta !
La situazione è veramente drammatica perchè il malaffare ed anche il mal governo ha deteriorato il tessuto sociale sino al limite, tant'è che oggi appaiono spiegabili ampiamente i comportamenti di ribellioni di tanti romani che hanno trovato al fine in queste reazioni il modo per segnalare che le cose così non vanno.
La sommossa contro i migranti profughi guarda caso non è contro di loro in realtà, ma contro chi gestiva questi centri (ed il politico /dirigente collegato)oggi trovati con le mani nel sacco.
Lo stesso vale con il popolo Rom, che ancorchè cresciuto, è radicato a Roma dagli anni ' 50, dove i centri dati in gestione a coop rivelatesi colluse spiegano il degrado in cui si trovano e spiegano le reazioni dei romani, popolo certamente caciarone, ma del tutto non violento ed accogliente.
Per parte sua certi partiti politici cavalcano queste situazioni critiche per raccattar consensi, invece di cercare le vere ragioni e le soluzioni accettabili.
Matteo Salvini bercia contro rom e migranti per mandarli a casa loro, ma si è ben guardato di verificare le cause vere del disagio denunciando e cercando valide soluzioni.
In sostanza: dice "chiudiamo i campi", non accorgendosi che pur chiudendoli il malaffare non muore ma si trasferisce in altri lidi.
Altro evento riguarda l'occupazione degli appartamenti sfitti da una vita (a cui aggiungo la mafia delle occupazioni di quelli già occupati) di proprieta pubblica, vuoti, ma fuori norma o e quindi non riaffittabili; comunque gli occupanti son talmente certi della impunibilità, che in molti casi addirittura se li risistemano a spese loro.
Il che significa che l'andazzo viene da lontano se solo si pensano ad interi fabbricati finiti da anni ma sfitti perchè gli oneri di urbanizzazione sono stati distolti e non utlilizzati per il funzionamento delle abitazioni (rete fognaria, vie, ecc).
Non parliamo poi di altri eventi emersi nello scandalo, anche se non direttamente collegabili (per ora forse) come la gestione delle licenze commerciali degli ambulanti concentratesi nelle mani di pochi gruppi familiari romani, senza che l'ufficio comunale preposto abbia nulla da ridire.
Dico questo non certo perchè son contro ai tanti asiatici che li gestiscono, ma perchè alimentano un giro d'affari sconosciuto al fisco che contribuisce ad alimentare la disgregazione economica del nostro paese.
Ora per primo il PD ha preso l'iniziativa intervenendo sulla sua struttura territoriale commissariata ed il Presidente Matteo Orfini ha una bella gatta da pelare perchè ricostruire dalla fondamenta la struttura politica non è cosa da poco, per la sua ampiezza, per la vicinanza con i poteri centrali.
Occorrerà appunto rigore, decisione e capacità di trovare sostegni politici chiari nella struttura del partito che certasmente ha uomini validi e specchiati.
Da qui potrà nascere un nuovo modello che porti una buona volta alla rifondazione non già e soltanto del partito, ma, per riverbero,  anche per la classe politica tutta, utilizzando tutte quelle forze tecniche costituite da strutture come quella condotta dal Presidente Cantone.
Naturalmente il compito sarà ancora più faticoso in presenza di attacchi esclusivamente o quasi contro il PD anche da parte di facce toste che stranamente hanno ripreso la parola come l'ex senatore Berlusconi che - come fresco giglio bianco - chiede a gra voce pulizia, partendo dall'azzeramento della Ammistrazione Marino a dimostrazione che il cannibalismo stenta o non vuol comprendere che la rifondazione della Politica e del rigore è opera ben più profonda di una semplice anticipazione elettorale. 

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