mercoledì, novembre 27, 2013

BERLUSCONI: SI E' AUTO AFFONDATO !

Con il voto del Senato che decreta la sua decadenza a norma di legge,Silvio  Berlusconi è irrimediabilmente fuori dal Parlamento italiano nel quale è entrato con le elezioni del 1994.
Politicamente, penso, rimarrà sulla scena politica italiana conducendo una nuova Forza Italia, ma il suo peso è destinato ad appassirsi, soprattutto se non punterà alla creazione di un quadro dirigente credibile ed una struttura del "movimento" duratura, che si riproponga come forza politica che offra un progetto di governo credibile.
Da questa "ripartenza" par di capire invece che voglia invece, per protestare sulla sua decadenza, innescare la già rivista tattica del creare enormi polveroni, resuscitando i comunisti pressochè spariti da oltre 20 anni, ovvero creando nuovi diavoli fra i politici in servizio e quelli in crescita.
Nell'incidende giudiziario occorso a Berlusconi i voti conseguiti in passato non possono contar nulla, perchè la sovranità popolare determina gli eletti, ma non li può certamente mettere al riparo, quasi vosse un salvacondotto, dalle problematiche giuriche che dovessero insorgere, come non può essere salvaguardato dalla vita che scorre inesorabile, o dagli accidenti di salute.
E' poi ora di finirla con questo mantra dei milioni di voti ottenuti personalmente (pari ai voti ottenuti dal suo partito), quando in lista bloccata si è presentato primo in lista in tutte le circostrizioni elettorali, prima per la Camera dei Deputati e poi per il Senato.
Se si chiede inoltre rispetto per i milioni di voti raccolti dal Cdx occorre allo stesso tempo avere altrettanto rispetto per chi si è espresso votando gli altri chieramenti ed aggiungendo pure il partito consistente degli astenuti o non votanti.
Quel che comunque Berlusconi non vuol accettare è il fatto di essere un uomo come tutti gli altri, un uomo che se sbaglia e per questo viene condannato, deve accettare la sentenza, con grande amarezza certamente, ma deve saperla accettare, senza ricorrere a mille sotterfugi e a piagnistei.
Peraltro, anche se non lo vuol nè lo può ammettere, sa perfettamente ciò che ha combinato nella sua vita e sul piano giuridico ne ha combinate di ogni colore sin dallo scandalo di "mani pulite" dal quale usci indenne, non per assoluzione, ma per decorrenza dei termini, insieme all'affaire Mondadori dove l'aspetto penale fu schivato, ma non quello civile giunto a conclusione quest'anno.
La tecnica usata nelle sue politiche d'affari di sempre - anche quando è assunto ad incarichi di Governo primari - è stata senz'altro la spregiudicatezza, ma poi in caso di incriminazione la sua tecnica dilatoria ha fatto in parte premio, per raggiungere le agognate prescrizioni.
E si badi bene che l'utilizzo della levadelle ad personam non hanno favorito solo lui, ma su certi temi - come il falso in bilancio - hanno offerto salvacondotti a molti, alimentando conseguentemente l'aumento dell'evasione fiscale (che a suo dire oltre certi livelli è accettabile) che poggia appunto sui regolamenti in nero.
A tirarla in la però si pone sempre un rischio: che i nodi vengano al pettine, ed oggi, dopo la sentenza d'agosto, gli effetti sul suo peso politico vengono liquefatti, dopo quasi quattro mesi di dibattito parlamentare.
Non sono servite nemmeno le minaccie, gli anatemi fatti pure ai Senatori della Repubblica, nè l'agitazione di piazza organizzata e nemmeno le accuse di presunti golpe.
Ne è servito nemmeno qualche inconsapevole " aiutino" da parte di chi proponeva di attendere sia la sentenza di Cassazione (il ricorso non mi risulta sia ancora stato presentato) per l'interdizione  ai pubblici uffici, sia il parere della Consulta sulla applicabilità della Legge Severino (anche qui non mi risula che nessua vi abbia fatto ricorso), per far decidere al altri - e non al Senato - la sua decadenza e non contribuire quindi a creare un martire.
Sul questo ultimo aspetto rammento a questi senaori "misericordiosi" che è una vita che Berlsconi fa il marrtire e tutto questo battage da film kolossal, l'ha sempre usato e lo avrebbe usato anche in futuro.
Per di più ha tentato di incrociare le sue vicende giudiziarie il cui decorso procede comunque inesorabile, con le sorti politiche dell'Italia, con la stabilità del Governo che volta volta conduceva, sino a quest'ultimo condotto da Enrico Letta sostenuto anche dal suo partito, quasi a chiedere l'assoluzione parlamentare per permettere l'esistenza in vita del Governo stesso.
Degli effetti di una caduta del Governo e dei riflessi sull'Italia non ha dato - pur riempendosi la bocca di Democrazia - alcun segno di preoccupazione. 
Nonostanto questo l'epilogo, laborioso e complicato oltre ogni limite, è giunto alla fine della sua esperienza parlamentare ed obiettivamente alle sue spalle ha lasciato un terreno di battaglia sconvolto anche da recenti scissioni che intendono scindere la vita del governo in carica, da quella, politica, di questo ex premier.
Sulle sentenze non vedo nulla da aggiungere, perchè la Magistratura è autonoma e le sue decisioni vanno rispettate sempre e comunque; peraltro non ho mai sentito un condannato applaudire per le pene infertegli  e molto spesso nessuno a nulla dire sulle vittime.
Quel che più mi preme evidenziare è il giudizio politico su questo uomo, nonostante i risultati elettorali conseguiti in questi 20 anni.
E' entrato nella scena politica come l'uomo nuovo, ma si è comportato sempre come un politicante di lungo corso intrecciando le sue promesse, le sue affabulazioni verso eletti e elettori con i suoi affari, con i suoi misfatti talvolta perseguiti e puniti.
Resta comunque il fatto che quel che si è ripromesso di fare, non l'ha fatto, nemmeno quando le sue maggiranze poggiavano su solide basi elettorali, su solide maggianze.
Nel 1994 checchè se ne dica ora - è bene ricordarselo e ricordarlo a tutti (anche ai suoi ostinati elettori) - il suo Governo è caduto per divegenze politiche nella sua maggioranza tanto che la Lega ritirò il suo appoggio e passò all'opposizione favorendo la nascita dl Governi Dini nel gennaio 1995.
L'avviso di garanzia (da parte di "certa Magistratura") avvenuto nel settembre 1994 non è quindi la causa della sua caduta, ma lo è la sua politica non condivisa dalla sua maggioranza.
Peraltro le divergenze politiche delle sue maggioranze parlamentari sono esistite eccome, ma molto spesso tacitate con concessioni che potevano servire a qualche partito del Cdx a piantare la classica bandierina per il proprio elettorato di riferimento; penso alla Lega, negli anni successivi, che ha chiesto ed ottenuto il federalismo fiscale fallendo clamarosamente l'obbiettivo visto che la spesa di Regioni, Provincie e Comuni è aumentana non certo diminuita.
Nel 1996 venne poi la Legislatura con il Governo dell' Ulivo dove il Csx, pur confezionando cose egregie come la entrata della lire nell'euro (con i sacrifici degli intaliani e dello Stato che privatizzò importanti imprese di stato) non ebbe sufficiente coesione e lungimiranza politica per porre basi solide per una vera politica riformista.
Il debito dello Stato fu abbattuto con l'introito di una montagna di denaro, ma le diatribe interne impedirono di trovar sistemi adeguati affinchè le cause che l'aveano prodotto fossero eliminate, tanto che il primo Governo Prodi fu affondato dall'alleato Rifondazione Comunista, e i successivi Governi , D'Alema e Amato, non furono in grado di proseguire il lavoro intrapreso da Prodi, non dando quindi alcuna prospettiva credibile di poterlo fare nella legislatura successiva.
Gli errori non si contano, compreso quello della mancata formulazione di una Legge su cosiddetto conflitto d'interesse, legge formulata poi dal successivo Governo Berlusconi, risultato un bel vestitino su misura e inefficace; Legge peraltro che le striminzite maggioranze successive del Csx non  hanno permesso di riprendere e rendere efficace.
Altra lettura di quanto ha prodotto la sconfitta nella XIV Legislatura del Csx (oltre al minor appeal dei nuovi leaders) potrebbe essere questa: il Csx -  con il rigore e i sacrifici (che in parte ha poi rimborsato, ma di questo nessun si ricorda) - aveva tirato fuori l'Italia dalle peste, facendo confluire la Lira nell' Euro (e questo lo devono saper tutti significava:  cambi stabili, tassi bassi e flessibilità contrattuale nel lavoro, mix ottimale per una crescita della nostra economia efficente e qualitativa), ma ora che si apriva un futuro radioso faceva giusto al caso la politica mirabilante prospettata dalla coalizione di Cdx cappeggiata da Berlusconi.
Stava per arrivare inomma il tempo delle vacche grasse e Berlusconi faceva giusto al caso.
Nel 2001, nel nuovo secolo avviato, vince quindi il Cdx con Fi: cappeggiata dall'uomo della provvidenza Berlusconi, l'uomo del contratto con gli italiani, ma anche l'uomo, con il suo entourage addomesticato, del tutto impreparato alle novità del nuovo secolo, le cui avvisaglie già erano emerse con lo scoppio della bolla speculativa della "new economy" l'anno precedente; ma già questo diceva (per la prima volta)è un fenomeno che non ci riguarda per cui può esser messo pure da parte.
L'incapacità a navigare nella nuova moneta lo vediamo subito: anzichè pensare a porre sotto monitor la conversione dei prezzi al consumo perchè queste cose un vero liberista non le fà, subito sfodera la solita tecnica di accusar il prossimo sostenendo che il cambio di conversione Lira-Euro era stato svenduto da Ciampi e Prodi, contavvenendo invece alle più semplici regole di aritmetica di base (questo mantra è uscito poi tante volte, quasi a comando, anche in questi ultimi giorni).
Ma già, l'uomo ha il coraggio e la sfrontatezza, lo si vedrà in questa legislatura quando si farà confezionare delle leggi ad personam, ma il coraggio di porre un controllo ai nuovi prezzi in euro, non ce l'ha poichè preferisce blandire il suo elettorato che porgli delle regole lungimiranti e utili a tutta la comunità.
Qualcuno in questi giorni l'ha paragonato a John F. Kennedy, ma replico che JFK nel 1963 ebbe il coraggio di bloccare l'aumento igiustificato del prezzo dell'acciaio perchè questo avrebbe inguaiato l'equilibrio della intera economia americana, mentre il nostro uomo non ha avuto il coraggio di bloccare la regola "di 1000 lire uguale 1 euro" per non creare scontenti, approfittando del fatto i consumatori non avrebbero protestato più di tanto visto che l'inflazione rimaneva pressochè strisciante e i tassi erano bassi (una rata mensile di mutuo "prima casa"costava meno di un affitto).
Peraltro con un debito dello Stato intorno ai 1600 mdl di euro e la formidabile formula di "cambi stabili,tassi bassi e contratti flessibili" anzichè spingere  su una crescita di ricchezza consistente e duratura puntando e pretendendo più efficenza  della impresa manifatturiera e su un limpido contributo e collaborazione da parte della Triplice Sindacale, ha preferito continuare ad ammannire chi già aveva ottime possibilità di crescita, offrendo condoni di vario tipo, defiscalizazzioni sugli utili reinvestiti (quasi sempre in opifici industriali ancora oggi spesso vuoti)e cercando di proporre l'abilizione dell' art 18 dello legge 300/70.
Ha acconsentito in sostanza alla più gande redistribuzione strisciante di ricchezza; inoltre sul fronte sindacale ha puntato deciso allo sfascio ammannendo i due sindacati più soft (che hanno creduto purtroppo al nulla) anzichè favorire un nuovo tipo di relazioni sindacali (ben sperimentate nella Germania di Brandt e successori) ed oggi che la situazione è da tempo crita ci troviamo sempre più con le mutande in mano.
In quel periodo anzichè puntare sulle potenzialità dell' Italia era ben più semplice usare la "pubblicità comparativa" sostenendo che l'Italia non era nè la Germania nè la Francia sotto infrazione per avero superato il rapporto deficit/pil; per di più minimizzando sul  fatto - a metà legislatura - che il Pil per alcuni trimestri rimase piatto.
Ce lo ricordiamo o no che il nostro uomo in quel periodo spiegava questo fatto come un  fenomeno congiunturale, temporaneo, mentre l'opposizioni lo metteva in guardia sostendo che il fenomeno era strutturale ed abbisognava di ricette ben diverse?
Ma si sa l'opposizione in quanto minoranza ha sempre torto ed era preferibile cavalcare l'onda così com'era piuttosto inventarsi politiche di solido e credibile sviluppo.
Al di la degli "incidenti" in coalizione o tra gli uomini di Governo del Cdx, l'elettorato ha ben capito che quella legislatura aveva prodotto solo fumo, anzi aveva cominciato a bruciar l'arrosto; si preannuncia una sconfitta con un avvicendamento con il Csx ed ecco che rispunta il politicante, il commerciante, il piazzista e viene confezionata l'ennesima polpetta avvelenata: il Porcellum che ha il compito di contenere la vittoria dell'altro schieramento.
Carta giocata ottimamente perchè accontenta i partiti alleati più piccoli che puntano alla rappresentanza territoriale (Lega) e ad una sorta di rappresentanza proporzionale (Udc); carta studiata bene perchè poggia sulla diversità di calcolo per l'assegnazione del premio di maggioranza, soprattutto al Senato, ben sapendo che il mix costituito dal premio calcolato su base regionale, con il fatto che le regioni più abitate (quindi con più elettori ed eletti) sono saldamente in mano al Cdx non consentiranno mai vittorie nette al Cdx (se non riuscirà a vince in queste roccaforti).
Nel 2006 Prodi con L'Unione vince infatti di stretta misura le elezioni, ma la fragilità sta sia nella moltitudine di anime che conpongono la coalizione sia nella fragilità - grazie al Porcellum - della maggioranza conseguita al Senato; fragilità che verrà acuita da quella che risulterebbe una campagna acquisti sin dai primi giorni di legislatura; la fantasia applicata alla politica insomma!
Le più grandi intenzioni di buona volontà si squagliano come neve al sole: non c'è solida maggioranza (ed anche adeguata convergenza) per una nuova legge elettorale nè per una nuova legge sul conflitto di interessi; la situazione economica continua a deteriorarsi (il debito dello Stato è salito a oltre 1800 mld di euro) per le gravi omissioni del mandato precedente e dopo tanta fatica, bastò uno stormir di fronde per giungere alla chiusura anticipata della XIV legislatura.
Bastarono infatti le prime avvisaglie di insofferenze degli uomini rappresentati da Dini sulla Legge Finanziaria e un avviso di garanzia alla moglie di Mastella perchè questi ritirassero la fiducia al governo Prodi.
Nel 2008 rivince Berlusconi, con la promessa della eliminazione dell' Ici (peraltro già ridimensionata da Prodi a partire dallo stesso anno), mentre il Csx si presenta con una sola alleanza Pd-Idv e l'intenzione di proseguire il progetto ideato sin dalla nascita del Pd nel 2007: costruire una alleanza aggregante elettoralmente per poter competere ad armi pari alla successiva legislatura.
Ma al Governo ritorna la solita solfa: delle famiglie che non arrivano al quarta eppoi alla terza settimana, non si sente più parlare; della crisi finanziaria scoppiata negli Usa a fine 2007 sui fondi subprime e del concomitante (2008) fallimento della Lehman Brothers il nostro uomo al comando fa spallucce.
Sono problemi che non ci toccano perchè, anche diversamente da altre grandi banche europee, le nostre (come se ad esempio Unicredit fosse una cassa rurale di quartiere) hanno strutture un pò antiche e quindi non avrebbero avuto operazioni risciose e fantasione che le potrebbero indebolire.
Berlusconi quindi quasi irrideva i partener europei i quali si preoccupavano di metter mano alla cassa per attuare politiche di sostegno e si limitava con la legge di stabilità alla solita manovrina finanziaria che era meno di un quarto di quella tedesca (circa 20 mld contro gli 80).
Nascondeva poi a se stesso e agli italiani creduloni una semplice regola che si impara  a scuola superiore: ad una crisi finanziaria fa sempre seguito una crisi economica e in un Mercato globalizzato l'effetto domino è la regola; per cui potrai anche essere perfettamente in equilibrio (con un debito pari al pil !), ma se le economie che importano dall'Italia (secondo esportatore europeo) cominciano a vacillare, lo capisce anche un ciuco che le tue produzioni qualche problemuccio lo potrebbero avere.
Invece lui tranquillizzava tutti chiedendo agli italiani di aver fiducia, visto che vedeva i ristoranti e gli aerei sempre pieni (infatti è per questo che ha insistito per vendere Alitalia, ma farla restare italiana, cercando impenditori nostrani ed offrendo un  bello sconto abbuonando debiti e accollandosi migliaia di dipendenti in pre pensionamento lungo di 7 anni).
In men che non si dica i fatti politici ed economici (oltre a quelli giudiziari )susseguitisi incessantemente sono sotto gli occhi di tutti: mi riferisco alla caduta del Governo Berlusconi (durante l'estate 2011 avrebbe pure ipotizzato con la Ue l'uscita dall'euro  prima di firmare patti scellerati)sostituito da quello Monti nel 2011 e alle elezioni del 2013 che ci hanno portato per il loro risultato di stallo, e per l'insipienza politica di più d'un soggetto eletto,   alle "larghe intese", sino al momento finale dove da un lato si è concretizzata l'uscita di scena palamentare dell'uomo della povvidenza, mentre dall'altra, ancora una volta, per effetto dei veti incrociati che non fanno l'interesse di nessuno stiamo assisendo una una legge di stabilità per il 2014 che sembra più una legge di fragilità.
Certo per un Italia che viene da molto lontano, ci si aspetta che vada altrettanto lontano, ma se non ci diamo tutti una buona regolata, puntando alle buone idee realizzabili e convincenti, togliendoci di dosso questa patina che ossida il nostro funzionamento, richiamo di grosso, su questo otto volante sul quale abbiamo voluto salire.
Certo è, tornando a Berlusconi, che oggi abbiamo assistito al suo affondamento parlamentare e le cause le deve ricercare solo e soltanto nel suo operato di tutti questi anni: attribuire ad altri le proprie responsabilità è un giochino che alla lunga non ha più retto !

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