mercoledì, maggio 29, 2013

NON DORMIAMO SUGLI ALLORI !

Temevo che questa tornata elettorale presentasse al Csx risultati severi ed urticanti ed invece è emerso prepotente il fenomeno crescente dell'astensione, fenomeno comunque preoccupante perchè implica, con la sua volatilità, non l'anti politica bensì, con la sua variabilità, una sostanziale ingovernabilità oltre che una rappresentanza dimezzata.
In sostanta chi ha febbraio ha votato il M5S in buona parte non è tornato sui suoi passi ma se n'è rimasto a casa; il fatto che l'analisi del voto evidenzi percorsi più tortuosi, non sposta di una virgola il risultato elettorale.
Questo comportamento elettorale ha una logica ferrea della quale anche il M5S si deve fare una ragione.
Questo movimento, premiato con un quarto dei voti espressi alle elezioni di febbraio, è rimasto cristallizzato, mummificato, impantanato in discussioni ridicole (gli scontrini su caffè, bevande o ristorante si pagano senza chieder rimborsi), non facendo seguire alla protesta la proposta (evitanto peraltro di sollevare schizzi di fango su tutto il prossimo).
Certamente le amministrative - parziali - non sono le elezioni politiche, ma l'apprezzamento ed il dissenso sui candidati si esprime in entrambi i casi, soprattutto per i partiti e movimenti che sono strutturati.
Nell'elezione di sindaco e consiglieri si valuta ancor di più la credibilità potenziale dei candidati e si valuta con rigore il lavoro svolto da chi si è ricandidato.
Le eccezioni opposte di Siena e Roma non fanno che confermare questa mia regola.
Astensione assai contenuta a Siena e preoccupante a Roma; eppure nella prima ci si sarebbero aspettate risposte drastiche, mentre l'elettorato ha confermato l'impianto politico di fondo proprio perchè si son cambiati i cavalli.
A Roma invece, pur con le sconcerie commesse dalla amministrazione uscente, la proliferazione delle liste e l'astensione hanno attenuato il tonfo del Cdx.
Altrove la regola è stata confermata con un voto punitivo alla Lega che ha forse attenuato il tonfo, nel complesso, con l'invenzione delle liste civiche che hanno scolorato le coalizioni di Cdx.
Ma venendo al Pd (quasi sempre alleato con Sel) sembra quasi che l'elettorato, con il voto espresso, dimostri di credere nella validità del partito, molto di più del ceto dirigente nazionale.
Se ci pensiamo è un bello schiaffone e chi in cuor suo pensa che nonostante tutto l'elettorato segue e "premia".
Ne avrebbe avuto ben ragione di voltargli le spalle dopo la tranata elettorale di febbraio, assolutamente inaspettata da parte degli elettori e dei militanti territoriali; e ancor di più i risultati indecenti di minuetti sopportati dopo l'ultima operazione, sopraffina, di Bersani con la scelta e nomina di  Grasso e Boldrini.
Attenzione però:  questo non significa assolutamente avallare gli errori commessi e le schermaglie dal vertice, nonchè le battaglie di potere più o meno sotterranee viste in Direzione Centrale e nei Guppi Parlamentari.
Non significa nemmeno comprendere ed accettare lo scioglimento della alleanza con Sel, uscita di scena alla prima curva.
Non significa ancor di più digerire il governo di larghe intese resosi necessario - ob torto collo - oltre che per i risultati elettorali di febbraio, anche e soprattutto per l'insipienza nostra e degli alleanti esistenti e potenziali.
Questo significa che le mediazioni che si renderanno per forza necessarie devono essere al rialzo, le migliori possibili che il momento critico di impone;  facendo peraltro pesare che la golden share del Governo ce l'ha il Pd non il Pdl.
Le mediazioni devono riguardare i temi più urgenti per l'Italia (senza subire i giochetti delle tre carte) e vanno affrontate con assoluto realismo e rigore.
Sul'Imu per esempio ne va attenuato il peso, magari con un piano biennale, ma deve essere ben chiaro che non ci possiamo permettere nè di esentare tutti, nè di rimborsare alcunchè; peraltro se si vuole evitare anche l'aumento programmato dell' Iva occorre tener conto che il denaro, le risorse sono come il tempo: limitate per principio.
In termini generali ogni schieramento può aver promesso al elettorato anche la luna nel pozzo, ma non per questo per forza di cose bisogna inventarsi sia luna che il pozzo !
Oppure, sulla legge elettrale, occorre scordarsi - tutti - di pensare ad una formula che possa avvantaggiare alle prossime elezioni uno schieramento piuttosto che l'altro, per ilsemplice fatto che l'elettorato, se non gradisce certe proposte (s'è visto a febbraio, ma anche l'altro giorno), non ha alcuna difficoltà a cambiare o ad astenersi in massa, facendo saltare sutte le suppposizioni fatte !
Abbiamo grande esperienza sulle leggi passate per cui oggi ne va ricercata una, con coraggio, che favorisca le aggregazioni omogenee (se possibile), la possibilità di selezione e la governabilità.
I papocchi di sui si sente parlare in questi giorni son visti come il fumo negli occhi e non è cosentito far finta di nulla, come non sono gradite le proposte di legge subdolamente presentate (magari ritirate velocemente a furor di popolo) che nulla hanno a che vedere con le urgenze che il momento ci impone.
Quel che l'elettorato- tutto - s'aspetta quindi sono iniziative efficaci e sostenibili sul lavoro, sugli investimenti, sulla crescita e sulla riduzione ragionata del peso fiscale.
Il Csx ed il Pd in primis non dorma quindi sugli allori: questo risultato elettorale, anche se dovremo attendere la conferma dei ballottaggi, è un grande segnale di fiducia che non va assolutamente sprecato.
Le percentuali di voto ottenute dal Pd e Csx sono incoraggianti, ma la quota di astensione è preoccupante e allo stesso tempo è una grande sfida e opportunità, perchè questo elettorato, insoddisfatto delle proposte politiche in campo, ritengo non aspetti altro che essere convinto e riconquistato.
Bando quindi ai trionfalismi (emergiamo perchè i nostri competitori perdono vistosamente); bando alle schermaglie utili solo a crear confusione e discredito: vanno individuati i percorsi migliori e poi seguiti collettivamente, ognuno per la sua parte, senza prativcar sbambetti!

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