sabato, gennaio 15, 2011

DISTORSIONI DELLE SCENA POLITICA ITALIANA

Ancora una volta il Premier guadagna la scena su fatti certamente gravi, se dimostrati, per nasconderci i reali e più importanti temi che interessano in realtà gli italiani.
Questo non significa che i fatti non abbiano il loro peso e per questo l'opinione pubblica non si debba indignare e preoccupare, ma è preoccupante che ci si debba distrarre da questi e che soprattutto non se ne traggano le dovute conclusioni.
E' indubbia la sua capacità di utilizzare i suoi punti di debolezza per rilanciarsi sullo scenario politico sfoderando le sue solite argomentazioni - persecuzione politica, magistratura schierata, Consulta addomesticata, comunisti trinariciuti, consenso elettorale che giustifica qualsiasi sua nefandezza - e sostenendo pensieri molto spesso falsi.
Sugli ultimi fatti sapeva sin dal 21 dicembre scorso che era inquisito, ma ha preferito tacere per giocare di rimessa poiché era evidente che se sarebbe uscita la sentenza sfavorevole della Consulta, era obbligo del magistrato avviare il procedimento !
Fra l'altro questa nuova "tegola" dimostra proprio che i fatti a cui si riferisce (preceduti negli anni da molti altri più o meno simili) non possono certo essere i motivi di impegno istituzionale per cui si richiede il legittimo impedimento !
Sta di fatto che comunque quel di cui si parla oggi sono i suoi presunti reati e le sue terrene debolezze, mentre altri fatti come i risultati del Referendum in Fiat vengono letti e visti solo in seconda battuta.
Due quindi gli obbiettivi raggiunti: da un lato farsi passare per una "santamariagoretti" perseguitato dal 1992 (vi assicuro che non ho mai visto le indagini giudiziarie precedere eventuali reati commessi) per nascondere che in realtà è sempre stato un imprenditore discusso e assai disinvolto (come lo è oggi come uomo politico); e dall'altro per non prenere iniziativa (se non con le affermazioni partigiane dei giorni scorsi) su un dramma economico, politico e sociale che si sta consumando in Fiat.
Parlavo di falsità perché nell'ultimo fatto non ci troviamo certo di fronte ad intercettazioni telefoniche "improprie", ma dallo sviluppo delle indagini che riscontrano la presenza della dolce fanciulla - tramite il suo telefonino - a Villa San Martino; le indagini riguardavano quindi Ruby Rubacuori, minorenne al tempo, a seguito di precisa denuncia alla quale la Magistratura non può far spallucce.
Il tema principale invece è il risultato del Referendum in Fiat vinto dal Si per poco (54%) che lascerà tirare un sospiro di sollievo a Sergio Marchionne, ma che non risolverà certo la problematica sottostante, visto che al risultato hanno contribuito i voti degli impiegati non toccati dai turni, straordinari, diritti e pause, ma soltanto (anche se no è poco) dalla possibile perdita di lavoro.
Dicevo nei giorni scorsi su altro articoli che qualsiasi fosse stato il risultato la Fiat aveva già vinto, ma la sua vittoria non convince assolutamente perché non può essere che sia urgente questo accordo per risolvere i problemi di produttività.
Il fattore lavoro è certo importante, ma rappresenta soltanto il 7% dei costi di produzione anche se è una delle leve più importanti per movere il restante 93%!
Fra l'altro questo accordo serve per mettersi in miglior competizione con gli altri produttori europei e nord americani e non si comprende per quale motivo Volkswagen, Renault e Psa abbiamo quegli standard di produttività pur tenendo in debito conto il contributo del principale partner del capitale che è il lavoro.
Evidentemente non è solo il processo che è efficiente, ma lo è ancor di più il prodotto e nel caso di delocalizzazione questa non è una alternativa, ma una scelta industriale precisa per produrre direttamente nei nuovi mercati di riferimento.
Anche per gli operai tedeschi o francesi conta la globalizzazione, ma non sono in situazioni di estremo sacrificio; caso mai, quelli tedeschi in particolare, sono più responsabili perchè maggiormente coinvolti.
Del resto la crisi che ha coinvolto le grandi majors automobilistiche nordamericane è stata causata più da minor produttività causata da carenze di prodotto che di processo; troppi veicoli grandi, costosi e anti economici, certo robusti e con vita assai lunga, ma non in grado di competere con la concorrenza di Toyota, ma anche di VW, BMW, PSA, Renault ed oggi si spera Fiat-Alfa-Lancia.
Temo però che la vittoria di Fiat risulterà un vittoria con poca prospettiva e poco duratura perchè dopo le innovazioni di processo (dovrà anche tener conto del No del 46% dei dipendenti), quelle di prodotto appaiono assai fragili e poco convincenti (motori fabbricati sia per Fiat che per Chrysler da destinare alle fabbriche italiane e nordamericane) perchè non è chiaro quali saranno gli abbiettivi sulla gamma dei modelli offerti al mercato.
Il risultato, temo, è che fra un paio d'anni (come è accaduto tante volte in passato) Fiat dovrà ritornare sugli accordi per modificarli ulteriormente invocando le regole della globalizzazione del Mercato, dimenticando che il Mercato siamo tutti noi, non i marziani, per cui il cerchio involutivo rischia di non arrestarsi mai, secondo l'assioma, meno diritti -meno lavoro - meno ricchezza - meno consumi !!
In questo contesto la posizione del Governo italiano, del suo Premier, del Ministro del Lavoro (l'astuto Sacconi) brilla per l'indifferenza sui cambiamenti delle politiche industriali delle imprese italiane (la Fiat, statene certi farà scuola), limitandosi - questo si che è gravissimo - a parteggiare spudoratamente per una soluzione (varrebbe anche se prendesse le sole difese dei lavoratori) anziché svolgere il suo ruolo istituzionale che è quello di orientare le politiche e l'economia nell'interesse di tutto il paese, quindi di lavoratori ed imprese.
Non mi si venga però a dire che è tutta colpa del fatto che non si fa lavorare Governo e Premier perché è un perseguitato: queste sono favole da raccontare ai bimbetti e a quelli ai quali fa parecchio comodo questa situazione di lassismo economico e sociale.
Si è detto, anche Tremonti lo dice, che il neo liberismo senza regole non è liberismo: ebbene il Premier pensi realmente a governare e dedichi effettivamente il suo tempo ad occuparsi delle cose e dei problemi che interessano al paese che è ormai allo sbando se non allo sfascio, poiché non glielo ha ordinato il medico di scendere in politica (o forse glielo hanno ordinato i suoi interessi), ma visto che da anni c'è (combinando ben poco) lasci perdere i suoi vizietti e faccia veramente il mestiere per cui è stato eletto.
Faccia tesoro anche dei drammi a cui assistiamo in questi giorni: Bel Ali, Presidente della Tunisia, dopo 26 anni di carica, se n'è dovuto scappare a gambe levate per aver permesso le stragi di dimostranti che contestano da tempo la crisi di quel paese!!

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