sabato, febbraio 07, 2009

LA SITUAZIONE CRITICA CHE GLI ITALIANI DEVONO CONOSCERE

Gli ultimi fatti relativi al dramma che Eluana Englaro e la sua famiglia stanno vivendo si stanno rivelando estremamente preoccupanti non soltanto per i riflessi che hanno o possono avere sul fatto stesso, ma per i temi ben più generali che questi fatti implicano.

Sul dramma è evidente che al di la degli indirizzi sanciti dalla Corte di Cassazione, i risvolti sono estremamente delicati perché se da un lato viene ribadito un diritto individuale di un uomo o una donna alla sua scelta di vita, surrogata in sua vece dagli stretti familiari, dall’altro la sua attuazione solleva invece molte perplessità,dubbi e timori perché è ragionevole pensare che per chi si trova in una simile situazione non è facile giungere a scelte irreversibili.

Nel fatto in specie 17 anni di vita vegetativa possono ragionevolmente far pensare che le possibilità di ritorno ad una vita vigile siano del tutto teoriche e ciò non di meno decidere per la morte non sia una scelta e decisione facile.

Peraltro situazioni del genere non sono rare anche perché lo sviluppo della medicina riesce a dare risultati che un tempo nemmeno ci sognavamo: intendo dire che le alte capacità raggiunte dalla medicina consentono risultati che ci possono porre davani a questi drammatici dilemmi.

In questo contesto è evidente che una regolamentazione per legge di queste tematiche non è per nulla facile e semplice perchè è soggetta al cambiamento e allo sviluppo della vita e della medicina: alcuni anni fa di accanimento terapeutico non se ne parlava assolutamente perché la medicina non era in grado di contrastare in modo così determinante la malattia e quindi la morte.

In questo contesto anche la religione prevalente in Italia (ma anche nel mondo) si è adattata allo sviluppo della tecnologia e delle scienze (già nel passato sosteneva accanitamente la teoria geocentrica contro la teoria eliocentrica sviluppata da Galileo) ed anche a quella degli usi e costumi, come all’uso della cremazione un tempo vietata.

Ma tornando alla produzione di regole legislative sulla materia, visti appunto i dubbi, le perplessità ,i timori che situazioni del genere ragionevolmente impongono, appare del tutto evidente che vi occorre assoluta pazienza, cautela e serenità per affrontare il tema e giungere norme ampiamente condivise.

Nella realtà invece, a prescindere dal fatto che periodicamente vi siano avvicendamenti nella conduzione e nella rappresentanza politica, il tema non è mai stato affrontato con continuità e correttezza perché hanno prevalso sempre posizioni che poco hanno a che fare con i dubbi e le perplessità, ma molto di più con gli schieramenti politici, ideologici o religiosi.

La situazione si è progressivamente aggravata in questi giorni perché sul tema e il suo trattamento ha prevalso il senso del potere ideologico, strumentale e politico che è sceso in campo per difendere la vita ad ogni costo, perchè tanto non ci si trova nella situazione critica che si vuol governare.

Di casi Englaro nel recente passato ce ne sono stati molti altri, ma mai la politica ha saputo affrontare il tema compiutamente ed oggi è giunta una improvvisa accelerazione che appare del tutto strumentale con risvolti assai pericolosi per la democrazia perché è evidente che non si vuol cercare di superare una situazione d’empasse, ma sancire surrettiziamente principi nuovi e per nulla accettabili sul piano costituzionale.

Se parliamo in termini di rappresentanza, il ceto politico, sul tema, è perfettamente diviso a metà,come a metà è divisa l’opinione pubblica (ma badate bene orizontalmente) per cui è evidente che una legislazione articolata ed esaustiva non è facile e semplice per cui vale forse la pena affrontare il tema caso per caso, senza tanti clamori e spade sguainate.

Intervenire invece come ha fatto Il presidente del Consiglio Berlusconi dimostra innanzitutto la delicatezza del Premier sul tema paragonabile a quella di un elefante in una cristalleria.

In secondo luogo sta, irresponsabilmente, creando uno scontro istituzionale per mettere le premesse ad un suo disegno ormai chiaro a tutti: quello di puntare alla Presidenza della Repubblica, non prima però di aver modificato la Costutizione in senso presidenzialista.

E’ evidente che se questa analisi è corretta, nessuno in Italia, nemmeno i suoi elettori e sostenitori, la può avallare perché è sbagliata alla radice.

Gli italiani devono sapere che – pur disgustati dai “giochi” della politica – non si può accettare il principio che le modifiche costituzionali seguano la coalizione pro tempore vigente, proprio perché si acuirebbero i difetti della politica, diminuirebbe la governabilità del paese e soprattutto perché potrebbero dare adito a derive totalitariste.

Sembra una parola grossa, ma soffermiamoci sull’iter che si potrebbe o vorrebbe innescare: se si procede a cambiamenti costituzionali a colpi di maggioranza si perderebbe la garanzia innanzitutto della stabilità perchè ad ogni cambiar di governo vedremmo cambiamenti costituzionali; poi non avremmo continuità nell’architettura che regge la struttura repubblicana ed inoltre si perderebbe la garanzia che possano essere introdotte – inopinatamente – regole che diventino successivamente non più immodificabili perchè si sancirebbe il principio che la costituzione non è più la base della repubblica, a è al servizio del governo in carica.

E' come insomma se ad ogni nuova partita di calcio si cambiassero le regole del gioco e quelle dei comportamenti del pubblico !

Questo percorso non è per nulla cervellotico perché già l’Italia lo visse - sotto il Regno dei Savoia - con l’avvento del Fascismo !

Ieri Berlusconi ha commesso gravissimi errori, non tanto e soltanto politici, bensì costituzionali e per di più li sta perpetrando irresponsabilmente.

I poteri dello stato sono quelli costituzionali e vanno rispettati per cui “sparare” un decreto legge per modificare sostanzialmente la decisione della Corte di Cassazione significa alterare questo equilibrio; inoltre utilizzare uno “strumento d’urgenza” per proprio uso e consumo, non volendo e potendo confrontarsi con il Parlamento che detiene il potere legislativo, significa prevaricare la situazione istituzionale e costituzionale; infine, ma non ultimo, forzare il ruolo ed il potere del Capo dello Stato, presentando dapprima il decreto legge e subito dopo un disegno di legge a percorso parlamentare a “linea dedicata” rappresenta un'altra azione assai pericolosa e, a mio vedere, oltraggiosa, passabile di azione giuridica.

Il Cavalier Berlusconi si deve mettere ben in testa che nella Repubblica Italiana i ruoli sono, partendo dall’alto: Il Presidente della Repubblica, il Parlamento, il Governo con il suo Presidente e i ministri relativi (potere esecutivo), la Magistratura per cui le regole che governano quesi pesi e contrappesi non possono essere di volta in volta forzati per perseguire il proprio agire politico.

Su questo tema le sue affermazioni sono estremamente gravi ed anche false alla radice:
dichiarare che non intende farsi commissariale da nessuno significa attaccare il ruolo del Presidente della Repubblica, a prescindere dalla persona in carica; coinvolgere il Presidente del Senato – Schifani si ricordi che è la seconda carica dello stato – per organizzare un percorso privilegiato per l’approvazione del disegno di legge, forte della maggioranza che lo regge, significa esautorare il ruolo del Senato; affermare che il suo governo è per la vita mentre l’opposizione no, non è vero perché il tema divide orizzontalmente i componenti di tutto il Parlamento e casomai, è Berlusconi che riaggrega sotto il suo governo l’azione politica minacciando qualche componente del suo Governo (Prestigiacomo).

Certo governare non è facile per nessuno, ma è troppo semplice e facile superare le difficoltà sommovendo la struttura istituzionale del paese, peraltro usata a proprio comodo in tante ormai innumerevoli situazioni; anche l’uso continuo della richiesta di fiducia su proprie leggi non è assolutamente un bel vedere: ormai il Parlamento si occupa solo e soltanto dell’analisi di legge di iniziativa governativa e credo che ciò sia umiliante anche per coloro che sostengono il governo Berlusconi .

Il disegno di legge in proposta intenderebbe sancire che la alimentazione forzata nel caso Englaro non rientra nelle terapie mediche, ma allora nel caso Concioni o Welby perché invece non ha preso posizioni diverse da quella che intende, oggi, prendere strumentalmente ?

Certo, la vita è una cosa seria, e pertanto va presa non estrema delicatezza e serietà, non come in questo caso mostrando i muscoli per dimostrare il proprio decisionismo e sancire il proprio potere.

E’ in questo caso una azione pure sproporzionata viste le maggioranze su cui poggia questo governo; oppure ci troviamo di fronte ad un re repubblicano che non ammette punti di vista diversi, nemmeno all’interno della sua maggioranza ?

Gli italiani riflettano bene su questi comportamenti da me denunciati: l’azione politica che pretendiamo e ci attendiamo è quella efficace, efficiente e tempestiva, ma questa deve coinvolgere e non stravolgere, deve aver le capacità di misurarsi con chiunque perché questa è la democrazia; se tutto questo non avviene è dittatura !


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