domenica, dicembre 23, 2007

ALITALIA IN DECOLLO ?

Ci risiamo !
Anche sul rilancio della compagnia di bandiera attraverso la sua completa privatizzazione cominciano i minuetti tra maggioranza ed opposizione ed anche all'interno della maggioranza per la scelta del migliore partner a cui cedere Alitalia.
La storia non ci ha ancora insegnato nulla: nella privatizzazione di Telecom infatti tutti hanno in più riprese attaccato il governo per le scelte fatte, ma non c'è nessuno che abbia sottolineato il modo in cui la compagnia telefonica sia stata acquisita.
L'acquisto è avvenuto essenzialmente utilizzando la leva finanziaria, crescente ogni volta che passava di mano; conclusioni: la redditività riusciva a malapena a rimborsare interessi e quote di debito per cui sono venue a mancare le risorse per lo sviluppo della compagnia in un mercato sempre più competitivo , se non procedendo ad un'opera di dimagrimento (attuata con la conduzione Pirelli).
Alla fine, dopo tante schermaglie a livello politico (ricordate il Caso Roversi) e tanti niet ad imprenditori venuti da molto lontano (vi rendete conto dal Messico) ecco la soluzione con Telefonica,compagnia molto più giovane,che in poco tempo ha raggiunto una capitalizzazione di borsa 2,5 volte più grande di Telecom.
Per la verità l'operazione non è ancora conclusa perchè in questa fase le banche italiane ci hanno messo una pezza subentrando ai soci che volevano fare impresa senza rischiare mezzi propri.
La tanto agognata italianità si è scolorita perchè quel che conta sono gli indici economici,finanziari e patrimoniali attorno ai quali girano gli interessi sociali (dipendenti) e commerciali (clienti) ai quali interessa la sostanza, non la proprietà (Omnitel, pur essendo il secondo gestore nazionale è passata a Vodafone senza alcuna levata di scudi).
Ed ora tutti questi giri di valzer ricominciano con Alitalia sul ui destino il ceto politico italiano (senza distinzioni di sorta) negli ultimi 15 anni non ha saputo far di meglio che dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, ma rinunciando al suo vero rilancio (come avrà fatto Airfrance che nei primi anni novanta era nella stessa situazione di Alitalia oggi, a diventare la prima compagnia a livello mondiale ?).
Si è vivacchiato per anni non proponendo e realizzando un vero piano di rilancio, preferendo accontentare un po tutti, ma non accontentando nessuno a tal punto che una delle espressioni del boom italiano si è ripiegata sempre più in se stessa sino ad arrivare, comunque alla cessione a privati a condizioni che non possono comunque soddisfarci.
La colpa è comunque nostra perchè pretenderemmo di vendere a prezzi e soluzioni folli un palazzo al quale non abbiamo mai messo mano.
Questa storia infinita della privatizzazione che si trascina da mesi ha viso fuggire (per fortuna) acquirenti che, quelli si (a parte forse Luftansa) avrebbero fatto sparire la compagnia integrandola in pocessi poco chiari e lontani.
Sono ora rimasti due competitori e deve vincere quello più forte, che da sicurezza su alcuni aspetti importanti (occupazione, marchio, scali, ecc) e che presenti un piano industriale convincente, sostenuto finanziariamente in primo luogo dalla sua forza implicita, non dalla sua capacità di ottenere credito.
Sollevare ora problemi sulla italianità sembra cosa veramente folle: andava detto prima che non si volevano acquirenti stranieri (ma non si poteva in rispetto al libero mercato).
Per l'occupazione poi si sono già concordati piani di riduzione del personale; ora riproporre il problema quando viene assicurato che verranno mantenuti gli impegni presi che cosa vuol significare ? Ripiantare la bandierina a testimonianza del proprio impegno dimenticando che se questa posizione crerà intralci i rischi occupazionali saranno ancora più ampi ?
E' vero che è importante gestire le problematiche di chi già lavora, ma un pensiero ad un futuro incremento di posti di lavoro legato al rilancio della società, chi ci pensa ?
Naturalmente un'opposizione che si rispetti deve per forza farsi sentire; ed ecco che il Presidente della Regione Lombardia monta sulla sedia, quello della Lega minaccia mobilitazione per le strade, gli altri sono sulla stessa lunghezza d'onda per influenzare il Governo che nicchia ancora perchè anche al suo interno non c'è timore di sbagliare, bensi esistono forze che tirano indietro non si sa bene per quali reali motivi.
Nn credo infatti che le posizioni espresse contro la scelta indicata, badate bene, dal Cda di Alitalia (gli amministratori hanno dato la preferenza all'offerta di Airfrance sulla quale occorre lavorare per mettere nero su bianco)da parte dei partiti siano nell'interesse del loro elettorato, ma nell'interesse del loro peso politico, nella capacità di condizionare (o mettere in difficoltà) la scena politica o la maggioranza.
Ma fin qui poco male; occorre però che le scelte si trasformino in miglioramenti per la collettività siano essi lavoratori del settore, clienti, turisti, imprenditori che utilizzano Alitalia o che servono il modo del trasporto aereo; intendo dire che se ci deve essere battaglia questa deve in modo inequivocabile portare dei miglioramenti ulteriori e non a scelte raffazzonate o sostenute finanziariamente in modo poco armonico.
Poco importa a noi tutti a chi fa capo la proprietà, ma importa invece moltissimo la qualità del servizio, i prezzi, le possibilità di volo ed in questo senso integrare Alitalia nella prima compagnia mondiale dovrebbe dare migliori garanzie rispetto a quelle che, purtoppo, solo Air One è riuscita a mettere in campo.
L'imprenditoria italiana non ha saputo, voluto o potuto impegnarsi adeguatamente in questa opportunità (forse perchè non ha adeguata esperienza nel settore o non ha capitali adeguati da investire); peccato veramente, ma nonostante l'impegno messo da Air One, è obbiettivamente migliore (perchè più solido) quello di Airfrance-Klm e se siamo onesti con noi stessi dobbiamo saper accettare la soluzione migliore, no quella più conveniente (per noi).
Speriamo che queste festività imminenti facciano rinsavire un pò tutti e che questa storia infinita
finisca con logica strettamente economica; diversamente si rischia un pateracchio che ci potrà scoppiare fra le mani fra qualche anno (proprio come è avvenuto con Telecom).

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