sabato, dicembre 03, 2011

GOVERNO MONTI: DECRETO SALVA ITALIA

Mi sono astenuto dall'esprimere modeste considerazioni sull'opera che il nuovo Governo Monti si apprestava in questi giorni ad avviare poichè aspettavo di valutarne gli effettivi contenuti, perchè è forse la prima volta che un governo "tecnico" si occupa e preoccupa con la sua azione di rilanciare l'Italia avvitatasi ormai da almeno 10 anni, situazione che sta preoccupando non solo gli italiani, ma anche L'Europa visto che la nostra salvezza contriubuirà fortemente a rafforzare l'euro.
Ora che il primo decreto è stato presentato ieri sera con estrema chiarezza e dovizia di particolari penso che occorra dare in particolare estrema attenzione alla premessa che ha fatto il Prof. Monti.
Ha detto che la colpa della nostra situazione interna non è dell'Europa, ma di noi italiani, tutti.

Questo appare assolutamente vero perchè un pò tutti hanno sperato  in passato nello stellone italiano che sistemasse le magagne che il ceto politico, nominato da noi, continuando a mantenere i nostri piccoli o grandi vantaggi, indicando le colpe degli altri (operazione in cui è stato maestro il Cav. Berlusconi) e auto assolvendosi o sottacendo per le proprie.
La situazione dell'alto debito è scoppiata nel lontano 1992, ma da allora, a parte le azioni per rientrare con fatica nell'euro, abbiamo pensato bene di non continuare in quel percorso vitruoso, ma di pensare che il tifone fosse passato, mentre invece il debito cresceva, limitandosi a contenere la percentuale sul Pil, facendo finta di non vedere che la massa cresceva invece come il latte suo fuoco.
Nel 2001 infatti il debito era 1300 miliardi (e il Pil 1350) mentre oggi è 1900 miliardi senza che tutta questa enorme massa di denaro sia stata utilizzata per scopi di crescita economica del paese (infatti il Pil è a 1550 miliardi).
Peraltro il rapporto debito/pil doveva scendere al 60%, ma in 10 anni non si è fatto nulla prer creare un disavanzo robusto e costante per raggiungere l'obiettivo (infatti siamo al 130%).
Nel 1995 la "riforma Dini" aveva sancito il principio che il meccanismo del "retributivo" non poteva in prospettiva più funzionare poichè - a parte le baby pensioni che furono eliminare -  il rapporto 3 (lavoratori) a 1(pensionato) si stava velocemente invertendo modificato dal fatto che crescevano le aspettative di vita e diminuiva la natalità netta interna.

Negli anni successivi (soprattutto in questo ultimo decennio)quando si doveva avera fatto già il secondo passo per passare definitivamente al "contributivo" in forma più graduale ed indolore, si è preferito prender tempo addossando alla fiscalità generale i costi aggiuntivi, che i nuovi occupati o se vogliamo i precari, con le retribuzioni (modeste) e con i contributi conseguenti, non potevano certo coprire.
Certo ora bisogna trovare una soluzione onorevole per quella fascia di lavoratori precoci che sono in bilico tra età, anni di contribuzione e nuovi limiti di età pensionabile, insieme ai lavoratori che praticano lavori usuranti (per la loro e la nostra sicurezza).
Queste devono essere trattate a parte (e velocemente)con rispetto perchè sono doverose eccezioni, ma la regola generale e finalmente o purtroppo presa, visto che la fiscalità generale(anche per la scarsa crescita)non potrà mai essere in grado di coprire queste maggiori spese pensionistiche.
Altro tema riguarda i contratti di lavoro dal primo impiego che non potevano essere certamente oggetto di questo primo decreto legge: oltre che i lavoratori anche le imprese devono essere messe di fronte alle loro responsabilità eliminando tutti i contratti esistenti (a parte quelli veramente stagionali) trasformandoli in contratti a tempi indeterminato.
Di porcherie commesse e subite - più o meno inconsciamente - ce ne sono da scrivere un libro perchè tanto c'è sempre Pantalone (lo Stato) che paga.

Intendo dire che le maglie larghe del lavoro hanno consentito il mantenimento di rapporti di lavoro precari e pure in nero, perchè nei rapporti di forza tra datori di lavoro e lavoratori prevaleva spesso la reciproca convenienza, fregandosene altamente del fatto che il sistema previdenziale non veniva (e non viene) adeguatamente alimentato.
Sulla patrimoniale ricordo che riguarda i patrimoni, non i redditi (come si sente dire)che sono colpiti da irpef/ires e addizionali.
L'Ici reintrodotta(sulla quale il prof. Prodi intendeva fare un semplice robusto sconto sulla prima casa)è un altro tipo di tassa patrimoniale, che peraltro si pagava fino a pochi anni or sono (2008!).
Tassa patrimoniale è pure la tassazione dei dossier titoli, dei depositi scudati, delle auto potenti, delle barche e dei posti barca (oltre 10 metri); quindi di che stiamo parlando quando non ci pare di vedere tasse patrimoniali ?
Se per patrimoniale intendiamo solo quella che può colpire i super ricchi, di quanta gente e di quanto gettito stiamo parlando ?
Per avere risultati apprezzabili dovremmo dare corso un "esporio proletario" che mi pare utopia pura; è preferibile pezzetto per pezzetto creare una rete impositiva che non tralasci di colpire qualsiasi espressione di eccessiva ricchezza, poichè sappiamo tutti che la grande evasione fiscale che affligge l'Italia (dai 120 a 200 miliardi l'anno di imponibile) è spalmata tra - chi più chi meno - tutti i contribuenti, non solo quelli super noti a noi tutti.
Personalmente, politicamente, sono sempre stato un perdente dalla parte dei perdenti, ma non per questo penso che sia sufficiente dire che.. "si arrangino coloro che ha combinato il disastro" per il semplice fatto che i (sino a ieri)vincenti hanno dimostrato tutto l'interesse a nor far nulla, nemmeno di fronte al probabile default dell'Italia (che graverebbe sul collo nostro e non sul loro).
Sui costi della politica faccio notare che senza tante storie  il prof. Monti ha cominciando decollando le amminstrazioni provinciali; che gli altri continuassero pure nel balletto privincie si o provincie no, poichè i 10 gatti che rimangono si deveno mettere a panci a terra per onorare il loro mandato elettorale.
Certo non sono rose e fiori, ma siamo tutti in alto mare, mentre chi ci ha messo in questa situazione se ne sta zitto zitto.......

Quella d'oggi è una medicina parecchio amara per gli italiani, ma è l'occasione, la grande  opportunità per l'Italia,  sta nel fatto  che questo Governo può compiere senza alcun condizionamento tutte quelle azioni utili alla ricostruzione poichè non ritengo che iniziative antipopolari possano spingere i partiti che lo sostengono a distinguo o a  repentine invesioni.
Confido invece nella capacità di questo Governo di mettere tutti gli italiani e quindi anche i partiti che compongono l'arco costituzionale difronte alle loro responsabilità, ben sapendo che se questa azione sarà assai mirata e calibrata non vi potranno essere alibi, in realtà insostenibili e che quella compagine partitica e parlamentare che volesse chiamarsene fuori verrebbe additata al pubblico ludibrio (la Lega è sulla buona strada).
Equità, crescita e rigore sono i tre principi che mi sembrano toccati in questa prima fase, confidando che nella pratica e con le prossime iniziative, che sembrano all'orizzonte molto vicino, questi siano ancor più chiari e concreti.

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